Il Vero ed il Falso: come distinguerli?
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Discussione: Il Vero ed il Falso: come distinguerli?

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  1. #1
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    09-03
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    21.046

    Il Vero ed il Falso: come distinguerli?

    Come da titolo del topic, che criteri usate per distinguere il Vero dal Falso?
    Pongo questa domanda dal momento che vedo fiorire qui in Agorà moltissimi thread su argomenti come il paranormale, l'esoterismo e cose del genere.
    Tutti noi, per vivere, assumiamo vere certe cose immediate. Su altre invece, forse meno immediate, paiono fiorire le opinioni più bizzarre e strampalate.

    Mi pongo quindi il dubbio: vi interessa capire cosa è vero e cosa è solo una buffonata letta su internet? E se vi interessa, come fate voi a vagliare queste "ipotesi", e separare la "cacca" dalla "cioccolata"? A costruirvi cioè quell'insieme di "verità" in cui credete e su cui vi basate?

    [un link che è già stato presentato da altri, ma che è ancora istruttivo]
    http://www.uaar.it/documenti/cultura...scienza01.html

    «Nel mio garage c’è un drago che sputa fuoco». Supponiamo che io vi dica seriamente una cosa del genere. Senza dubbio voi vorreste verificarla, vedere il drago con i vostri occhi. Nel corso dei secoli ci sono state innumerevoli storie di draghi, ma nessuna vera prova. Che opportunità fantastica!«Ce lo mostri», mi dite. Vi conduco nel mio garage. Voi guardate e vedete una scala, dei barattoli vuoti, un vecchio triciclo, ma nessun drago. «Dov’è il drago?» chiedete. «Ah, è proprio qui», vi rispondo, facendo dei cenni vaghi. «Dimenticavo di dirvi che è un drago invisibile». Voi proponete di spargere della farina sul pavimento del garage per renderne visibili le orme. «Buona idea», dico io, «ma questo è un drago che si libra in aria». Allora proponete di usare dei sensori infrarossi per scoprire il suo fuoco invisibile. «Idea eccellente, se non fosse che il fuoco invisibile è anche privo di calore». Voi proponete allora di dipingere il drago con della vernice spray per renderlo visibile.

    «Purtroppo, però, è un drago incorporeo e la vernice non fa presa su di lui». E così via. A ogni prova fisica che voi proponete, io ribatto adducendo una speciale spiegazione del perché essa non funzionerà.

    Ora, qual è la differenza fra un drago volante invisibile, incorporeo, che sputa un fuoco privo di calore e un drago inesistente? Che senso ha la mia asserzione dell’esistenza del drago se non esiste alcun modo per invalidarla, alcun esperimento concepibile per confutarla? Il fatto che non si possa dimostrare che la mia ipotesi è falsa non equivale certo a dimostrare che è vera. Le affermazioni che non possono essere sottoposte al test dell’esperienza, le asserzioni non «falsificabili», non hanno alcun valore di verità, per quanto possano ispirarci o stimolare il nostro senso del meraviglioso. Quello che io vi chiedo, dicendovi che nel mio garage c’è un drago, è in pratica di credermi sulla parola, in assenza di alcuna prova.

    L’unica cosa che voi avete realmente appreso dalla mia affermazione che nel mio garage c’è un drago è che c’è qualcosa di strano nella mia testa. In assenza di alcuna prova fisica, voi vi chiederete che cosa mi abbia convinto. Penserete certamente alla possibilità che io abbia fatto un sogno o abbia avuto un’allucinazione. Ma allora, perché sto prendendo tanto sul serio la mia idea? Forse ho bisogno di aiuto. Come minimo, può darsi che io abbia gravemente sottovalutato la fallibilità umana.

    Immaginiamo che, benché nessuno dei test dia esito positivo, voi vogliate rimanere scrupolosamente aperti a qualsiasi possibilità. Perciò non rifiutate decisamente la nozione che nel mio garage ci sia un drago che sputa fiamme, ma adottate semplicemente una posizione di attesa sospendendo il giudizio. Le prove esistenti sono fortemente contrarie all’ipotesi del drago, ma se ne emergeranno altre voi siete pronti a esaminarle e a vedere se vi convincono. Senza dubbio non sarebbe bello se io mi offendessi perché non mi credete; o se vi criticassi accusandovi di essere noiosi e privi di immaginazione, semplicemente per avere espresso il giudizio di «non dimostrato».

