[storia] - Pag 4
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Discussione: [storia]

Cambio titolo
  1. #46
    GRIM & FROSTBITTEN L'avatar di Wrathchild
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    X DEVIL 87

    Dimmi dove devo mandarti il documento integrale (non copiare quello che ho postato perchè ha un format che fa schifo rispetto alla mia creazione)
    Den norrøne rasen må slakte de andre når blåmennene dunker for tungt på vår dør.

  2. #47
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    Intanto ti faccio i miei complimenti ed intanto aspettiamo Vegeth...che magari potrebbe fare ancora qualcosa no?






    Cosa vuole dire la tua firma Wrathchild?

    Ða wearð borda gebræc. Brimmen
    wodon guðe gegremode; gar oft þuhrwod
    fæges feorhhus. Forð ða eode Wistan,
    þurstanes suna, wið þas secgas feaht;
    he wæs on geþrang hyra þreora bana,
    ær him Wigelines bearn on þam wæle læge.
    Þær wæs stið gemot.
    Si vive per scoprire nuova bellezza, di solito tanta quanta se ne dimentica.

    - Half Devil -

  3. #48
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    Leggete che bello Simonide che rende onore ai trecento spartani morti contro i 300 mila di Dario nella 2nd guerra persiana:

    Dei morti alle Termopili
    è gloriosa sorte, il fato è bello:
    non la tomba, ma un’ara;
    non lamenti, ma il ricordo;
    non compianto, ma lode.
    Si vive per scoprire nuova bellezza, di solito tanta quanta se ne dimentica.

    - Half Devil -

  4. #49
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    Dimmi dove devo mandarti il documento integrale (non copiare quello che ho postato perchè ha un format che fa schifo rispetto alla mia creazione)
    manda pure a me
    “Dunque, la vera e perfetta comprensione del bello nell'arte non può ottenersi se non attraverso la visione degli originali stessi e, più che altrove, a Roma. A tutti quelli che dalla natura sono stati dotati della capacità di comprendere il bello e che a ciò sono stati sufficientemente istruiti, è da augurarsi che facciano un viaggio in Italia. Fuori di Roma bisogna, come molti amanti, contentarsi d'uno sguardo e d'un sospiro, cioè apprezzare il poco e il mediocre.”[J.J.Winckelmann];

  5. #50
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    vegeth85

    manda pure a me
    Nn vuoi più fare nulla Veg? Hai fatto roma ed ora ti rigiri i pollici?
    Si vive per scoprire nuova bellezza, di solito tanta quanta se ne dimentica.

    - Half Devil -

  6. #51
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    Devil 87

    Hai fatto roma ed ora ti rigiri i pollici?
    esatto! più che altro ho pochissimo tempo...
    “Dunque, la vera e perfetta comprensione del bello nell'arte non può ottenersi se non attraverso la visione degli originali stessi e, più che altrove, a Roma. A tutti quelli che dalla natura sono stati dotati della capacità di comprendere il bello e che a ciò sono stati sufficientemente istruiti, è da augurarsi che facciano un viaggio in Italia. Fuori di Roma bisogna, come molti amanti, contentarsi d'uno sguardo e d'un sospiro, cioè apprezzare il poco e il mediocre.”[J.J.Winckelmann];

  7. #52
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    Devil 87

    Intanto ti faccio i miei complimenti ed intanto aspettiamo Vegeth...che magari potrebbe fare ancora qualcosa no?






    Cosa vuole dire la tua firma Wrathchild?

    Ða wearð borda gebræc. Brimmen
    wodon guðe gegremode; gar oft þuhrwod
    fæges feorhhus. Forð ða eode Wistan,
    þurstanes suna, wið þas secgas feaht;
    he wæs on geþrang hyra þreora bana,
    ær him Wigelines bearn on þam wæle læge.
    Þær wæs stið gemot.

    "Ci fu schianto di scudi. I Vichinghi avanzarono
    rabbiosi di guerra; lancia spesso trapassò
    corpo di destinato. Si portò avanti Wistan,
    figlio di Thurstan, si battè con i nemici;
    nella mischia fu l'uccisore di tre di loro,
    prima che il figlio di Wigelin giacesse fra i caduti.
    Fu accanito lo scontro."


