certo, da quando avevo 6-7 anni che ci penso (non sto scherzando)
certo, da quando avevo 6-7 anni che ci penso (non sto scherzando)
me lo chiedo da sempre...se davvero gli altri vedono quello che vedo io....cmq mi pare sia davvero cosi x x esempio te guardi la tele...tu vedi il tele rosso l'altro lo vede pure rosso xo magari e il televisore stesso a non essere rosso......
anchio me lo sono chiesto, delle volte mi sembra di veivere situazioni gia vissute...DIMMI CHE NON E' VEROOOOOOOO!!!!!!
MY PC:
CPU -> INTEL CORE 2 DUO E6600
VGA -> ATI RADEON SAPPHIRE HD4870
MOBO-> ASUS P5W DH DELUXE
RAM -> TEAM GROUP DDR2 667 PC5300 Xtreem 2GB
ALI -> ENERMAX LIBERTY 500W
MONITOR -> SAMSUNG SYNCMASTER 226BW
uqoto mi capita sempre ogni volta che ce una situazione mi sembra che io l'abbia gia vissuta quando sognavo....Inviato da Fabio-online
anchio me lo sono chiesto, delle volte mi sembra di veivere situazioni gia vissute...DIMMI CHE NON E' VEROOOOOOOO!!!!!!
non si chiama De-Ja-Vu?
noInviato da oh my god!
x vegeth: forse ti conosco, ti chiami per caso Alexis?
“Dunque, la vera e perfetta comprensione del bello nell'arte non può ottenersi se non attraverso la visione degli originali stessi e, più che altrove, a Roma. A tutti quelli che dalla natura sono stati dotati della capacità di comprendere il bello e che a ciò sono stati sufficientemente istruiti, è da augurarsi che facciano un viaggio in Italia. Fuori di Roma bisogna, come molti amanti, contentarsi d'uno sguardo e d'un sospiro, cioè apprezzare il poco e il mediocre.”[J.J.Winckelmann];
questo dubbio mi ha tormentata per un casino di anni8(Inviato da oh my god!
Vi è mai capitato di porvi la domanda "e se ciò che vedo che sento che tocco non fosse vero? SE fosse solo una stupida illusione del nostro cervello?"A me si! è capitato... e sinceramente questa domanda mi ha dato un pò di problemi, infatti come potremmo distinguere la realtà dalla finzione? Non c'è modo!L'unico modo che resta è chiedere alle altre persone se provano le stesse sensazioni(Vedi anche tu ciò che vedo io?), ma come farebbe ad esempio uno schizofrenico, il quale vede solo immagini e persone che vuole vedere il loro cervello?
"Fatti non foste per viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza."
si',si',anche a me capita spesse volte!!!Inviato da gidan24
non si chiama De-Ja-Vu?
Bloodymary perche' hai messo quel bacarozzo nella firma???
“Dunque, la vera e perfetta comprensione del bello nell'arte non può ottenersi se non attraverso la visione degli originali stessi e, più che altrove, a Roma. A tutti quelli che dalla natura sono stati dotati della capacità di comprendere il bello e che a ciò sono stati sufficientemente istruiti, è da augurarsi che facciano un viaggio in Italia. Fuori di Roma bisogna, come molti amanti, contentarsi d'uno sguardo e d'un sospiro, cioè apprezzare il poco e il mediocre.”[J.J.Winckelmann];
Mai, io credo sempre in ciò che vedo e da prova tangibile di inequivocabile esistenza, se no nn esisteVi è mai capitato di porvi la domanda "e se ciò che vedo che sento che tocco non fosse vero? SE fosse solo una stupida illusione del nostro cervello?"A me si! è capitato... e sinceramente questa domanda mi ha dato un pò di problemi, infatti come potremmo distinguere la realtà dalla finzione? Non c'è modo!L'unico modo che resta è chiedere alle altre persone se provano le stesse sensazioni(Vedi anche tu ciò che vedo io?), ma come farebbe ad esempio uno schizofrenico, il quale vede solo immagini e persone che vuole vedere il loro cervello?
Si vive per scoprire nuova bellezza, di solito tanta quanta se ne dimentica.
- Half Devil -
Si.Inviato da gidan24
non si chiama De-Ja-Vu?
forse non seguivi il discorso riferito ad uno schizofrenico.Inviato da Devil 87
Mai, io credo sempre in ciò che vedo e da prova tangibile di inequivocabile esistenza, se no nn esiste
per quanto rigurda il discorso del già vissuto... si! si chiama dejavu(dal francese:deja vu[già visto])
Alcuni psicologi spiegano il déjà-vu come un errore della memoria, tecnicamente chiamato paramnesia. In pratica la nostra memoria fallirebbe nel credere di ricordare un certo episodio, in realtà mai avvenuto. Ad esempio, si può credere di essere già stati in un certo luogo, quando invece lo abbiamo visto semplicemente in fotografia. Altri autori (ad esempio lo psicologo francese Pierre Janet) sostengono che il déjà-vu più che un errore di memoria sia un errore percettivo. In altre parole noi percepiremmo erroneamente la realtà riscontrando illusoriamente una somiglianza con qualcosa che abbiamo già vissuto. Secondo un'altra interpretazione, il déjà-vu deriverebbe da una sorta di conflitto a livello di informazioni cerebrali. È stato ipotizzato che, in certi casi, il cervello può essere consapevole di una sensazione ricevuta prima che si sviluppi la consapevolezza della percezione stessa. In tal modo si creerebbe la strana sensazione della preconoscenza di una certa esperienza. Per alcuni questa asincronia nell'elaborazione dei segnali sensoriali deriverebbe da un'azione indipendente dei due emisferi cerebrali. In sostanza un emisfero avrebbe la sensazione di déjà-vu semplicemente perché l'evento è stato memorizzato alcuni istanti prima dall'altro emisfero. Un'ulteriore teoria interpreta il déjà-vu in termini di emozione dissociativa. Secondo questa ipotesi gli stimoli provenienti da una certa situazione potrebbero attivare delle emozioni che si erano verificate in passato e da questo deriverebbe la sensazione di familiarità (ad esempio, i ricordi prodotti in Marcel Proust dall'odore della celebre "maddeleine" possono rientrare nell'ambito delle emozioni dissociative). Contributi all'interpretazione del déjà-vu sono stati dati anche dalla neuofisiologia. È stata infatti notata una certa frequenza del verificarsi del déjà-vu negli istanti che precedono gli attacchi in soggetti epilettici. Il neurologo Wilder Penfield, negli anni Cinquanta, dimostrò che era possibile indurre episodi di déjà-vu stimolando elettricamente il cervello di pazienti epilettici. Anche i pazienti schizofrenici vivono frequentemente episodi di déjà-vu. Secondo tali studi quindi il déja-vu viene interpretato in termini di disordine neurologico. Va tuttavia osservato che il fenomeno è piuttosto frequente anche in soggetti perfettamente sani.