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  1. #106
    Già è tanto se mi vedi.. L'avatar di Apo Destroys World
    Registrato il
    11-02
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    Io non vivo
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    8.181
    kelvo per piacere quando c'è la rece mia di midian abbassagli il voto e mettigli 6,5 pls
    perkele
    We are the music makers, and we are the dreamers of the dreams

  2. #107
    Kelvan
    Ospite
    Kelvan



    Titolo: Act II: Galileo
    Genere: Symphonyc Prog Metal




    I - A NEW WORLD
    New frontiers
    Stargazer
    II - GUILT
    Rage
    I hold the key (into the void)
    III - REGRETS
    Colours of the night
    Mother
    Let me cry
    IV - THE HOLY OFFICE
    Justice
    Fear
    Burning in the wind
    V - THE OLD WORLD
    Aperite!
    VI - A NIGHTMARE
    Dungeons of vatican
    VII - NIGHTLY VISION
    Cold flames of faith
    Suspicions
    VIII - THE TRIAL
    White collars
    Prisioner of dreams (condemned)
    Black rose
    IX - PAIN
    I can't smile
    Silent cry

    Lorenzo Dehò: Bass and Keyboard
    Folco Orlandini: Vocals
    Joe Taccone: Guitars
    Ivan Oggioni: Guitars
    Antonio Rotta: Drums


    Capolavoro artistico di uno dei pochi gruppi della scena metal italiana che non ha ancora sfondato come si merita. Basato sulla storia del nostro scienziato nazionale più importante, Galileo Galilei, l'album riassume la condanna e l'incredibile ingiustizia commessa dallo Stato della Chiesa nel 1633.
    Articolato in 9 Capitoli e 19 tracce, tra cui vari intermezzi in cui è possibile "risentire" l'infausta decisione del Tribunale della Santa Inquisizione e le grida dei soldati pronti ad arrestare il povero scienziato, è possibile immedesimarsi nei panni dello stesso Galileo grazie alle melodie forti e allo stesso tempo malinconiche del gruppo di Torino (se non sbaglio).
    Una grande nota di merito va ai testi, tutti scritti da Dehò e Taccone, molto profondi e appropiati, i quali raggiungono il massimo in pezzi quali "Burning In The Wind", "Prisoner Of Dreams (Condemned)" e "White Collars" in cui è possibile trovare addirittura frasi "pronunciate" (evidentemente ritrovate su manoscritti) dallo scienziato punito di aver scoperto troppo.....

    Voto: 8

    Considerando che si tratta del secondo album di questa band dalle mille sorprese, il sound non è affatto male e, come ancora siano sconosciuti da gran parte dei metallers italiani, rimane un mistero.

    Album assolutamente consigliato a tutti quelli che ascoltano prog-melodico (vedi il caro Evil Theater ).

  3. #108
    Kelvan
    Ospite
    Cyclops



    1 - Qualcuno mi ha venduto
    2 - Gli ultimi secondi
    3 - Cazzi miei
    4 - Cappuccetto armato
    5 - Cosa facciamo?
    6 - Anima
    7 - Dove vai?
    8 - Richieste di lavoro
    9 - Sogno
    10 - Come piace a me
    11 - Io sono veloce
    12 - Io sono il tuo tipo
    13 - Non ti vedevo

    E' stato il primo album realizzato dai Porno Riviste nel 97'
    Le loro canzoni sono ribelli già nei titoli ("CAPPUCCETTO ARMATO", "CAZZI MIEI"). Tutte le canzoni sono molto allegre ( classico del genere PUNK ).
    E’ difficile trovare un argomento particolare che accomuni le loro canzoni: parliano di paranoia, di vita quotidiana in generale.
    "Cappuccetto armato", che è un pezzo abbastanza conosciuto, è una parodia della famosa favola di "Cappuccetto rosso". Questa favola, ai suoi tempi, è stata inventata per mettere in guardia le ragazze verso i pericoli che avrebbero trovato allontanandosi da casa. Il nostro cappuccetto armato, parla invece di una ragazza che se ne sbatte delle continue raccomandazioni che le fa la gente: decide allora di andare incontro ai pericoli, al lupo che sta nel bosco, ma per farlo, siccome è una ragazza, deve girare armata. Da qui nasce cappuccetto armato.
    Le canzone più bella dell'album resta cmq COSA FACCIAMO ? con il mitico ritornello:

