Ciampi non firma la Legge Gasparri
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Discussione: Ciampi non firma la Legge Gasparri

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  1. #1
    SenzaPensieri L'avatar di Tozai
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    Ciampi non firma la Legge Gasparri

    Il testo del messaggio di Ciampi

    «In data 5 dicembre 2003, mi è stata inviata per la promulgazione la legge "Norme di principio in materia di assetto del sistema radiotelevisivo e della Rai-Radiotelevisione italiana Spa, nonché delega al Governo per l’emanazione del testo unico della radiotelevisione", approvata dalla Camera dei Deputati il 2 ottobre 2003 e approvata in via definitiva dal Senato il 2 dicembre 2003.

    Il relativo disegno di legge era stato presentato dal Governo alla Camera dei Deputati il 25 settembre 2002. Successivamente, il 20 novembre 2002, era sopraggiunta la sentenza della Corte Costituzionale n.446, che dichiarava "la illegittimità costituzionale dell’articolo 3, comma 7, della legge 31 luglio 1997, n.249 (Istituzione della Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e norme sui sistemi delle telecomunicazioni radiotelevisivo), nella parte in cui non prevede la fissazione di un termine finale certo, e non prorogabile, che comunque non oltrepassi il 31 dicembre 2003, entro il quale i programmi irradiati dalle emittenti eccedenti i limiti di cui al comma 6 dello stesso articolo 3, devono essere trasmessi esclusivamente via satellite o via cavo.

    La data del 31 dicembre era già stata indicata, come termine per la cessazione del regime transitorio di cui all’articolo 3, settimo comma, della legge 249 del 1997, dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (deliberazione numero 346 del 7 agosto 2001). Detto articolo 3 rinvia ai limiti fissati dal sesto comma dell’articolo 2 della stessa legge n.249, la dove si stabilisce che ad uno stesso soggetto o a soggetti controllati o collegati "non possono essere rilasciate concessioni né autorizzazioni che consentano di irradiare più del 20% rispettivamente delle reti televisivi o radiofoniche analogiche e dei programmi televisivi o radiofonici numerici, in ambito nazionale, trasmessi su frequenze terrestri, sulla base del piano delle frequenze".

    Tutto ciò detto in relazione alla compatibilità delle succitate disposizioni della legge in esame con la sentenza 466 del 20 novembre 2002, non posso esimermi dal richiamare l’attenzione del Parlamento su altre parti della legge che - per quanto attiene al rispetto del pluralismo dell’informazione - appaiono non in linea con la giurisprudenza della Corte Costituzionale.

    Si consideri, a tale proposito, che la sentenza della Corte Costituzionale n.826 del 1988 poneva come un imperativo la necessità di garantire "il massimo di pluralismo esterno, onde soddisfare, attraverso una pluralità di voci concorrenti, il diritto del cittadino all’informazione". E ancora, nella sentenza 420 del 1994, la stessa Corte sottolineava l’indispensabilità di "un’idonea disciplina che prevenga la formazione di posizioni domninanti".

    Nell’ambito dei principi fissati dalla richiamata giurisprudenza della Corte Costituzionale, si è mosso il messaggio da me inviato alle Camere il 23 luglio 2002". "Per quanto riguarda la concentrazione dei mezzi finanziari, il sistema integrato delle comunicazioni (Sic) - assunto dalla legge in esame come base di riferimento per il calcolo dei ricavi dei singoli operatori di comunicazione - potrebbe consentire, a causa della sua dimensione, a chi ne detenga il 20% (articolo 15, secondo comma, della legge) di disporre di strumenti di comunicazione in misura tale da dar luogo alla formazione di posizioni dominanti".

    "Quanto al problema della raccolta pubblicitaria, si richiama la sentenza della Corte Costituzionale n. 231 del 1985 che, riprendendo i principi affermati in precedenti decisioni, richiede che sia evitato il pericolo ’che la radiotelevisione, inaridendo una tradizionale fonte di finanziamento della libera stampa, rechi grave pregiudizio ad una libertà che la Costituzione fa oggetto di energica tutela’". "Si rende infine indispensabile espungere dal testo della legge il comma 14 dell’articolo 23, che rende applicabili alla realizzazione di reti digitali terrestri le disposizioni del decreto legislativo 4 settembre 2002, numero 198, del quale la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale con la sentenza 303 del 25 settembre/1 ottobre 2003.

