Tony Hawk's Pro Skater 3 (PC)
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Discussione: Tony Hawk's Pro Skater 3 (PC)

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  1. #1
    vuole solo la juveh!1!1!! L'avatar di Vulcan Raven
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    Tony Hawk's Pro Skater 3 (PC)

    Nella fretta di postarla non l'ho macno riletta, ditemi che ne pensate!


    Tony Hawk’s Pro Sakter 3
    Quando penso alla parola “skateboard” me ne viene in mente subito un’altra: dolore. Inutile negare che la maggior parte dei filmati che, raramente, ci vengono proposti dalle varie emittenti nazionali non sono altro che un collage di tuffi, capitomboli e voli da paura che mettono in serio pericolo l’incolumità dello spericolato atleta. Tuttavia è altrettanto innegabile che skateboard significa anche spettacolari evoluzioni, abiti all’ultimo grido, musica a palla e tante belle pulzelle da impressionare. Catturare tutto lo spirito di questa grande americanata è stata sempre un’impresa alquanto ardua per la maggior parte degli sviluppatori di videogiochi. Carpire quel qualcosa, accendere quella miccia capace di divertire chiunque sembrava un’impresa titanica, ma come dimostrato dalla Neversoft, non impossibile. E così nasce la serie Tony Hawk’s Pro Skater, partorita dalla florida mente di appassionati veri di questo sport su rotelle. L’impatto che ebbe sulla mia amata PSX fu sconvolgente: grafica al massimo, sonoro pomposo, giocabilità alle stelle. Dopo gli orrori si Street Sk8er e soci, finalmente arrivò un capolavoro, il capostipite di una serie arrivata da poco al quarto capitolo su PC. Prima di tuffarsi nell’ultima incarnazione, sarebbe un peccato perdersi la terza, ormai in versione budget, che ha comunque ancora molto da offrire. Uscito meno di due anni fa, nel momento d’oro delle DirectX8, Tony Hawk’s Pro Skater 3 (da qui in avanti solo thps3, per convenienza) pone un vero e proprio muro dal punto di vista tecnico col passato: se il secondo episodio conservava le stesse godurie grafiche che lo avevano reso famoso su console, il terzo capitolo poteva vantare un look ben più affascinante e ricco di vari effetti estetici di sicuro impatto. Ora gli skater hanno sembianze umanoidi più realistiche e i loro movimenti non paiono più artificiosi ma molto più naturali che in passato. E ci mancherebbe altro. Le immagini sono limpide e pulite, con una serie di locazioni a volte davvero enormi e ricche di luci di ogni tipo. L’interattività con l’ambiente circostante, sebbene limitata, non manca e crashare qualche bel vetro sarà cosa fattibile. Ogni area di gioco presenta, per dirla terra-terra, due zone: quella dove avviene l’azione vera e propria e quella di “contorno”. Spiego: le arene sono completamente tridimensionali in ogni loro componente, ma una volta fuori dallo schema di gioco, gli sfondi diventano una bella accozzaglia di pixel in 2D dove però non potremo sbizzarrirci dato che verremo catapultati immediatamente nel settore di gioco principale. Lo sk8er sullo schermo è disegnato sempre con grande cura per i particolari. L’abbigliamento svolge anche qui, come nella realtà, un ruolo fondamentale, non tanto nel campo dell’abilità, ma piuttosto in quel qualcosa che fa la differenza tra un tipo cool e un ragazzaccio qualunque (ogni riferimento a Carrot_89 è puramente casuale). Le varie combinazioni di modelli e di colori possibili per ogni capo d’abbigliamento ed accessorio sono pressocchè illimitate e alcuni gadget sono presenti con semplice scopo caricaturale: come non menzionare a questo proposito lo stupendo cilindro a stelle e strisce del venerabile Zio Sam, gli occhiali da secchione, le pinne e la maschera da sub ed altre piacevoli amenità. Tutti questi piccoli particolari contribuiscono a stampare sui visi di noi giocatori sorriseti ironici involontari, quasi si stia assistendo ad un film comico. La colonna sonora è assolutamente eccezionale, senza dubbio la parte migliore del gioco stesso. Lo stile punk-rockettaro che accompagna le peripezie dello spericolato di turno è assolutamente superbo e pone i giusti accenti alle acrobazie più spettacolari. Sentire un meraviglioso strimpellio durante una mirabolante combo da centoventimila