"Mille spade", la mia seconda storia - Pag 2
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Discussione: "Mille spade", la mia seconda storia

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  1. #16
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    vi presento adesso il secondo capitolo della mia storia, ho cercato di rivederla, allungando i periodi ed inserendo maggiori parti descrittive, eccolo qua:

    Capitolo II

    Orn si svegliò dopo un lungo riposo, era quasi sera ormai. Si rizzò a sedere e svegliò Hies e suo padre: “Svegliatevi, dobbiamo tornare al villaggio: è quasi sera” e così dicendo indicò il sole che stava calando dietro le enormi montagne innevate che caratterizzavano la sua terra: “Eccoci” rispose il padre di Hies, alzandosi. Misero tutto nei sacchi e si incamminarono verso il villaggio, ancora assonnati. “MMmm…che fetore” esclamò Hies, respirando l’odore della morte senza rendersene conto: “non farci caso, i campi sono così” disse il padre, anch’egli ignaro. Passando nella piantagione di granturco si accorsero del disordine, due file erano distrutte, chicchi di mais erano sparsi a terra dappertutto e la puzza era sempre più forte.
    “GUARDATE!” fece il padre di Hies, un espressione di orrore gli si dipinse in volto e, tremante, indicò per terra un contadino morto, con il petto lacerato: “Cos’è successo!!?? Questa non è una morte naturale! Chi sarà stato?” i tre erano talmente spaventati dall’orribile visione che balbettavano quasi, e si erano fatti bianchi in volto. Il padre di Hies comincio a girare guardandosi attorno, per notare qualche dettaglio utile, i due giovani invece continuavano ad osservare il povero contadino morto: “Adesso capisco da dove proveniva la puzza..” disse Hies amareggiato.
    “VENITE!, PRESTO!” il padre di Hies agitatissimo, fece dei cenni nervosi con la mano ai due, gridandogli di raggiungerlo. Per terra, stesi vicino a lui in ordine sparso, c’erano altri contadini straziati, tutti morti: “Che tragedia! Corriamo al villaggio ad avvertirli!” i tre cominciarono a correre verso al villaggio, incrociando per strada altri morti ma senza fermarsi e, anzi, correndo sempre più veloce. Arrivati al villaggio videro il portone sfondato, ricoperto quasi interamente di sangue: Il padre di Hies si fece pallidissimo e cominciò a tremare, i ragazzi invece esaminavano il portone distrutto, anch’essi terrorizzati. Entrarono e, in un istante, videro qualcosa che li avrebbe segnati in eterno: case bruciate e distrutte, corpi mutilati a terra, sangue dappertutto e un fumo nero che si innalzava alto verso il cielo: “adesso capisco”, disse Orn: “Quel fumo! Maledizione! Non era il cuoco! Era la morte!”. I tre cominciarono a chiamare, invano, i nomi degli abitanti del villaggio “SVISAR, HELGA!” “ORDKUN, JELA!” ma si accorsero che le loro grida erano vane.
    “Cerchiamo qualche superstite” disse Hies, correndo dentro una casa distrutta, gli altri fecero lo stesso e cominciarono a cercare. “Madre!” grido Hies “dove siete!? Madre!”. Cercarono per ore fra le macerie ed i morti, trovando i corpi straziati di amici e parenti.