    Per la stessa ragione, va soppresso il riferimento al predetto decreto legislativo dichiarato incostituzionale, contenuto nell’articolo 5, primo comma lettera L e nell’artico,o 24, terzo comma". "Per i motivi innanzi illustrati - conclude Ciampi - chiedo alle Camere, a norma dell’articolo 74, primo comma, della Costituzione, una nuova deliberazione in ordine alla legge a me trasmessa il 5 dicembre 2003".

    "La sentenza della corte numero 466 del 20 novembre 2002 muove dalla considerazione della situazione di fatto allora esistente, che, a suo giudizio, non garantisce... l’attuazione del principio del pluralismo informativo esterno, che rappresenta uno degli imperativi ineludibili emergenti dalla giurisprudenza costituzionale in materia. Nell’ultima delle considerazioni in diritto, la Corte precisa che "la presente decisione, concernente le trasmissioni televisive in ambito nazionale su frequenze terrestri analogiche, non pregiudica il diverso futuro assetto che potrebbe derivare dallo sviluppo della tecnica di trasmissione digitale terrestre, con conseguente aumento delle risorse tecniche disponibili’".

    "Dalla sentenza - i cui contenuti essenziali sono stati richiamati dai presidenti dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e dell’Autorità garante della concorrenze e del mercato, nelle audizioni rese alle commissioni riunite VII e IX della Camera dei Deputati il 10 settembre 2003 - discende, pertanto, che, per poter considerare maturate le condizioni del diverso futuro assetto derivante dall’espansione della tecnica di trasmissione digitale terrestre e, quindi, per poter giudicare separabile il limite temporale fissato nel dispositivo, deve necessariamente ricorrere la condizione che sia intervenuto un effettivo arricchimento del pluralismo derivante da tale espansione".

    "La legge a me inviata si fa carico di questo problema. Le norme che disciplinano l’assetto sopraconsiderato sono contenute nell’articolo 25, il cui primo comma stabilisce che, entro il 31 dicembre 2003, dovranno essere rese attive reti televisive digitali terrestri, ponendo in particolare, a carico della società concessionaria del servizio pubblico (secondo comma) l’obbligo di predisporre impianti (blocchi di diffusione) che consentano il raggiungimento del 50% della popolazione entro il primo gennaio 2004 e del 60% entro il primo gennaio 2005. L’articolo 25, terzo comma, stabilisce inoltre che ’l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, entro i dodici mesi successivi al 31 dicembre 2003, svolge un esame della complessiva offerta dei programmi televisivi digitali terrestri allo scopo di accertare: a) la quota di popolazione raggiunta dalle nuove reti digitali terrestri; b) la presenza sul mercato di decoder a prezzi accessibili; c) l’effettiva offerta al pubblico su tali reti anche di programmi diversi da quelli diffusi dalle reti analogiche’"

    "Ciò premesso, ritengo di dover formulare alcune osservazioni in merito alla compatibilità di talune disposizioni della legge in esame con la sentenza 466/2002 della Corte Costituzionale. Una prima osservazioni riguarda il termine massimo assegnato all’Autorità per effettuare detto esame: ’Entro i 12 mesi successivi al 31 dicembre 2003’ (articolo 25, terzo comma). Questo lasso di tempo - molto ampio rispetto alle presumibili occorrenze della verifica - si traduce, di fatto, in una proroga del termine finale indicato dalla Corte Costituzionale".

    "Una seconda osservazione concerne i poteri riconosciuti all’Autorità: questa, entro i 30 giorni successivi al completamento dell’accertamento, invia una relazione al governo e alle competenti Commissioni parlamentari, ’nella quale verifica se sia intervenuto un effettivo ampliamento delle offerte disponibili e del pluralismo nel settore televisivo ed eventualmente formula proposte di interventi diretti a favorire l’ulteriore incremento dell’offerta di programmi televisivi digitali terrestri e dell’accesso ai medesimi’ (articolo 25, terzo comma).

    Ne deriva che, se l’Autorità dovesse accertare, entro il termine assegnatole, che le suesposte condizioni (raggiungimento della prestabilita quota di popolazione da parte delle nuove reti digitali terrestri; presenza sul mercato di decoder a prezzi accessibili; effettiva offerta al pubblico su tali reti anche di programmi diversi da quelli diffusi dalle reti analogiche) non si sono verificate, non si avrebbe alcuna conseguenza certa. La legge, infatti, non fornisce indicazioni in ordine al tipo e agli effetti dei provvedimenti che dovrebbero seguire all’eventuale esito negativo dell’accertamento".

