Una dea, fatta di marmo sanguinante, una potente bellezza proveniente dalla più profonda e più antica anima dell'Italia romana, resa fiera dalla fibra morale dell'antica classe senatoriale del più grande impero che il mondo occidentale abbia mai conosciuto. Non la conosco bene. Il suo viso ovale brilla sotto un manto di ondulati capelli castani. Sembra troppo bella per far del male a qualcuno. Ha una voce delicata, occhi innocenti e imploranti, un volto perfetto che diventa subito vulnerabile e empatico, un mistero. Non capisco come Marius abbia potuto lasciarla. Con una corta veste di seta sottile e un bracciale a forma di serpente sul braccio nudo, è troppo incantevole per i maschi e oggetto di invidia per le femmine. Col suo abito più lungo e coprente, si muove come uno spettro negli ambienti circostanti come se per lei non fossero reali e, fantasma di una danzatrice, cerca un ambiente che solo lei può trovare. [...] una donna pallida e triste che vorrei stringere tra le braccia.