LA STORIA DI EUSEBIO E DELLE CILIEGIE
Nel IV sec.a.C. visse Eusebio Del Pro', un biondo fraticello medioevale dalla barba incolta e dalle scarpe nike.
Un dì si recò alla montagna del Visìr con l'intenzione di raccogliere delle ciliegie, era la stagione primaverile...
Il sentiero che conduceva alla vetta del monte era oltremodo tortuoso, non per nulla piovevano torte in continuazione.
Intricato? E' dir poco, di certo molto ripido e sporco, zeppo di pietre e scomodi sassolini che si infilavano di continuo nei fragili sandali di Eusebio.
Procedendo per la salita incontrò un villano, forse un cappellano, che appena ebbe modo di scorgere Eusebio, si levò il cappello e lo salutò: <<Eusebio, ti porgo i miei saluti, ma non sai che su di lì, in molti son caduti? caro Eusebio, non disperare, sono certo che tu ce la possa fare; per la salita tu salirai, e quatto quatto balzerai, e giunto in cima mi saluterai, e giammai, dico, giammai, tu inciamperai.>>
Eusebio, udite queste parole, afferrò un sasso e lo tirò forte sulla nuca del cappellano, che morì. Prese il suo corpo e lo gettò dal dirupo.
In effetti ne aveva dette di tutti i colori, anche il più ossequioso dei cristiani non avrebbe retto quelle provocazioni. Poi proseguì ed incontrò un mercante, uno dei mercanti più famosi, si chiamava Maurice. Questi salutò Eusebio e gli diede alcuni consigli amichevoli: <<Eusebio bello, ti rammento di non lasciarti cadere dalla montagna con in mano un ombrello. Ti assicuro, non volerà, per quanto duro, non ti porterà. Il volo te lo potrai scordare, al massimo più volte potrai saltare, ma niente più, mio caro Eusebio blu!>>
Il fraticello Eusebio era solito salire per i boschi portandosi sulle spalle una croce lignea di ottanta kg, quindi la calò dalle spalle e con forza la scaraventò in testa al mercante, che dopo una piroetta cadde di lato, e rimase seduto sopra lo steccato, ma morto.
Eusebio giunse alla cima del monte fischiettando, e con animo nobile dimenticò tutti gli improperi lanciategli dal mercante.
Vicino ai ciliegi c'era un tavolino su cui era posta una scacchiera. Due sedie, una occupata da una bionda fanciulla dai capelli di amianto. Al posto del naso, costei aveva il marchio delle automobili Ford, non si sa come, non si sa perchè.
Eusebio abbandonò per un istante le ciliegie e si sedette sulla sedia libera.
<<Scacco matto!>> disse, e vinse la partita.
Frattanto il cappellano ed il mercante si ridestarono dal loro sonno e fischiettando raggiunsero Eusebio, con cui iniziarono a danzare allegramente fino a tarda notte. Il mattino seguente morirono tutti a causa del contatto con l'amianto che costituiva i capelli della fanciulla
Fine
Mi alzai dalla panchina, chiusi il libro, scavai una buca e ve lo riposi.Meditai a lungo sul profondo significato della favola appena letta, poi però mi resi conto che era tardi, e che dovevo raggiungere l'edificio scolastico.
Ma uno ed uno solo fu l'effetto che ebbe quel racconto su di me: mi fece passare la mattinata sul gabinetto, e no, non si trattò di attività da pensatoio, ma di sonore emissioni di scorie.