    Non conta più nessuna opinione
    non conta più la meta qual è
    se c'è qualcuno che ti comanda
    sputagli in faccia e spiegagli che

    Noi facciamo quel c.a.z.z.o. che vogliamo

    PORNO RIVISTE:

    - Tommi ( voce e kitar )
    - Dani ( kitar e voce )
    - Marco ( basso )
    - Rambo ( batteria )

  4. #109
    Kelvan
    Ospite
    ABCcletta

    Artista: December
    Titolo: The Lament Configuration
    Genere: Extreme metal-core con molteplici influenze death/thrash (definizione personalizzata )

    Sul cd non sono scritti i nomi dei membri... mi dispiace, posso solo dire che il produttore è il grande (in quell'ambito) Devin Townsend!



    Tracklist:
    01- Icenine
    02- Vertigo
    03- Waiting for rain
    04- Host
    05- Trial
    06- The sleeping throne
    07- Token gesture
    08- By example
    09- Play dead
    10- Quiet cold

    Da premettere che questo cd non è consigliato ai deboli di cuore... Nonostante la lunghezza risibile (35 minuti più o meno), i nostri hanno confezionato un disumano concentrato di violenza. L'atmosfera si dipana attraverso riff puramente thrash e altri puramente black/death dove il basso confeziona con la batteria una sezione ritmica sempre all'altezza e sempre messa a dura prova dalle eccentricità del cantante (cantato metà growl e metà puramente hardcore monocorde) e del chitarrista e dallo strabordare della doppia cassa nei passaggi più intensi...
    Qualcuno griderà "GRIND"... effettivamente c'è qualcosina che lo richiama a mente ma definirli "solo" GRIND sarebbe solamente riduttivo...

    Descrivere attentamente le canzoni è un compito arduo, ma traccerò qualche lineea descrittiva:
    si parte dall'intro Icenine che ammazza letteralmente i neuroni col suo velocissimo incedere... il duo seguente di canzoni è un puro genocidio sonoro con riffetti corposi e ossessivi che ci porta a quella che ritengo il momento migliore dell'album ovvero la canzone "Host" un concentrato di potenza e di riff che rimarranno impressi nella mente a lungo... le altre canzoni si attestano tutte sugli stessi livelli, con un'altra menzione speciale per "Play Dead".

    Complessivamente l'album scorre liscio, ma consiglio per il primo ascolto di usare il lettore portatile con le cuffie per meglio assaporare la magnificenza delle canzoni. Consiglio questo cd a chiunque sia alla ricerca di suoni nuovi e assolutamente E - S - T - R - E - M - I

    Giudizio: 9

  5. #110
    Kelvan
    Ospite
    smokey_joe82

    Beautifulgarbage - Garbage - 1/10/2001.



    1) Shut your mouth *
    2) Androgyny *
    3) Can't cry these tears
    4) Til the day I die *
    5) Cup of coffee *
    6) Silence is golden *
    7) Cherry lips *
    8) Breaking up the girl *
    9) Drive you home *
    10) Parade *
    11) Nobody loves you *
    12) Untouchable
    13) So like a rose *

    BeautifulGarbage, un album che ha fatto molto discutere i fan dei G. Già perché è
    completamente differente rispetto agli altri due. Mentre i primi due album erano più
    "personali" e più "cazzusi" musicalmente, quest'ultimo è molto più elettronico e più
    orecchiabile, ma questa è stata una scelta definita all'inizio della lavorazione.
    Devo ammettere che la prima volta che l'ho ascoltato mi ha spiazzato completamente,
    brani come Androgyny e Cherry lips sono abbastanza commerciali ed io non ne vado pazzo...
    ma ascoltandoli con più attenzione si capisce che nei testi c'è la classe di sempre, e che
    poi i suoni si addicono molto ai testi. Scommetto che non molti che hanno sentito una di
    queste due canzoni alla radio sa di cosa parlano, giusto?
    Eppure a volte neanche i fan (se poi sono fan veramente non lo so...) lo hanno capito!
    Siti che chiudevano per protesta, siti che non si aggiornavano dall'ottobre 2001...ne ho viste
    tante...Ma questo non è un problema mio.
    Ma procediamo con ordine.

