Strumentalizzazione poilitica nella scuola - Pag 4
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Discussione: Strumentalizzazione poilitica nella scuola

Cambio titolo
  1. #46
    Terza Via L'avatar di Zell '87
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    e comunque non andrebbe insegnata in una scuola,in famiglia si,ma in una scuola bella ciao al posto dell'inno nazionale mi sembra vergognoso

  2. #47
    sKaPigLiAtO L'avatar di -vasco-
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    Zell '87

    anche con me stessa cosa,alle elementari le maestre ci insegnavano "bella ciao"
    ho detto tutto
    tutti i prof sono comunisti...cioe nn credo sia la scuola strumentalizzazta (xke nella scuola ci sono anke gli alunni), credo piuttosto ke siano i prof troppo comunisti...
    -vasco-
    La tua firma supera OGNI limite massimo possibile

  3. #48
    vuole solo la juveh!1!1!! L'avatar di Vulcan Raven
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    tutti i prof sono comunisti...cioe nn credo sia la scuola strumentalizzazta (xke nella scuola ci sono anke gli alunni), credo piuttosto ke siano i prof troppo comunisti...
    -vasco-
    io ho avuto la fortuna di avere vari insegnanti caposindacato...
    mio Dio che discorsi...

  4. #49
    sKaPigLiAtO L'avatar di -vasco-
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    Vulcan Raven

    io ho avuto la fortuna di avere vari insegnanti caposindacato...
    mio Dio che discorsi...
    cribbio ...immagino ke bella fortuna ... l unico prof ke nn ho avuto di sinistra e stato un CLino (cioe tipo di CL), ma ti lascio immaginare anke li i discorsi 8|
    -vasco-
    La tua firma supera OGNI limite massimo possibile

  5. #50
    101 Airborne L'avatar di maverick84
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    Wiald

    si ma far cantare ai bambini BELLA CIAO, non significa manipolarli per renderli comunisti, a meno che tu nel grande calderone del comusmo non ficchi tutti quelli che non sono fascisti.

    Bella Ciao è canzone di tutta la Resistenza quindi l'unico valore che gli si può attribuire inequivocabilmente è l'antifascismo. il valore fondante della repubblica democratica italiana
    Secondo me,si.
    Rimane una canzone con una forte politicizzazione,che non deve essere imposta agli alunni.
    Inoltre suddetta canzone ha anche riscontri nel presente attuale...visto che viene utilizzata in alcuni convegni di partiti di sinistra.
    "I fascisti si dividono in due categorie: i fascisti e gli antifascisti"
    Ennio Flaiano


  6. #51
    uno di passaggio L'avatar di Wiald
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    Zell '87


    no,non sono a questi livelli,dico soltanto che nel mio caso non c'era il tentativo di trasformarci in semplici anti-fascisti,ma proprio comunisti

    e comunque non andrebbe insegnata in una scuola,in famiglia si,ma in una scuola bella ciao al posto dell'inno nazionale mi sembra vergognoso
    no, stai cambiando le carte in tavola. a te non sembra vegognoso insegnare BELLA CIAO al posto dell'inno(infatti insegnare BELLA CIAO non impedisce in alcun modo di insegnare anche l'inno) a te sembra vergognoso insegnare una canzone della resistenza visto che sei fascista e non ne condividi i valori.

    la via per il superamento di sé è la liberazione dalle aspirazioni mediocri

  7. #52
    Terza Via L'avatar di Zell '87
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    no, stai cambiando le carte in tavola. a te non sembra vegognoso insegnare BELLA CIAO al posto dell'inno(infatti insegnare BELLA CIAO non impedisce in alcun modo di insegnare anche l'inno) a te sembra vergognoso insegnare una canzone della resistenza visto che sei fascista e non ne condividi i valori.
    certo,ma insegnare una canzone del genre a scuola a dei bambini è una porcheria,ok?
    vuol dire indirizzarli a una parte,e non va bene,devono essere loro a decidere

