C'era una volta un paesino abbarricato sulle alti montagne inneva-
te. Era un paesino davvero carino, con un piccolo e rustico carug-
getto che lo tagliava a metà, pieno di piccoli negozietti artigianali,
e vendevano roba di ottima fattura manuale, utile e bella a veder-
si.
Il paesino aveva la sua chiesetta, un piccolo cinema comunale, un
grande bar/locanda che ospitava ogni sera tutti i vecchini, una
piccola e semplice fontana nella piazza centrale sui cui bordi ci si
poteva sedere e parlare fino a sera, e poi vi era una folta e maes-
tosa pineta che circondava l'intero abitato.
Un giorno, una macchina molto lussuosa e costosa, sfrecciava fra i
tornati delle alti montagne, e per un colpo di mala sfortuna, forò
una gomma. La vera sfortuna però fu per quel paesino: al volante
della vettura vi si trovavano una coppia di VIP, una di quelle cop-
pie che riempiono i rotocalchi di cronaca rosa, con le loro foto di
quando si baciano, con le loro foto di quando vanno alle feste, con
la loro foto di quando vanno a mangiare.
La loro macchina forò proprio alle porte di quel paesino, e quindi
casualmente trovarono questo piccolo paradiso delle montagne innevate. Cercando un gommista che potesse riparare il loro dan-
no, non poterono non notare la piccola e naturale bellezza che
scaturiva dalle case, e dall'aria pulita e incontaminata che riempiva
l'intero villaggio rurale.
Pensarono che in quel paesino ci potevano ancora tornare il pros-
simo anno.
L'inverno sucessivo, difatti, la coppia di VIP tornò, ma non da sola:
al suo seguito, come ogni coppia vip che si rispetti, si unirono
estetisti e fotografi, imprenditori e manager, stilisti e modelle. Non
molti, ma quelli giusti.
Giusti per poter rendere il piccolo e bel paesino, più bello di quello
che era. Per loro mancava un albergo adeguato a ospitare più
ospiti e turisti. Per loro mancava un vero e proprio svago, per di-
vertirsi di più in questo piccolo paradiso. Per loro mancavano le
comodità che quei piccoli negozi di artigianato, così carini e utili,
non potevano offrirli.
Decisero quindi che quel paesino poteva essere più bello di ciò
che era.
E si sà che ciò che è bello per i VIP, diventa così cangiante e naif
rispetto alla bellezza naturale, che non si può più capire se ci sia
più differenza fra bello e brutto.
La locanda era stata sostituita da un albergo stile tirolese, di 5
stelle, comprendente di piscina privata con scivolo, di un casinò,
di una palestra, 523 stanze e 14 suitte, una sala conferenza adi-
bita ad ospitare inaugurazioni prestigiose (come le nuove tette di
Marina Ripa di Meana) e sontuose conferenze (il nuovo viaggio in
Arabia di Marta Marzotto).
Gran parte della pineta fu abbattuta per far spazio alle nuove ed
efficentissime piste da sci, comprese di skilift e funivie, di bar e
locali chic e spiazzi sulla neve su cui prendere il sole.
Presto si dimenticò ciò che era il vecchio paesino, ma quel posto
doveva continuamente essere frequentato tutti gli inverni. Perchè
quello era diventato un posto più bello di prima. Perchè l'artigiana-
to tipico veniva venduto assieme a tutte le comodità del mondo
moderno, perchè la lana era stata sostituita dal cachemire, perchè
la moda inverno che contava era qui.
L'attrazione maggiore era cmq riservata alle grandi ed immense
piste da sci, dove tutti i VIP si divertivano un mondo, facendosi
fare le foto mentre facevano un doppio slalom, dove prestanti
istruttori seducevano e istruivano avvenenti subrette, dove isom-
ma si consumava la vita mondana di giorno.
Di notte, questa vita si trasferiva in paese, dove nel grande alber-
go, che da poco ospitava anche una discoteca multisala, si consu-
mavano serate in allegria, cantando le vecchie canzoni di Vianello
e dei Righiera.
Proprio durante una di queste sere, successe qualcosa di strabi-
liante, di inaspettato; qualcosa che cambiò ancora una volta la
geografia di quel paese delle montagne.
Quella notte, sulle piste da sci, cascò un enorme e possente me-
teorite, ma non di quelli che spazzano via tutto lasciando solo un
grande cratere. No. Questo era un gigantesco ed enorme meteori-
te di Cacca.
Sì, avete capito bene. Un enorme meteorite di cacca che così gran-
de non si era mai visto. Questo meteorite di cacca ricoprì esatta-
mente tutte la piste da sci, inghiottendo tutte le strutture di risa-
lita ed i bar (che a quell'ora di notte erano vuoti). Giù in paese co-
minciò a sentirsi un leggero ma fetido olezzo. All'inizio nessuno ci
fece tanto caso, ma poi la puzza iniziò a divenire davvero avvol-
gente. Tutti si guradavano: avevano capito che c'era qualcosa che
non andava, ma nessuno voleva ammettere ciò che le proprie narici
stavano annusando.