    Il testo, tratto dalla Battaglia di Maldon, NON è in Norreno, ma in Old English, che si parlava durante la presenza vichinga in Inghilterra. Per questo ci sono molte affinità con il danese antico e il norreno dell'ovest.
    Den norrøne rasen må slakte de andre når blåmennene dunker for tungt på vår dør.

  8. #53
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    Wrathchild

    "Ci fu schianto di scudi. I Vichinghi avanzarono
    rabbiosi di guerra; lancia spesso trapassò
    corpo di destinato. Si portò avanti Wistan,
    figlio di Thurstan, si battè con i nemici;
    nella mischia fu l'uccisore di tre di loro,
    prima che il figlio di Wigelin giacesse fra i caduti.
    Fu accanito lo scontro."


    Il testo, tratto dalla Battaglia di Maldon, NON è in Norreno, ma in Old English, che si parlava durante la presenza vichinga in Inghilterra. Per questo ci sono molte affinità con il danese antico e il norreno dell'ovest.
    Ok, ti sei messo d'accordo cn Vegeth?
    Si vive per scoprire nuova bellezza, di solito tanta quanta se ne dimentica.

    - Half Devil -

  9. #54
    Utente L'avatar di Devil 87
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    vegeth85

    esatto! più che altro ho pochissimo tempo...
    Anche io...te ne sarai accorto visto i rari aggiornamenti (Avrei finito se sti kazzo di computer...)ma faccio quello che posso
    Si vive per scoprire nuova bellezza, di solito tanta quanta se ne dimentica.

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  10. #55
    Utente L'avatar di Enialis
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    Vi va di discutere un po' anche di storia non antica?

  11. #56
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    Enialis

    Vi va di discutere un po' anche di storia non antica?
    Bhe...certo










    Ecco le guerre persiane, voglio mettere all'inizio un link ai persiani.


    Vorrei aiuti per il titolo di questo capitolo...Occidente contro oriente nn mi garba moltissimo, già il cap 7 vede: La guerra del peloponneso: Sparta vs Atene...ma potrei cambiare questo con qualcosa tipo: Sparta vs Atene: Scontro per il dominio della grecia








    Capitolo 5
    LE GUERRE PERSIANE: L’ORIENTE CONTRO L’OCCIDENTE

    (Vedi I PERSIANI per approfondire)


    ->Prima guerra persiana

    Attorno al 500 a.C. per la prima volta l’impero persiano si affaccia sull’Egeo, dopo una serie di conquiste la Persia si è portata sul rovescio montagnoso a ridosso della Grecia meridionale, mai un nemico così vasto e potente ha minacciato il mondo greco.
    La civiltà greca e quella persiana sono inconciliabili, distanti sotto ogni punto di vista, da una parte piccole città stato, associazioni di liberi cittadini gelosi della loro indipendenza. Dall’altra invece un impero sconfinato retto da una monarchia assoluta che mira ad espandersi soprattutto verso occidente (anche se quando Ippia, rifugiatosi alla corte del grande re Dario, consiglia al Gran Re di conquistare Atene, questi semplicemente gli ha risposto: “Ma chi sono questi ateniesi?”).

    La scintilla dello scontro greco-persiano si accende sulle coste della Ionia, il tiranno greco Aristagora di Mileto, stufo del giogo persiano, gioca la carta della ribellione ed incita alla rivolta le città greche d’Asia contro i persiani. Perorando la sua causa dapprincipio Aristagora chiede aiuto a Sparta che rifiuta a priori mentre Atene accetta, seppur con un modesto aiuto (venti navi), di appoggiare la causa di Mileto e di tutte le città che rivogliono la libertà.
    La ribellione dilaga fulmineamente in tutte le poleis d’Asia, i satrapi vengono cacciati via e i greci si spingono al contrattacco. Gli aiuti dalla Grecia sono però scarsi e nella battaglia decisiva Mileto, attaccata per mare e per terra, non ha scampo. Mileto viene rasa al suolo e tutti i suoi abitanti venduti come schiavi o uccisi. Le altre colonie Greche invece sono nuovamente costrette a sottomettersi alla Persia uscendone in condizioni tali che non si sarebbero più riprese. Ovunque tornano i tiranni fedeli a Dario.
    La Grecia nel suo smisurato ego sicuramente sottovaluta il pericolo che rappresenta la Persia, Dario capisce che un'altra ribellione con il supporto dai greci del continente potrebbe avere successo. Per eliminare futuri pericoli, sempre consigliato dall’ex tiranno di Atene Ippia, Dario dichiara guerra ad Atene, allestisce una poderosa spedizione militare con l’obbiettivo di sottomettere la città e da li il resto della Grecia.

