I costi di uscita dall'euro
  • In diretta da GamesVillage.it
    • News
    • -
    • In Evidenza
    • -
    • Recensioni
    • -
    • RetroGaming
    • -
    • Anteprime
    • -
    • Video
    • -
    • Cinema

Pag 1 di 3 123 UltimoUltimo
Visualizzazione risultati da 1 a 15 di 45

Discussione: I costi di uscita dall'euro

Cambio titolo
  1. #1
    Utente L'avatar di Marko
    Registrato il
    10-02
    Messaggi
    37.169

    I costi di uscita dall'euro

    Apro un bel topic perché non se ne può più di sentire fiumi di ignoranza scorrere su questo argomento. Così a chi rompe le scatola ci sarà un bel topic da linkare.

    Quando si parla di costi di uscita dall'euro sono solito linkare questa immagine:

    Spoiler:


    In quell'immagine si parla di costo stimato per l'Italia di break-up dell'euro attorno al 12% del PIL in due anni.
    Ma è interessante analizzare anche altre fonti.

    Mario Seminerio scrive sul suo blog di «aver rinvenuto una nota di ricerca del settembre 2011 della banca svizzera UBS sulla eventualità di fuoriuscite dalla moneta unica, e sulle conseguenze di tali eventi. Non è il Verbo ma una serie di congetture ragionate che conducono ad esiti verosimili, date le premesse. Leggetela con calma e tentate di metabolizzarla, potrà servirvi.»

    Si tratta di un report breve (17 pagine) ma molto interessante che consiglio a tutti. Per chi non mastica bene l'inglese o è particolarmente sfaticato ne traduco qui i punti salienti per noi più interessanti sperando che arricchiscano la prospettiva di tutti. Se potete leggete però tutto il pdf per avere una panoramica completa e adeguata.


    Report sulla fine dell’euro (estratto)


    I dibattiti popolari sul break-up dell'euro sottostimano considerevolmente le conseguenze di un avvenimento del genere. Il costo di abbandono dell'euro per un paese 'debole' è significativo. Tra le conseguenze vi sono il default dello Stato, i default aziendali, il crollo del sistema bancario e il crollo del commercio internazionale. Ci sono basse possibilità che la svalutazione possa offrire un qualche tipo di assistenza. Stimiamo che l'abbandono dell'euro da parte di un paese 'debole' comporterebbe per la sua popolazione un costo pro-capite compreso tra circa 9.500 e 11.500 euro nel primo anno, e negli anni successivi un costo pro-capite probabilmente compreso tra i 3.000 e i 4.000 euro annui. Ciò equivarrebbe a una perdita del PIL tra il 40 e il 50% nel primo anno.

    Il costo economico dell'operazione sarebbe, per diversi motivi, la minore preoccupazione per gli investitori riguardo un break-up dell'euro. La frammentazione dell'unione monetaria comporterebbe costi politici. L'influenza internazionale dell'Europa in qualità di 'soft power' cesserebbe (e il concetto stesso di 'Europa' come area integrata perderebbe di significato). È importante anche notare che quasi nessuna unione monetaria moderna basata su valuta fiat (cioé valuta cartacea, non vincolata a materie prime) si è disintegrata senza alcune forme di governo autoritario o militare, o di guerre civili.

    L'idea che uno Stato che abbandona l'euro possa immediatamente ottenere un vantaggio competitivo tramite la svalutazione della moneta di nuovo conio non trova plausibile riscontro nella realtà. Il resto dell'area euro (e il resto dell'Unione europea) difficilmente guarderebbe alla secessione di uno dei paesi membri con indifferenza. Nel caso in cui la nuova moneta si deprezzi del 60% rispetto all'euro, è molto plausibile che l'eurozona imporrebbe una tariffa doganale del 60% (o anche più alta) verso gli export del paese in uscita dall'area. La Commissione europea fa esplicito riferimento alla questione affermando che se un paese membro abbandonasse l'euro "compenserebbe" ogni fluttuazione della moneta di nuovo conio. È anche importante notare che uscire dall'eurozona comporterebbe l'uscita dall'UE, annullando quindi gli accordi commerciali con il resto d'Europa.