  8. #53
    uno di passaggio L'avatar di Wiald
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    cribbio ...immagino ke bella fortuna ... l unico prof ke nn ho avuto di sinistra e stato un CLino (cioe tipo di CL), ma ti lascio immaginare anke li i discorsi 8|
    -vasco-
    una delle mie superiori al lavoro è di Comunione e Liberazione

    maverick


    Secondo me,si.
    Rimane una canzone con una forte politicizzazione,che non deve essere imposta agli alunni.
    Inoltre suddetta canzone ha anche riscontri nel presente attuale...visto che viene utilizzata in alcuni convegni di partiti di sinistra.
    ha una connotazione politica in quanto la resistenza stessa ha una connotazione politica, diversa fra i vari gruppi, i comunisti, i democristiani, gli azionisti, i monarchici.(anche se c'era una componente della resistenza apolitica, definita "autonomi"). ma non ha connotazione politica di partito, è una connotazione politica nel segno della condivisione di valori comuni: la democrazia, la libertà di parola e pensiero, l'antifascismo. questi sono gli unici valori di cui quella canzone si fa portatrice.
    viene usata spesso nei convegni di sinistra perchè in quella aera politica si ha evidentemente l'esigenza di un continuo richiamo a quella vicenda storica. poiche ne si vuole ribadire la condivisione dei valori, la spinta morale della Resistenza.

    la via per il superamento di sé è la liberazione dalle aspirazioni mediocri

  9. #54
    Utente L'avatar di cerberus
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    viene usata spesso nei convegni di sinistra perchè in quella aera politica si ha evidentemente l'esigenza di un continuo richiamo a quella vicenda storica. poiche ne si vuole ribadire la condivisione dei valori, la spinta morale della Resistenza.
    Viene usata spesso nei convegni di sinistra perchè Santoro ha avuto la brillante idea di deliziarcene in diretta tv...
    Engineers do it better
    "Lo scienziato non studia la natura perché è utile, ma perché ne prova piacere e ne prova piacere perché è bella. Se la natura non fosse bella, non varrebbe la pena studiarla e la vita non varrebbe la pena di essere vissuta”.( Henri Poincaré )
    "Scientists discover the world that exists; engineers create the world that never was."

  10. #55
    uno di passaggio L'avatar di Wiald
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    Zell '87

    certo,ma insegnare una canzone del genre a scuola a dei bambini è una porcheria,ok?
    vuol dire indirizzarli a una parte,e non va bene,devono essere loro a decidere
    no, non vuole indirizzarti da una parte piuttosto che verso un'altra, all'interno dell'arco antifascista, e perciò costituzionale, i partiti sono innumerevoli.

    c'è una sola chiara parte che quella canzone ripudia: il fascismo. e con esso tutti i valori di cui si fa portatore: la negazione delle libertà di parola, pensiero, manifestazione, associazione, sciopero. lo scioglimento dei partiti avversari, la persecuzione degli avversari politici, il razzismo.
    tu puoi rimettereli in discussione, ma questo intero stato è stato fondato sulla contrapposizione a tali valori

    la via per il superamento di sé è la liberazione dalle aspirazioni mediocri

  11. #56
    101 Airborne L'avatar di maverick84
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    no, stai cambiando le carte in tavola. a te non sembra vegognoso insegnare BELLA CIAO al posto dell'inno(infatti insegnare BELLA CIAO non impedisce in alcun modo di insegnare anche l'inno) a te sembra vergognoso insegnare una canzone della resistenza visto che sei fascista e non ne condividi i valori.
    Sarà anche una canzone della resistenza,ma rimane una canzone politicizzata che viene presa a modello da fantomatici leader della sinistra.
    Un bambino,che non ha ancora una libera coscienza politica,sarà indotto a seguire chi usa questa canzone per "metabolizzare" le masse...
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  12. #57
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    Viene usata spesso nei convegni di sinistra perchè Santoro ha avuto la brillante idea di deliziarcene in diretta tv...
    credo la usassero anche prima

    la via per il superamento di sé è la liberazione dalle aspirazioni mediocri

  13. #58
    Moderamucche L'avatar di exchpoptrue
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    no, non vuole indirizzarti da una parte piuttosto che verso un'altra, all'interno dell'arco antifascista, e perciò costituzionale, i partiti sono innumerevoli.