punti è una sensazione impareggiabile. Inoltre anche la varietà della colonna sonora si assesta su ottimi livelli. Ma qual è il vero fulcro di ogni gioco di skateboard che si rispetti? Ma la modalità carriera, of course! Quella di thps3 prevede una sorta di giro del mondo in nove tappe, vedendo la tavola di legno con rotelle protagonista a Los Angeles, in Canada, in una ridente cittadina di nome Suburbia, in un Aeroporto ed altro ancora, arrivando persino in una fonderia! Ognuno degli scenari prevede il conseguimento di nove obiettivi principali, e, secondariamente, il recupero di stat points (utili a migliorare le carettiristioche tecniche del pazzoide di turno) e di una nuova, very cool, skin segreta per la nostra tavola. Nel campo degli obiettivi fissati nel briefing di “inizio missione”, figurano alcuni target che definire assurdi è dir poco. Far annegare un impiegato della fonderia, seppellire un bulletto di periferia con una montagna di neve, staccare la lingua di un piroetto da un palo ghiacciato (non mi riferisco al passatempo invernale di Carrot), distruggere un museo, non sono propriamente delle imprese tipiche degli sk8ters (anche se piazzando una tavola sotto piedi di CandySkull tutto diventa lecito). Altri obiettivi, decisamente più “normali”, prevedono il conseguimento di un determinato punteggio, cosa che nelle ultime fasi di gioco diventa quasi impossibile (a proposito, vi sfido a battere il mio record di un milione settantamila punti a “Cruise Ship”) e purtroppo terribilmente frustrante. Gli obiettivi possono variare in base allo stile dello sk8er impersonato. Esistono infatti due categorie di “scheiters”: gli street e i vert. Se i primi sono i padroni assoluti dell’asfalto e del grind (dove, per dirla alla Carrot, dovrete far strusciare le rotelline su pali, fili et similia), i secondi sono invece degni rivali delle aquile di Vez (che bevono solo acqua Pr4ta) in quanto a maestria in aria, con spettacolari e remunerative combo volanti. In base allo stile dell’atleta in campo dicevamo, il gioco richiederà determinate mosse da eseguire per poter considerare un obiettivo completato. Col raggiungimento di un determinato numero di target conquistati, si rendono disponibili i livelli successivi, tra i quali non mancano le vere competizioni, con tanto di medaglie, contro altri avversari gestiti dalla CPU. Fin qui nulla di male, nessun tasto dolente che possa giustificare un qualunque giudizio finale negativo sul prodotto. Ma purtroppo i nei non mancano di certo. Partiamo con la giocabilità, che risente troppo del fatto che il prodotto sia una conversione da console. Sebbene giocare risulti piuttosto intuitivo fin dai primi momenti, si sente la mancanza troppo spesso di un joypad con tanto di dual shock incorporato. Controllare l’equilibrio dell’atleta durante un grind si rivela così piuttosto complicato col solo ausilio di una tastiera ed effettuare le combo non è mai intuitivo come si vorrebbe. La sensibilità inferiore dei tasti della tastiera rispetto ai pulsanti di un “giostic” analogico pesa molto sul fattore frustrazione, che troppe volte salta fuori in modo inevitabile. La voglia di giocare scaturita dal raggiungimento degli obiettivi, tende così a scemare lentamente, rendendo forse inutile la presenza della miriade di personaggi segreti (tra i quali non mancano lollate pazzesche) e di filmati da sbloccare (favolosi quelli che riprendono gli errori degli sk8ers protagonisti del gioco). Una volta terminato una volta infatti, la potenziale longevità eccezionale, viene ridimensionata dalla prospettiva di dover riaffrontare situazioni non proprio piacevoli e piuttosto snervanti. Certo, è anche vero che per alcuni giocatori questa situazione possa risultare come una spinta in più per superare i proprio limiti virtuali, ma tale ragionamento non vale assolutamente per tutti. Inoltre a volte alcuni fastidiosi bug grafici portano a starne compenetrazioni e sfarfallii non proprio gradevoli. Traendo le somme, si tratta senza dubbio di un prodotto in grado di regalare attimi impareggiabili, sia dal punto di vista della soddisfazione personale, sia dal punto di vista dalla frustrazione, adatto agli amanti delle americanate, meglio se muniti di joypad.





