♪♫♩Cronache di viaggi in motorino al mattino presto [topic di racconti] - Pag 2
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Discussione: ♪♫♩Cronache di viaggi in motorino al mattino presto [topic di racconti]

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  1. #16
    FrankSpaghetti
    Ospite
    ahahahah, che bei momenti

    costui con la sua sagacia ci diverte, ci sobilla, ci rallegra.

    è talmente allucinogeno che ci induce a vedere dell'umorismo anche dove non c'è.

    per esempio, al terzo rigo io avevo letto gallo ciclomotore. ahahah, ho riso come un coglione e ho pensato "ahahah, ma come gli vengono? gallo ciclomotore? gallo ciclomotore?!"

    quando ho riletto ho capito che si trattava di un giallo ciclomotore. la faina di sanremo mi ha aveva giogato.

  2. #17
    .
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    08-06
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    Citazione FrankSpaghetti Visualizza Messaggio
    ahahahah, che bei momenti

    costui con la sua sagacia ci diverte, ci sobilla, ci rallegra.

    è talmente allucinogeno che ci induce a vedere dell'umorismo anche dove non c'è.

    per esempio, al terzo rigo io avevo letto gallo ciclomotore. ahahah, ho riso come un coglione e ho pensato "ahahah, ma come gli vengono? gallo ciclomotore? gallo ciclomotore?!"

    quando ho riletto ho capito che si trattava di un giallo ciclomotore. la faina di sanremo mi ha aveva giogato.
    Chissà, Magister, magari non era una faina.
    Immaginiamo, chessò, che fosse una falena.
    Una falena della quale ancora non si conosceva la venuta e, pertanto, era ancora un mero, sinistro, pensiero vivente nella manica, destra per quanto sinistro fosse il pensiero, di un grande scrittore, ormai caduto.
    Rimembrerà, spero.

  3. #18
    ĐεΛ†Ħ
    Ospite
    Il personaggio Schopenhauer è delizioso.

    Pur leggendoti da poco posso asserire di non aver mai apprezzato a tal punto un qualsiasi utente.
    Maestoso Signor Giuseppe.

  4. #19
    Me lo segno e prima o poi leggerò, non perchè non ne ho voglia ma perchè mi manca il tempo.
    La pazzia dilagherà... un giorno...

  5. #20
    Signor.giuseppe
    Ospite
    9 ottobre: racconto particolarmente insensato, che però non fa ridere più di tanto...

    Mi ero appena destato dopo un sogno insolito: mi trovavo sopra un palcoscenico teatrale, intento a recitare un copione insensato e annoiante.
    Il pubblico batteva le mani ogni volta che terminavo una frase, come se avessi finalmente finito di recitare, come se mi esortassero a togliermi dai piedi.
    Dopo aver concluso la recitazione - e non secondo un ipotetico copione, bensì perchè non sapevo che altro inventarmi-, scesi di sotto, lungo una scala a chiocciola, e mi misi a disquisire di cultura teatrale con la direttrice del teatro, una persona che nella realtà esiste come massaggiatrice.
    Svegliatomi dal folle sogno, constatai il bel tempo. Non pioveva, ed era il caso di avviare il diabolico gallo ciclomotore.
    Quale macchina demoniaca, quale complesso e vetusto congegno mi accingevo a pilotare!
    Il contachilometri rotto, la benzina quasi del tutto consumata, le righe sui lati, l'assenza del parabrezza - che per la cronaca non potrà mai più essere montato, a causa di un maldestro intervento del meccanico, a suo tempo-, tutte cose che mi fecero riflettere sul senso della vita, sulla presunzione antropocentrica delle vecchiette, sui nachos messicani, sulle betulle e sulle libellule trucidate dal mio micio puccioso.
    Immerso in queste sterili considerazioni, mi scivolò goffamente la mano sinistra sul PULSANTE ROSSO, l'insondabile incognita del ciclomotore. Nonostante fossi ben conscio del teschio nero disegnato sul pulsante, non seppi trattenere l'arto bizzarro, e involontariamente lo premetti.
    Spirali, vortici, torrenti di cereali andati a male scoppiarono ai miei occhi! Ero fatto, fatto! Vedevo le stelle, i vortici viola materializzati da pennellate decise di vernice, che confusione, che casino! E tutto per aver premuto uno stupido pulsante rosso! Di colpo i vortici violacei e le spirali che mi offuscavano la vista presero la forma di un mulinello ed io vi precipitai, e piano piano sprofondai in basso, come uno stronzo quando tiriamo lo sciacquone.
    Poi il nulla, tutto nero, ma non persi conoscenza.
    No, ero lucido e sveglio, e vedevo tutto nero.
    Mi misi le mani in testa, lo sentivo, mi toccavo il capo, poi il mento, le guance, e pensavo, pensavo come mai vedessi tutto buio.
    Poi capii, raggiunsi di colpo la verità, la spiegazione doveva essere per forza quella: avevo gli occhi chiusi, dunque feci in modo di aprirli.
    Che cosa si presentava alla mia vista? Un giardino, una panchina, e quattro sassi.
    Mi sedetti sulla panchina, c'era una pesante nebbia, ma ciò non mi avrebbe mai impedito di leggere il libro che si trovava misteriosamente lì vicino, proprio di fianco alla mia coscia sinistra...