    c'è una sola chiara parte che quella canzone ripudia: il fascismo. e con esso tutti i valori di cui si fa portatore: la negazione delle libertà di parola, pensiero, manifestazione, associazione, sciopero. lo scioglimento dei partiti avversari, la persecuzione degli avversari politici, il razzismo.
    tu puoi rimettereli in discussione, ma questo intero stato è stato fondato sulla contrapposizione a tali valori

    Wiald ma.....tu hai "bella ciao" nella firma!!!
    Oh my god!
    Cmq....non è una bella cosa insegnare ai bambini queste canzoni...l'hanno insegnata anche a me(non me la ricordo assolutamente) ma per fortuna non ne sono stato traviato.

  14. #59
    Utente L'avatar di cerberus
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    maverick84

    Sarà anche una canzone della resistenza,ma rimane una canzone politicizzata che viene presa a modello da fantomatici leader della sinistra.
    Un bambino,che non ha ancora una libera coscienza politica,sarà indotto a seguire chi usa questa canzone per "metabolizzare" le masse...
    Non esageriamo...
    Dalle mie parti "Bella ciao" ( prima che Santoro la cantasse in tv ) era una canzone buona giusto per accompagnare la pulenta con gli usei... ( assieme a "quel mazzolin di fiori" e "la bela la và al fosso" )...
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  15. #60
    uno di passaggio L'avatar di Wiald
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    maverick84

    Sarà anche una canzone della resistenza,ma rimane una canzone politicizzata che viene presa a modello da fantomatici leader della sinistra.
    Un bambino,che non ha ancora una libera coscienza politica,sarà indotto a seguire chi usa questa canzone per "metabolizzare" le masse...
    secondo questo ragionamento un partito per il fatto di avere come simbolo la falce e il martello giustifica il crimini commessi in nome del comunismo, mentre invece così non è. ela scelta antiviolenta è spesso ribadita anche dalla sinistra estrema

    Bertinotti: oggi non c’è comunismo senza rifiuto della violenza

    «Rigettiamo il determinismo, pensiamo a un processo aperto»