    “Quest’oggi” disse il padre di Hies: “La Morte in persona ci ha fatto visita” e così dicendo il volto gli si rigò di lacrime “Ma noi siamo vivi, è forse un segno degli Dei?” strinse a sé il figlio e gli baciò la fronte: “Forse qualcuno è riuscito a salvarsi, fo..forse sono scappati! Si, scappati! Non disperate” Orn cercava di tirare su di morale gli altri: “In fondo non avete trovato il cadavere di Halina” “Forse l’hanno rapita” Orn continuò, con una luce di speranza nei neri occhi lacrimosi “Già, forse è così, molte donne e bambini mancano, magari anche Elswen, la ragazza a cui vai dietro da sempre è viva, eh Hies?” Hies sorrise e diede una pacca affettuosa sulla schiena dell’amico, che sembrò rincuorato di aver visto sorridere Hies. I tre si alzarono, si sgrullarono la polvere, e guardarono il cielo rosso, come il sangue versato…
    Ultima modifica di Apo Destroys World; 8-01-2004 alle 13:04:59
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  2. #17
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    Ancora troppo veloce. Cavoli, falli respirare i personaggi, o ti schiatteranno prima del terzo capitolo
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  3. #18
    Utente L'avatar di anarkiko
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    bella rappresentazione del caos, cerca di essere ancora più cupo.l'atmosfera è ok.e aggiungi metafore (es. i suoi occhi erano tetri ma lucidi,consapevoli, sembrava un lupo fuggito dal branco,un angelo ribellato al suo dio.Combattuto ma deciso, solo ma libero...)ecco cose contrastanti ma coerenti.Un mio consiglio,cmq a mio avviso scrivi bene,nn 6 anonimo, palese

  4. #19
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    Inviato da anarkiko
    bella rappresentazione del caos, cerca di essere ancora più cupo.l'atmosfera è ok.e aggiungi metafore (es. i suoi occhi erano tetri ma lucidi,consapevoli, sembrava un lupo fuggito dal branco,un angelo ribellato al suo dio.Combattuto ma deciso, solo ma libero...)ecco cose contrastanti ma coerenti.Un mio consiglio,cmq a mio avviso scrivi bene,nn 6 anonimo, palese
    grazie mille



    Inviato da anarkiko
    bella rappresentazione del caos
    di questo sono particolarmente felice, sono stato attento il piu possibile a ricreare il chaos, il panico e la distruzione in modo realistico e coinvolgente, e a quanto pare è riuscita
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  5. #20
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    aggiungo adesso il terzo capitolo del racconto, quello che secondo me è, finora, il migliore: buona lettura

    Capitolo III-Il viaggio

    Orn si risvegliò, una tiepida luce gli illuminava il viso, il sole risplendeva ed il cielo era di un azzurro celestiale, privo di nuvole: sembrava un grande mare piatto. Il giovane si alzò in piedi ed uscì dalla tenda, accorgendosi che i suoi amici erano ancora addormentati. Girò il viso ed esaminò il portone ormai distrutto del suo villaggio, il legno era completamente sfondato e cadeva a pezzi, il rosso sangue che lo illuminava il giorno prima era diventato marrone, terroso: stava svanendo, e con quel sangue, svaniva anche il piccolo villaggio di Folkheim, nel nulla, ingoiato dalla nebbia e dai monti innevati che lo circondavano. Orn lo guardò con aria triste, in poco tempo il suo passato era stato completamente cancellato, tutta la sua vita sarebbe cambiata, lui stesso sarebbe dovuto cambiare. Guardò in cielo, neri corvi volavano gracchiando, in cerca di una carcassa da ingurgitare, il sole risplendeva come mai aveva fatto, Orn in quel momento vide gli dei. Allargò le braccia e si lasciò avvolgere dai luminosi e caldi raggi del sole, era come se il giovane fosse stato toccato dalla mano di Wotan, come un segnale divino, gli Dei stessi lo stavano graziando, lo stavano spingendo a continuare il suo viaggio. Orn svegliò i due compagni e gli porse la brocca piena d’acqua con cui lavarsi, poi, con sicurezza, cominciò a parlargli:
    “Quest’oggi, ci troviamo senza una dimora, senza la nostra gente, senza più nulla, ma non dobbiamo cedere, anzi!” i due lo guardavano fisso, aspettando che continuasse a parlare: “Dobbiamo partire, sono gli Dei stessi che ce l’hanno intimato, dobbiamo andarcene da Folkheim, dalla nostra terra verde, dobbiamo lasciarci alle spalle tutto quello che abbiamo vissuto in passato, dobbiamo trovare degli alleati, con cui combattere gli invasori Cristiani, che stanno distruggendo tutto ciò che abbiamo e ci stanno violentemente convertendo al loro potere, dobbiamo ritrovare le nostre donne ed i nostri bambini, dobbiamo sconfiggere gli oppressori e tornare alla libertà, tornare ad ammirare le nostre Montagne, i nostri Laghi, le nostre Foreste Incontaminate…” Orn continuò: “Ci dirigeremo a Sud, dove il sole è caldo, gli Dei così mi hanno detto, verso il sole, verso il caldo! Li troveremo altri villaggi, in cui raccogliere aiuto: probabilmente anche lì staranno nella nostra stessa situazione, dobbiamo combattere! OGGI è L’ALBA DI UNA NUOVA VITA! OGGI è L’ALBA DEL RISCATTO!” così dicendo Orn alzò gli occhi e al cielo, poi guardò i compagni con il furore negli occhi, e subito dopo alzò il pugno guerriero verso l’alto, cominciando a cantare. Gli amici lo seguirono, si alzarono e incominciarono anche loro la canzone, urlando a squarciagola ed alzando le braccia verso l’alto: “OH, DEI! DATECI LA FORZA DI ANDARE AVANTI! DATECI IL FURORE, DATECI LA DEDIZIONE! DATECI LA FORZA PER LA VENDETTA, PER RESPINGERE GLI OPPRESSORI! OH, DEI! NOI ANDREMO AVANTI, PER SEMPRE, I NOSTRI NOMI RIECHEGGERANNO NELL’ETERNITà!!!”