    LA STORIA DI EUSEBIO E DELLE CILIEGIE

    Nel IV sec.a.C. visse Eusebio Del Pro', un biondo fraticello medioevale dalla barba incolta e dalle scarpe nike.
    Un dì si recò alla montagna del Visìr con l'intenzione di raccogliere delle ciliegie, era la stagione primaverile...
    Il sentiero che conduceva alla vetta del monte era oltremodo tortuoso, non per nulla piovevano torte in continuazione.
    Intricato? E' dir poco, di certo molto ripido e sporco, zeppo di pietre e scomodi sassolini che si infilavano di continuo nei fragili sandali di Eusebio.
    Procedendo per la salita incontr&#242; un villano, forse un cappellano, che appena ebbe modo di scorgere Eusebio, si lev&#242; il cappello e lo salut&#242;: <<Eusebio, ti porgo i miei saluti, ma non sai che su di l&#236;, in molti son caduti? caro Eusebio, non disperare, sono certo che tu ce la possa fare; per la salita tu salirai, e quatto quatto balzerai, e giunto in cima mi saluterai, e giammai, dico, giammai, tu inciamperai.>>
    Eusebio, udite queste parole, afferr&#242; un sasso e lo tir&#242; forte sulla nuca del cappellano, che mor&#236;. Prese il suo corpo e lo gett&#242; dal dirupo.
    In effetti ne aveva dette di tutti i colori, anche il pi&#249; ossequioso dei cristiani non avrebbe retto quelle provocazioni. Poi prosegu&#236; ed incontr&#242; un mercante, uno dei mercanti pi&#249; famosi, si chiamava Maurice. Questi salut&#242; Eusebio e gli diede alcuni consigli amichevoli: <<Eusebio bello, ti rammento di non lasciarti cadere dalla montagna con in mano un ombrello. Ti assicuro, non voler&#224;, per quanto duro, non ti porter&#224;. Il volo te lo potrai scordare, al massimo pi&#249; volte potrai saltare, ma niente pi&#249;, mio caro Eusebio blu!>>
    Il fraticello Eusebio era solito salire per i boschi portandosi sulle spalle una croce lignea di ottanta kg, quindi la cal&#242; dalle spalle e con forza la scaravent&#242; in testa al mercante, che dopo una piroetta cadde di lato, e rimase seduto sopra lo steccato, ma morto.
    Eusebio giunse alla cima del monte fischiettando, e con animo nobile dimentic&#242; tutti gli improperi lanciategli dal mercante.
    Vicino ai ciliegi c'era un tavolino su cui era posta una scacchiera. Due sedie, una occupata da una bionda fanciulla dai capelli di amianto. Al posto del naso, costei aveva il marchio delle automobili Ford, non si sa come, non si sa perch&#232;.
    Eusebio abbandon&#242; per un istante le ciliegie e si sedette sulla sedia libera.
    <<Scacco matto!>> disse, e vinse la partita.
    Frattanto il cappellano ed il mercante si ridestarono dal loro sonno e fischiettando raggiunsero Eusebio, con cui iniziarono a danzare allegramente fino a tarda notte. Il mattino seguente morirono tutti a causa del contatto con l'amianto che costituiva i capelli della fanciulla
    Fine


    Mi alzai dalla panchina, chiusi il libro, scavai una buca e ve lo riposi.Meditai a lungo sul profondo significato della favola appena letta, poi per&#242; mi resi conto che era tardi, e che dovevo raggiungere l'edificio scolastico.
    Ma uno ed uno solo fu l'effetto che ebbe quel racconto su di me: mi fece passare la mattinata sul gabinetto, e no, non si tratt&#242; di attivit&#224; da pensatoio, ma di sonore emissioni di scorie.

    Ultima modifica di Signor.giuseppe; 9-10-2008 alle 19:32:08

  6. #21
    .
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    Signor.giuseppe, la ringrazio nuovamente, ho notato molti parallelismi con la realtà nella storia di Eusebio.