    Immaginiamo che il responso dell’esperienza fosse stato diverso. Il drago è invisibile, va bene, ma lascia delle impronte sulla farina. Il rivelatore nell’infrarosso segnala che esso emana calore. La vernice spray permette di vedere una cresta dentellata che danza in aria. Per quanto scettici possiate essere stati in precedenza sull’esistenza dei draghi - per non parlare dei draghi invisibili - ora dovete riconoscere che qui c’è qualcosa e che ciò che si osserva sembra conciliarsi con un drago invisibile che sputa fuoco.

    Consideriamo ora un altro scenario. Supponiamo che a sostenere la strana idea dell’esistenza dei draghi non ci sia solo io. Supponiamo che anche vari altri vostri conoscenti - tra cui persone che non si conoscono certamente fra loro - vi dicano di avere dei draghi nei loro garage, ma che in ogni caso le prove siano terribilmente elusive. Tutti noi ammettiamo che ci dà fastidio dover credere a una convinzione tanto strana e così mal sostenuta da prove fisiche. Nessuno di noi è pazzo. Noi ci chiediamo che senso avrebbe se in tutto il mondo dei draghi invisibili fossero effettivamente nascosti nei nostri garage, con tutti noi a crederci. Io penso che non sia così. Ma se tutti quei miti antichi dell’Europa e della Cina, dopo tutto, non fossero solo dei miti...

    Meno male che adesso c’è chi dice di aver visto delle impronte nella farina. Quelle impronte, però, non si producono mai alla presenza di persone scettiche. Si presenta allora una spiegazione alternativa: a un attento esame appare chiaro che le orme potrebbero essere una contraffazione. Un altro entusiasta dei draghi si presenta con un dito bruciato e lo attribuisce a una rara manifestazione fisica del respiro infuocato del drago. Anche questa volta, però, ci sono altre possibilità. È chiaro che per scottarsi le dita non occorre esporle all’alito infuocato di un drago invisibile. Tali «prove» - per quanto importanti possano considerarle i fautori dei draghi - non sono affatto conclusive. Ancora una volta, l’unico approccio ragionevole consiste nel rifiutare provvisoriamente l’ipotesi dei draghi, nell’essere disponibili a valutare futuri dati fisici che dovessero presentarsi, e nel chiedersi per quale motivo un così gran numero di persone sobrie e sane di mente condividano la stessa strana illusione.
    Ultima modifica di Gargoyle; 24-07-2005 alle 18:58:18

  2. #2
    Utente L'avatar di jakopo996
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    E per ora ho il 100% di percentuale!!!
    Citazione For$aken
    io sto aspettando che finisca l'asta su ebay per il diario di spongebob che non l'ho trovato in nessun negozio

  3. #3
    Bannato L'avatar di agente_47
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    io voto per l'ultima. IMHO non c'è una verità assoluta, ognuno ha una propia idea di ciò che è giusto o sbagliato.

  4. #4
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    Citazione agente_47
    io voto per l'ultima. IMHO non c'è una verità assoluta, ognuno ha una propia idea di ciò che è giusto o sbagliato.
    E secondo te non c'è verso di stabilire un criterio comune e riconosciuto da tutti?

  5. #5
    Edonista Immoralista L'avatar di *Kintaro*
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    Citazione Gargoyle
    E secondo te non c'è verso di stabilire un criterio comune e riconosciuto da tutti?
    No.

    " Bisogna fare la propria vita come si fa un'opera d'arte. Bisogna che la vita di un uomo d'intelletto sia sua opera. La superiorità vera e propria è tutta qui. "

  6. #6
    Bannato L'avatar di agente_47
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    Citazione Gargoyle
    E secondo te non c'è verso di stabilire un criterio comune e riconosciuto da tutti?
    per alcune cose si, per altre no. Ogni uomo, IMHO, ha una specie di "archivio" nel propio cervello, dettato da esperienze personali, dalla propia inteligenza, dal propio grado di non prendere le cose come un bambino o superficialmente, dalla istruzione scolastica e familiare che ha ricevuto ecc, e inq uesto archivio sono contenuti dei criteri che lui usa per stabilire cosa è bene cosa è male, cosa è vero cosa è falso. Se come dici tu ci sarebbero leggi fisse che lo decreterebbero, nonc is arebbe più libertà di pensiero o di parola, e non succederebbe una cosa secondo me bellissima, cioè la comparazione di idee tra esseri umani, quello che stimao facendo noi ora, insomma.

