Sono tornato da un ora o due da una festa, e siccome non ho sonno e sono mezzo brillo mi sono letto un libro che è una perla, io speriamo che me la cavo.
Per chi non lo sapesse, il libro in questione è uno spaccato di vita quitidiana, si tratta di temi scritti da bambini napoletani e di altre città.......contiene delle perle che fanno riflettere, ne posto un paio ...
Milano, Roma, Napoli, sono le tre città più importanti d'Italia.
Ricordi le loro caratteristiche?
Sì
Incominciamo da Milano, che è la più alta.
Milano è la capitale della Lombardia. Essa come il Piemonte non ha il mare, peò ha le montagne.
Milano è la città più ricca e grande d'Italia: lì si comanda a tutte le industri d'Italia. Tutte le industrie stanno a Milano, anche il libro, Leggere in V. A Milano la gente è tutta ricca, uno è più ricco di un altro, non esistono i poveri. Un povero che chiede la carità a Milano, non è di Milano, è di Foggia.
Le persone non si guardano tanto in faccia a Milano, un vicino di casa è come se fosse un lontano di casa!
Se vai a faccia a terra a Milano e a Bergamo nesssuno ti alza: ti lasciano sulla via, sopratutto a Bergamo Alta. A Napoli invece ti alzano.
A Milano c'è sempre la neve, il freddo, la nebbia, L'umidità; i panni spasi non si asciugano mai, solo a Ferragosto!
E ora voglio parlare di Roma.
A Roma sono tuttti buffoni. La Roma per una volta che ha vinto lo scudetto, sono sempre buffoni.
Però sono anche un poco simpatici. Essi ci chiamano "cugini"
Roma è la capitale del Lazio e la capitale d'Italia.
A Roma c'è lo Stato e c'è pure il Papa, e comandano tutti e due, peò il Papa a tutto il mondo. Il Papa non è venuto mai a Napoli per paura che gli chiedono i soldi.
Roma è piena di monumenti, Milano no, uno solo. A Roma ci sono le rovine di Roma. Nerone non la incendiò, ce lo ha detto il nostro maestro.
Roma è grandissima, peò è pure sporca.
E ora voglio parlare di Napoli.
Io una ci sono andato a Napoli. Era pulita.
Però forse non ho visto bene. A Napoli ci sono tutti i ladri, i mariuli, assasini e drogati. Il mare è una latrina. Vendono le cozze usate. Un bambino di Arzano se si perde lo sequestrano. SE viene un terremoto di un minutino le case subito si sfracellano. I disoccupati sono un milione e mezzo. Ci sono venti figli nella stessa casa. Nel traffico suonano come i pazzi. C'è la camorra nel Duomo.
Io di tutte e tre le città non me ne vorrei andare a vivere in nessuna di tutte e tre le città.
Il fenomeno della droga
Io ho solo dieci anni, ma già da quattro-cinque anni conosco il fenomeno della droga. Già quando andavo all'asilo mia mamma mi diceva non accettare mai caramelle drogate da nessuno, neanche se te le offre la maestra o il direttore. Una volta però la mia maestra me la offrì una, e io mi dimenticai che era drogata, e me la mangia lo stesso, ma stavo bene.
La droga è un veleno che uccide tutti, anche i vecchi, ma più i giovani: è una cosa molto dolce, come lo zucchero, ma non proprio. Essa prima ti rende felice, poi diventi scemo. Nei tuoi occhi vedi tante farfalle, colori, arcobaleni, e vuoi volare. Poi finisce tutto e vedi solo Arzano.
Per avere un grammo di droga bisogna spendere dieci milioni, ma i drogati sono tutti poveri, e allora rubbano, scassasno, buttano i mobbili per l'aria per vedere se ci sono soldi nascosti dal padre dietro ai mobbili, fanno gli scippi, uccidono il padre e le madre.
Io lo conosco un drogato, ma non posso dire il nome, anche Giovanni lo conosce, e se vuole dire lui il nome è meglio. Questo drogato abbita di fronte a casa mia, e quando scende la mattina non è drogato, ha gli occhi normali, e mi saluta. Poi la sera si va a drogare vicino al Campo Sportivo, dove la luce è rotta. Lì si fa la siringa insieme a Quagliarello e a Masone, e quando torna a casa cammina come uno Zombi.
A me a volte fanno pena i drogati, ma ho paura. Però una volta tenevo cinquecento lire in tasca, e li buttai a un drogato che dormiva a terra, e poi me ne scappai. Io ai drogati certe volte glieli dò i soldi, ma ai zingari no. A me gli zingari fanno più paura!
Bene, questi sono solo due dei 60 temi che trovate nel libero, ma questi due mi hanno fatto pensare parecchio, voi che dite?
Il libro ormai è vecchiotto(1990), di Marcello d'Orta.