explorer
.Hack era un bell'esperimento, non c'è che dire. Una storia dipanata su 4 dischi e 7 mesi, che avrebbe appassionato, a detta della Bandai, più o meno tutti. Una storia lunga, complicata e intrigante, una sorta di serial tv che ti incolla allo schermo sino al finale. Di tutto ciò c'è ben poco in realtà, e purtroppo, .Hack è uno di quei giochi senza infamia nè lode. A dir la verità la lode va a chi ha comprato tutti e 4 i capitoli, senza badare all'esorbitante spesa complessiva (si superano i 200 euro), e l'infamia va a quei produttori, che al posto di creare un unico prodotto con una longevità eccellente, ha deciso di pubblicarne 4 , ma per l'appunto, lunghi 4 volte in meno di un qualsiasi j-rpg. Analizzando più a fondo, .Hack per quanto riguarda il comparto grafico sa di vecchio, molto vecchio, complice la lunga localizzazione al mercato europeo. Le musiche sono anomale, irritanti a volte, non ti lasciano uno stralcio di motivetto in testa da canticchiare sotto la doccia o nei momenti "morti" della nostra vita, non sono opere indelebili targate Uematsu, sono un umile accozzaglia di note, che non merita ricordo. La storia, già la storia, dovrebbe essere questo il punto di forza di .Hack, è modesta come il sonoro e la grafica, monotona, priva di idee, banale sino al midollo. Ciò che lascia .Hack è un senso di vuotezza, ne sa qualcosa il portafoglio, non è un gioco che rimane impresso a lungo, non è ciò che mi aspettavo.
Bandai, riprovaci e pensaci su, non una, non due, non tre, ma quattro volte.