    ~Shut your mouth~
    Penso che la parola "graffiante" sia il termine giusto per descrivere sta canzone, secondo
    me è il testo più cattivo che hanno scritto. (Ultimo singolo)

    ~Androgyny~
    Primo singolo che precede il disco. In estrema sintesi parla della differenza tra uomo e
    donna, del perché siamo così diversi e di come abbiamo così tanto bisogno uno dell'altro.

    ~Til the day I die~
    Un bel pezzo con delle chitarre abbastanza "spesse" dal tono roccheggiante.

    ~Cup of coffee~
    Bel lento che parla di una storia d'amore finita abbastanza male...

    ~Silence is golden~
    "Abbiamo usato cavi non corde!", così è stato anche descritto sto pezzo.
    Sicuramente il mio preferito del disco, con chitarre mooolto "spesse" e un
    bellissimo testo.

    ~Cherry lips~
    Eccolo, il secondo singolo e la canzone più commerciale dell'album. Quanti di voi sanno
    che parla di un transessuale?
    Il video è fichissimo!

    ~ BUTG ~
    Terzo singolo tratto da BG, un bel pezzo soprattutto la versione acustica.

    ~Drive you home~
    Il più bel lento del disco, un bellissimo arpeggio in Do e una grandiosa interpretazione di
    Shirley!

    ~Parade~
    Molti fan lo avrebbero voluto come singolo, me compreso! Ma purtroppo ne sono usciti
    solo 4...

    ~Nobody loves you~
    Uno dei miei pezzi preferiti! Provare per credere!

    ~So like a rose~
    Classico lento che chiude l'album, una meraviglia di canzone!


    Penso di poter dire che BG è l' "album della maturità" per la band, lo si capisce da come
    è cantato, scritto, suonato e arrangiato.
    Alla fine Beautifulgarbage è un ottimo album e secondo me potrebbe piacere a molti (magari
    anche a metallari incalliti), ma che magari solo per "un sentito dire" non si vuole
    approfondire l'argomento.
    A proposito da gennaio Sua Maestà e i suoi hanno cominciato a lavorare al nuovo album.
    A quanto pare sarà molto più "pesante" di quest'ultimo.

    Come voto gli darei un 9 secco secco pulito pulito.
    Bye!

    Keep on Garbaging!


    Ah cacchio mi dimenticavo che nel cd c'è un programma per remixare i 4 singoli! Un interessante tocco di classe!
    Vi raccomando l'edizione speciale di sto disco!

    Bye again!

  6. #111
    Kelvan
    Ospite
    skater85



    Genere:Nu-metal

    1)742617000027
    2)(sic)
    3)Eyeless
    4)Wait and bleed
    5)Surfacing
    6)Spit it out
    7)Tattered & torn
    8)Frail limp nursery
    9)Purity
    10)Liberate
    11)Prosthetics
    12)No life
    13)Diluited
    14)Only one
    15)Scissors
    16)Me inside
    17)Get this
    18)Interloper (demo)
    19)Despise (demo)

    Number 0: Sid Wilson(Dj)
    Number 1: Joey Jordison(Batteria)
    Number 2: Paul Gray(Basso)
    Number 3: Chris Fehn(Percussioni)
    Number 4: James Root(Chitarra)
    Number 5: Graig Jones(Campionamenti)
    Number 6: Shawn Crahan(Percussioni)
    Number 7: Mick Thompson(Chitarra)
    Number 8: Corey Taylor(Cantante)

    Mostruoso.Pesantissimo.Velocissimo.Questo posso dire di questo fantastico cd che mi ha fatto conoscere i mitici Slipknot.Dalla prima all'ultima canzone c'e' solo un mix esplosivo di potenza, violenza, e anche melodia . Il gruppo si e' formato nel 1995, hanno fatto un cd : Make.Feed.Kill.Repeat., un album introvabile(solo 2000 copie) poi hanno fatto Slipknot e infine hanno fatto Iowa e adesso stanno facendo il loro ultimo album perche dopo che lo hanno fatto si lasceranno prendendo strade diverse:il cantante e il chitarista sono nel gruppo Stone sour , il batterista e' nei Murderdools e gli altri membri nn so cosa faranno.
    Voto: 9