    "Si consideri inoltre che il paragrafo 11, penultimo capoverso, delle considerazioni in diritto della sentenza numero 466, recita: ’d’altro canto, la data del 31 dicembre 2003 offre margini temporali all’intervento del legislatore per determinare le modalità della definitiva cessazione del regime transitorio di cui al comma 7 dell’articolo 3 della legge 249 del 1997’. Ne consegue che il primo gennaio 2004 può essere considerato come il dies a quo non di un nuovo regime transitorio, ma dell’attuazione delle predette modalità di cessazione del regime medesimo, che devono essere determinate dal Parlamento entro il 31 dicembre 2003. Si rende inoltre necessario indicare il dies ad quam, e cioè il termine di tale fase di attuazione".

  2. #2
    Utente L'avatar di Barrog
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    Re: Ciampi non firma la Legge Gasparri

    Sono contento, ma ora la legge tornerà al Parlamento, non modificheranno quasi un tubo e Ciampi sarà costretto a firmarla. )
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    And let them pass right through
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  3. #3
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    Non ci speravo più.... ora per farmi felice definitivamente dovrebbe solo non firmare la legge sulla fecondazione.....
    Speriamo!

    Ciao

    Fra
    3 sono i Re, il 3° era chiamato non ti scordar di me, perchè metteva foto giganti del suo viso: rimase incastrato nel suo proprio sorriso...

  4. #4
    SenzaPensieri L'avatar di Tozai
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    Inviato da Hobbit83
    Non ci speravo più.... ora per farmi felice definitivamente dovrebbe solo non firmare la legge sulla fecondazione.....
    Speriamo!...
    Ma lì non credo che Ciampi farà storie. Quella legge è vergognosa, ma penso non ci siano elementi (dal punto di vista "costituzionale") perchè non la firmi.
    Bisognerà ricorrere al referendum...
    Cmq non andiamo off-topic.

  5. #5
    Bannato L'avatar di GUNLUCKY
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    Inviato da Tozai
    Ma lì non credo che Ciampi farà storie. Quella legge è vergognosa, ma penso non ci siano elementi (dal punto di vista "costituzionale") perchè non la firmi.
    Bisognerà ricorrere al referendum...
    Cmq non andiamo off-topic.
    Mah, molto probabilmente il referendum, se si farà, finirà con un nulla di fatto.Cmq speriamo in un pò di informazione adeguata e in un interesse collettivo su questo problema.

    In riguardo alla legge gasparri, si troverà sicuramente un' altro modo per salvare rete 4, ma almeno questa deplorevole ed ingiustificata legge troverà duro e difficile il suo cammino.

  6. #6
    Bannato L'avatar di Bobo32
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    mah, a me sembrava una delle poche leggi buone che questo governo aveva ideato....

  7. #7
    rifondista L'avatar di grullo
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    Inviato da Bobo32
    mah, a me sembrava una delle poche leggi buone che questo governo aveva ideato....


    perchè?????




  8. #8
    Utente L'avatar di BILBAO
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    articolo di fondo da Il Manifesto di oggi....NON posso che quotare l'articolo, alla luce della posizione presa, anche se le mie idee non sono propriamente quelle dell'unico quotidiano che ancora oggi si definisce comunista