Niente, tutti sentivano l'odore, ma nessuno sapeva di chi e che
cosa fosse. Non capivano, non avevano mai sentito un odore di
questo tipo e così nauseante.
Qualcuno, d'incanto capì, e ci tenne a precisare, levando la sua af-
fermazione dal maucchio: "Ma questo è odore di mer.da!
C'era chi si guardava sotto le suole delle scarpe, ma con discre-
zione, c'era chi si appoggiava al muro per toccare con mano ciò
che poteva essere stato rilasciato in un cattivo momento dal suo
prestigioso fondoschiena. Ma la causa di quest'odore non era fra
loro.
La mattina dopo il mistero dei questa puzza permanente fu risolto
da un boato di stupore nel vedere che tutte le piste di sci erano
coperte da un immenso strato di cacca. All'inizio fu uno schifo es-
presso e condiviso da tutti, ma pian piano nel giro di poche ore,
mentre si ammirava tutta questa cacca, un'idea geniale cominciò
a pervadere le teste di tutti i VIP..."Questa cacata può diventare
una ficata!"
Un posto così non c'era da nessuna parte, una località di monta-
gna così esclusiva non esisteva in nessun'altra parte del mondo:
un pista di sci non sulla neve, ma sulla cacca.
Quindi le piste furono riaperte, gli skilift ripresero a funzionare, e
nuovi bar sorsero su quello che era divenuto il più esclusivo sport
per i VIP del mondo intero: sci sulla cacca.
Presto la puzza non si sentiva più come prima, anzi era diventata
pure buona e particolare, chic e naif.
Così la vita tornò come prima.
Ma un'altra sera, ancora qualcosa era pronta a sconvolgere la vita
dei prestigiosi villeggianti. Alla natura non si comanda!
Questa volta non fu un odore a sentirsi per il paese, ma un suono,
un rantolio, un qualcosa di indefinito, che non si riusciva a capire
ma che tutti riuscivano a sentire. Era come una voce, e diceva con-
tinuamente la stessa e indecifrabile cosa:
"abrzch ufghk xioltyop wesbèy wononzx bfghitu eivctdi xquuo"
I Vip ancora non capivano; non era l'eco, non era il vento, non
era manco il giudice Santi Licheri. Era una voce strana e aliena,
senza senso per loro, e diceva continuamente:
"abrzch ufghk xioltyop wesbèy wononzx bfghitu eivctdi xquuo"
Chi era?
Cosa diceva?
La mattina dopo il primo dilemma fù risolto: la voce che si sentiva
proveniva inequivocabilmente dalla montagna di cacca. Lo scon-
certo e lo sgomento regnarono per diverso tempo sulle faccie dei
VIP. Quella cacca, che era comparsa dal nulla una sera, ora aveva
cominciato pure a parlare. E diceva continuamente:
"abrzch ufghk xioltyop wesbèy wononzx bfghitu eivctdi xquuo"
I Vip preoccupati per quel che succedeva alla loro maggiore attraz-
zione si affrettarono a chiamare e consultare esperti che potes-
sero capire ciò che diceva la cacca: chiamaro avvocati, periti tecni-
ci, assicuaratori, gastroenterologi, rettologi, scienziati premi nobel,
ma niente: nessuno riusciva a interpretare quelle parole dette dal-
la cacca.
"abrzch ufghk xioltyop wesbèy wononzx bfghitu eivctdi xquuo"
Si fece avanti un vecchio del paese, sicuro e convinto di quello
che stava per fare. Lui era una stalliere, ed aveva lavorato con
questo elemento naturale per la maggior parte di tutta la sua vita.
Tutti si fecero da parte e lasciarono che questo anziano saggio
di paese dimenticato, potesse decifrare le enigmatiche parole.
Si avvicinò per sentire. Porse l'orecchio tenendolo con la mano,
strizzò un pò gli occhi, e si mise ad ascoltare.
"abrzch ufghk xioltyop wesbèy wononzx bfghitu eivctdi xquuo"
Si alzò. Guardò negli occhi tutti i VIP che si erano accerchiati attor-
no a lui, e disse in modo secco, serio e pacato, ciò che la cacca
gli aveva appena riferito.
"La cacca ha detto: stà per arrivare mia sorella maggiore, ancora
più grossa e immensa, e atterrerà qui."
Si guardarono tutti negli occhi. Tutti pensarono la stessa cosa: NO
Il nostro bel paese delle alte montagne, verrà ricoperto dalla cacca.
Come può essere? Come può capitare una cosa del genere? Per-
chè qui?
Non ci fu modo di rispondere a tali questioni. In brevissimo tempo
arrivò questo immenso, mastodontico, megaenorme meteorite, e
ricoprì tutto: tutte le piste di sci, tutto il paese, l'albergo, i negozi,
tutto.
Ora esiste un bel paese sulle alte montagne innevate, carino, rus-
tico, con non troppe case, giuste per ospitare dei paesani cordiali
e felici, che tutti gli inverni si divertivano a sciare sulla piccola
pista naturale in cima alla vetta.
Certo, l'unico inconveniente sono i VIP che ogni tanto spuntano dalla superficie e che innavvertitamente vengono sovente schiac-
ciati.