Alcuni server che ospitano i contenuti di un popolare network di controinformazione sono stati sequestrati dall'Fbi. In seguito al provvedimento una ventina di siti dell'Independent Media Center, noto anche come Indymedia, hanno smesso di funzionare nella tarda serata di ieri. Anche il sito di Indymedia Italia risulta coinvolto nel provvedimento. Ora le macchine rimosse sono state rimpiazzate con quelle di backup e l'attività del network sembra ripresa regolarmente.
Secondo le informazioni fornite da Indymedia, gli agenti federali hanno notificato al provider statunitense Rackspace l'ordine di consegnare i server che ospitano i contenuti del network. Rackspace è un'azienda statunitense, ma le macchine sequestrate si trovano anche a Londra.
Né il provider né Indymedia sono in grado di fornire spiegazioni sull'accaduto. L'Independent Media Center ricorda di essere stato informato di un'indagine dei servizi segreti e dell'Fbi riguardante un articolo nel quale si fornivano nomi, indirizzi e recapiti dei delegati alla recente convention del Partito repubblicano a New York.
La scorsa settimana, inoltre, Rackspace era stato visitato da agenti federali che avevano chiesto la rimozione di alcune fotografie che ritraevano poliziotti svizzeri in borghese durante il G8 di Nantes, nel 2003. In quel caso, riferisce Indymedia, l'Fbi aveva spiegato che nessuna legge era stata violata, ma che "si trattava di fare una gentilezza al governo svizzero". L'articolo in questione, al momento, risulta non più raggiungibile.
L'Independent Media Center è un network di controinformazione nato alla fine del 1999 per documentare le prime proteste no global durante il vertice del Wto a Seattle. La filosofia di fondo è quella di abbattere le barriere tra i media e il pubblico, trasformando ogni lettore in fonte di informazione. Da allora, Indymedia è stato spesso al centro di controversie per la scelta di pubblicare, senza alcun filtro preventivo, qualunque tipo di comunicato inviato dagli utenti. Questa estate, qualcuno aveva usato il sito italiano di Indymedia per minacciare la donna che aveva segnalato il killer Luciano Liboni, ucciso in uno scontro a fuoco con le forze dell'ordine.
E si continua con le censure! Ma è possibile che ancora non esista una legge in proposito?