♪♫♩Cronache di viaggi in motorino al mattino presto [topic di racconti]
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Discussione: ♪♫♩Cronache di viaggi in motorino al mattino presto [topic di racconti]

Cambio titolo
  1. #1
    Signor.giuseppe
    Ospite

    ♪♫♩Cronache di viaggi in motorino al mattino presto [topic di racconti]

    Sotto consiglio di Skop's apro questo thread onde evitare di insozzare daily con racconti stupidi sparsi qua e là, qui raggruppo tutto, oè.
    Sqatèsh! Mi pare il caso di narrare di volta in volta i miei viaggi mattutini in motorino. Indubbiamente il termine "viaggi" è polivalente. Bene, buona lettura.


    7 ottobre

    Ah, ricordo bene quel mattino, rammento perfettamente quel fulgido dì, come potrei dimenticare quei quindici insensati minuti trascorsi sopra il giallo ammasso di ferraglia che mi conduce ogni giorno presso l'edificio scolastico?
    Non posso, infatti sto parlando di stamattina, intorno alle sette e venticinque.
    Il freddo pungeva la gola, una lieve nebbiolina offuscava ogni tratto del paesaggio, tant'è che scambiai un palo della luce per una vecchia, salutandolo platealmente.
    A fatica percorrevo la ripida salita di casa mia, mentre il rombo del motore pareva il suono di un'orchestra composta da un bambino capriccioso, da un anziano signore intento a soffiarsi il naso e da un ugonotto dalla pernacchia facile.
    Procedevo con lentezza e noia, quando d'un tratto, arrivato al vicolo della Cianà, vidi un cartello, un cartello giallo con una scritta nera, diceva: <<addio, Bocca di rosa, con te se ne parte la primavera.>>
    Decisi allora di non farci caso, d'altronde non ho mai badato alla gente che vuol farsi pubblicità...
    Arrivai alla curva del Parente, c'erano le solite due megere intente a chiacchierare. Ma una è leggermente più furba dell'altra, in quanto sta sempre in macchina e lascia che sia l'altra ad uscire dalla sua vettura e a prendersi il freddo per chiacchierare.
    In quel momento accadde qualcosa di meno banale del solito, infatti mi apparve un uomo pelato, aveva scuri occhiali, un paio di baffi, un paio di calze, un paio di mutande, tre paia di nasi, e un cravattino retrò. E sì, aveva anche due corna ed una barbetta grigia che gli arrivava fino allo stomaco.
    Mi disse: <<Salve, gentile vagazzotto, non ti andvebbe di visitave il mondo di ASCNOTT Via L.Asquasciati n.2001 ? E' il mondo dal quale pvovengo, theve ave many fviends.>>
    Io accettai, tanto la giornata prevedeva cinque ore di completa noia, avrei perso solo il mio tempo, e avrei fatto quello che faccio tutti i giorni, e non ne avevo proprio voglia, scusatemi.
    Sebbene il mio sia un cinquantino, cercai di ospitare sul sellino anche il rude caprino pelato dagli occhiali scuri, che solo in seguito mi disse di chiamarsi Gigliola.
    Mi assicurò che mi avrebbe indicato la retta via, ma per i primi dieci minuti dovetti percorrere la solita strada, e già da qualche istante avevo iniziato a credere che si trattasse di uno scherzo di pessimo gusto, e che Gigliola altri non fosse che mio padre travestito da rude caprino pelato. Pensavo stesse verificando la mia guida del ciclomotore, d'altra parte l'ultima volta che aveva accennato al discorso mi aveva detto: <<senti, prima di andare su strada voglio farti personalmente un esame delle regole, non sento storie!>>
    Ma mi sbagliavo, Gigliola era davvero un caprino pelato dai baffi scuri, e per davvero mi condusse nel mondo dal quale proveniva, ASCNOTT Via L.Asquasciati 2001.
    <<Vai alla Foce,>> mi disse Gigliola, <<Poi svolta a destra per via Asquasciati, lì troveremo la porta magica che conduce ad ASCNOTT Via L.Asquasciati 2001.
    Giunto al n.75 mi fermai, essendo l'ultimo e non essendoci caselle con cifre maggiori. Posteggiai la lambretta e per cinque secondi stetti a fissare un bambino che frattanto esclamò, rivolgendosi alla madre: <<Mamma, mamma, mi compri le figurine di Lisia, e quelle di Eratostene? Dai, mamma, mi compri la collezione di figurine dei tragediografi greci?>>.
    Rimasi sbigottito, dacchè la mia stupida ed irritante professoressa di greco pochi giorni prima aveva rimproverato un mio compagno di trovare infantile la materia, come se ci fosse un qualche nesso tra l'infante ed i tragediografi ellenistici; beh, aveva ragione.
    << Ova svoltiamo di qui, >> sussurrò Gigliola per non farsi sentire, <<dobbiamo scendeve in quel tombino.>>
    Non ebbi difficoltà a scendere nel tombino, per il semplice motivo che non potei evitare una scivolata, con la conseguente botta alla testa e perdita di sensi. Sì, i soliti espedienti che usano i narratori per sbrogliarsi dalle situazioni intricate.
    Mi ripresi di colpo e mi ritrovai a casa di Jerry Scotti.
    No, cosa dico, mi risvegliai in un bosco fatato, c'erano castagni, faggi, pezzi di corteccia sui quali ragazzi dai buffi capelli attendevano la crescita di una treccia, c'era un bambino che mangiava dei vermicelli, forse si chiamava Tommaso.
    Quanti ricci ancora chiusi sul terreno! E quanto muschio fresco non ancora rovinato dalle impronte dei pastori!
    Mentre mi beavo del locus amoenus presso il quale ero fortuitamente capitato, potei ascoltare con sommo piacere il dolce suono di una cetra ancestrale che disegnava nell'aria le note di una melodia silvestre, una melodia che aveva l'effetto di ravvivare, nella mia mente, i più bei ricordi d'infanzia, ed anche le splendide contrade di Hyrule, l'isola del Drago, Corinto, Isso, Atene, e pure la galassia Uovo.
    Il dolce suono delle corde incantate andava scemando nella profondità della foresta di ASCNOTT Via L.Asquasciati 2001, ondeggiava sinuoso lungo le bunde di montagna, lungo i sentieri, le cunette di terra umide di rugiada mattutina, carezzava i pini, le felci, i funghi porcini che spuntavano come fossero...funghi.
    Una pacca sulla spalla mi distolse in maniera per nulla fastidiosa dallo stato di trance in cui mi trovavo, era Gigliola.
    Ma non aveva più la barba grigia fino al petto, no, e non aveva nemmeno le corna. E possedeva un solo naso e un solo drappo a coprire le vergogne. Ma era pur sempre pelato, e sempre scuri erano i baffi e gli occhiali.
    <<Gigliola..>> gli dissi ammaliato.
    Gigliola si toccò dubbioso il pizzetto, poi guardandomi negli occhi mi disse: <<Adesso mi sovge un dubbio...savanno buoni questi funghi? Posso mettevli nel cestino? O son velenosi?>>.

