EccomiZì Palu
Mi sa che sei uscito fuori traccia in questo caso…Zì Palu
La domanda non era “Le esperienze negative costituiscono una parte fondamentale della nostra vita?”, ma “Le cattive esperienze è meglio viverle perchè aiutano a crescere e a capire come gira il mondo, o è preferibile non provarle affatto perchè comunque causa di dolorosi ricordi che resteranno comunque sempre vividi nella nostra memoria? Dove sta la linea che separa una esperienza-edificante da una esperienza-disfattista?"…
Te la ripropongo in chiave diversa: “Preferiresti veder morire domani mattina quando esci per strada un bambino schiacciato da un tir per crescere e capire che la morte arriva spesso indipendentemente dalla tua volontà e che forse il Dio che preghiamo non ha pietà, o preferisci non vedere nulla perché così eviterai di svegliarti nel pieno della notte per i prossimi tre mesi tremando come una foglia?”…e la seconda parte: “Dal tuo punto di vista, quant’è alta la soglia del dolore che devi provare per decidere se continuare a guardare ed imparare, o distogliere lo sguardo per non spezzarti il cuore?”
Magari ho capito male io le righe che hai scritto, comunque a te la parola
Una sera discutevo con un mio amico esattamente di questi “trip” psicologici, e mi è scattata la molla: perché non dare forma scritta alle mie peregrinazioni “esistenziali”? Così almeno avrei potuto discuterne con altre persone più reali di quelle che trovi trasfigurate nei libri – ovviamente mi riferisco agli autori, coi quali appunto non posso avere una presa diretta perché defunti o infinitamente distanti, sia fisicamente che intellettualmente…GUNLUCKY
La domanda fondamentale? LA VITA.
Questo thread non è come gli altri, dove si entra, si legge “ti piace la marmellata?”, “favorevole o contrario al fumo?”, “quante volte vai al cesso al giorno?” e così via, e poi si dà una risposta semplice, precisa e coincisa…
La cosa qui è un po’ più indefinita...non si nota?
Un esempio è la domanda di D@rK-SePHiRoTH- “a questo punto è meglio vivere senza pensare, in una routine senza senso, alla ricerca prima di una cosa poi di un'altra, in una vita che finisce senza dare nessuna risposta...?”: rispondere in maniera chiara ed esaustiva a questa domanda significa rispondere un po’ a “cos’è la vita?”…
Non sono stato completamente chiaro? Non fa niente, dal mio punto di vista è giusto che sia così…Non c’è un solo punto al centro di questa discussione, ma un’infinità di punti, che tutti assieme formano esattamente un altro punto, ossia LA VITA…e data la complessità della sua definizione, non ci si può arrivare semplicemente con un paio di righe di aforismi o massime sentite dire in giro…bisogna specularci un po’ sopra…
Poi liberissimi di prendere le vostre posizioni: se non ne avete voglia nessuno vi trattiene, anche se sareste comunque estremamente graditi e di fondamentale importanza…
Comunque, se volessi chiarirti il concetto con parole altrui, userei quelle di Zì Palu, che afferma: “Credo di averla già sintetizzata nella pag. prima cmq lo rispiego: suppongo ke Nameless in un certo senso ci stia chiedendo come abbiamo vissuto le nostre esperienze adolescenziali ed a che conclusioni ci hanno portato, lui intanto ha esposto le sue...”
