Maverick

Inviato da Wiald
episodi eclatanti sono quelli delle commisioni di inchiesta sui libri di storia, del governatore del Lazio
Sono un convinto sostenitore delle commissioni di inchiesta sui libri di storia,avendo studiatosu libri poco obiettivi nei quali le foibe,le purghe,i campi di concentramento rossi etc...non erano neanche accennati.
Naturalmente questo revisionismo deve essere CONTROLLATO.
ah si? io invece no, per niente. il controllo sui libri di storia è una cosa da regime. già ce li vedo il berlusca e fini a raccontarmi della benigna dittatura di mussolini, e
di come i perseguitati politici fossero mandati in villeggiatura.

il fascista Storace.
Secondo il tuo ragionamento allora D'alema puo essere definito comunista visto il suo passato "rosso"....
I politici senza doppio passato sono rari,forse solamente Pannella
è l'unico rimasto coerente con le sue idee
no, no. io parlo del presente, non del passato. definire d'alema comunista al giorno d'oggi sarebbe ridicolo.


"Duro confronto a un dibattito su destra e ebrei
dopo l'intervento del regista, ex deputato di An
Squitieri assolve le leggi razziali
"Basta con gli attacchi a Mussolini"
Il rabbino capo Di Segni: "Queste parole ci riportano indietro"

di SIMONETTA FIORI

ROMA - "Ma qualcuno le ha lette veramente le leggi razziali del 1938? Se un ebreo era di nazionalità italiana, in fondo, non veniva perseguitato. Tutto questo scatenamento contro Mussolini e il nostro paese io non lo sopporto proprio...". Così Pasquale Squitieri, il regista amato dalla destra, eletto nel 1994 senatore di Alleanza Nazionale, è stato capace ieri di spazzare via tutti i confiteor recitati finora da Gianfranco Fini. La platea, composta da molti ebrei e qualche intellettuale di centro-destra, è raggelata, sotto schiaffo. In prima fila, il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, e il presidente della comunità ebrea romana Leone Paserman. Paralizzati, come davanti a un film dell'orrore.

Il tema in discussione, politicamente insidiosissimo, è il rapporto tra la destra e gli ebrei nel lungo dopoguerra, argomento trattato da Gianni Scipione Rossi in un libro (edizioni Rubettino) che vorrebbe contribuire all'avvicinamento tra la comunità ebrea e il centro-destra al governo. Con accenti diversi ne hanno appena parlato, a Palazzo De Carolis, Anna Foa ed Ernesto Galli della Loggia, che esortano la cultura postfascista a fare definitivamente i conti con il passato antisemita, e Marcello Veneziani, più incline a rimarcare la sostanziale estraneità al razzismo.
E' contro Anna Foa, apprezzata storica degli ebrei, che esordisce Squitieri: "Ma sull'antisemitismo sovietico lei non ha niente da dire? Io sono stato nei gulag, a registrare le testimonianze dei perseguitati. Ma oggi non se ne parla. Si preferisce attaccare Mussolini e gli italiani. L'ha detto anche Hannah Arendt (ndr, lui pronuncia Arènt) che siamo stati un popolo di spontanea umanità. E tra i fascisti militavano molti ebrei. Come molti ebrei collaboravano con la polizia nazista nei campi di sterminio. E il primo antisemita non fu proprio Dante...".

Dalla quinta fila, una signora in arancione grida: "Vergogna!". Si chiama Mirella Calò, a cinque anni fu costretta a vivere per giorni al chiuso d'una cantina. L'iniziale sbigottimento si scioglie in un brusio di fondo. Qualche tono più alto. S'alza Leone Paserman: "Sono sconcertato. Nel 2003 si sperava di non dover sentire queste cose. Veneziani ha fin qui tentato di ridimensionare le pulsioni antisemite diffuse nella destra. Ma l'intervento di Squitieri ne è una clamorosa smentita. Stupefacente la sua lettura delle leggi razziali. Nel 1938 Mussolini stabilì la cacciata degli ebrei dalle scuole, dalle università, dagli uffici pubblici, dalle accademie: cos'è questa se non persecuzione?". Gli applausi lo incoraggiano a proseguire: "Queste leggi furono accolte dagli italiani non con indifferenza, come è stato detto, ma di più: con una sorta di acquiescenza. E molti universitari si precipitarono a occupare le cattedre lasciate vuote dai colleghi ebrei. Inorridisco quando sento parlare di ebrei collaborazionisti dei nazisti. Ecco riaffacciarsi la figura del kapò, dolorosamente evocata di recente nelle cronache politiche. Stiamo parlando di uomini ridotti a livelli "sub umani", che lottavano per sopravvivere".