    Dario riunisce un’immensa armata sotto il comando di Dati che può contare su seicento navi e duecentomila soldati. Il possente esercito persiano avanza suscitando tale timore che le città greche del nord si arrendono senza accennare resistenza. Atene minacciata da vicino può contare solo sull’aiuto di Platea, città di secondo ordine, che può disporre di un modesto esercito (mille soldati). I persiani si attestano a Maratona, 42 km da Atene.
    Nel 490 a.C. Atene, pesantemente minacciata, nella sua battaglia più importante si trova praticamente sola, gli alleati greci gli hanno girato le spalle ed è costretta a combattere disponendo di “soli” ventimila uomini. nettamente inferiori al numerosissimo esercito persiano. Tra i nove arconti incaricati di amministrare l’esercito c’erano Aristide (Politicamente allievo di Clistene e suo grande amico) e Milziade. Nel giorno più duro di Atene il comando è assegnato ad Aristide che cede il suo turno di comando a Milziade riconoscendo in lui superiori capacità militari. Milziade non si smentisce e valorizza la falange oplitica, schieramento sconosciuto ai persiani, che, basato sul movimento collettivo, a Maratona sconfigge e obbliga i Persiani alla fuga per mare incapaci al combattimento uniformato.
    Sconfitti, ma non annientati, i persiani tentano di risollevare le sorti dello scontro attaccando Atene di sorpresa rimasta incustodita dai soldati per la battaglia di Maratona appena conclusa. Le truppe di Milziade però sono tornate il giorno stesso della battaglia e si trovano a difesa della città. Dati si convince dell’impossibilità della vittoria e decide di abbandonare la Grecia.
    La vittoria ateniese è stata grande quanto sorprendente, al punto che Fedippide, per annunciare la vittoria alla città, percorre i quaranta chilometri che la separano da Maratona di corsa. Dopo avere urlato il trionfo cade morto per lo sforzo inumano. Intanto gli spartani arrivano a Maratona mortificati per il loro ritardo.
    Ora Atene può rivendicare nel mondo greco il posto di guida che gli spetta.

    Prima di tornare in patria i persiani in fuga nell’Eubea assediano Caristo e bruciano Eretria, deportando la popolazione a Babilonia.


    ->Seconda guerra persiana

    Dopo la grande vittoria sui persiani Milziade arma di sua iniziativa una spedizione navale e obbliga ad una grossa “multa” la città di Paro con l’intento di incassare il ricavato nelle tue tasche. Il governo di Atene richiama Milziade perché consegni metà della cifra, disinteressandosi dell’altra metà, ma muore per cause naturali prima di fare ritorno alla città (Prima che potesse combinare qualcos’altro e macchiare per sempre il suo nome).

    Ad Atene si contrappongono ora due partiti, quello di Aristide e quello di Temistocle. Oltre ad avere ceduto il suo turno di comando nella battaglia di Maratona, Aristide, ha risparmiato a fine scontro gli accampamenti persiani, colmi di ricchezze, da possibili razzie per consegnare integro al governo ateniese ogni bene. Riconosciuto da tutti come esempio di rettitudine e correttezza, quando Atene ed alleati formano la lega di Delo (478), Arestide viene designarono con voto unanime ad amministrarne le ricchezze convinti della sua incorruttibilità.
    Nonostante gli onori dalla parte di Arestide viene designato per il governo Temistocle che, sgarbatamente ed ingiustamente, vuole ostracizzare il suo rivale con il quale aveva più di una ruggine. Ancora una volta, dopo Clistene, si raggiunse il numero necessario di voti per esiliare Aristide che rimane leale alle leggi fino all’ultimo. Quando un mediocre cittadino analfabeta ha chiesto ad Arestide, non sapendo chi fosse, d’iscrivere il suo nome sulla lavagna per approvare l’esilio, Aristide gli ha domandato: “Perché vuoi mandare Aristide in esilio? Cosa mai può averti fatto?”. Lo zoticone ha risposto: “Non mi ha fatto nulla, ma non ne posso più di sentirlo chiamare il giusto; mi ha rotto le balle con la sua giustizia!”. Aristide, fedele alla giustizia, e troppo superiore alla bassezza di un simile individuo, semplicemente iscrive il voto di quell’uomo contro la propria persona. Preso infine atto del verdetto che lo condanna dice: “Spero, o ateniesi, che non abbiate più occasione di ricordarvi di me”. Così detto Aristide si avvia all’esilio, dopo Clistene, l’inventore dell’ostracismo, anche il suo migliore allievo ed amico cade nella stessa trappola.