    Riteniamo che un paese 'debole' che abbandoni l'euro vedrebbe la propria valuta deprezzarsi del 60% contro l'euro. Per fare un paragone appropriato dobbiamo considerare i dissesti dell'America latina - l'Argentina o l'Uruguay all'inizio di questo secolo. Una perdita di valore della moneta tra il 50 e il 60% ci appare ragionevole se considerato sotto questo aspetto.

    I default sovrani e aziendali conseguenti genererebbero un aumento del premio al rischio per l'accesso al credito - ammesso che il sistema bancario nazionale sia in qualche modo in grado di erogare credito. Facendo una stima molto conservativa ciò comporterebbe un aumento di 700 punti base (+7%) del premio al rischio. Qualora il sistema bancario fosse completamente paralizzato (possiamo trovare un precedente nell'Argentina o nel crollo del sistema bancario statunitense durante il crollo dell'unione monetaria americana negli anni 1932-33) il costo di accesso al credito sarebbe di fatto infinito. Nel caso di estrema paralisi della finanza, non esisterebbe accesso al credito.

    Riteniamo che l'attività commerciale diminuirebbe del 50%. Il dato si basa sulle conseguenze della secessione dall'UE e su una qualche forma di imposizione di barriere doganali da parte dell'UE per compensare la svalutazione della moneta da parte dell'ex paese membro.

    Riteniamo infine che il fallimento del sistema bancario comporterà dei costi. Basandoci su quanto accaduto in Argentina il costo di ricapitalizzazione del sistema bancario verrebbe sostenuto dai correntisti. Il governo argentino forzò la conversione dei depositi in dollari in pesos con il vecchio tasso di cambio ufficiale, e quindi procedette a svalutare contro il dollaro. Il meccanismo preciso non è importante, ma dà un'idea della dimensione dello shock economico e del costo di stabilizzazione del sistema bancario. In questo caso, con una svalutazione del 60%, ipotizziamo un equivalente perdita del 60% del valore dei depositi nel sistema. Ovviamente dobbiamo anche ipotizzare una corsa allo sportello prima che la secessione abbia luogo. Considerando un prelievo del 50% dei depositi prima della secessione (o prima che il sistema bancario venga reso inaccessibile in anticipazione della secessione) dobbiamo quindi parlare di imposizione di un costo del 60% sul 50% dei depositi correnti.

    Utilizzando i paesi del sud Europa come punto di riferimento, possiamo quindi ipotizzare una stima molto vaga del costo di uscita dall'euro. In base ai fattori considerati un paese che abbandoni l'euro dovrebbe attendersi un costo pro-capite compreso tra i 9.500 e gli 11.500 euro in fase di secessione dall'eurozona. È importante ricordare che mentre il costo di ricapitalizzazione delle banche è una tantum, il costo del premio al rischio e della stagnazione commerciale è da sostenersi anche negli anni successivi. Diciamo quindi che il costo economico iniziale sarebbe compreso tra i 9.500 e gli 11.500 euro pro-capite, e successivamente tra i 3.000 e i 4.000 euro annui pro-capite.

    Queste sono stime conservative. Le conseguenze economiche di disordini civili, secessione interna al paese che abbandona l'euro, ecc. non sono compresi in questi valori.

    Aggiungo inoltre questo articolo del 6/3 su un eventuale referendum sull'euro:

    Euro, e se facessimo il referendum?
    Default e crack delle banche, disastro totale


    di Mario Seminerio – Il Fatto Quotidiano

    Nei giorni scorsi, Beppe Grillo ha parlato della necessità di tenere un “referendum sull’euro”, per restituire ai cittadini la sovranità perduta. Nobile intento, scalfito dal fatto che un referendum sull’euro non può essere celebrato, poiché coinvolge trattati internazionali. Il punto vero è cosa ci attenderebbe se assumessimo la decisione di uscire dalla moneta unica.