    L’ultimo, estremo saluto alla loro terra, fu dato con la sepoltura di tutti i morti trovati, tutti: i valorosi guerrieri che erano stati uccisi per difendere il villaggio, i fabbri che avevano fornito le armi, i contadini che avevano cercato di avvertire dell’attacco, gli uomini deceduti cercando di difendere la famiglia, le donne ed i bambini che non erano riusciti a scappare, o che non erano stati presi..
    La sera stessa i tre, studiarono un possibile tragitto, avevano preso dal villaggio tutto ciò che sarebbe potuto risultare utile al loro lungo viaggio: provviste, mappe, armi, vestiti, amuleti, denaro. Si sarebbero diretti a Sud, dove probabilmente erano scappati i superstiti e dove li avrebbero inseguiti i cavalieri, in due giorni di viaggio sarebbero arrivati alla rocca di Minesheim, dove avrebbero chiesto aiuto agli abitanti del villaggio, sempre che questo non fosse già stato distrutto..
    La mattina dopo, finalmente, partirono. Si erano portati appresso 4 cavalli, uno per ognuno più un altro per tenere provviste e armi. La strada era tortuosa, perennemente in discesa, circondata dal bosco che, opprimente, sembrava cercare di espandersi sempre di più verso la piccola stradina, piena di buche e gobbe. I tre non incontrarono grossi ostacoli durante il tragitto, salvo fermarsi ogni tanto per far riposare i cavalli, la sera si sarebbero accampati nella radura di Vurvnar, un enorme prato dove spesso si portavano al pascolo i greggi dei contadini.
    Il viaggio procedeva tranquillo, quando: “FERMI TUTTI, dateci il denaro e tutto ciò che avete!” una banda di briganti sbarrò la strada ad Orn e gli altri, ordinandogli di dargli tutto ciò che avevano, Hies però non sembrava affatto spaventato: “Non ne sarei tanto sicuro”, e così dicendo spronò il cavallo che corse verso i primi due briganti, colpendoli e facendoli cadere a terra, poi estrasse l’arco e con precisione tirò una freccia nella schiena di un brigante, che si afflosciò a terra. Nel mentre suo padre lo raggiunse con la mazzafionda in mano, colpendo in testa uno dei briganti che cercava di rialzarsi, Orn fece lo stesso e lanciò il suo fido pugnale nel petto di un brigante che stava correndo verso di lui con la sciabola sguainata. Poi i briganti rimasti si avvicinarono l’uno all’altro, e così fecero anche Orn, Hies e suo padre con le armi ancora puntate in avanti. I briganti rimasti erano 5 e, ancora agguerriti, ghignavano con in mano coltellacci e sciabole: “Non ne avete abbastanza?” disse Hies e così dicendo con un gesto rapido tirò fuori una freccia dalla faretra e la lanciò con l’arco colpendo uno dei briganti, che caracollò a terra sputando sangue. Il padre e Orn dai lati di Hies urlarono e cominciarono la cavalcata con le armi in pugno, ed i briganti rimasti fecero lo stesso, mentre Hies rimase dietro puntandoli con l’arco. Il padre allungò un colpo di mazzafionda in testa ad un brigante, spaccandogliela mentre un altro fu infilzato da parte a parte da Orn, che adesso si dirigeva verso gli ultimi due briganti rimasti, che furono colpiti da una pioggia di frecce lanciate da Hies, che in breve li trasformò in dei puntaspilli per i suoi dardi..