  7. #7
    Liverpudlian L'avatar di black hawk down
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    May God have mercy upon my enemies, because I will not.

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  8. #8
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    Citazione agente_47
    per alcune cose si, per altre no. Ogni uomo, IMHO, ha una specie di "archivio" nel propio cervello, dettato da esperienze personali, dalla propia inteligenza, dal propio grado di non prendere le cose come un bambino o superficialmente, dalla istruzione scolastica e familiare che ha ricevuto ecc, e inq uesto archivio sono contenuti dei criteri che lui usa per stabilire cosa è bene cosa è male, cosa è vero cosa è falso. Se come dici tu ci sarebbero leggi fisse che lo decreterebbero, nonc is arebbe più libertà di pensiero o di parola, e non succederebbe una cosa secondo me bellissima, cioè la comparazione di idee tra esseri umani, quello che stimao facendo noi ora, insomma.
    Ok, ma non si potrebbe adottare un qualche criterio ( non dico di imporlo per legge)?
    Tipo: una cosa è vera se è riproducibile?
    una assunzione è vera se spiega ciò che è stato?
    una assunzione è vera se i dati in mio possesso si accordano con essa?

  9. #9
    Utente Tostapane L'avatar di WarriorXP
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    Citazione Gargoyle
    Ok, ma non si potrebbe adottare un qualche criterio ( non dico di imporlo per legge)?
    Tipo: una cosa è vera se è riproducibile?
    una assunzione è vera se spiega ciò che è stato?
    una assunzione è vera se i dati in mio possesso si accordano con essa?
    Quindi la verità sarebbe relativa a questi assiomi...

  10. #10
    Bannato L'avatar di agente_47
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    Citazione Gargoyle
    Ok, ma non si potrebbe adottare un qualche criterio ( non dico di imporlo per legge)?
    Tipo: una cosa è vera se è riproducibile?
    una assunzione è vera se spiega ciò che è stato?
    una assunzione è vera se i dati in mio possesso si accordano con essa?
    questo assolutamente si..ho sbagliato a intrepretare la domanda, e ho sbagliato a rispondere nel sondagio. Se tu intendi per esmepio vedere un fenomeno, poi farlo vedere a una persona che non ci crede, spiegargli secondo quali leggi agisce il fenomeno e poi mettere unc riterio secondo me questo è giusto...ma finchè questo criterio non è sicuro al 100 % non si può fare ciò che dici

  11. #11
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    Citazione WarriorXP
    Quindi la verità sarebbe relativa a questi assiomi...
    Sto chiedendo se in base a qualche criterio, per esempio quelli che ho scritto e che hai riportato, è possibile dire se una cosa sia vera o falsa.

    Esempio di problema: ci sono i fantasmi?
    Come rispondere a questa domanda? Come fare a scegliere una risposta?

  12. #12
    Bannato L'avatar di agente_47
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    Citazione Gargoyle
    Sto chiedendo se in base a qualche criterio, per esempio quelli che ho scritto e che hai riportato, è possibile dire se una cosa sia vera o falsa.

    Esempio di problema: ci sono i fantasmi?
    Come rispondere a questa domanda? Come fare a scegliere una risposta?
    si cerca un modo per spiegare che i fantasmi esistono coerente con tutte le regole e le leggi della scienza studiate fino ad ora, fino a trovare un metodo con cui tutti possono vedere i fantasmi. Per esempio, alla domanda Dio esiste, io possorispondere benissimo no perchè non l'ho mai visto. Che alcune persone l'hanno visto o hanno visto qualcosa inerente non vuol dire che esista, eprchè se io e queste persone siamo uguali, rispondiamo alle stese leggi fisiche dell'unverso ecc, perchè loro dovrebbero vederlo e io no?

  13. #13
    EXEC_SPHILIA/. ♥ L'avatar di Glenn
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    Per verità si intende quella relativa al senso comune, solitamente. Quindi voto la 2° opzione, poiché non ne so abbastanza, pur credendo nel "metodo scentifico".

  14. #14
    Garuda1 L'avatar di RA|KIKKO
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    ognuno crede a cio' che vuole, giusta e sbagliata che sia...naturale che se si ha torto, lo si deve riconoscere, e sopratutto davanti a tesi scientifiche
    "Un Re non uccide, redime dai peccati."

  15. #15
    Bannato L'avatar di agente_47
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    Citazione RA|KIKKO
    se si ha torto, lo si deve riconoscere, e sopratutto davanti a tesi scientifiche
    quoto

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