    La Persia è già alle porte, Temistocle che già da tempo perorava la guerra contro il potente impero, senza nemici politici di rilievo e liberatosi di Aristide, si trova con il completo via libera. Consigliato dell'oracolo di Delfi Temistocle si convince che la vittoria sull'impero persiano sarebbe arrivata dal dominio sul mare e quindi si adopera per un’Atene potente e rispettata sui mari. Viene allestita una poderosa flotta che sia in grado di competere con quella persiana.

    In Persia muore Dario recatosi in Egitto per domare una rivolta, lo sussegue il figlio Serse che allestisce una nuova spedizione contro la Grecia supportata questa volta anche dal mare. Nel 481 a.C. 300.000 soldati persiani si muovono verso la Grecia, Serse in persona ne è alla guida.
    In Grecia di fronte alla grave minaccia tutte le città stabiliscono una tregua dei conflitti in corso per fronteggiare il nemico. Gli stati del nord si arrendono immediatamente di fronte alla dimostrazione di potenza di Serse che costruisce un ponte di seicento barche per far passare il suo esercito e realizza un canale di due chilometri per attraversare l’istmo del monte Atos. Alcune poleis invece stipulano trattati segreti con i persiani sicuri della loro vittoria. Al comando della difesa greca ci sono gli spartani mentre la flotta risponde a Temistocle.

    In prima linea ancora una volta la temeraria Atene appoggiata sempre da Platea, questa volta Sparta forma con Atene una Lega ellenica contro i persiani.
    Si decide per una linea di difesa greca alle Termopili dove il re spartano Leonida conduce un drappello di trecento uomini più gli alleati greci. Dopo due giorni di strenua resistenza, nonostante la disparità di forze, le difese reggono, fino a quando un traditore greco mostra ai persiani un percorso alternativo per prendere gli spartani alle spalle. Accerchiati i greci non hanno scampo, la difesa non può reggere e per ordine di Leonida tutti gli alleati si asserragliano più indietro abbandonando la ricca Tessaglia. Rimangono a difendere il passo solo trecento spartani sotto il comando di re Leonida, risoluti a difendere il l’accesso alla Grecia centrale per proteggere la ritirata della flotta greca che rischia di venire accerchiata.
    Si racconta che quando al re Leonida, che stava preparandosi allo scontro, fu riferito che gli arcieri persiani sono talmente numerosi da oscurare il sole con le loro frecce, il buon comandante si è limitato a rispondere: “Tanto meglio, all’ombra si combatte meglio”. Rimasti soli i trecento spartani, favoriti dallo stretto passaggio, mostrano una compattezza straordinaria, davanti ai trecentomila la loro resistenza ha dell’eroico, ogni uomo è morto con le armi in pugno e nessuno ha tentato la fuga. La difesa delle Termopili contro un nemico mille volte più numeroso entra per sempre nella memoria e nella leggenda greca, Leonida perde i suoi trecento mentre infligge perdite per ventimila uomini ai persiani rimasti sconvolti dall’incredibile saldezza dei greci.
    Una lapide viene posta a commemorare l’episodio che recita: “Va’, straniero, e di a Sparta che noi qui cademmo in obbedienza alle sue leggi”. Cito Simonide che rende onore ai trecento: Dei morti alle Termopili / è gloriosa sorte, il fato è bello: / non la tomba, ma un’ara; / non lamenti, ma il ricordo; / non compianto, ma lode.