Infatti è proprio su queste “esperienze adolescenziali” (anche se sarebbe meglio dire “esistenziali”, perché gli eventi chiave della nostra vita non si verificano solo nell’adolescenza) che mi piacerebbe discutere, ed in parte lo stiamo già facendo:
- Io ho accennato all’importanza che credo si debba dare al “SENSO CRITICO” e sto cercando di avviare un bel ragionamento sulle “ESPERIENZE CATTIVE”;
- Falco Bianco ha dato un importante spunto per rileggere in chiave più “filosofica” i nostri problemi, chiamando in causa autori quali Schopenhauer, Fitche e Nietzsche;
- Melchior ha dato un ottimo spunto sulla “CONDIZIONE SCOLASTICA”, al quale io ho risposto e spero altri facciano lo stesso esponendo le proprie idee in merito;
- D@rK-SePHiRoTH- ci ha coraggiosamente illustrato il suo modo di vivere, e devo ammettere che è colmo di spunti, quali ad esempio l’utilità o meno del “VIVERE SENZA PENSARE”;
- BigBoss-[TheOne] ha sollevato il problema dell’”UNICITA DI OGNUNO DI NOI”, infatti non è così scontato che sia vero, e quindi se sia giusto per alcuni isolarsi, visto che a detta di alcuni l’uomo non è fatto per stare solo;
- jim d ci ha fatto notare come i nostri ragionamenti sembrino inutili, visto che sembra si riesca a vivere anche senza chiedersi mai nulla, questione forse essenzialmente nata da D@rK;
- Zì Palu, con mio sommo stupore visto che in genere appunto si scrivono due o tre post e poi si va da un’altra parte a postare, sta rispondendo un po’ a tutto, quindi per elencare i problemi che ha esposto lui dovrei fare un copia/incolla delle righe poco sopra;
- GUNLUCKY invece è la causa dell’amletico questito sul “SENSO DEL THREAD” che siccome non mi illudo di averci dato una risposta sufficiente, lo ritengo ancora aperto;
[p.s. questa scaletta che ho appena completato potrebbe essere un esempio di “RIORDINAMENTO” di quello che siamo andati a toccare, sulla quale potremo esercitare il nostro neo-nato “SENSO CRITICO” per dare delle risposte il più possibile aderenti al nostro vero *io* ]
Non voglio dilungarmi troppo, quindi se non hai capito qualcosa chiedi (sempre che tu lo voglia ) e proverò a rispondere…
Anche a me capita, però più che due soli “modi”, ne vivo parecchi di più…D@rK-SePHiRoTH-
Non li separa una linea netta, ma questi che hai descritto sono semplicemente a mio avviso i due estremi, il piano terra e l’ultimo piano di un palazzo, tra i quali ci sono un’infinità di gradini…
Anche a me piacerebbe davvero saperne di più, immensamente di più, però per ora le cose che ho davvero capito sono (magari sono cose che già sai, però queste ho per tentare di assecondare la tua sete di conoscenza):
- La solitudine è tristezza;
- Alle gente piace attorniarsi solo di persone felici, quindi se non vuoi essere solo, cerca di vedere (nei limiti del possibile) anche il lato positivo delle cose;
- Certe volte il lato positivo delle cose non è “evidente”, bisogna analizzarle le cose, quindi il pensiero può essere un favoloso alleato per conseguire la tua felicità;
- Dai un ordine alle tue idee, altrimenti non verrai a capo di nulla: anche qui il pensiero è un grande alleato;
- Non farti illusioni inutili: cerca sempre di capire cosa EFFETTIVAMENTE succede, non dare troppa corda alla fantasia (siccome questo è un po’ complesso da capire, ti faccio un esempio: se una ragazza ti dà il suo numero dopo che ci hai parlato mezz’oretta, non vuol dire che ci starà con te; hai solo il suo numero, magari vuole solo sentirti ogni tanto perché gli vai a genio, o addirittura lo sta facendo perché crede sia una cosa dovuta, o ancora perché vuole farsi bella davanti alle sue amiche e dimostrare che gli vanno dietro un sacco di ragazzi, e così via);
- Gli istinti sono dei pensieri come gli altri, quindi della stessa “nobiltà”: non vanno ignorati solo perché ritenuti di “serie B”;
-Mai abbattersi, domani è un altro giorno e, per quanto riguarda il lato esclusivamente positivo, non sappiamo le cose belle che ci potranno capitare;
Cosa ne pensate? Cos’è invece che Voi avete capito dalla vita per ora?
Altro per ora non ho, se non considerazioni sul rapporto uomo/donna…e a meno che qualcuno non me lo venga a chiedere, non è mia intenzione sprecare byte per nulla…
Per me le conclusioni ci sono state, ma ora mi resta solo il ricordo, e sapere quanto stavo bene prima e quanto è diverso ora, devo ammettere che m’intristisce un po’…vabbè…GUNLUCKY
Riguardo a te credo che anche il fatto che non ci siano state conclusioni ti abbia insegnato qualcosa: perché se ci fossero state saresti diverso da quello che sei…mi spiego: il solo fatto che non ci sia stato niente ti ha condizionato (o sbaglio?)...e se è come ho detto io, cosa hai imparato?