PrincipeArthas
Da quello che sento da alcuni ex-colleghi che si sono trasferiti in UK (Hereford), la questione là è già chiusa e non c'è il casino mediatico che crediamo. Almeno, non come lo stanno proponendo in Italia negli ultimi giorni. La sentenza c'è stata e anzi, sono più quelli che approvano la scelta della corte d'appello inglese piuttosto che la condotta dei genitori che viene considerata egoista. E la stessa cosa fu per i casi precedenti (Evans, Haastrup, Battersbee).
L'alta corte inglese si è sempre basata sulle convenzioni stabilite dall'AIA, non è mai esistita nessuna violazione (o presunta tale) di alcun diritto fondamentale dell'essere umano. Lo sanno gli avvocati della famiglia, lo sanno gli inglesi. E' un momento di dolore che purtroppo va affrontato e accettato, come tanti altri hanno fatto prima.
Come ha detto cesa il bordello lo stiamo facendo noi e come al solito le motivazioni sono di carattere religioso, completamente slegate da una qualsiasi base medico-scientifica. E questa, a mio parere, è una di quelle classiche situazioni in cui la chiesa dovrebbe smetterla di rompere i coglioni e dedicarsi a questioni molto più spinose.