    I tre scesero da cavallo, per sincerarsi della morte di tutti i briganti, circa una decina in tutto, distesi per terra cosparsi di sangue: “Mi sembra siano morti tutti, li abbiamo massacrati!” gridò Orn con un sorriso sulla faccia, era stata la sua prima esperienza guerresca ed era parecchio esaltato dal trionfo ottenuto. “Mi pare sia così” affermò Grimmer, il padre di Hies, che stava esaminando i corpi a terra: “Prendiamogli tutto, ci sarà utile di sicuro” disse Hies, frugando nelle tasche di un cadavere: “Si hai ragione, ma non dobbiamo appesantire troppo il nostro carico” affermò il padre, osservando il cavallo che trasportava tutti i loro averi. Orn recuperò il suo coltello dal cadavere di un brigante e lo esaminò: il sangue lo ricopriva quasi interamente, l’aveva lanciato talmente forte che si era messo a girare su stesso come una rotella, e quando aveva colpito il nemico si era conficcato fino al manico dentro la sua lurida carne di ladro. “Dobbiamo muoverci, qui fra poco ci sarà il caos: i lupi verranno attratti dall’odore del sangue, ed altri briganti arriveranno per vedere cosa sia successo” così dicendo rimontò a cavallo, e, con un cenno, intimò agli altri di fare altrettanto, Vurvnar non era lontana..
    Il viaggio proseguì bene, i tre erano spavaldi dopo l’azione compiuta, e chiacchieravano tranquillamente, in attesa di raggiungere la radura di Vurvnar. La strada si fece mano mano più larga e meno infida, la radura era ormai vicina e i tre eroi, stanchissimi, pregustavano il dolce sapore di un sonno meritato quanto ambito. Quando il bosco si ritirò si aprì davanti ai loro occhi l’enorme Vurvnar, un luogo da sempre sfruttato dagli abitanti della regione: per il pascolo degli animali e, in passato, anche per la coltivazione. Recentemente era stato trascurato, e sembrava piuttosto abbandonato rispetto al passato, ma i tre sembravano molto felici di averla raggiunta, finalmente avrebbero passato una nottata tranquilla o, almeno, così pensavano…
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  6. #21
    Mvesim
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    Molto bee ora salvo, leggo e (probabilmente) domani ti dico il mio parere...


  7. #22
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    pronto anche il quarto capitolo: buona lettura

    Capitolo IV-I Giganti di Vurvnar

    Quando il bosco finì la stradina si perse nell’enorme radura, i tre finalmente erano arrivati. Stavano per scendere da cavallo quando, girando la testa, notarono un particolare raccapricciante: Un enorme gigante stava lottando contro un mago che, a colpi di incantesimi, cercava di ucciderlo. Il gigante era enorme e avrebbe potuto benissimo schiacciare il suo avversario con l’enorme piede, Hies allora si avvicinò di poco, gli altri due erano rimasti immobili a bocca aperta: prese l’arco, e lanciò una freccia che colpì il gigante sulla nuca, facendolo sobbalzare. Il mostro si girò, perdendo di vista il mago, e cominciando a correre verso Hies: “ATTENTO! TI STA CORRENDO IN CONTRO” gli gridò il padre, ma il ragazzo non sembrò curarsene e lanciò un’altra freccia che colpì il gigante sul petto, senza scalfirlo minimamente. Il mago lo raggiunse con un salto acrobatico e gli lanciò un incantesimo: un raggio giallo uscì dal suo bastone e colpì il mostro, che, nonostante la botta, continuava a correre verso Hies. Il ragazzo era pietrificato e non sembrava nemmeno sentire le urla dei suoi compagni, il mago cercava di tenere a bada il bestione che però non sembrava badarci e, anzi, avanzava più velocemente, finchè non si trovo quasi faccia a faccia con ragazzo, che, con un gesto istintivo, saltò dal cavallo ruzzolando a terra. Il gigante aveva allungato la gigantesca mano in quel momento per prendere Hies, ma trovò solo il cavallo che si sbilanciò in dietro e alzò le zampe anteriori, con un nitrito di terrore. Il mostro lo afferrò stretto e lo lanciò con una forza immane, facendolo volare verso gli alberi. Hies provò a rialzarsi e, in quel momento, fu colpito dal dorso della gigantesca mano del mostro, volando per qualche metro per poi cadere violentemente a terra. Il mago allora gli si serrò davanti e gli lanciò una scarica di incantesimi, ferendolo ripetutamente. Orn e Grimmer si precipitarono a soccorrere Hies, svenuto, mentre il mago ed il gigante sostenevano una lotta all’ultimo sangue. Il mago sembrava non dare tregua al mostro, che cadde in ginocchio, producendo un onda d’urto che fece cadere a terra anche gli altri, che si trovavano a parecchi metri di distanza. Il combattimento continuava fra magie lucenti e schizzi di sangue, finchè il mago non sfoderò un potentissimo incantesimo, un fuoco fucsia uscì dal suo potente bastone, e come un fulmine, schizzò addosso all’enorme gigante, scaraventandolo a metri di distanza, fra gli alberi, la botta gliene fece crollare due addosso e, un terzo, gli si conficcò nella schiena, trapassandolo. Un vomito di sangue gli uscì dalla bocca, il mago aveva vinto.