    Lei è colonna portante delle mie giornate, non smetta, la prego.
    La domenica dovrò resistere senza la mia storia giornaliera, vero? 8(

  7. #22
    Utente L'avatar di ReA
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    Signor.giuseppe, sar&#242; sincero: le sue storie sono deviate, proprio come la strada sotto casa (&#232; la decima volta in due settimane che uomini arancioni scavano buche, spalmano bitume, vomitano bestemmie, disturbandomi mentre mi crogiolo nella mia mediocrit&#224. Sono talmente deviate che talvolta non si capisce un cazzo, e dunque tutto. Piccoli, illuminanti sprazzi di folle sincerit&#224; in un mare di nebbia.

  8. #23
    FrankSpaghetti
    Ospite
    Il sentiero che conduceva alla vetta del monte era oltremodo tortuoso, non per nulla piovevano torte in continuazione.



    ahahah, ma perchè?!


    maestro.giuseppe, più leggo la sua mirabile storia e più mi convinco del fatto che si sia ispirato a bei momenti di vita vissuta, che siano tutte allusioni, illusioni, intrusioni.

    potrei essermi drogato e immaginato tutto? probabile.

    quello che è certo, però, è che lei sicuramente si droga, sniffando i girasoli del suo giardino.

  9. #24
    Signor.giuseppe
    Ospite
    In verità circa un mese addietro uno dei vicini qui in zona è stato arrestato perchè coltivava marijuana nel suo orticello. Probabilmente è quella la causa.

  10. #25
    FrankSpaghetti
    Ospite
    coltivare marijuana equivale a roteare, per questo lo hanno arrestato

  11. #26
    regulusirius
    Ospite
    HAHA fantastico il libro Quando avr&#242; un figlio gli racconter&#242; prima di metterlo a letto "LA STORIA DI EUSEBIO E DELLE CILIEGIE"

  12. #27
    Signor.giuseppe
    Ospite
    14 ottobre

    Mi svegliai di soprassalto, un guizzo, un balzo felino a disattivare la sveglia, quell'ordigno malvagio dal suono fastidioso e rimbombante.
    Faceva molto caldo, così tanto che il cuoio capelluto mi sembrava il rimasuglio bollente delle torte, quando rimangono attaccate alla telia.
    Un fastidioso calore invadeva il torace, mi avvolgeva come fosse un porco sudato, che schifo dannazione, che caldo. <<Quando -mi chiedevo- quando arriverà l'inverno?>>.
    D'un tratto smisi di confabulare sul clima e mi avventai ancora in pigiama sul ciclomotore, ero in ritardo, dovevo muovermi.
    Non ebbi tempo di lavarmi, di vestirmi, di pettinarmi, ma solo di correre come un folle.
    Scavalcai la ringhiera e il guard rail, e ad ogni acrobazia un rombo di motore e un ghigno demodè, stile anni '60.
    Correvo come un dannato, acceleravo ogni secondo, avevo la bava alla bocca, ero invasato, invasato!
    Ridevo in modo tanto sgradevole da sembrare un neonato affetto dalla sindrome del Cri du Chat, e mi piaceva, ohohoh, mi piaceva!
    <<Sono in ritardo! Devo muovermi, non arriverò mai in tempo! Ahahahhaahah, ahahahaahha, ahahahha!>>.
    Guidando all'impazzata superavo tronchi d'albero, muretti, dossi, con balzi degni del miglior saltatore di dossi.
    Pare che nel campionato mondiale di salto del dosso si sia registrato il record di otto dossi saltati consecutivamente; ebbene, io ne saltai otto e mezzo, poichè uno era crepato a causa dell'urina corrosiva del bassotto di Hanna Nahhan, una vecchia che abita in strada San Bartolomeo, una vecchia il cui corpo è fatto di radici.
    Correvo all'impazzata e non mi fermavo più, anche se ormai avevo perso le speranze, non sarei mai riuscito ad arrivare in tempo.
    Giunto finalmente in prossimità dell'edificio scolastico arrestai il mezzo, mi tolsi il casco in maniera delusa, giunse un giornalista e mi intervistò: <<Eh, ragazzo, questa volta solo 14 primi e trentadue secondi, solo il secondo posto per te. Giudizi sulla gara?>>
    Io risposi con stizza: <<Mah, poteva andare meglio, in fondo sono partito un po' prima, ho fatto dei buoni salti, peccato, forse non salgo neanche sul podio.>>
    Pochi istanti dopo fu celebrata la vittoria del primo classificato nella gara, un tale Ippolito Nievo, sicchè io, che non arrivai nemmeno tra i primi tre, me ne andai un po' scocciato.
    Mi aspettava un'evitabile verifica di biologia, un compito che decisi di rimandare a causa del fatto che non ero presentabile, necessitavo di una doccia, di un massaggio, di uno zucchero filato.
    Poco più in là c'era un venditore di dolciumi, a cui chiesi dello zucchero filato.
    Costui, un omone dalla barba d'erba e dalle sopracciglia sotto le occhiaie, mi diede dei cubetti di zucchero e dei fili di seta, io avvolsi lo zucchero e lo mangiai.
    <<Ti ho giocato un tranello eh? Ahah!>> esclamò il paffuto venditore di dolciumi.
    Io mi voltai con no chalance, gli sorrisi masticando un chewingum, e gli risposi con aria di sfida: <<Lei crede?>>
    Lui rimase attonito, io azionai repentinamente il teletrasporto pronunciando la parola magica: <<Teletrasporto!>>
    Un vortice verdastro mi avvolse e mi condusse in una radura desolata, in cui incontrai un mandriano, un villico.
    Egli si levò il cappello, io gli risposi con un peto, lui rise e senza chiedermi se fossi interessato mi narrò la storia della sua vita:

