Pecoraro Scanio: «Gravissimo astenersi. Occorre un secco no»
Missione in Iraq, la lista Prodi non vota al Senato
«L'articolo 2, quello che riguarda la parte militare della missione, va stralciato. Altrimenti usciremo dall'aula»
ROMA - I segretari e i capigruppo della lista unitaria hanno deciso di chiedere ai rispettivi gruppi parlamentari al Senato di non partecipare al voto sul decreto che rifinanzia le missioni italiane all'estero. È quanto ha detto il capogruppo dei Ds Gavino Angius e il vice capogruppo della Margherita Giaretta al termine del vertice della lista Prodi. «Abbiamo deciso - ha annunciato Angius - di votare l'emendamento soppressivo dell'articolo 2 del decreto che finanzia le missioni italiane all’estero, ovvero l’articolo che riguarda la parte militare della missione in Iraq. Se questo emendamento verrà respinto, proponiamo ai gruppi di non partecipare a nessun voto sul decreto in segno di protesta perchè il governo ci impedisce di scindere questa missione dalle altre missioni e questo non è tollerabile». «Noi riteniamo - ha osservato Paolo Giaretta - che sia grave che il governo non accetti una separazione e credo
corrisponderebbe all'interesse generale del paese dimostrare che
sulla quasi totalità delle missioni italiane che si svolgono in
un contesto di autorizzazione internazionale c'è consenso».
ERRORI GRAVISSIMI - «La proposta di astenersi sull'Iraq e gli accordi bipartisan col governo ripropongono errori gravissimi già costati molto al centrosinistra. Ogni inciucio col governo, soprattutto di fronte alla tragedia irachena, è inaccettabile e ha l'effetto di una picconata all'unità delle opposizioni». Lo ha detto il presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio. «La stragrande maggioranza degli italiani e tutto il popolo della pace - ha aggiunto il leader dei Verdi - chiedono un fermo e chiaro no al prolungamento di una missione militare in un teatro di guerra. Sarebbe gravissimo tradirli con decisioni pilatesche».
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Berlusconi giura di cambiare l'italia,la sinistra giura di essere unita.
La realtà è ben altra,e gli italiani se ne stanno accorgendo...
Siamo messi davvero "bene"