    Intanto, occorre sgombrare subito il campo da un pericoloso malinteso: il parallelo con l’uscita della lira dallo Sme, nel 1992. All’epoca avevamo una banca centrale in grado di stampare moneta, ed una nostra divisa. Uscire da un accordo di cambio (o sganciarsi da una divisa forte, come fece l’Argentina nel 2001) è tecnicamente assai più facile che non lasciare una moneta unica condivisa con altri paesi.

    Anni addietro l’economista Barry Eichengreen si esercitò a simulare la fuoriuscita proprio del nostro paese dall’euro. Dal momento della decisione del parlamento di lasciare la divisa unica, scriveva Eichengreen, famiglie ed imprese sposterebbero i propri depositi in altre banche dell’Eurozona, scatenando una corsa agli sportelli del sistema bancario nazionale, che finirebbe rapidamente in dissesto. In tale circostanza sarebbe impossibile ottenere l’assistenza della Banca centrale europea come prestatore di ultima istanza. Servirebbe, quindi, l’adozione di feroci controlli sui movimenti di capitale, da parte del paese in uscita dall’euro ma anche dal “blocco tedesco”, i cui membri dovrebbero introdurre in fretta una nuova divisa per evitare che gli spalloni italiani giungano in Baviera con bauli di euro. In altri termini, andrebbe distinto il contante tedesco da quello italiano.

    Molte aziende sarebbero poi dissestate dal nuovo sistema valutario. Le multinazionali, ad esempio, tendono ad avere una sussidiaria di tesoreria che gestisce l’indebitamento in modo centralizzato. Spesso la giurisdizione delle passività è quella olandese, e l’Olanda finirebbe nel gruppo dell’euro-marco. Ciò vorrebbe dire un enorme aumento dell’onere del debito per le imprese coinvolte. Servirebbero quindi degli imponenti salvataggi: il sistema finirebbe travolto dalla illiquidità e da dispute legali sulla giurisdizione nazionale di attività e passività, trascinando con sé il sistema bancario nazionale.

    Ipotizziamo invece che obiettivo grillino sia quello di ridurre l’onere del servizio del debito, oggi pari a circa il 6 per cento del Pil. Ciò in astratto sembrerebbe non necessitare di fuoriuscite dall’euro ma “solo” di ristrutturare il debito sovrano, cioè di fare default, magari confidando nella presenza di un avanzo primario, che in teoria dovrebbe “isolarci” dai mercati dei capitali. In questo caso, tuttavia, avremmo il fallimento pressoché immediato del nostro sistema bancario, inzeppato di titoli di stato, che andrebbe quindi nazionalizzato, con costi stratosferici. In quel caso ci servirebbe una banca centrale autonoma ed indipendente, per stampare la moneta necessaria per sostenere questi enormi costi. E si torna al via, l’uscita dall’euro. Come si vede, un rompicapo.

    Altra tesi cara a Grillo è che noi saremmo trattenuti nell’euro per il tempo necessario a “rimborsare le banche tedesche e francesi dei titoli di stato italiani da esse possedute”. Ma neppure questo è vero: negli ultimi mesi, dopo la presa di posizione di Mario Draghi, capitali europei ed extraeuropei sono tornati ad affluire sui nostri Btp, riducendo rendimenti e spread: altro che rimborso. Se si propone una narrativa serve anche tenerla aggiornata alla luce della realtà, oppure si compiono solo inganni a danno della popolazione credula e spaventata.
    Ultima modifica di Marko; 6-03-2013 alle 11:09:18

  2. #2
    kLLB^
    Ospite
    Il mito della svalutazione sarà tra i piu duri a morire dato che si fa sin dalla notte dei tempi, diciamo che finche si attribuirà questa crisi al "libero mercato" e alle banche, laggente chiederà SEMPRE una moneta nazionalizzata perchè li fa sentire sicuri, protetti, un po come con gli ospedali e la sanità pubblica.

