Spero sia per voi una lettura interessante
VICENDE STORICHE
Alcuni etnologi ritengono che i Fenici siano di origine camitica e quindi che appartengano alla stessa razza degli Egizi. Altri, invece, li considerano semiti, della stessa famiglia etnica degli Ebrei.
La lingua e le caratteristiche somatiche dei Fenici sembrerebbero confermare la seconda ipotesi.
Originariamente i Fenici abitavano forse le coste del Golfo Persico, ma, ancora prima della guerra di T.roia, emigrarono verso occidente per stanziarsi lungo le coste mediterranee.
Giustino afferma che la loro migrazione fu dovuta ad un cataclisma - probabilmente un terremoto - ma forse la causa fu un contrasto coi popoli circostanti, se non, più semplicemente, lo spirito d'avventura che sempre contraddistinse la razza fenicia.
Comunque i Fenici non erano un popolo siriano.
Erodoto dice che essi stessi sostenevano di provenire dal Mar Rosso.
La data in cui avvenne la trasmigrazione sulle coste siriane non è precisabile. I sacerdoti del tempio di Ercole (Melqart) dissero ad Erodoto, che si trovava in Fenicia nel V secolo a.C., che Tiro era stata fondata da 2300 anni.
Stando a questi dati, lo stanziamento fenicio sulla costa risalirebbe al 2800 a.C.
Fra il 1600 ed il 1200 a.C. la Fenicia intratteneva strette relazioni con l'Egitto e, forse, ne era addirittura dipendente. Questo stato di cose si protrasse fino alla metà del XIII secolo a.C., quando la potenza egizia decadde.
In questa fase storica, Sidone fu la città più importante, poi venne scalzata da Tiro, che fu il centro principale fino al IX secolo a.C.
Quando l'Assiria prese ad espandersi verso occidente, la Fenicia ne divenne tributaria e infine cadde anche sotto il suo dominio politico. Riacquistò l'indipendenza nel VII secolo a.C., ma venne ripresa subito dopo dagli Egizi e dai Babilonesi.
Nel 527 a.C. si sottomise al re persiano Cambise e divenne parte del suo impero, pur mantenendo un proprio governo ed una propria legislazione.
Dopo un periodo in cui le relazioni coi Persiani sembrarono amichevoli, verso la metà del IV secolo, si distaccò dalla Persia e quando quest'ultima cedette al Macedone, dovette affrontare l'esercito di Alessandro, cui presto si sottomise, eccezion fatta per Tiro, che sostenne un memorabile assedio.
Nella fase storica successiva il paese si grecizzò sempre più, per quanto alcune sue città conservassero la propria individualità.
Nel 69 a.C. la Fenicia, insieme con la Siria, passò sotto il dominio romano.
POLITICA
In Oriente le città fenicie erano governate da re che si trasmettevano il potere per via ereditaria, come è indicato dalla titolatura regale registrata nelle iscrizioni.
Tiro rappresentò per un certo tempo un'eccezione, perchè, nel VI secolo, venne governata da magistrati detti "sufeti", che erano eletti dal popolo, restavano in carica un anno ed erano generalmente due. La loro era una carica civile, non militare: sovrintendevano alle relazioni internazionali, avevano funzioni legislative, amministrative e giudiziarie.
Col passaggio all'età del Ferro, il potere regio nelle città-stato dei Fenici venne limitato dall'ascesa delle classi mercantili, ma il sovrano conservò le funzioni religiose e sacerdotali che costituivano una sua prerogativa e continuò a preoccuparsi della costruzione degli edifici sacri.
La regina godeva di privilegi particolari, poteva esercitare la reggenza e riferirsi a se stessa e all'erede usando il plurale.
All'amministrazione di corte presiedeva un governatore, che si affiancava ad un comandante militare.
Nelle città fenicie della madrepatria c'erano assemblee degli anziani, ma la loro funzione esatta non è nota. Invece più dettagliati sono i resoconti sulle istituzioni di Cartagine, dove si ha notizia di due assemblee elettive: il Senato e la Corte dei Cento.
Nelle colonie si parla anche di assemblee del popolo, alle quali spettava l'elezione dei sufeti e dei comandanti militari.
L' ESERCITO
Probabilmente le città-stato fenicie reclutarono truppe mercenarie dall'Anatolia per fronteggiare gli attacchi degli Assiri. Queste truppe, che utilizzavano in battaglia i carri, erano principalmente costituite da fanti armati di lance, daghe, asce. Parrebbe che la difesa personale fosse leggera, dato che elmi e scudi appaiono raramente nei rilievi e sono stati rinvenuti in scarso numero nelle tombe.
Agivano sul campo di battaglia anche squadre di arcieri.
I carri da guerra, trainati da una pariglia, trasportavano un solo arciere ed erano muniti di affilate lame laterali, con le quali falciavano i nemici, con la manifesta funzione di disgregare le file avversarie. Ma per agire efficacemente il carro aveva bisogno di un vasto spazio di accelerazione, quale era quello costituito dai territori pianeggianti della Mesopotamia, e per questo i carri furono poco utilizzati in Occidente, dove vennero invece sostituiti dagli elefanti da guerra.
La traccia più antica di attività militare fenicia è stata riscontrata in Sardegna e risale ad un periodo fra il VII ed il VI secolo a.C. Nelle tombe sono infatti stati trovati lance, spade e pugnali.
La marina militare era un'altra formidabile arma. Già nel I millennio a.C. le città-stato fenicie vantavano navi da guerra con molte file di rematori (la tradizione vuole che fossero i Sidonii ad inventare la trireme). Le ciurme erano composte solo da Fenici e a bordo c'erano tre ufficiali. Le battaglie navali avvenivano sotto costa e la formazione di assalto era lineare o convessa. Si tentava di sfondare le chiglie nemiche con i rostri.