  2. #2
    Bannato L'avatar di imperatoromnium
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    AHAHAHAH. Sei un vulcano in eruzione in questi giorni, e la cosa magnifica &#232; che al posto dei canonici lapilli e fiumi di lava, sputi fuori torrenti di irresistibili stronzate deliranti

    Giunto al n.75 mi fermai, essendo l'ultimo e non essendoci caselle con cifre maggiori. Posteggiai la lambretta e per cinque secondi stetti a fissare un bambino che frattanto esclam&#242;, rivolgendosi alla madre: <<Mamma, mamma, mi compri le figurine di Lisia, e quelle di Eratostene? Dai, mamma, mi compri la collezione di figurine dei tragediografi greci?>>.

    Cristo
    Ultima modifica di imperatoromnium; 7-10-2008 alle 15:04:21

  3. #3
    FrankSpaghetti
    Ospite
    non vi era un'idea migliore di questa per celebrare il ritorno del signor.giuseppe, quello che ci ha donato bei momenti come se fossero bruscolini.

  4. #4
    Psico Lupo L'avatar di Steelsnake
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    Nella tana del lupo
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    ho pensato che fosse una cosa realistica fino a metà racconto, sono scoppiato a ridere quando mi sono accorto di aver letto parecchi no-sense come fossero reali


  5. #5
    Bannato L'avatar di imperatoromnium
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    La storia delle figurine &#232; un chiaro preludio alla sospirata "canzone dei verbi greci", cui a breve daremo finalmente forma

  6. #6
    FrankSpaghetti
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    i verbi greci, ossia l'incubo di coloro che bramano il votino? siete crudeli.

  7. #7
    Cicileo Marioli L'avatar di ciciLEO!!
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    come stracazzo si fa a mettere le note musicali?

