Mi è venuto in mente uno strano pensiero: ma i libri uccidono il modo di esistere una persona? come di esistere intendo il suo abituale carattere, le sue idee, e altre (come le chiamavo io qualche mese prima di comprendere il vero essere umano) cavolate. Questo pensiero mi è sorto subito dopo aver letto il quinto libro della saga di Harry Potter, che stranamente mi ha fatto sentire strano, non come gli altri, ma più... come dire, inutile. Il fatto che Harry sia turbato esplicitamente da avvenimenti "veri"
() (P.S. non leggete lo spoiler se non avete finito il libro)Spoiler:
in sintesi, avvenimenti del tutto diversi dai quattro precedenti mi ha fatto sentire inutile alla società, una vera merdaccia. Non so perchè questo sia accaduto, ma so che da quando ho finito di leggere quel libro (il giorno dopo la sua uscita in tutta Italia) non mi sento bene, mi sento sempre depresso tanto che mia madre ha tutta intenzione di spedirmi a fare piscina, perchè mi crede annoiato. Io non lo sono, anche se uno vedendomi non lo direbbe, dato che la mia giornata ormai è liceo-compiti-computer-staresullettoapensarealvuoto a ruota per l'eternità. Ma non solo Harry è stato a farmi sentire male, ma anche il re degli investigatori privati, Sherlock Holmes. La sua straordinaria abilità nel risolvere le situaziopni critiche, la sua calma, mi uccidono. Mi sento sempre più inutile, leggendo storie, anche se fasulle, di persone fantastiche, magiche.
Niente, tutto qui, volevo solo fare una domanda:
Ma i libri uccidono?