    C'è un limite
    ROBERTA CARLINI
    Falso in bilancio, rogatorie, legge Cirami, lodo Schifani... Era passato tutto e di tutto, in due anni e mezzo di governo. L'annullamento di alcuni reati, il cambiamento delle regole di alcuni processi, l'elevazione al di sopra della legge di alcuni imputati. Tutto e di tutto, con la firma del presidente della repubblica. Firma ora veloce, ora sofferta, ora contrattata: ma sempre apposta a dar valore di legge generale alle varie soluzioni dei problemi privati del signor Berlusconi. Ma stavolta no. Il limite non è stato superato. Sulla legge che con un sol colpo mandava al diavolo la libertà di informazione, la Costituzione, la Corte costituzionale e il presidente della repubblica, e che consegnava al duopolio Rai-Mediaset il futuro della comunicazione in Italia - su questa legge la firma di Carlo Azeglio Ciampi non ci sarà. La legge che ieri è ritornata dal Quirinale alle camere porta l'impronta e l'essenza del berlusconismo: il connubio tra affari e politica nato sulla televisione commerciale e poi elevato a politica tout court , la democrazia requisita da un controllo della comunicazione che è insieme profitto monopolistico e strumento essenziale della conquista e della conservazione del potere. Tutto questo con la legge Gasparri viene (veniva?) perpetuato per gli anni e le tecnologie future. Tutto questo ha massacrato - anche dall'opposizione, anche negli anni del governo dell'Ulivo che niente faceva per affronatre l'emergenza - la nostra democrazia e le nostre istituzioni. Tutto questo ha indignato e fatto crescere i movimenti che, scavalcando la sinistra istituzionale, hanno portato nelle piazze la questione della democrazia. Era inevitabile che prima o poi tutto questo deflagrasse in uno scontro istituzionale della portata di quello che è cominciato ieri sera.

    Berlusconi non si è smentito, neanche ieri, minacciando neanche troppo velatamente di far rinviare di nuovo la legge per la firma così com'è. Può farlo, possono farlo, naturalmente. Lo prevede la Costituzione: se il parlamento rimanda al Quirinale la legge senza modifiche, la suprema carica dello stato non può più fare obiezioni, deve firmarla. Dopodiché ci sarà ancora la possibilità di un giudizio della Corte costituzionale a dire la parola finale. Fin qui la procedura, nel normale svolgersi di quel sistema di pesi e contrappesi tra i poteri previsto dalla nostra Costituzione e quotidianamente sconquassato dalla nostra attuale maggioranza. Ma ben prima che tutto questo iter parta, c'è il segno politico sostanziale di quanto è successo ieri. Berlusconi - non solo come persona, ma come sistema - ha trovato un limite. E' stata frenata la sua pretesa di trasformare il mandato democraticamente conferitogli dagli elettori in una chiave d'accesso universale, buona per entrare a prendere possesso di ogni angolo della cosa pubblica. Ed è probabile che i suoi alleati - a partire da quelli del partito di Gasparri - decidano di non seguirlo più nella sistemazione degli interessi personali e di portare la guerra per la successione già aperta da un pezzo anche nella discussione delle questioni Mediaset, finora intangibili.



    .....infine solo 2 parole nei confronti di chi a mio modesto parere abusa della parola regime : mi pare che in qs caso il ns presidente abbia esercitato in modo corretto il proprio diritto concesso dalla costituzione italiana, e qs atto è un chiaro esempio di come la deriva di un regime non sia proprio cosi' evidente: se il parlamento non terrà conto di qs suggerimenti allora il capo dello stato sarà obbligato per legge a firmare qs proposta di legge, che verrà esecutiva (ps un passo della costituzione che si potrebbe modificare, a mio parere).....l'iter di una eventuale opposizione alla legge sul versante costituzionale sarebbe il ricorso alla Corte Costituzionale, organismo che è proprio a guardia della attinenza alla costituzione di una legge promulgata da parlamento: mi pare che qs corte NON possa essere accusata di essere in mano alla sx o al popolo dei girotondini, alla luce della propria indipendeenza dimostrata fino ad oggi: mi pare che a livello puramente giuridico una serie di organismi garanti della rispetto della forma delle regole democratiche siano ancora presenti oggi nella ns res publica, in modo opposto a quando ci si riferisce ad un regime, regime in cui qs organismi spesso sono presenti ma hanno solo un ruolo puramente farsesco!

    .....quindi mi pare che nonostante un evidente atteggiamento "cicero pro domo sua" da aperte di qs maggioranza, almeno le istituzioni a valutazione della corretta applicazzione delle leggi siano ben radicate nel tessuto giuridico italiano

  9. #9
    Rika78
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    Il nostro presidente della Repubblica ha esercitato,giustamente secondo il mio punto di vista,un potere attribuito a lui dalla nostra Costituzione,che permette di rimandare alle Camere una legge per modficarne i contenuti ritenuti non conformi alla realtà delle cose o anche ai dettami costituzionali stessi
    La legge Gasparri non garantiva un effettivo pluralismo dell'informazione,e penalizzava fortemente altre forme di comunicazione come ad es, la carta stampata
    Riguardo a rete4 spero davvero si possa risolvere al più presto la situazione,anche perchè circa mille persone rischiano di perdere il posto

  10. #10
    SenzaPensieri L'avatar di Tozai
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    2.014
    Inviato da Rika78
    ...Riguardo a rete4 spero davvero si possa risolvere al più presto la situazione,anche perchè circa mille persone rischiano di perdere il posto
    Mmm e i dipendenti di Europa7 perchè non ce li siamo mai "coperti"?
    I lavoratori di Rete4 non rischiano affatto il posto, continueranno a fare televisione, ma sul satellite.

