Un gruppo di "appassionati" del computer che si fa chiamare Neo Project (ehh, che fantasia, da Matrix in poi è stata tutta discesa) sfrutta tecniche di calcolo distribuito per mettere a punto sofisticate tecniche di violazione della sicurezza dei sistemi informatici. La tecnica del calcolo distribuito è la stessa utilizzata da Seti@Home per la ricerca di vita extraterrestre, nella quale calcoli estremamente complessi vengono suddivisi tra i tantissimi computer connessi alla rete che hanno installato il programma della Berkeley University.
Ebbene, il progetto Neo ha cominciato a distribuire il proprio software per l'operazione Project X, il cui nome sembra tratto da un film di spionaggio con Jean-Claude Van Damme, e che si pone invece come obiettivo di scoprire il codice a 2048 bit utilizzato da Microsoft per proteggere il software di Xbox. Svelare il codice permetterebbe di eseguire sulla console, senza doverla modificare, programmi privi della firma digitale voluta dalla casa di Redmond, ad esempio Linux. Così facendo, incidentalmente, i ragazzi del Neo Project si porterebbero a casa i 100.000 dollari della "taglia" promessa da Michael Robertson, CEO di Lindows, per chiunque fosse riuscito nell'intento di far girare il sistema operativo del pinguino su una Xbox non modificata via hardware.
Niente da dire: la vita per i responsabili della console è davvero dura: è stata già cambiata una volta la configurazione hardware della console per impedire l'installazione dei primi mod-chip, è stata fatta causa ad un produttore di suddetti chip, e il servizio Xbox Live consente di verificare se una console è modificata. La determinazione degli hacker nel "violare" la console è quantomeno pari a quella di Microsoft nel proteggerla. Chi la spunterà?