    Piu che di questo il dibattito, se fossimo persone intelligenti (non parlo di GV ma della massa in generale) dovrebbe spostarsi su come migliorare l'Euro.

  3. #3
    I Hope I Never Get Sober. L'avatar di Antorugby10
    Registrato il
    06-07
    Località
    Reggio Calabria
    Messaggi
    15.837
    Nello sciagurato caso che qualcuno voglia fare avvenire una cosa del genere, il miglior modo per preservare i propri soldi quale sarebbe?
    Trasferirli su un conto americano cambiando in dollari nel caso uno abbia questa possibilità?

  4. #4
    Utente L'avatar di Marko
    Registrato il
    10-02
    Messaggi
    37.169
    Citazione Antorugby10 Visualizza Messaggio
    Nello sciagurato caso che qualcuno voglia fare avvenire una cosa del genere, il miglior modo per preservare i propri soldi quale sarebbe?
    Trasferirli su un conto americano cambiando in dollari nel caso uno abbia questa possibilità?
    Cito direttamente dal report: l'unico modo per tutelarsi da un break-up dell'euro è non detenere alcun asset in euro.
    Ovvero nessun conto corrente, nessun titolo, nessuna proprietà.

    E attenzione, il report specifica anche che i soldi devono venire non solo convertiti, ma proprio portati oltreconfine. Se apri un conto in dollari in una banca americana ma in una filiale italiana il gioco non funziona perché lo Stato può far convertire in maniera coatta tutti i conti in qualunque valuta di tutte banche e/o filiali registrate in quello Stato. Quindi devi proprio aprire un conto all'estero.
    Ultima modifica di Marko; 4-03-2013 alle 22:04:04

  5. #5
    I Hope I Never Get Sober. L'avatar di Antorugby10
    Registrato il
    06-07
    Località
    Reggio Calabria
    Messaggi
    15.837
    Citazione Marko Visualizza Messaggio
    Cito direttamente dal report: l'unico modo per tutelarsi da un break-up dell'euro è non detenere alcun asset in euro.
    Ovvero nessun conto corrente, nessun titolo, nessuna proprietà.

    E attenzione, il report specifica anche che i soldi devono venire non solo convertiti, ma proprio portati oltreconfine. Se apri un conto in dollari in una banca americana ma in una filiale italiana il gioco non funziona perché lo Stato può far convertire in maniera coatta tutti i conti in qualunque valuta di tutte banche e/o filiali registrate in quello Stato. Quindi devo proprio aprire un conto all'estero.
    Si ecco, appunto parlavo di possibilità, insomma, avendo qualcuno che vive negli USA, trasferire il denaro a loro.
    Speriamo di non arrivare mai ad una cosa del genere.
    Ultima modifica di Antorugby10; 4-03-2013 alle 22:02:32

  6. #6
    #maiunagioiasolotristezza L'avatar di Clavus
    Registrato il
    06-06
    Località
    In tutto il mondo.......
    Messaggi
    58.463
    Chi apre un c/c presso una banca estera?



    Inviato dal mio iPad con Tapatalk HD

  7. #7
    kLLB^
    Ospite
    Citazione Marko Visualizza Messaggio
    Cito direttamente dal report: l'unico modo per tutelarsi da un break-up dell'euro è non detenere alcun asset in euro.
    Ovvero nessun conto corrente, nessun titolo, nessuna proprietà.

    E attenzione, il report specifica anche che i soldi devono venire non solo convertiti, ma proprio portati oltreconfine. Se apri un conto in dollari in una banca americana ma in una filiale italiana il gioco non funziona perché lo Stato può far convertire in maniera coatta tutti i conti in qualunque valuta di tutte banche e/o filiali registrate in quello Stato. Quindi devi proprio aprire un conto all'estero.
    Tutto il conto depositato in oro in qualche caveau di una banca di Singapore
    Ultima modifica di kLLB^; 4-03-2013 alle 22:06:24

  8. #8
    Utente L'avatar di Marko
    Registrato il
    10-02
    Messaggi
    37.169
    Citazione Clavus Visualizza Messaggio
    Chi apre un c/c presso una banca estera?
    Se si torna a elezioni io penso di farlo

  9. #9
    Inno alla gioia L'avatar di IL CONTE
    Registrato il
    10-02
    Messaggi
    23.307
    Citazione Clavus Visualizza Messaggio
    Chi apre un c/c presso una banca estera?