  7. #112
    Kelvan
    Ospite
    Cold Winter

    Pestilence "Testimony of the Ancients" 1991
    Genere: Death

    1. The secrecies of horror
    2. Bitterness
    3. Twisted truth
    4. Darkening
    5. Lost souls
    6. Blood
    7. Land of tears
    8. Free us from temptation
    9. Prophetic revelations
    10. Impure
    11. Testimony
    12. Soulless
    13. Presence of the dead
    14. Mindwarp
    15. Stigmatized
    16. In sorrow

    Patrick Mameli - Vocals, Guitar
    Patrick Uterwijk - Guitars
    Marco Foddis - Drums
    Tony Choy - Bass
    Kent Smith - Keyboards

    Nel lontano 1991, in uno dei periodi di grazia del death metal, esce questo disco dei Pestilence, fautori fino all'album precedente di un classico death metal floridiano privo di fronzoli e cazzate varie. Questo Testimony of the Ancient invece rappresenta una svolta nel loro sound che rimane cmq pesantissimo e ossessivo ma che fa capolino ad alcuni inserti sinfonici, eh si, avete capito bene... fanno uso delle tastiere. Il disco è un concept album sull'esistenza umana, composto da 16 pezzi dei quali solamente 9 sono cantati, il resto sono intro che fanno ogni volta temere al peggio. Il disco già al secondo pezzo (Bitterness) fa intendere quali saranno le coordinate del disco, ovvero riff monolitici, growl pesantissimo ma con alcuni spiragli di luce lasciati alle tastiere. Anche i ritmi della batteria cambiano, grande spazio viene lasciato ai mid tempo anche se non mancano naturalmente pezzi in blast beat. In definitiva un disco particolare ma che rende appieno nei suoi 42 minuti di musica pesante ma appagante.
    Voto:8
    Ultima modifica di Kelvan; 2-09-2003 alle 15:23:58

  8. #113
    Kelvan
    Ospite
    Damien7

    Opeth – “Deliverance” 2002
    Genere: Black-Progressive



    Gruppo:
    Mikael Akerfeldt - voice, guitars
    Peter Lindgren - guitars
    Martin Lopez - drums
    Martin mendez - bass guitar

    Tracce:
    01. Wreath
    02. Deliverance
    03. A Fair Judgement
    04. For Absent Friends (instrumental)
    05. Master Apprentices
    06. By The Pain I See In Others

    Sto per descrivere un album assolutamente unico nel suo genere, definibile black-progressive.
    Non è un disco molto facile da ascoltare. Sono presenti soltanto 6 tracce, in quanto quella di minore durata, è lunga 10 minuti e 23 secondi (escluso un intermezzo strumentale di circa 2 minuti, la traccia 4). Le canzoni, in quanto lunghe, alternano dei momenti lenti ad altri veloci, momenti heavy ad altri soft, quindi una delle cose che si avvertono fin dal primo ascolto sono i numerosissimi cambi di ritmi. Il cantato è quasi sempre growl, tranne in pochi istanti (della title-track per esempio) nei quali si avverte una voce bassa e malinconica. Le chitarre sono potenti al punto giusto e in grado di causare cambi di atmosfere con riffs melodici, ma allo stesso tempo molto malinconici; anche il lavoro del batterista non si disdegna, molte volte risulta meno scontato di quanto possa sembrare. Con questo album, però, il gruppo fa quasi un passo indietro rispetto al passato, senza però superarsi e, a causa dell’effetto “già sentito”, rischiano di risultare superficiali. Sembrano meno creativi rispetto ai loro lavori passati (anche se li ho ascoltati male e non completamente), che personalmente reputavo superiori. Lo consiglio solo agli appassionati del genere, in quanto chi ascolta gli Opeth per la prima volta, potrebbe non apprezzare l’album.

    Voto: 6


    recensione da rivedere secondo me....

  9. #114
    Kelvan
    Ospite
    Kelvan

    Artista : Type O Negative
    Album : October Rust
    Genere : Doom/Gothic metal




    1. Bad Ground
    2. ...
    3. Love You To Death
    4. Be My Druidess
    5. Green Man
    6. Red Water (Christmas Mourning)
    7. My Girlfriend's Girlfriend
    8. Die With Me
    9. Burnt Flowers Fallen
    10. In Praise Of Bacchus
    11. Cinnamon Girl
    12. The Glorious Liberation Of The People's Technocratic Republic Of Vinnland By The Combined Forces Of The United Territories Of Europa
    13. Wolf Moon (Including Zoanthropic Paranoia)
    14. Haunted
    15. ...