    Ah che bello, almeno i suoi thread- racconto superano le 2 pagine

  8. #8
    regulusirius
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    Ma santo dio

    Entusiasmante

  9. #9
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    Bellissimo, questa &#232; l'arte che ammiro. Tvb, giusy caro.

  10. #10
    Bannato L'avatar di imperatoromnium
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    Citazione ciciLEO!! Visualizza Messaggio
    come stracazzo si fa a mettere le note musicali?

    Ah che bello, almeno i suoi thread- racconto superano le 2 pagine
    Non sempre, per fortuna. Altrimenti dovrebbe smettere di atteggiarsi come un genio incompreso. In questo modo incompreso lo &#232; di certo, e siamo a met&#224; dell'opera

    Citazione regulusirius Visualizza Messaggio
    Ma santo dio

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    Lo &#232;, santa Betlemme, lo &#232;.
    Ultima modifica di imperatoromnium; 7-10-2008 alle 17:03:32

  11. #11
    Signor.giuseppe
    Ospite
    8 ottobre

    Quel mercoledì mattina - che in fondo sarebbe oggi-, lo ricordo per le tinte fosche e cupe, per la pioggia (che pareva più pisciurelu sanremasco), per l'insolita temperatura gradevole e per l'immane sonno che mi teneva immobilizzato nel letto come fossi Prometeo incatenato.
    Ma dovetti alzarmi, e presto anche; mi recai alla latrina, feci quel che avevo da fare, tornai in camera e mi preparai per andare a scuola alla guida del mio giallo ciclomotore.
    Ma la pioggerellina, come detto, si rivelò essere una banale urina angelica, sicchè la mia datrice di vita mi propose un passaggio in macchina.
    Salito a bordo della vettura iniziai a star male, avevo nausea, sensazioni di lurido vomito, e avevo caldo, molto caldo.
    <<Guarda qui,>> disse lei, <<Non piove nemmeno. D'ora in poi ti porto solo quando nevica, che bambino. E se fossi andato in motorino non avresti questa nausea...>>
    Aveva ragione, quel giumbotto mi stringeva in una morsa opprimente, mi ingombrava come se stessi tenendo un mappamondo sul torace.
    E faceva caldo, stavo per scoppiare, sentivo che di lì a poco sarebbe accaduto qualcosa di particolarmente terrificante, ero nervoso, teso, ero grinzoso come un vecchio putrido.
    Sospettavo qualcosa, non potevo certo recarmi presso l'edificio scolastico con quegli intimi dissidi, con quei turbamenti dell'animo.
    Mi gettai fuori dall'auto e corsi verso il deltaplano che potevo facilmente scorgere a pochi metri di distanza, nonostante non sapessi come mai un deltaplano si trovasse in quel posto.
    Infatti non era un deltaplano, ero vittima di un'illusione, in realtà era un palo della luce, contro cui non potei fare a meno di sbattere, procurandomi uno svenimento.
    Se quanto raccontato rasenta l'incredibile, ancor più insolito è il seguito.
    Mi ripresi dal colpo in poco tempo, il tempo di un cubito, oserei dire; lo scenario che si prospettava ai miei occhi non pareva affatto rassicurante.
    Mi trovavo in una palude, c'era un forte fetore imprecisato, c'era del muschio rancido, dei rospi sparsi qua e là, e c'era...Schopenhauer.
    <<Salve.>> gli dissi.
    Lui si girò, indossava degli occhiali buffi, una paperella giocattolo sulla testa, ed era vestito completamente di nero.
    Ma non portava addosso dei pantaloni, solo una lunga tunica nera.
    <<Ciao, >> esclamò, <<qual buon vento ti porta qui?>>
    <<Non so, >> risposi, <<ma aspetti, mi lasci scavalcare questa pozzanghera così le parlerò più da vicino.>>
    <<Sciocco,>> ribattè prontamente, <<non vedi che quella non è una pozzanghera, bensì una scrivania sulla quale è sdraiato un signore sorridente?>>
    Io guardai meglio e sì, provai sgomento. Avevo subito un'altra illusione, probabilmente - pensai- si trattava del colpo contro il palo della luce.
    <<Grazie, Schopenhauer, ma mi dica, come posso fare per gestire la mia antipatica esistenza nel modo più felice possibile?>>