    A passi veloci si diresse verso i tre che, per la botta, erano rimasti intontiti. Hies era ancora svenuto e gli altri due cercavano di rianimarlo “Hies! Svegliati figliolo, su forza, non puoi morire! Dai, da bravo, alzati!” poi Grimmer alzò gli occhi verso il mago: “Aiutaci, stregone, ti prego!” il mago intimò ad Orn di portare dell’acqua per il suo amico: “Bene, bagnagli la fronte e piano piano le cornee, se non si dovesse svegliare ci penso io”. Mentre Orn procedeva Grimmer, che teneva il figlio disteso appoggiato alle ginocchia, chiese: “Chi siete mago, e come vi chiamate?” il mago lo guardò e, dopo un attimo di silenzio disse: “Il mio nome è Rivar, sono un Maestro delle Rune Guardiano”. Poi indicò Hies, che stava aprendo gli occhi e disse: “Adesso spostatevi, e non vi preoccupate..” i due si alzarono e si misero ai lati del mago, che puntò il bastone verso il ragazzo, sussurrando una formula: un raggio verde partì e s’insinuò nel corpo di Hies: “Che stai facendo, stregone! Co..cosa stai facendo??” “Zitto e non ti preoccupare” il mago azzittì Grimmer e gli mostrò i risultati del suo incantesimo: Hies si alzò in un secondo e, stiracchiandosi, disse: “Non mi sono mai sentito meglio!”. Grimmer guardò Rivar con un sorriso di gratitudine, poi questo incominciò a parlare:
    “Sono qui perché mi è stata assegnata la guardia di questa pianura, devo difendere il sentiero dall’attacco dei giganti.” “I Giganti hanno cominciato a venire qui, per nutrirsi di contadini e di animali, è per questo che questa radura è stata abbandonata. Molti eserciti hanno cercato di contrastare la loro furia, ma sono stati spazzati via dalla loro forza, così gli uomini hanno dovuto abbandonare questa terra prolifica. Ciò nonostante, servono dei maghi per proteggere il sentiero dai loro attacchi, e per placare la loro furia altrimenti, come è successo in passato, ogni passante sarebbe stato divorato dai giganti, compromettendo le vie di collegamento fra la regione di Folkheim e quella di Minesheim.” “Quanti sono questi giganti?” chiese timidamente Orn, Rivar rispose: “Eheh, ragazzo, sono figli degli Dei, sono infiniti, ma non immortali per fortuna” Orn rispose: “Ma gli Dei non si arrabbieranno per questo?” Rivar sorrise: “Forse, ma noi dobbiamo preoccuparci di restare vivi, gli Dei capiranno, fin’ora l’hanno fatto..” Hies li interruppe: “Dov’è il mio cavallo? Che fine ha fatto? Non ricordo..” Rivar guardò la foresta: “è morto, il gigante l’ha scaraventato nella foresta, sarà ridotto in briciole adesso, eheh” poi aggiunse: “A te è andata bene, ragazzo mio, di solito quando un gigante colpisce c’è poco da fare, questi orribili mostri hanno ucciso interi eserciti solo sbattendo i pugni a terra..”
    “Preparatevi!” disse Rivar: “Ne arrivano altri!”
    Dalla foresta uscì un enorme gigante, ancora più grosso del precedente, e si guardò attorno: girandosi a sinistra notò il cadavere dell’altro gigante, e poi individuò la causa della sua morte: gli umani. Alzò la testa al cielo, si protese in avanti e lanciò un urlo infernale, simile al suono di un corno da guerra: dietro di lui apparsero altri due Giganti.