    I persiani di Serse dilagano nell’Attica abbandonata dagli abitanti e rimasta senza difese, anche Atene viene temporaneamente evacuata vista l’impossibilità di difenderla, ma ben lungi dall’arrendersi (un deputato che l’ha proposto viene ucciso nella medesima assemblea mentre la moglie e i figli lapidati). Atene viene occupata e l’acropoli data alle fiamme, i persiani sono convinti di avere vinto la guerra.
    Mentre la flotta persiana avanza è unanime la decisione dei comandanti greci di ritirarsi, Temistocle, che non può opporsi alla decisione, manda segretamente un messo a Serse che l’informasse del piano di ritirata greco. Se il messaggio fosse stato scoperto Temistocle sarebbe passato per traditore ed uccisi. La fortuna ha voluto che questa informazione arrivasse a destinazione e Serse, per non lasciarsi sfuggire il nemico, crede a Temistocle accerchiando così la flotta greca obbligandola allo scontro come vuole Temistocle.
    Le navi persiane, grandi e poco maneggevoli, vengono attirate da Temistocle nell’angusto braccio di mare di Salamina dove perdono ogni capacità di manovra. Inesorabile è la sconfitta per i persiani sotto lo sguardo di Serse che, dalla terra ferma, assiste impotente all’annientamento delle sua flotta di duecento navi distrutte dalle sole quaranta greche (480).
    Pesantemente sconfitti i persiani devono ritirarsi dal mare lasciando il suo controllo ai greci, rimane a trascorrere l’inverno in Tessaglia il contingente persiano di terra forte di trecentomila soldati comandati da Mardonio. L’anno successivo, con l’appoggio di alcune città come Tebe, Mardonio marcia in Attica.
    A Platea, nell’agosto del 479, si combatte la battaglia decisiva per il futuro della Grecia, si schierano centomila soldati greci sotto il comando dello spartano Pausania contro lo schieramento persiano. La falange greca ancora una volta diviene l’elemento risolutore della battaglia, dopo 11 anni da Maratona, i Persiani cedono nuovamente, il loro esercito esce distrutto dalla battaglia ed allo stesso tempo la restante flotta pochi giorni dopo distrutta a Micale.
    Tebe, che ha tradito alleandosi con i persiani, viene conquistata e tutti i suoi capi uccisi, le città greche sulle coste d’Asia vengono liberate ed i tiranni asserviti alla Persia cacciati.
    L’esito della guerra è ancora una volta trionfale per i Greci e soprattutto per Atene che ha investito più di tutti nella guerra.

    Ad Atene, Cimone, figlio di Milziade, è eletto stratego. Sempre ad Atene operano il ceramista Eufronio, il famoso Polignoto pittore, lo storico Erodoto, lo scultore Fidia, i filosofi Zenone, Empedocle e Anassagora. Nella ionica muore Eraclito.


    ->In Sicilia

    Le colonie greche della Magna Grecia prosperano e, mentre la Grecia combatte contro i persiani per il suo futuro, lo stesso accade in Sicilia dove le colonie, oltre ad avere esportato il pensiero e la cultura greca, hanno mantenuto la voglia di litigare. Divisa la Sicilia non riesce a fare fronte comune rischiando di venire sottomessa, città dopo città, dalla crescente potenza di Cartagine.
    Disunita la Sicilia non può opporsi a Cartagine ed il tiranno Gelone riesce con l’astuzia e l’inganno a realizzare la grande impresa. Installatosi al potere durante una rivoluzione democratica Gelone riesce ad unificare il comando sotto di lui, nello stesso anno in cui Temistocle sconfigge la flotta persiana a Salamina, e si dice anche lo stesso giorno, Gelone nella battaglia di Himera sconfigge in una memorabile battaglia i cartaginesi limitandone il controllo alla Sicilia del nord mantenendo il l’indipendenza greca nel sud.

    ______________________________
    La Grecia divisa nella sua sfida più difficile sembrava destinata a scomparire soggiogata alla Persia che, con i suoi mezzi pressoché illimitati, vedeva nell’Egeo la naturale continuazione del suo progetto di conquista.
    La prima volta che i persiani, convinti della loro vittoria, si apprestavano ad una vittoriosa marcia di conquiste in Grecia Atene, una sola città, è stata capace di sostenere e vincere la sfida con l’immenso impero mostrando la sua formidabile saldezza militare, politica e morale incarnata nell’oplita, il cittadino in armi che lotta per la propria libertà. Sconfitta la Persia non ha rinunciato e pochi anni dopo ci riprova forte di un armata apparentemente invincibile, ancora una volta Atene, questa volta con maggiore appoggio del mondo greco, riesce nell’impresa e ferma i sogni di conquista persiani in Grecia. Contemporaneamente le colonie sconfiggono i cartaginesi in Sicilia ed il mondo greco domina incontrastato su tutto il mediterraneo.
    _______________________________
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    - Half Devil -