    Pete Steele
    Josh Silver
    Kenny Hickey
    Johnny Kelly


    Quarto album del gruppo che ha rivoluzionato il doom/gothic metal, si presenta con una prima traccia di silenzio e nella successiva la presentazione della band da parte degli stessi componenti........originali!
    La prima vera canzone è molto melodica e serve per far ricordare a chi l'ascolta, il genere tragico e disperato che i 4 americani suonano.
    Il suono non è male, anzi è possibile apprezzare i pezzi di piano che danno quel tocco di armonia che serve per far sentire una canzone di 7 minuti senza che ci si accorga del tempo. Pete Steele, come sempre del resto, delizia con la sua voce e i suoi testi che vanno da la dichiarazione di servitù (Love You To Death), temi naturalistici (che paLOROne - Green Man), temi amorosi, vedi rifiuti o richieste (My Girlfriend's Girlfriend, In Praise Of Bacchus) fino alla cover di Neil Young "Cinnamon Girl", che a mio parere funge da pecora nera.....
    L'album si chiude con la splendida Haunted, 10 minuti di storia nordica che fà pensare a boschi freddi, inverno e oscurità.....infine i ringraziamenti di Steele.

    Voto:8
    Il cd perfetto per avvicinarsi a questa band che riesce ad attrarre con la sua lentezza e la sua melodicità.

  10. #115
    Kelvan
    Ospite
    Apo Destry World

    Artista: Cradle of Filth
    Titolo: Midian
    Genere: Symphonic Black Metal ( amo definirli cosi )



    Tracklist:
    -At The Gates of Midian
    -Cthulhu Down
    -Saffron's Curse
    -Death Magick for Adepts
    -Lord Abortion
    -Amor e Morte
    -Creatures that Kissed in Cold Mirrors
    -Her Ghost in the Fog
    -Satanic Mantra
    -Tearing the Veil from Grace
    -Tortured Soul Asylum


    Band:
    Dani-Serpent Tongue
    Paul-Despondent Night Cords
    Robin-Nocturnal Pulse
    Martin-Ouija Boards/Cobwebbed Organ
    Gian-Blade
    Adrian-Vampire Battery
    & Sarah Jeszebel Deva-Female Voice


    Lavoro riuscitissimo per i Cradle of Filth. Un album molto emozionante e di un'epicità maestosa. Si inizia con l'intro At the Gates of Midian, veramente spettrale, a sentirla, sembra di procedere lentamente verso l'oscurità e l'ombra. Quasi non ci accorgiamo di entrare nel vivo dell'album con Cthulhu Dawn, che sembra il continuo dell'Intro. Un pezzo veloce e oscuro, forse il migliore dell'album, gli inglesi non potevano iniziare meglio. Subito dopo si passa al maestoso Saffron's Curse, più forte e potente del pezzo precedente. Ormai siamo entrati nel vivo dell'album ed è il momento di Death Magick for Adepts, che non è molto differente dai primi due. Poi si passa a Lord Abortion, uno dei miei pezzi preferiti, molto vampiresco e più "sinfonico" dei precedenti pezzi, infatti si cominciano a sentire gli stacchi femminili e le tastiere che sono un vero marchio di fabbrica per il combo inglese. Infatti, è per me molto riuscita l'unione fra la voce stridula e veloce di Dani, a quella più gutturale e ruggita di Paul, alla malinconica melodia della cantante Sarah e le tastiere di Martin. Poi si arriva ad Amor e Morte, un altro pezzo vhe amo molto. Ci "riposiamo" un attimo con la strumentale Creatures That Kissed in Cold Mirrors, per poi passare alla spettralità fatta a canzone, Her Ghost in the Fog, un sottofondo che da l'idea di trovarci in un vecchi ocimitero infestato dagli spettri, in una grgia e nebbiosa notte. La successiva Satanic Mantra, è qualcosa di terrificante, non è una vera canzone bensì uno stacco in cui la band sembra recitare una preghiera satanica ripetutamente ( ). Gli ultimi due pezzi Tearing the Veil from Grace e Tortured Soul Asylum sono il finale ideale per chiudere questo album, due pezzi lunghi e intensi che ci fanno chiudere con estrema maestosità. In conclusione, un album epico e maestoso, che piacerà a chi è, come me, al primo approccio col black metal, a chi invece è gia entrato in questo mondo da un po, potrà sembrare ancora fin troppo melodico e magari non piacerà.

    Voto: 6,5

  11. #116
    Kelvan
    Ospite
    Damien7

    Luca Turilli – “Prophet of the Last Eclipse”
    Genere: Power symphonic epic metal



    Gruppo:
    Olaf Hayer - vocals
    Luca Turilli - lead guitar
    Sascha Paeth - bass
    Robert Rizzo - drums
    Miro – keyboards

    Tracce:
    1. Aenigma
    2. War of the universe
    3. Rider of the astral fire
    4. Zaphir skies
    5. The age of mystic Ice
    6. Prince of the starlight
    7. Timeless oceans
    8. Demonheart
    9. Century's tarantella
    10. Prophet of the last eclipse

    Continua il concept ideato da Turilli, iniziato con “King of the Nordic Twilight”, ma questa volta ambientato nel futuro. Per contribuire all’ambientazione futuristica, sono stati immessi numerosi corpi estranei, che si possono forse chiamare “distorci tecnologici”, ad un validissimo power epic metal. Scusate il mio parere assolutamente negativo su questo, ma non approvo decisamente questi innesti sperimentati dal nostro Luca Turilli. Tuttavia si tratta di un buon album, molto coinvolgente, e davvero imponente dal punto di vista sinfonico. Sono presenti potenti cori (anche femminili), e travolgenti ritornelli, che potrebbero fare davvero a meno dei numerosi effetti tecnologici quasi onnipresenti nel disco. Un altro punto forte del disco sono i tantissimi cambi di tempo tra una canzone ed un’altra: subito dopo una scarica adrenalinica di una tipica canzone power, vi sono canzoni lente, drammatiche, persino chicche folkloristiche ben riuscite come la traccia “Century's tarantella”. La traccia che chiude il disco è la title track, lunga 11’50’’, ma compatta e farcita al punto giusto dei soliti cori, che aprono e chiudono la canzone.
    Passando al giudizio dei singoli componenti del gruppo, Turilli fa il suo solito lavoro (i pezzi di chitarra forse sono uguali a quelli dell’album precedente), ma senza mai calare il suo ritmo; Olaf Hayer ha dimostrato di poter competere ai massimi livelli ben poche volte (una di queste è la traccia Zephir Skies), ma riesce a far comunque bene il suo lavoro; Paeth e Rizzo sono davvero bravi a imporre il loro adrenalinico ritmo in tracce come “Rider of the Astral Fire”, “Demonheart” e la stessa “Prophet of the Last Eclipse”; Miro è forse il più bravo, si integra davvero bene con l’operato dell’orchestra e i suoi assoli sono forse i più competitivi.
    In conclusione, questo sarebbe un album da archiviare con un 8.5 di voto, ma gli innesti tecnologici mi costringono ad abbassare la mira, aimè.

    VOTO: 7.5

  12. #117
    Kelvan
    Ospite
    Arcturus



    Artista: God Dethroned
    Titolo: Into the lungs of hell
    Genere: Death Metal


    Tracklist:

    01 -- Into the lungs of hell
    02 -- The warcult
    03 -- Enemy of the state
    04 -- Soul sweeper
    05 -- Slaughtering the faithful
    06 -- Subliminal
    07 -- The tombstone
    08 -- Gods of terror

    I God Dethroned non hanno mai avuto molte pretese nella loro musica. Fautori di un death metal con richiami black, i quattro tedeschi si sono sempre limitati a suonare quello che gli piaceva, senza esaltarsi in virtusismi e sperimentalismi, creandosi col tempo un discreto numero di fans. Il loro sound oscilla tra sfuriate death/black fatte di ritmiche serrate e ottimi growls, e parti più lente con riff malinconiche ma mai troppo oscure. Into the lungs of hell non è certo un album epocale, ma si lascia ascoltare senza tante pretese: la traccia di apertura per me è la migliore, e rappresenta ottimamente lo stile dell'album. Ripeto: niente di particolare, ma orecchiabile.

    Voto 7/10

  13. #118
    Kelvan
    Ospite
    ABCcletta

    Artista: Septic Flesh
    Titolo: Revolution DNA
    Genere: Black Metal (oddio che azzardo)



    Formazione:
    Spiros A. - Voce/Basso
    Sotiris V. - Voce/Chitarra
    Chris A. - Chitarra
    Akis K. - Batteria

    Tracklist:
    01 - Science
    02 - Chaostar
    03 - Radioactive
    04 - Little Music Box
    05 - Revolution
    06 - Nephilim Sons
    07 - Dna
    08 - Telescope
    09 - Last Stop To Nowhere
    10 - Dictatorship Of The Mediocre
    11 - Android
    12 - Artic Circle
    13 - Age Of New Messiahs

    Premetto che forse non sono la persona più adatta per recensire i Septic Flesh, siccome possiedo solo 2 album della loro lunga discografia... Tuttavia mi sento in dovere di avvertire i novelli black metallers che non esistono solo i Cradle con i loro suoni edulcorati nel panorama "easy" black.
    Proprio così, i Septic hanno una lunga carriera alle spalle e un suono che si è molto evoluto col passare del tempo. Provavo e tutt'ora provo imbarazzo a catalogare un disco del genere come black metal. C'è una tecnica strumentale sopra le righe, una voce da brivido ma soprattutto una linea melodica costante che rende il tutto un pò più easy listening. Le influenze dei nostri infatti variano dal metal di stampo classico agli assoli un pò epici, svariando con effetti per chitarra del tutto particolari. La sezione ritmica non esalta, ma svolge egregiamente il suo lavoro attestandosi su buoni livelli. I riff sono molto orecchiabili e viaggiano sempre a sottofondo intessendo delle atmosfere atipiche per questo tipo di musica. L'aspetto migliore è denotato dai soli... in qualche canzone addirittura sono addirittura 2 e tutti spettacolarmente sposati al resto della song.
    Le songs mantengono più o meno tutte lo stello livello compositivo, raggiungendo dei picchi di bellezza con "Little Music Box", "Chaostar" e la conclusiva "Age Of New Messiahs".
    Complessivamente un buon album, che sento di consigliare come detto soprattutto ai novizi...
    Giudizio: 8

  14. #119
    Kelvan
    Ospite
    Arcturus



    Artista: Samael
    Titolo: Eternal
    Genere: humm..... bo!


    Tracklist:

    01 -- Year zero
    02 -- Aileurs
    03 -- Together
    04 -- Ways
    05 -- The Cross
    06 -- Us
    07 -- Supra karma
    08 -- I
    09 -- Nautilus & Zeppelin
    10 -- Infra Galaxia
    11 -- Being
    12 -- Radiant Star

    Fa sempre piacere (almeno per me) seguire l'evoluzione stilistica di un gruppo e contemplare quanto esso possa mutare nel tempo con semplicità e naturalezza. E' questo il caso dei Samael, uno dei gruppi metal che più hanno mutato il loro sound con il passare del tempo. I Samael, hanno iniziato con un black/death tecnico e vario (dopo qualche demo ed ep, il primo lp è worship him del 1990) per poi cominciare ad esplorare sonorità "spaziali" (mantenendo una matrice death) con l'album "Passage" (1997). Il loro ultimo album (che mi accingo a esaminare) è "Eternal" (1999). Ormai il death è un vago ricordo, l'esplorazione dell'universo ha completamente avviluppato i 4 svizzeri che si divertono a giocherellare con una voce praticamente growl su linee musicali che potrebbero ricordare i Kiss in versione elettronica. Non vi spaventate: gli strumenti musicali ci sono tutti, e sono molto ma molto ben suonati. Ma gli arrangiamenti molto riverberati e l'ausilio di artefici elettronici contribuiscono alla creazione di un sound "spaziale" come suggerisce il miglior brano dell'album, "infra galaxia" (il video è bellissimo). Le canzoni sono tutte molto varie: si passa dalle linee sinfoniche di "The Cross" alla melodia rockeggiante di" Being", alla cattiveria di "I". Comunque la musica dei Samael è poco classificabile: sicuramente non è di facile ascolto, ma con buona apertura mentale e amore per le sperimentazioni si può dare un'ascoltata a qualche canzone (scaricatevi "The Cross" e "Infra Galaxia").

    Voto: 8/10

    ciaociaociao

  15. #120
    Kelvan
    Ospite
    Damien7

    Masterplan – “Masterplan” 2003
    Genere: Power metal



    Gruppo:
    Roland Grapow - Guitars
    Uli Kusch - Drums
    Jorn Lande - Vocals
    Jan S. Eckert - Bass
    Axel Mackenrott – Keyboards

    Tracce:
    01 - Spirit Never Die
    02 - Enlighten Me
    03 - Kind Hearted Light
    04 - Crystal Night
    05 - Soulburn
    06 - Heroes
    07 - Sail On
    08 - Into The Light
    09 - Crawling From Hell
    10 - Bleeding Eyes
    11 - When Love Comes Close

    Ecco finalmente il tanto atteso album dei Masterplan, la nuova band degli ex Helloween Roland Grapow e Uli Kusch, che si candidano per il miglior debut album dell’anno. Nel complesso tutta la band sembra essere all’altezza di questo ambizioso progetto. Chi ha buon orecchio sentirà, anche al primo ascolto, la vicinanza di questo sound a “The Dark Ride”, ultimo album in studio degli Helloween, in quanto i due sopraccitati Grapow e Kusch sono stati i suoi maggiori compositori; tuttavia qui non si hanno mai le atmosfere oscure dell’album delle zucche, anzi il sound sembra migliorato e anche completato dal lavoro della tastiera (elemento mancante negli Helloween); una parte speciale è da attribuire anche e soprattutto a Lande, che con la sua voce cattiva, melodica e poco comune nella scena power, completa il sound senza mai sovrastare l’operato del resto del gruppo, mentre Eckert segue attentamente il ritmo stabilito da Kusch. L’album inizia subito con una ballad power molto veloce come “Spirit Never Dies”, e transitando sulla bella “Enlighten me”, dove spiccano particolarmente le qualità di Lande, si arriva ad una più melodica e sognante “Kind Hearted Light”. Il disco continua con la cattiva “Crystal Night”, che dopo 5 minuti ci porta a “Soulburn” che inizia lentamente ma brutalmente, è difficile spiegare come la delicatezza della tastiera e dell’atmosfera creatasi, diventi un tutt’uno con la cattiveria della voce e la potenza delle percussioni; la traccia numero 5 è forse la più completa e rappresentativa di tutto l’album, e per questo la reputo la migliore. Dopo i suoi 6 minuti di durata, assistiamo finalmente ad una vera e propria sorpresa: il duetto con Michael Kiske (attualmente militante nella sua nuova band “Supa Red” dove suona semplice Rock) in una normale song spudoratamente power. Arrivati a questo punto, secondo me la parte migliore del disco l’avete già ascoltata, le tracce da qui alla fine sono sullo stesso piano delle prime, ma senza più niente da dire; segnalo solo le belle ed insolite atmosfere di “Sail On” e della lenta ”Into The Light”, e un’altra delle migliori song del disco “Bleeding Eyes”, nella quale regnano atmosfere “quasi” dark, accompagnate da un’altra fantastica prestazione di Lande. Il cerchio del tempo si chiude sulla dolce, molto melodica e poco metallica “When Love Comes Close” che, in chiusura, ci lascia una buona sensazione nel cuore. Cosa altro dire, lo trovo un insieme compatto di 11 piccoli capolavori power, all’interno del quale è abbastanza difficile trovare la traccia più bella delle altre. Consigliato, ovviamente, ai fan helloweeniani, se però aperti anche ad altre sonorità oltre che al bruto power. In conclusione voglio fare i più grandi complimenti a Grapow e Kusch che, dopo esser stati cacciati da una band alla quale avevano dato tutto, hanno avuto la forza di tirarsi su e dare il meglio di sé stessi in questo progetto, il primo con fantastici assoli in ogni canzone, e il secondo riconfermandosi uno dei 5 migliori batteristi del mondo, per me. Compratelo, ne vale la pena!

    VOTO: 9
    Ultima modifica di Kelvan; 2-09-2003 alle 15:35:03

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