    Caro Direttore, il suo giornale in queste settimane sia negli editoriali, sia nella rubrica di Paolo Mieli, ci è parso molto attento a due questioni che sono al centro del nostro impegno politico: il comunismo e la non violenza.
    Vorrei approfittare della sua ospitalità per spiegare il motivo per cui questi due termini che nel passato sono apparsi e sono stati antinomici, oggi, non possono che vivere insieme. Nel tempo della guerra e del terrorismo non è possibile parlare di comunismo se non si sradica da esso ogni riferimento alla violenza. E non si può parlare, in un mondo così organicamente ingiusto, di non violenza se non all'interno della rinascita di un'ipotesi di trasformazione della società.
    Oggi la guerra e il terrorismo ci stanno conducendo in una crisi di civiltà che può avere conseguente devastanti per l'umanità. Ne ho parlato in un recente dibattito con Adriano Sofri anch'egli convinto che, oggi, per il pianeta esista la possibilità di catastrofe.
    All'origine di questa crisi c'è la modernizzazione capitalistica che non si è rivelata portatrice di progresso e di benessere, ma per la prima volta nella storia dell'umanità ha separato l'innovazione dal progresso sociale e civile e dal miglioramento della condizione di vita degli uomini, delle donne e della natura. Questa crisi ha una ratio . Essa deriva da uno sfruttamento che si è dilatato oltre i confini del ’900 e che non coinvolge solo il proletariato classicamente inteso, ma le persone, la natura, l'ambiente. Il fattore ordinatore del mondo, quello con cui si impone questo sfruttamento dilatato, è la guerra. E' attraverso la guerra che la modernizzazione capitalistica pensa di imporre le sue regole, le regole del mercato, dell'impresa. La questione del comunismo del nostro tempo nasce da qui, ma per essere affrontata richiede delle significative rotture con la sua storia.
    Oggi parlare di comunismo significa, infatti, rompere con almeno tre idee-forza del ’900.
    E' diverso il soggetto rivoluzionario che non si definisce solo nella sua collocazione nel processo produttivo, ma piuttosto nell'antagonismo a questa globalizzazione, in una soggettività critica e vigile nei confronti dello sfruttamento dilatato che investe il pianeta. Il movimento no global ha annunciato questa nuova soggettività e ha riaperto un cammino.
    Nella nostra idea di comunismo - è questa la seconda rottura con il passato - non c'è alcuna attesa deterministica, quella attesa su cui si è fondata una parte importante della strategia dei partiti e degli Stati postrivoluzionari. Noi all'opposto pensiamo al comunismo come processo aperto. Parliamo di processualità non di ineluttabilità. Parliamo di un movimento che dovrebbe abbattere lo stato di cose esistente, puntiamo sulla lotta di classe più che sulla definizione di ciò che dovrebbe essere la società comunista.
    Credo anche - ed è questa la terza e più importante rottura col passato - che qui ed ora la non violenza sia la condizione essenziale per far vivere fino in fondo tutta la radicalità di quel processo di trasformazione sociale che chiamiamo comunismo. Non c'è alcuno spazio fra guerra e terrorismo se non nel rifiuto di entrambi. E nel rifiuto di quella separazione fra mezzi e fini che ha caratterizzato tanta parte della storia del ’900. So bene che nel passato gli errori e persino gli orrori che si potevano perpetrare in nome del comunismo potevano apparire secondari di fronte al grande cambiamento promesso. Si è pensato, fin da lontano, che si potesse giustificare anche Kronstadt di fronte alla prospettiva che la cuoca assumesse la direzione dello Stato. Sappiamo che è stato un errore tragico. Ma come ho scritto recentemente a Marco Revelli e come Paolo Mieli nella sua rubrica ha ricordato, il mio rifiuto totale e incondizionato dei mezzi violenti ha anche un altro motivo. Oggi quei mezzi sono del tutto inefficaci. Non riescono a produrre neppure nell'immaginario di chi vuole un cambiamento un'idea di alternativa di società perché riconducono inevitabilmente alla guerra e al terrorismo e alle due idee regressive di società che esse sottendono. Oggi non possiamo più dire con Brecht «noi che volevamo la gentilezza, non potemmo essere gentili». La sfida è un'altra, forse persino più ambiziosa, per chi non rinuncia alla costruzione di una società alternativa al capitalismo. Perché questo rimane il punto dell'oggi che nessun passato per quanto terribile può seppellire. Anche perché la storia grande del movimento operaio e dei marxismi non si è esaurita nella tragedia del «comunismo reale» e rende possibile, oltreché necessario, discernere in essa ciò che è vivo e ciò che è morto.
    Questo spiega, insieme al crescere di una critica radicale e di massa alla globalizzazione neoliberista, quel che a Galli della Loggia appare come un paradosso e cioè che «a sinistra il comunismo conserva il suo prestigio... mentre il socialismo riformista è ancora al palo di partenza». E' proprio questo quel che consente a noi di pensare al «balzo di tigre».

    Fausto Bertinotti


    usare come simbolo la falce e il martello non significa giustificare i crimini commessi in nome di quell'ideale. così come usare la canzone BELLA CIAO non significa essere collocati a sinistra, ma significa ribadire una serie di valori

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