    Grafica 8
    Sonoro 9
    Giocabilità 7
    Lonegevità 7
    Globale 7

    +sonoro da favola
    +trovate molto ironiche
    +a tratti divertentissimo….

    -….altre volte frustrante
    -alcune imperfezioni grafiche qua e là
    - joypad quasi indispensabile

    consigliato a…gli amanti di questo genere di sport
    sconsigliato a…gli impazienti amanti della giocabilità senza complicazioni

  2. #2
    vuole solo la juveh!1!1!! L'avatar di Vulcan Raven
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    avendo riletto frettolosamente, ho trtovato qualche errore di battitura, rimedio subito.


    Tony Hawk’s Pro Sakter 3
    Quando penso alla parola “skateboard” me ne viene in mente subito un’altra: dolore. Inutile negare che la maggior parte dei filmati che, raramente, ci vengono proposti dalle varie emittenti nazionali non sono altro che un collage di tuffi, capitomboli e voli da paura che mettono in serio pericolo l’incolumità dello spericolato atleta. Tuttavia è altrettanto innegabile che skateboard significa anche spettacolari evoluzioni, abiti all’ultimo grido, musica a palla e tante belle pulzelle da impressionare. Catturare tutto lo spirito di questa grande americanata è stata sempre un’impresa alquanto ardua per la maggior parte degli sviluppatori di videogiochi. Carpire quel qualcosa, accendere quella miccia capace di divertire chiunque sembrava un’impresa titanica, ma come dimostrato dalla Neversoft, non impossibile. E così nasce la serie Tony Hawk’s Pro Skater, partorita dalla florida mente di appassionati veri di questo sport su rotelle. L’impatto che ebbe sulla mia amata PSX fu sconvolgente: grafica al massimo, sonoro pomposo, giocabilità alle stelle. Dopo gli orrori si Street Sk8er e soci, finalmente arrivò un capolavoro, il capostipite di una serie arrivata da poco al quarto capitolo su PC. Prima di tuffarsi nell’ultima incarnazione, sarebbe un peccato perdersi la terza, ormai in versione budget, che ha comunque ancora molto da offrire. Uscito meno di due anni fa, nel momento d’oro delle DirectX8, Tony Hawk’s Pro Skater 3 (da qui in avanti solo thps3, per convenienza) pone un vero e proprio muro dal punto di vista tecnico col passato: se il secondo episodio conservava le stesse godurie grafiche che lo avevano reso famoso su console, il terzo capitolo poteva vantare un look ben più affascinante e ricco di vari effetti estetici di sicuro impatto. Ora gli skater hanno sembianze umanoidi più realistiche e i loro movimenti non paiono più artificiosi ma molto più naturali che in passato. E ci mancherebbe altro. Le immagini sono limpide e pulite, con una serie di locazioni a volte davvero enormi e ricche di luci di ogni tipo. L’interattività con l’ambiente circostante, sebbene limitata, non manca e crashare qualche bel vetro sarà cosa fattibile. Ogni area di gioco presenta, per dirla terra-terra, due zone: quella dove avviene l’azione vera e propria e quella di “contorno”. Spiego: le arene sono completamente tridimensionali in ogni loro componente, ma una volta fuori dallo schema di gioco, gli sfondi diventano una bella accozzaglia di pixel in 2D dove però non potremo sbizzarrirci dato che verremo catapultati immediatamente nel settore di gioco principale. Lo sk8er sullo schermo è disegnato sempre con grande cura per i particolari. L’abbigliamento svolge anche qui, come nella realtà, un ruolo fondamentale, non tanto nel campo dell’abilità, ma piuttosto in quel qualcosa che fa la differenza tra un tipo cool e un ragazzaccio qualunque (ogni riferimento a Carrot_89 è puramente casuale). Le varie combinazioni di modelli e di colori possibili per ogni capo d’abbigliamento ed accessorio sono pressocchè illimitate e alcuni gadget sono presenti con semplice scopo caricaturale: come non menzionare a questo proposito lo stupendo cilindro a stelle e strisce del venerabile Zio Sam, gli occhiali da secchione, le pinne e la maschera da sub ed altre piacevoli amenità. Tutti questi piccoli particolari contribuiscono a stampare sui visi di noi giocatori sorriseti ironici involontari, quasi si stia assistendo ad un film comico. La colonna sonora è assolutamente eccezionale, senza dubbio la parte migliore del gioco stesso. Lo stile punk-rockettaro che accompagna le peripezie dello spericolato di turno è assolutamente superbo e pone i giusti accenti alle acrobazie