    Rivar si rivolse agli altri: “Prendete tutte le armi, preparatevi alla battaglia, forza, armatevi per bene e che lo scontro abbia inizio!” così dicendo prese il bastone lo alzò al cielo e, ad un tratto ai piedi dei giganti cominciarono ad uscire allo scoperto dei piccoli esseri, sembravano dei giganti in miniatura, armati di lance, un esercito enorme in miniatura che cominciò a correre verso i 4.. “Chi sono quelli?” chiese Orn, Rivar lo guardò “Sono i figli..”
    Hies protese l’arco in avanti e un dardo schizzò colpendo in pieno uno dei mostriciattoli che, per la botta, cadde all’indietro a pancia all’aria: adesso la battaglia iniziava veramente..
    Hies cominciò a sparare una pioggia di frecce versi i piccoli mostri, Orn li colpiva con spada e coltello, spesso tagliandoli in due o riducendoli in polvere, Grimmer li colpiva con la sua mazzafionda facendogli saltare la testa o distruggendoli completamente. Rivar invece puntava il suo bastone verso il primo gigante e lanciò un raggio luminoso che lo colpì in pancia, rimanendo incastonato nel suo stomaco, il gigante sbalzò all’indietro puntando il raggio verso la luna, poi si girò e colpì con il raggio un altro gigante, che urlò per il dolore. Hies stava massacrando i mostri, e gli amici lo coprivano: Orn si trovò circondato, allungò un fendente e ne uccise uno, altri due gli saltarono addosso ma li trafisse e poi si lanciò sui rimasti, tagliando la testa ad entrambi con un colpo a due mani, Grimmer invece non faticava ad avere la meglio sui piccoli mostri e, con dei colpi ben assestati, gli spaccava la testa in mille pezzi. Il primo gigante cadde in ginocchio sotto i ripetuti colpi del mago, e l’onda d’urto fece cadere a terra tutti i presenti, compresi i figli, tranne gli altri giganti. Quando i figli cominciavano a farsi meno pericolosi i tre si lanciarono in avanti e raggiunsero il mago: Grimmer tirò una lancia e colpì sulla fronte il primo gigante, che sobbalzò all’indietro per il colpo, mentre Hies e Rivar lo riempivano di colpi senza dargli tregua. Orn invece, non essendo munito di armi da lancio, rimase più indietro a massacrare i figli dei giganti, uno per uno, con veloci fendenti di spada e colpi di pugnale e, così facendo, rammentava le parole dell’oste con un sorriso di soddisfazione, forse avrebbe potuto veramente diventare un guerriero, infondo cominciava a piacergli..
    Grimmer tirava con forza decine di lance addosso al primo gigante, mentre gli altri due rimanevano dietro ad aspettare di entrare in azione. Rivar gli lanciò addosso un potente incantesimo che lo fece ricadere in ginocchio: “GUERRIERI! È VOSTRO ORMAI, VE LO LASCIO!” così gridando si avventò su un altro gigante, mentre Orn, Hies e Grimmer massacravano di colpi quello ferito a morte. Il gigante con il raggio in pancia si dimenava e cercava di liberarsi di quell’incantesimo che, dovunque l’avesse puntato, avrebbe distrutto. Volgendosi a terra il raggio colpì frantumando il terreno e facendolo spaccare in due parti: molti dei figli caddero nella voragine: “ATTENTI VOI TRE A NON CADERE!” gridava Rivar mentre lottava furiosamente contro i due giganti.
    Gli altri invece furono furbi a spingere il gigante massacrato verso la voragine, facendolo cadere quando ormai era esanime, dopo la scarica di colpi ricevuta. Si avventarono poi sul gigante col raggio in pancia, con cautela.
    Rivar urlò: “TERRA CHIUDITI!” e questa cominciò a smuoversi, chiudendo la voragine, come una cicatrice rimarginata. Mentre Hies e suo padre lottavano con un gigante, Orn si ritrovò a combattere di fianco al mago, che cercava di rassicurarlo: “stai tranquillo, l’ho in pugno, non fare mosse azzardate” ma Orn guardava il mostro con un epico furore, e senza perdere tempo gli corse incontro, poi saltò conficcando la sua spada nel petto verdastro del gigante, che con una manata cercò di liberarsene. Rivar urlò: “PERCHé L’HAI FATTO! SCIOCCO RAGAZZO, ATTENTO!” il gigante colpì Orn che con urlo mollò la presa e cadde a terra. Il mostro stava per schiacciarlo con il suo enorme piede quando Rivar con uno strattone portò Orn sotto il gigante, fra le sue gambe, il mostro si guardava intorno cercando di capire dove fossero finiti i due: “I giganti sono grandi, ma sono anche tanti stupidi” e così dicendo Rivar sorrise, poi puntò il suo bastone verso l’orribile mostro e lanciò un raggio giallo, che colpì il gigante in pieno, trapassandolo, fino ad uscirgli dalla bocca, protesa verso l’alto: il mostro era paralizzato e guardava la luna, con il raggio luminoso che lo aveva trapassato e che si spegneva nel cielo, un secondo, un urlo, e il gigante esplose, un esplosione luminosa, poi si disperse nel nulla..