  11. #11
    Rika78
    Ospite
    Inviato da Tozai
    Mmm e i dipendenti di Europa7 perchè non ce li siamo mai "coperti"?
    I lavoratori di Rete4 non rischiano affatto il posto, continueranno a fare televisione, ma sul satellite.
    No Tozai
    La rete se andrà sul satellite dovrà ridimensionare l'organico per via della perdita di molti proventi pubblicitari.e si parla di circa mille persone
    Non mi sto inventando niente,ti consiglio di informarti prima di emettere sentenze

  12. #12
    SenzaPensieri L'avatar di Tozai
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    2.014
    Informati tu su Europa7 anche, così siamo più informati entrambi ...
    E poi che avranno di tanto speciale i lavoratori di Rete4?

    http://www.repubblica.it/news/ired/u..._n_564207.html

  13. #13
    Rika78
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    Inviato da Tozai
    Informati tu su Europa7 anche, così siamo più informati entrambi ...
    E poi che avranno di tanto speciale i lavoratori di Rete4?

    http://www.repubblica.it/news/ired/u..._n_564207.html
    Rete 4 non è solo Fede caro Tozai
    Ci lavorano anche semplici padri di famiglia che hanno uno stipendio con cui campare
    Se poi tu vuoi continuare sulla tua obsoleta linea propagandistica fai pure,ma non venirmi a fare la morale con Europa7,perchè siamo a livello della guerra tra disgraziati
    Posso farti altri mille esempi di realtà locali che hanno smesso di trasmettere,e che nessuno ha mai cagato,come dici tu

  14. #14
    SenzaPensieri L'avatar di Tozai
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    2.014
    Inviato da Rika78
    Rete 4 non è solo Fede caro Tozai
    Ci lavorano anche semplici padri di famiglia che hanno uno stipendio con cui campare
    Se poi tu vuoi continuare sulla tua obsoleta linea propagandistica fai pure,ma non venirmi a fare la morale con Europa7,perchè siamo a livello della guerra tra disgraziati
    Posso farti altri mille esempi di realtà locali che hanno smesso di trasmettere,e che nessuno ha mai cagato,come dici tu
    No vedo perchè usare il termine "Guerra tra disgraziati" parlando di Europa7. Si tratta invece di un diritto sacrosanto calpestato impunemente. I padri di famiglia di cui parli potranno benissimo lavorare per Europa7, credo che il proprietario ne sarebbe felice...
    Tanto io faccio propaganda e certe brillanti idee me le posso prmettere!

  15. #15
    Rika78
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    Inviato da Tozai
    No vedo perchè usare il termine "Guerra tra disgraziati" parlando di Europa7. Si tratta invece di un diritto sacrosanto calpestato impunemente. I padri di famiglia di cui parli potranno benissimo lavorare per Europa7, credo che il proprietario ne sarebbe felice...
    Tanto io faccio propaganda e certe brillanti idee me le posso prmettere!
    Dico stai scherzando o parli sul serio?
    Quello che volevo dire è che mentre un Emilio Fede continuerà a percepire il suo stipendio a 8-9 zeri anche se R4 finirà sul satellite,così non è per chi fa le riprese,l'aiuto regista o il semplice raccoglitore di veline,che vedranno a rischio il loro stipendio con molti zero in meno
    Era questo che intendevo con guerra tra disgraziati,che i poveracci,siano essi di Europa7 o R4,ci rimettono la testa
    Tu invece fai distinzioni perchè R4 fa parte dell'impero di Berlusconi,e quindi odiato,e di riflesso anche chi lavora per lui può bellamente finire in mezzo la strada
    Non penso che tutte le mille persone potranno lavorare per Europa7,che resta una realtà limitata e che non può certo permettersi organici tipo quelli delle rete Rai e Mediaset
    Ora Tozai se queste sono le tue idee brillanti,frutto di disinformazione e faziosità,preferisco non averne del tutto

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