  12. #57
    Utente L'avatar di Paolo Paglianti
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    Re: [storia]

    Devil 87

    Ho pensato di aprire questo topic per discutere di storia, antica e non, dove possiamo parlare di tutto quello che ha attraversato la nostra civiltà.
    ragazzi, volevo farvi i complimenti. è davvero un bel thread, uno dei piu' interessanti che mi è capitato di leggere di recente.
    sono appassionato di storia, soprattutto quella antica, e le vostre opere sono davvero ben scritto (se ho capito bene, le avete scritte voi, giusto, non le avete "copia-incollate" da altri siti?).

    al momento stiamo chiudendo il numero di GMC, quindi non posso scrivere quei 12.000 caratteri come mi piacerebbe fare. pero', due cose.

    la prima è che non confronterei Alessandro a Cesare, ma casomai a Scipione (quello delle guerre puniche). come generale è senz'altro piu' rappresentativo. Cesare, comunque un grande generale, ha combattuto battaglie contro nemici decisamente inferiori, dal punto di vista dell'organizzazione, ed era sopratutto un abilissimo politico.

    quando poi si è trovato a combattere contro altri romani, la differenza l'ha fatta l'esperienza e la fedeltà delle truppe. se sapete l'inglese abbastanza da leggervi un libro in lingua, domani vi segnalo un libro davvero ottimo sulla sua carriera.

    Alessandro, invece, non aveva quasi nulla del talento politico, e lo dimostra la divisione del suo impero in quattro parti subito dopo la sua morte. come generale, invece, è riuscito a conquistare praticamente tutto quello che c'e' tra la Grecia e l'India, e la battaglia contro il re indiano Porus riesce a "girare intorno" agli elefanti nemici e distruggere la cavalleria nemica con una carica in un punto inaspettato... un genio. come Scipione, che in Africa ha combinato dei disastri con (relativamente) pochissimi uomini.

    come avrete intuito, la mia passione per la storia è direttamente collegata con quella per i wargame tridimensionali

    ciao e a presto

    Paolo Paglianti

  13. #58
    Utente L'avatar di vegeth85
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    Re: Re: [storia]

    sono appassionato di storia, soprattutto quella antica, e le vostre opere sono davvero ben scritto (se ho capito bene, le avete scritte voi, giusto, non le avete "copia-incollate" da altri siti?).

    tutta farina del nostro sacco
    il materiale su Roma invece sta qua
    http://storiaantica.altervista.org/Index.htm

    al momento stiamo chiudendo il numero di GMC, quindi non posso scrivere quei 12.000 caratteri come mi piacerebbe fare. pero', due cose.

    una pubblicitina sulla posta di nemesis?

    la prima è che non confronterei Alessandro a Cesare, ma casomai a Scipione (quello delle guerre puniche). come generale è senz'altro piu' rappresentativo. Cesare, comunque un grande generale, ha combattuto battaglie contro nemici decisamente inferiori, dal punto di vista dell'organizzazione, ed era sopratutto un abilissimo politico.

    quando poi si è trovato a combattere contro altri romani, la differenza l'ha fatta l'esperienza e la fedeltà delle truppe. se sapete l'inglese abbastanza da leggervi un libro in lingua, domani vi segnalo un libro davvero ottimo sulla sua carriera.