    Inviato dal mio iPad con Tapatalk HD

    Se guardi piazzapulita lo fai domattina. Imprenditori che chiedono allo stato di nazionalizzare mps e di acquistare i titoli di stato allo 0,75% per decreto!
    Ultima modifica di IL CONTE; 4-03-2013 alle 22:13:37

  10. #10
    johnny freak
    Ospite
    Va beh tanto dopo l'ultima spesa io non ho più un cazzo.

  11. #11
    kLLB^
    Ospite
    Citazione Antorugby10 Visualizza Messaggio
    Si ecco, appunto parlavo di possibilità, insomma, avendo qualcuno che vive negli USA, trasferire il denaro a loro.
    Speriamo di non arrivare mai ad una cosa del genere.
    Comunque gli USA dovrebbero essere l'ultimo posto in cui aprire un C/C, sinceramente. Forse loro han vita piu breve dell'UE (dipendono da un solo uomo pero)

    Cioe la mia gmail è intasata da newsletter di consigli su come trasferire i propri soldi VIA dagli USA in posti sicuri in caso di probabile crash.
    Ultima modifica di kLLB^; 4-03-2013 alle 22:18:31

  12. #12
    I Hope I Never Get Sober. L'avatar di Antorugby10
    Registrato il
    06-07
    Località
    Reggio Calabria
    Messaggi
    15.837
    Citazione kLLB^ Visualizza Messaggio
    Comunque gli USA dovrebbero essere l'ultimo posto in cui aprire un C/C, sinceramente. Forse loro han vita piu breve dell'UE (dipendono da un solo uomo pero)

    Cioe la mia gmail è intasata da newsletter di consigli su come trasferire i propri soldi VIA dagli USA in posti sicuri in caso di probabile crash.
    Spiega.
    EDIT: Pure mp se è troppo ot.
    Ultima modifica di Antorugby10; 4-03-2013 alle 22:19:45

  13. #13
    #maiunagioiasolotristezza L'avatar di Clavus
    Registrato il
    06-06
    Località
    In tutto il mondo.......
    Messaggi
    58.463
    Citazione IL CONTE Visualizza Messaggio
    Se guardi piazzapulita lo fai domattina. Imprenditori che chiedono allo stato di nazionalizzare mps e di acquistare i titoli di stato allo 0,75% per decreto!
    Ho appena girato dopo che nessuno ha detto che il referendum non si può fare.
    Trasmissione inutile.
    Che madre natura ci protegga


    Inviato dal mio iPad con Tapatalk HD

  14. #14
    Utente L'avatar di Marko
    Registrato il
    10-02
    Messaggi
    37.169
    Citazione Antorugby10 Visualizza Messaggio
    Spiega.
    EDIT: Pure mp se è troppo ot.
    Lol non hai mai letto kLLB sull'argomento?

    Comunque i conti oltre che in euro si possono aprire solo in dollari o in sterline, ma dell'UK mi preoccuperebbe l'eccessivo legame con l'economia continentale. Oppure in materie prime, come dice kLLB, ma questo è ovviamente più "rischioso" (non per lui).

  15. #15
    Antizanzare L'avatar di Autan
    Registrato il
    06-11
    Località
    Bel posto
    Messaggi
    4.041
    ah ecco non sono l'unico che sta guardando piazza pulita
    So please please please
    Let me, let me, let me
    Let me get what I want
    This time


Pag 1 di 3 123 UltimoUltimo

Regole di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •