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Tempo fa, durante la mia parentesi scolastica al liceo "Scacchi" di Bari, partecipai ad un convegno a Roma di storiografi e sociologi sul tema "Nord & Sud". Scoprii con vero stupore, che l'Unità d'Italia fu manipolata dai Savoia a loro favore. La storia ci ha sempre insegnato che il vincitore ha sempre fatto "mambassa" dell'immagine del vinto ed anche in quell'occasione non fu da meno.
Venne discusso, in sede di "tavola rotonda", la conquista Savoia a scapito del florido Regno delle due Sicilie, allora fiorente sopratutto per quel che riguarda le industrie tessili e dell'artigianato. Il regono borbonico aveva contatti commericali con Francia, Austria, Spagna e Paesi Bassi, mentre il regno dei Savoia era afflitto da un "embargo" e commerciava solo con i ducati italiani quel poco di materie che riusciva a produrre. In oltre l'università di Napoli era uno dei maggiori centri culturali europei e la Reggia di Caserta era seconda a livello di bellezza solo a Versalilles.
La tesi di una conquista Savoia venne avvalorata quando mi recai per vacanza in Abruzzo ed ebbi la grande idea divisitare Civitella del Tronto, l'ultima roccaforte borbonica. In questa cittadella rimasta quasi del tutto intatta, permane ancora quell'aria di difesa nei confornti del conquistatore, nei confronti di chi ha sempre visto quelle terre come "vacche da spremere" piuttosto che come senso di unità.
Non dimentichiamoci poi tutto ciò che ne è conseguito con l'Unità d'Italia: tasse e dazi al sud andavano ad infoltire le casse del nord, facendo cadere una parte del paese nella miseria e nella disperazione: è in questi anni che iniziano a crearsi i moti di brigantaggio (anche questi descritti come nemici dell'ordine pubblico) e le prime manifestazioni di mafia.
Ma cosa avevano i Savoia che i Borboni o gli altri staterelli non avevano? Bhe...diciamo che avevano un grande statista, Cavour, che seppe giocare le sue pedine come in una partita di scacchi, oscurando abilmente i vari mazziniani e garibaldini dopo averli illusi e usati.
Cosa dire concludendo? Che la storia che ci insegnano a scuola è scritta da gente di parte o che ha un'ideologia politica "deviata". Sta a noi, con la nostra testa e la nostra cultura filtrare quella che sia la verità o, per lo meno, una sua parvenza.