    Un ultimo gigante era rimasto, già ferito dai colpi di Grimmer e Hies, che erano riusciti a domarlo, adesso si doveva scontrare anche con Rivar e Orn, che in quel momento stava recuperando la sua spada. L’ultimo gigante fu colpito ripetutamente, sbattè ad un albero ed un braccio gli volò sul petto e venne tagliato dal raggio luminoso. Urlò e guardò il braccio ferito, poi si abbassò e puntò il braccio sui 4, Rivar con un salto acrobatico gli arrivò all’altezza della faccia e gli lanciò una scarica di fuoco, facendolo dimenare. Il mostro ruggì e mentre il mago stava ricadendo atterra gli puntò contro il raggio, sfiorandolo e facendolo precipitare con una botta. Gli altri tre lo guardarono stramazzare a terra e si lanciarono contro il mostro con tutta la loro forza, colpendolo ripetutamente. Il mostro fece l’errore di cadere e chinarsi, il raggio infatti, riflettuto sulla terra, gli rimbalzò in pancia trapassandolo. Chino per terra il gigante mugugnò, il sangue gli sgorgava dalla bocca, Grimmar gli si avvicinò e con un urlo gli spinse una lancia sulla fronte, trapassandolo e facendola uscire dalla nuca, un esplosione illuminò il cielo.
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  8. #23
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    gradirei qualche commento ( anche negativo ^_^ )
    non male dai.. a parte che dovresti fare un po' più di pratica col paint

    mi son perso la tua prima però (

  9. #24
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    Troppo AD&D fa male.
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  10. #25
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    mai giocato ad AD&D in vita mia
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  11. #26
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    Allora troppo poco
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  12. #27
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    Allora troppo poco
    comunque il 4to è l'unico capitolo in cui appaiono elementi fantasy..
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  13. #28
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    Capitolo V-Verso Minesheim

    L’alba, timidamente, si alzò nel cielo, l’oscurità spari per lasciar spazio alla lucentezza mattutina. Dopo un intera notte di lotte i quattro, esausti, erano crollati a terra, dopo aver vinto la durissima battaglia. I giganti erano morti, spariti, distrutti completamente, ma anche i vincitori ne erano usciti malconci: Rivar era svenuto dopo il colpo subito, Hies aveva un’enorme ferita sulla gamba sinistra, in seguito alla lotta con uno dei figli dei giganti, che lo aveva colpito con la sua lancia, Orn era stremato, l’armatura distrutta e la faccia completamente rossa di sangue, Grimmer aveva subito vari colpi, e sembrava in pessime condizioni. Tuttavia erano riusciti a sopravvivere, a superare la nottata contro mostri divini, ed era andata anche fin troppo bene. Adesso sarebbero dovuti ripartire, verso Minesheim, e sicuramente avrebbero cercato di convincere Rivar ad aiutarli.
    Il solle riscaldava lievemente i loro volti insanguinati, ed una lieve brezza mattutina gli smuoveva i lunghi capelli, finalmente c’era calma, tranquillità, nessun pensiero: solo riposo dopo un’eroica impresa notturna. Il primo ad alzarsi fu Orn, aprì gli occhi e fu accecato dalla luce del sole, poi si sincerò delle condizioni dei compagni infine, aiutandosi con un braccio, si alzò a sedere. Si guardò le ferite, il sangue si stava seccando e le ferite non erano troppo gravi.
    Hies aprì gli occhi e tossì lievemente, girò la testa, infastidito dal sole, ma dopo poco si arrese e si alzò, con un sonoro sbadiglio. Guardò Orn: “Che battaglia… incredibile!”
    Orn: “Sono distrutto, abbiamo rischiato veramente grosso ‘sta notte..”
    Hies: “Che soddisfazione uccidere quei piccoletti a colpi di frecce, cadevano uno dopo l’altro all’indietro..
    Orn: “ già, io li tagliavo in due con ogni colpo…e poi quei giganti, che lotta!”