    LA STORIA DI GINNASIO IL MANDRIANO

    <<Devi sapere, garzone, che un tempo qui si fabbricava del mascarpone di ottima qualità.
    Andavamo in campagna, prendevamo le vecchie, le scorticavamo, e usavamo le loro radici per produrre del mascarpone di ottima qualità.
    Ci sono vari tipi di vecchie: quelle con le radici lunghe e biancastre, generalmente si chiamano Teresa o Agnese; poi ci sono quelle fatte di radici di carruba, e sono le più pregiate; di solito sono quelle che portano il nome di MariaAddolorata o di Gilda; e infine ci sono le vecchie di grano, che sono costituite interamente di grano duro; mia nonna, ad esempio, che si chiamava Renata, era fatta di grano.
    Mischiavamo gli ingredienti, vale a dire le vecchie, quindi del grano, delle radici di carruba, delle radici lunhghe e biancastre, e ci procuravamo del mascarpone di buona qualità.
    Ora non ci sono più le vecchie di una volta, devi sapere che quelle di adesso hanno tutte il cellulare, sicchè gli impulsi dell'apparecchio telefonico rovinano il tessuto delle radici, e le vecchie non sono più buone. Il mascarpone di oggi non è più come quello di una volta, è tutto metallico, sa un po' di tappo, come dire, è avariato, non sa di vecchia, non sa di donna anziana costituita da radici.
    Ricordo ancora con nostalgia gli anni passati, figliolo, e li ricordo perchè scorticando le vecchie facevamo del buon mascarpone di ottima qualità.>>

    Indubbiamente la testimonianza di Ginnasio il mandriano mi fece piangere, commuovere, versare lacrime amare. Amare come il mascarpone di oggi, emblema dell'abbandono delle tradizioni, emblema della corruzione degli anziani, vessillo dell'ammodernamento che le comunicazioni hanno apportato al sistema.
    Mi congedai da Ginnasio il mandriano con un saluto, gli augurai buona fortuna e me ne andai scosso, da solo, su quella radura solitaria. Colline toscane splendevano della luce ancora intensa del tramonto, campi di grano, contadini, vecchie, spaventapasseri. Chissà che anno era, chissà se mai l'acqua bagnerà quelle terre, chissà se il mascarpone tornerà ad essere quello di un tempo.
    Presi un pennarello nero e disegnai un piccolo cerchio in mezzo al campo, attraverso il quale, dopo essermici gettato, tornai in pochi secondi a casa, consapevole di quanto possa essere profondo l'insegnamento di un vecchio, lurido, putrido e maledorante mandriano d'altri tempi.



  13. #28
    FrankSpaghetti
    Ospite
    la faina commuove e diverte al contempo, pur ignorandolo bellamente. egli rotea e crea, crea e rotea. e alla fine sviene. quando rinviene, ecco il racconto l&#236;, sul monitor. magicamente.

  14. #29
    .
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    Una nuova opera, Signor.Giuseppe?
    Mi ha estasiato, non lo nascondo, la storia del buon Ginnasio. che non pu&#242; essere che monito per noi tutti: e che il mascarpone torni quello di una volta.

  15. #30
    FrankSpaghetti
    Ospite
    ginnasio &#232; un uomo corroso dalla nostalgia.

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