più spettacolari. Sentire un meraviglioso strimpellio durante una mirabolante combo da centoventimila punti è una sensazione impareggiabile. Inoltre anche la varietà della colonna sonora si assesta su ottimi livelli. Ma qual è il vero fulcro di ogni gioco di skateboard che si rispetti? Ma la modalità carriera, of course! Quella di thps3 prevede una sorta di giro del mondo in nove tappe, vedendo la tavola di legno con rotelle protagonista a Los Angeles, in Canada, in una ridente cittadina di nome Suburbia, in un Aeroporto ed altro ancora, arrivando persino in una fonderia! Ognuno degli scenari prevede il conseguimento di nove obiettivi principali, e, secondariamente, il recupero di stat points (utili a migliorare le carettiristioche tecniche del pazzoide di turno) e di una nuova, very cool, skin segreta per la nostra tavola. Nel campo degli obiettivi fissati nel briefing di “inizio missione”, figurano alcuni target che definire assurdi è dir poco. Far annegare un impiegato della fonderia, seppellire un bulletto di periferia con una montagna di neve, staccare la lingua di un pirletto da un palo ghiacciato (non mi riferisco al passatempo invernale di Carrot), distruggere un museo, non sono propriamente delle imprese tipiche degli sk8ters (anche se piazzando una tavola sotto piedi di CandySkull tutto diventa lecito). Altri obiettivi, decisamente più “normali”, prevedono il conseguimento di un determinato punteggio, cosa che nelle ultime fasi di gioco diventa quasi impossibile (a proposito, vi sfido a battere il mio record di un milione settantamila punti a “Cruise Ship”) e purtroppo terribilmente frustrante. Gli obiettivi possono variare in base allo stile dello sk8er impersonato. Esistono infatti due categorie di “scheiters”: gli street e i vert. Se i primi sono i padroni assoluti dell’asfalto e del grind (dove, per dirla alla Carrot, dovrete far strusciare le rotelline su pali, fili et similia), i secondi sono invece degni rivali delle aquile di Vez (che bevono solo acqua Pr4ta) in quanto a maestria in aria, con spettacolari e remunerative combo volanti. In base allo stile dell’atleta in campo dicevamo, il gioco richiederà determinate mosse da eseguire per poter considerare un obiettivo completato. Col raggiungimento di un determinato numero di target conquistati, si rendono disponibili i livelli successivi, tra i quali non mancano le vere competizioni, con tanto di medaglie, contro altri avversari gestiti dalla CPU. Fin qui nulla di male, nessun tasto dolente che possa giustificare un qualunque giudizio finale negativo sul prodotto. Ma purtroppo i nei non mancano di certo. Partiamo con la giocabilità, che risente troppo del fatto che il prodotto sia una conversione da console. Sebbene giocare risulti piuttosto intuitivo fin dai primi momenti, si sente la mancanza troppo spesso di un joypad con tanto di dual shock incorporato. Controllare l’equilibrio dell’atleta durante un grind si rivela così piuttosto complicato col solo ausilio di una tastiera ed effettuare le combo non è mai intuitivo come si vorrebbe. La sensibilità inferiore dei tasti della tastiera rispetto ai pulsanti di un “giostic” analogico pesa molto sul fattore frustrazione, che troppe volte salta fuori in modo inevitabile. La voglia di giocare scaturita dal raggiungimento degli obiettivi, tende così a scemare lentamente, rendendo forse inutile la presenza della miriade di personaggi segreti (tra i quali non mancano lollate pazzesche) e di filmati da sbloccare (favolosi quelli che riprendono gli errori degli sk8ers protagonisti del gioco). Una volta portato a termine una volta infatti, la potenziale longevità eccezionale, viene ridimensionata dalla prospettiva di dover riaffrontare situazioni non proprio piacevoli e piuttosto snervanti. Certo, è anche vero che per alcuni giocatori questa situazione possa risultare come una spinta in più per superare i proprio limiti virtuali, ma tale ragionamento non vale assolutamente per tutti. Inoltre a volte alcuni fastidiosi bug grafici portano a strane compenetrazioni e sfarfallii non proprio gradevoli. Traendo le somme, si tratta senza dubbio di un prodotto in grado di regalare attimi impareggiabili, sia dal punto di vista della soddisfazione personale, sia dal punto di vista della frustrazione, adatto agli amanti delle americanate, meglio se muniti di joypad.

    Grafica 8
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    Giocabilità 7
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    +sonoro da favola
    +trovate molto ironiche
    +a tratti divertentissimo….

    -….altre volte frustrante
    -alcune imperfezioni grafiche qua e là
    - joypad quasi indispensabile

    consigliato a…gli amanti di questo genere di sport
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  3. #3
    .: Solo Perugia :. L'avatar di CARROT_89
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  4. #4
    vuole solo la juveh!1!1!! L'avatar di Vulcan Raven
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    me recita il mea culpa. che ne pensi?

  5. #5
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    Sei peddonato , picciotto

  6. #6
    vuole solo la juveh!1!1!! L'avatar di Vulcan Raven
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    non floddiamo, che ne pensi suuuuuuuuuuuuu?

  7. #7
    Utente L'avatar di anamichiN1
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    domani la leggo..chissà dove hai trovato il gioco?

  8. #8
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    chissà dove hai trovato il gioco?
    Mah, chissà era in versione budget e l'ha comprato

  9. #9
    vuole solo la juveh!1!1!! L'avatar di Vulcan Raven
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    Mah, chissà era in versione budget e l'ha comprato
    mah, chissà chi mi ha consigliato di comprarlom quando stavo nel letto con la varicella....

  10. #10
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    mah, chissà chi mi ha consigliato di comprarlom quando stavo nel letto con la varicella....
    il candy ?

  11. #11
    vuole solo la juveh!1!1!! L'avatar di Vulcan Raven
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    il candy ?
    no...
    quando ero nel letto un mio compagno di classe col quale mi misi a messaggiare mi parlò di questo gioco. è quello che ti ho presentato in chat l'altra sera. cmq già te lo dissi non ricordi?

  12. #12
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    no...
    quando ero nel letto un mio compagno di classe col quale mi misi a messaggiare mi parlò di questo gioco. è quello che ti ho presentato in chat l'altra sera. cmq già te lo dissi non ricordi?
    ROTFL , quel lamer? vabbè, basta di flooddare
    la rece è fatta bene, ma usa i termini italiani quando possibile. "rompere" è meglio di "crashare"

  13. #13
    Utente L'avatar di Diddy
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    Bella Vulcano!

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