La sala si surriscalda, Squitieri se la svigna. Quando parla Di Segni, il regista se n'è già andato. "Quel che si chiama finzione (ndr, così Veneziani aveva definito la politica razzista del duce) per noi è stata una tragedia. I repubblichini sono quelli che hanno strappato gli ebrei dalle case, i miei fratellini di quattro e sei anni furono arrestati dagli squadroni di Salò. Ora ci si chiede la riconciliazione, ma il problema è capire: si tratta di un dissenso radicale rispetto alle pulsioni antisemite, o soltanto di opportunismo politico? La riconciliazione ha bisogno di credibilità. E quello che abbiamo ascoltato in questo dibattito ci porta molto indietro".

Wiald,se vuoi ti ricordo i tanti incontri tra AN e la comunità israeliana o la totale condanna delle leggi razziali o la condanna da parte di Fini del razzismo ideologico mussoliano...
puoi verniciare quanto ti pare ma qui stiamo parlando di uno che era senatore di Alleanza Nazionale, e che difende mussolini e le leggi razziali.
è qual il bello. Nel partito dell'on. fini, oggi nemico di Le Pen ieri suo compagno di cene e bevute romane, possono convivere l'uso della democrazia così come le vaghe ma tenaci memorie autoritarie e nazionaliste. Per cui fa parte del governo e può essere mandato ad una manifestazione internazionale il "sempre fascista" ma "fascista buono" Mirko Tremaglia, che va in delegazione ufficiale a commemorare la battaglia di el-Alamein e fa un discorso reducistico, fuori dalla storia "Sarebbe davvero stato meglio vincerla, quella battaglia. Se si passava ad el-Alamein si poteva capovolgere la situazione". è questo che pensa il neofascismo moderato di Alleanza Nazionale? Capovolgere la storia e i suoi schiaccianti rapporti di forza, l'abissale diversità di valori? Passare, con el-Alamein , a una dittatura mondiale nazista e razzista?
"Vorrei invitare la gioventù italiana," dice il fascista buono, "a visitare el-Alamein per abbeverarsi di eroismo". e quando parla ai congressi di AN molti piangono e donna Almirante si commuove.


Il quotidiano Haaretz rivela: la storica visita dell'ex segretario del Msi avverrà il 24 e il 25 novembre. Incontrerà Sharon e visiterà il Museo dell'Olocausto.


ROMA - Ai suoi dice continuamente di "avere pazienza", ai giornalisti confessa di non "avere fretta". Ma l'attesa è finita. Il percorso di Gianfranco Fini verso il completo "sdoganamento" internazionale verrà reso solenne non a dicembre, come si vociferava, ma tra meno di venti giorni. Salvo imprevisti, l'artefice della forza nata nove anni fa sulle ceneri del Msi visiterà Israele il 24 e il 25 novembre. L'annuncio ufficiale di quella che si annuncia come una giornata storica per la destra italiana sarà dato alla metà della settimana ventura. Lo scrive, con una vistosa notizia in prima pagina, il quotidiano Haaretz . Lo conferma poco dopo l'ambasciata a Roma.

Il presidente di An sarà ricevuto con tutti gli onori dal Capo dello stato Moshe Katzav, dal premier Ariel Sharon e da altri dirigenti israeliani. Un viaggio, si diceva, atteso da anni e preceduto da gesti e aperture verso il mondo ebraico: dall'omaggio reso alle fosse Ardeatine, al viaggio ad Auschwitz, alla condanna delle leggi razziali, per concludere con la proposta di voto agli extracomunitari che ha molto ben impressionato gli ebrei italiani. "Senz'altro un'evoluzione c'é stata", ha ammesso non più tardi di ieri il rabbino emerito di Roma, Elio Toaff lasciando la Sala della Lupa della Camera dopo la presentazione del libro di Fini "L'Europa che verrà".

Più o meno le stesse cose scritte oggi su Haaretz . Il giornale qualifica Alleanza Nazionale come un partito "post-fascista" che è stato sottoposto da Fini ad una "drammatica trasformazione ideologica" in segno moderato. "Eccetto che convertirsi all'ebraismo secondo il rito ortodosso, (Fini - n.d.r.) ha compiuto quasi ogni passo possibile pur di avvicinarsi a noi (Israele - n.d.r.) e agli ebrei italiani" ha detto al giornale una fonte politica a Gerusalemme. "Molti vedono in lui il prossimo primo ministro italiano", è la chiosa dell'articolo. E per chiudere il cerchio, una volta a Gerusalemme Fini entrerà nel Museo dell'Olocausto.
lo sapevo.