    Lui si grattò il capo e ribattè: <<La felicità è come l'elemosina gettata al mendico. Gli permette di vivere oggi per prolungare il suo dolore l'indomani.>>
    Io sussultai e risposi: <<Vero, ma è d'altra parte insensato vivere in maniera infelice, lei non ha anche scritto un opuscoletto su come raggiungere uno stato quantomeno di serenità?>>
    <<Sì,>> confermò, <<allora prova a ricercare dentro di te, amico.>>
    Non era la frase che mi sarei aspettato di sentire da uno come lui, e iniziai ad insospettirmi, ma pensai al Buddhismo, feci qualche collegamento con la ricerca interiore, e gliela abbonai.
    Poi proseguii:<<Ma senta, pensa che scrivere racconti idioti sia una via da intraprendere?>>
    <<I pensieri messi per iscritto,>> asserì, << non sono nulla di più che la traccia di un viandante nella sabbia: si vede bene che strada ha preso, ma per sapere che cosa ha visto durante il cammino bisogna far uso dei suoi occhi.>>
    In quel momento inciampai sul sasso, ma poi rimasi di sasso quando mi accorsi che di sasso non si trattava, bensì di sesso.
    Sì, era il sesso evirato di un gatto randagio, gli tirai un calcio e lo spedii dritto nell'acqua putrida della palude.
    <<Schopenhauer, mi dica, ma non è irritante dover ripetere le stesse tesi cento volte alle persone comuni, prima che capiscano? Anzi, non capiscono nemmeno!>>
    <<Ragazzo, >> mi ammonì, <<Non bisogna essere così presuntuosi, bisogna accettare le opinioni di tutti, amare le persone ed essere disposti a ricredersi su quel che si sostiene.>>
    Dannazione, doveva trattarsi di un inganno, Schopenhauer non poteva aver proferito una simile stronzata, mi accorsi dell'inghippo e gli gridai in faccia, a squarciagola: <<Tu non sei Schopenhauer, sei solo un putrido impostore bastardo!>>
    Neanche il tempo di terminare l'invettiva, che l'impostore mi mostrò una disgustosa lingua biforcuta, mi fece un soffio da vipera e, traformatosi in serpente, fuggì via senza proferire parola.
    Avevo scampato un pericolo, ma non potevo stare ancora a lungo in quel luogo di perdizione, così incominciai a correre e a perdere inutilmente il fiato.
    Vidi un individuo da lontano passeggiare nella boscaglia, pensai che fosse l'ennesima illusione, ma mi avvicinai lo stesso, mi sentivo temerario.
    Aveva la faccia da tamburo, sicchè non resistetti e gli tirai uno schiaffo ritmato; questi fece il suono di un tamburello etnico e scappò via, offeso.
    Ero confuso, non sapevo più dove andare, orribili urla si levarono dal mio cavo orale, battevo coi pugni sul terreno, presi in mano una cavalletta con l'intento di ucciderla, poi mi accorsi che in realtà era un cavatappi.
    Disperato e sfinito mi gettai nella palude, decidendo di togliermi la vita.
    Ma in maniera del tutto assurda emersi dall'acqua dalla parte opposta, e mi ritrovai ad aprire la porta di una toilette.
    Sul gabinetto era seduta una signora, indossava un buffo cappellino e delle orecchie da gatto sul capo.
    Mi sistemai la camicia, mi lavai le mani, finsi di ignorare il tanfo fecale che presenziava nella stanza, poi le chiesi di spostarsi un po', per farmi posto.
    Mi sedetti sul gabinetto insieme alla vecchia, e mi misi a pensare a fondo, a meditare sulla vita, sulle illusioni di cui ero stato vittima poco prima.
    Non arrivai a conclusione alcuna, la vecchia tirò l'acqua e si spense la luce
    .

  12. #12
    regulusirius
    Ospite
    Citazione Signor.giuseppe Visualizza Messaggio
    Aveva la faccia da tamburo, sicchè non resistetti e gli tirai uno schiaffo ritmato; questi fece il suono di un tamburello etnico e scappò via, offeso. .
    ma che roba

  13. #13
    Signor.giuseppe
    Ospite
    Citazione regulusirius Visualizza Messaggio
    ma che roba
    Lì ho riso da solo

  14. #14
    .
    Registrato il
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    Maestro, quest'ultima opera mi ha permesso di godere al meglio di questo mercoledì pomeriggio, la ringrazio molto.

  15. #15
    Signor.giuseppe
    Ospite
    Di nulla

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