    Alessandro, invece, non aveva quasi nulla del talento politico, e lo dimostra la divisione del suo impero in quattro parti subito dopo la sua morte. come generale, invece, è riuscito a conquistare praticamente tutto quello che c'e' tra la Grecia e l'India, e la battaglia contro il re indiano Porus riesce a "girare intorno" agli elefanti nemici e distruggere la cavalleria nemica con una carica in un punto inaspettato... un genio. come Scipione, che in Africa ha combinato dei disastri con (relativamente) pochissimi uomini.

    come avrete intuito, la mia passione per la storia è direttamente collegata con quella per i wargame tridimensionali

    ciao e a presto

    ma io infatti nn è che "amo" cesare per motivi puramente militari...credo invece che abbia rappresentato il genio assoluto della storia umana proprio perchè in una sola persona è riuscito ad essere un ottimo generale,un ottimo politico(il migliore di tutti i tempi,imho),un ottimo scrittore(tra i massimi prosatori dell'antichità)e un ottimo oratore(al pare di cicerone,per sua stessa ammissione)...chi altri è riuscito ad avere tante virtuù in una sola persona?
    “Dunque, la vera e perfetta comprensione del bello nell'arte non può ottenersi se non attraverso la visione degli originali stessi e, più che altrove, a Roma. A tutti quelli che dalla natura sono stati dotati della capacità di comprendere il bello e che a ciò sono stati sufficientemente istruiti, è da augurarsi che facciano un viaggio in Italia. Fuori di Roma bisogna, come molti amanti, contentarsi d'uno sguardo e d'un sospiro, cioè apprezzare il poco e il mediocre.”[J.J.Winckelmann];

  14. #59
    Utente L'avatar di Paolo Paglianti
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    Re: Re: Re: [storia]

    [QUOTE] vegeth85 [size=1]

    ma io infatti nn è che "amo" cesare per motivi puramente militari...credo invece che abbia rappresentato il genio assoluto della storia umana proprio perchè in una sola persona è riuscito ad essere un ottimo generale,un ottimo politico(il migliore di tutti i tempi,imho),un ottimo scrittore(tra i massimi prosatori dell'antichità)e un ottimo oratore(al pare di cicerone,per sua stessa ammissione)...chi altri è riuscito ad avere tante virtuù in una sola persona?
    basta pensare che "CESARE" ha ispirato titoli come ZAR e KAISER.
    a dopo la chiusura
    Paolo P.

  15. #60
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    Re: Re: [storia]

    Paolo Paglianti

    ragazzi, volevo farvi i complimenti. è davvero un bel thread, uno dei piu' interessanti che mi è capitato di leggere di recente.
    sono appassionato di storia, soprattutto quella antica, e le vostre opere sono davvero ben scritto (se ho capito bene, le avete scritte voi, giusto, non le avete "copia-incollate" da altri siti?).

    al momento stiamo chiudendo il numero di GMC, quindi non posso scrivere quei 12.000 caratteri come mi piacerebbe fare. pero', due cose.

    la prima è che non confronterei Alessandro a Cesare, ma casomai a Scipione (quello delle guerre puniche). come generale è senz'altro piu' rappresentativo. Cesare, comunque un grande generale, ha combattuto battaglie contro nemici decisamente inferiori, dal punto di vista dell'organizzazione, ed era sopratutto un abilissimo politico.

    quando poi si è trovato a combattere contro altri romani, la differenza l'ha fatta l'esperienza e la fedeltà delle truppe. se sapete l'inglese abbastanza da leggervi un libro in lingua, domani vi segnalo un libro davvero ottimo sulla sua carriera.

    Alessandro, invece, non aveva quasi nulla del talento politico, e lo dimostra la divisione del suo impero in quattro parti subito dopo la sua morte. come generale, invece, è riuscito a conquistare praticamente tutto quello che c'e' tra la Grecia e l'India, e la battaglia contro il re indiano Porus riesce a "girare intorno" agli elefanti nemici e distruggere la cavalleria nemica con una carica in un punto inaspettato... un genio. come Scipione, che in Africa ha combinato dei disastri con (relativamente) pochissimi uomini.

    come avrete intuito, la mia passione per la storia è direttamente collegata con quella per i wargame tridimensionali

    ciao e a presto

    Paolo Paglianti
    L'avevo detto che è un paragone pretenzioso ma io e Vegeth non ci fermiamo davanti a niente

    Riguardo fatto che l'impero di Alex si sia diviso dopo la sua morte...ti ricordo che è morto a 32 anni, la sua idea di progetto universale aveva delle ottime basi, ha avuto poco tempo per applicarle

    Di inglese sono uguale a zero

    Quello che abbiamo fatto (almeno la mia parte ) è originale al 100%

    Porro era anche un monarca da poco cmq
    Si vive per scoprire nuova bellezza, di solito tanta quanta se ne dimentica.

    - Half Devil -

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