volevo parlarvi di un argomento piuttosto serio che affligge il mondo dei videogiochi come una supposta insabbiata (grande Bonolis) potrebbe affliggere noi tutti: la pirateria (qualcuno dirà “ecchè pal...!”). Il vero problema è che non si è mai affrontato la questione sviscerandola in ogni sua singola parte. Per iniziare, definiamo l’ ambito geografico della pirateria: dove la troviamo? Non certamente in America, Giappone o Inghilterra, ma principalmente in Italia e in Spagna. Questo perchè? Semplice, questione di potere d’ acquisto e della disponibilità economica che varia da Paese in Paese. Basta capirne un minimo di economia per comprendere che se io, italiano, vado a comprare un gioco per una console qualsiasi e lo pago 70€ (peraltro cifra assurda), un altro ragazzo, americano, lo paga 50 dollari : sto parlando di giochi recenti , come wwe raw 2 per x-box. Quindi, non solo lo paga meno ma è diverso il valore della sua moneta: anche se l’ euro è in parità con il dollaro ( e questo causa gravi conseguenze per le nostre ditte made in italy che esportano in tutto il mondo...), lui ha, mediamente, a disposizione una somma totale di soldi maggiore, rispetto alla mia, da investire nei videogiochi. Da tutto ciò nasce la pirateria: io, pagando un gioco 70€, me ne posso permettere due al mese, se va bene; l’ americano, statisticamente, ha a dispozione una cifra spendibile triplice rispetto alla mia, quindi compra più videogiochi e gli resta da parte qualcosina. Quindi cosa faccio, cerco un sistema per risparmiare: compro giochi copiati. Dal canto loro Microsoft, Sony e Nintendo, non riconoscono la pirateria come un problema serio. Per es.: la Sony vende 10 ps2 in Italia, sa perfettamente che minimo 3 o 4 verranno modificate; se non esistessero le modifiche ne venderebbe 6 o 7. Infatti, io non credo che le console muoiano a causa della pirateria, non è morto così il Dreamcast. Il Dreamcast è stato vittima di altri elementi esterni come investimenti sbagliati da parte della Sega e la popolarità della Psone, che ha prodotto giochi migliori in maggior quantità. Solo Microsoft ha dato un duro colpo alla pirateria, non permettendo alle console modificate di giocare con x-box live; è nato l’ xbconnect è vero, ma è una mezza cretinata dove chi joina va avanti a scatti, mentre chi hosta va liscio come l’ olio. Come se tutto questo non bastasse, ci si mettono anche le software house in fase di post-produzione; se, invece degli attuali case, si vendessero i giochi in normali cover di plastica, senza libretti e librettini, il prezzo potrebbe calare: librettini inutili peraltro, visto che oramai tutti i giochi contengono un tutorial iniziale. Inoltre, invece di applicare un’ IVA del 20% sui videogiochi, si potrebbe applicare un’ IVA del 4% come sui libri: ma questo non è possibile, perchè? Perchè il nostro sitema economico-giuridico stabilisce che i videogiochi siano un bene di lusso, perchè? Diverso potere d’ acquisto e il cerchio si chiude. L’ unica soluzione è, a mio modesto parere, dedicarsi alla pirateria intelligente: ti piace gt3? Bene, lo compri originale e così premi i programmatori. Ti piace Blade 2 come film, ma il gioco è una schifezza? Bene, lo compri copiato e così, indirettamente, punisci i programmatori che hanno fatto un lavoro insufficiente. D’ altronde cosa ci volete fare? I soldi sono quelli che sono e se una birra media al bar costa 3.60 € e sei lattine al supermercato costano 3€ , avrò il diritto di videogiocare senza essere vittima del sistema economico sempre sull’ orlo del collasso e di altre elucubrazioni partorite da menti che pensano in tasse da applicare e da profitti da spremere da un mercato morto. Finchè il videogioco è per noi un lusso, vivremo passo passo con la pirateria. Tiè, beccatevi questa!