Valhalla Rising
di Nicolas Winding Refn
Ho deciso di vederlo dopo il commento di Enrico IV e quelli successivi.
E' difficile parlarne, e soprattutto è difficile parlarne bene. Volendo riassumere la trama non saprei bene cosa dire, perché anche in quel poco che succede sullo schermo ci sono pochissime coordinate; sappiamo solo che un guerriero muto e con un occhio solo si libera dai suoi aguzzini dopo averli massacrati, poi, insieme a un ragazzino, si unisce a un piccolo gruppo di "crociati" diretti in terra santa. Questa temibile armata di sei o sette persone ha però dei seri problemi ad orientarsi, infatti la nave su cui viaggiano li porta da tutt'altra parte, probabilmente nel nord America.
Qui il film perde la bussola, se mai ne ha avuta una, e i personaggi cominciano a fissare l'orizzonte e a sproloquiare, però ognuno parla con se stesso e non presta alcuna attenzione a quello che dicono gli altri. Si insomma, diciamolo chiaramente, la seconda parte del film ricorda le scene di Amore e Guerra dove vengono parodiati i drammi da camera di Ingmar Bergman.
"One-Eye mi ha parlato, ha detto che siamo all'inferno"
"Io sono qui per vedere i miei figli, loro sono morti in battaglia"
"Non abbiamo trovato la Terra Santa, ma questa sarà la mia nuova Gerusalemme, tu sarai il mio consigliere spirituale"
"Hahahah"
"Grano, enormi campi di grano, gigantesche distese di grano dorato."
E così via... Peccato eh, perché l'inizio era incoraggiante, soprattutto visivamente. E' tutto molto sporco e fisico, come dovrebbe essere un film "storico" di questo tipo, dalla violenza brutale e spietata dei combattimenti, alle vallate perennemente inondate dalla nebbia e ricoperte dal fango in cui i protagonisti vivono e si trascinano. Ma dal punto di vista narrativo è una presa in giro, non bastano i silenzi e qualche interrogativo filosofico lanciato nel vuoto a fare una storia che vale la pena di essere girata.