    Hies: “Mai visto esseri così grandi , abbiamo rischiato veramente grosso…”
    Orn: “Sono pieno di ferite, devo sciacquarmi, passami la borraccia..”
    Hies si alzò e prese la borraccia dal dorso del cavallo, poi la lanciò all’amico: “Toh!”
    Orn: “Grazie” si rovesciò un po’ d’acqua sulle mani fangose, dopo di che se le portò alla faccia..
    Hies: “Mio padre ed il mago ancora dormono, devono essere più esausti di noi..mio padre ormai ha una certa età Eheh
    Orn porse la borraccia all’amico: “Sciacquati va che sei tutto sporco, eheh
    Un cavallo nitrì: Grimmer e Rivar aprirono gli occhi, e si portarono a sedere
    Rivar: “Ohi, ohi! La mia testa! Che è successo? Che ore sono?”
    Orn: “è mattina, ce l’abbiamo fatta, abbiamo ucciso tutti i giganti!”
    Rivar sorrise, poi si guardò intorno: “Bene, vuol dire che il mio compito qua è finito...”
    “Perché non vienite con noi, mago?” esordì Grimmer: “Stiamo andando a Minesheim a cercare alleati con cui combattere gli invasori cristiani: hanno distrutto Folkheim, il nostro villaggio, e hanno rapito molte delle nostre donne e bambini. Un abile stregone come voi ci sarà di grosso aiuto, nel nostro viaggio verso la vendetta”
    Rivar lo guardò, e dopo un breve silenzio: “Beh..non saprei, sinceramente noi maghi di solito agiamo in gruppo, bisogna avere l’appoggio di tutti…”
    Grimmer: “Bene, vorrà dire che avremo l’appoggio di tutto voi, no?”
    Rivar si morse il labbro: “E sia, infondo è un caso di emergenza, gli attacchi stanno giungendo da tutte le direzioni, Folkheim non è l’unico villaggio ad essere stato distrutto e convertito..in altre circostanze vi avrei detto di no, ma accetto, anche se devo parlare con tutti gli altri maghi del reame..”
    I tre sorrisero, erano felici di quella notizia, un’allenza contro gli oppressori, altre mani con cui combattere gli europei invasori..
    Grimmer: “Bene, ci dirigeremo verso Minesheim, dove potrete contattare gli altri maghi, di sicuro i nostri “vicini” ci ospiteranno, i nostri due villaggi sono sempre stati in pace fra di loro.
    Verso mezzogiorno partirono, il viaggio non gli avrebbe portato via più di mezza giornata, sarebbero stato a Minesheim verso sera..
    Rivar: “la strada non è lunga, basta proseguire dritti fra le montagne di Isamn e Orehm, appena dietro c’è il villaggio di Minesheim.”
    Orn: “A Minesheim sanno già dell’imminente attacco europeo?”
    Rivar: “Da quel che so, si stavano già organizzando per una difesa del villaggio, il loro re, Ivar, stava stipulando delle alleanze con i villaggi di Virgulv e Blodhamn”
    Hies: “Da dove attaccheranno gli invasori?
    Rivar: “Provengono da sud, ma hanno già occupato anche la parte occidentale del paese, tutte le regioni del nord-est scandinavo sono ancora libere, anche se per poco..”
    Rivar: “Sono più forti, più organizzati, hanno armi ed armature migliori, sono molti di più, fra qualche anno controlleranno tutta la regione, non c’è molto da fare se non morire per difendere la nostra identità, la nostra religione, le nostre usanze..”
    Rivar: “In passato eravamo noi del nord ad attaccare l’impero del mediterraneo, le orde barbariche provenienti dalla regione germanica misero a ferro e fuoco persino Roma..”
    Orn e Hies erano impressionati dalla cultura dello stregone, e lo pregavano di continuare a parlare:
    Orn: “Continuate..
    Rivar: “L’avvento della nuova religione, la religione cristiana, ha unito tutto l’occidente contro gli infedeli, che devono essere convertiti al Cristianesimo, con la forza anche..”
    La discussione durò a lungo, e, apprendendo quello che il mago diceva, i due giovani incorporavano ancora più rabbia verso gli invasori. Finalmente, verso sera, superate le due enorme montagne, intravidero il portone di Minesheim.
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  14. #29
    Io SO! Tu impara, quindi L'avatar di iamalfaandomega
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  15. #30
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