Niente più Norrath nel titolo,ormai il campione è conosciuto da tutti.Chiamatelo semplicemente Champions. Il secondo episodio della srie targata Snowblind studios rappresenta infatti una specie di champions league per tutti i fanatici dei cosìdetti giochi di ruolo d'azione.
Dopo aver vinto lo scudetto delle mazzate fantasy col Champions of Norrat originale è giunta l'ora di ritornare a fare sul serio. Fedele al motto "squadra che vince non cambia", returns to arms consente d'importare il personaggio faticosamente allevato nel primo episodio, equipaggiamento compreso, per farlo diventare un vero e proprio campione, accumulando punti d'esperienza fino alle soglie dell'ottantesimo livello. Chi al contrario , preferisse ricominciare da zero e modellare, giovani talenti privi d'esperienza, vedrà ampliarsi la lista dei papabili con l'entrata di due nuove razze zoomorfe ad affiancare i soliti noti, umani ed elfi. ma attenti:in questo secondo episodio partire sprovvisti d'armamento e punti esperienza espone a qualche figuraccia nelle prime ore di gioco, specialmente nel ruolo di maghi e stregoni.
Dopo pochi minuti di vagabondaggio, al giocatore è dato l'opportunità di scegliere fra due strade:quella del bene, recuperando tutti i frammenti del corpo spezzato dal malvagio Innoruk, o quella del male, aiutando i discepoli della malefica divinità intenti nel compito di resuscitarla. Cosa cambia?
Semplicemente, si raddoppia il numero di mazzate dispensabile, a prescindere dal perchè e dal percome.
In Champions infatti, tutto è in funzione del mazzulamento più ignorante: pochi e miseri dialoghi, interazione con i personaggi non giocanti pressochè inesistente, generazione casuale di armi e armature, labirinti diversi nelle texure ma indistinguibili nella loro anonima struttura, nemici soverchiati per quantità ma deludenti per qualità dei loro attacchi...Per quanto d'azione, la definizione di "gdr" è quasi blasfema, visto che qui il ruolo è sempre e solo uno: quello dell'implacabile sterminatore.
Lo spirito è insomma quello del caro vecchio Gauntlet, o del più recente Diablo, tanto è vero che il gioco risulta infinitamente più godibile se giocato in compagnia.
Adesso c'è la possibilità di giocare online, con i tuoi amici, che si divertono più a fregarsi le ricompense a vicenda che ad abbattere i nemici.
Da to punto di vista, Champions: returns to arms conferma quanto di buono fatto vedere episodio, mettendo a disposizione dell'affiatata compagnia nuovi mosti, abilità, incantesimi, dungeon e arene.
Queste ultime, abbandonando del tutto le ridicole valleità narrative della modalità principale, offrono pure a semplici carneficine di ondate su ondate di nemici, senza scopo alcuno se non il meno divertimento dei giocatori.
Per rendere un po più varia l'esperienza di gioco,poi, è possibile sbloccare una serie di mini giochi aggiuntive, rigiocabili singolarmente quante volte si vuole.
Returns to arms rappresenta poco più di un semplice ritorno anche dal punto di vista tecnico. La grafica è sostanzialmente quella di Champions of Norrat, che a sua volta era un'evoluzione di Baldur's gate Dark alliance, con la solita inquadratura dall'alto a ingrandimento variabile.
Anche sul piano sonoro nessuna sorpresa, con classiche melodie orchestrali e un doppiaggio di buon livello.
Ma chi si aspettava davvero qualcos di diverso? Il campione dei gdr d'azione per playstation2 ritorna alle armi, e lo fa con quelle storiche della serie:solido multiplayer online/offline e tante sane mazzate.
GRAFICA:7.5 non è il massimo
SONORO:7 musiche abbastanza piacevoli
GAMEPLAY:8.5un buon controllo
LONGEVITA:8.5
TOTALE:8 un gioco totalmente abbastanza ben riuscito