Cioè...è ovvio che noi viviamo, come ovvio che noi calpestiamo, com'è ovvio che noi esistiamo...ma io dico, riferendomi ad un senso più strettamente personale...noi viviamo?
Cioè noi riusciamo a esprimere la massima potenzialità del gene umano? dico questo che è opinione di tutti, che se non riusciamo a sfruttare le nostre potenzialità siamo prigionieri e quindi, mettendo come assioma "libertà = vivere ", non vivremo adeguatamente...
Come un uccellino chiuso in gabbia, lui vive completamente al 100% delle sue potenzialità?
Non vi siete mai accorti, mentre per esempio si incammina mentre si stà a ridere con gli amici che ciò che fate è inutile e tanto prima o poi la morte arriverà?? eccome arriverà...non avete nel nostro pensiero costante la signora morte che potrà adempiere al suo triste dovere in qualunque luogo e momento?
Come si può vivere col pensiero che prima o poi tutto sarà vano e nero...la fede aiuta come altre archetipi umani, ma questo penso che non basta..
Quindi se siamo costretti ad adempiere alle leggi inoppugnabili della morte, questo ciò vuol dire che siamo prigionieri di un mal di natura e quindi viviamo?
Forse la vera libertà e esprimere le nostre potenzialità attuabili al 100% in condizioni limitate?
Detto così a risposta sembra tanto ovvia quanto è ovvio che noi vediamo ciò, ma non è mai ovvio...perchè se trasudiamo questo significato al termine "libertà" affonderemo un intero reggimento culturale e forse stesso snatureremo il principio di libertà stesso e medesimo...
Voi non urlate all'idea di queste domande? Si può dire persino dire che se pensassimo ciò dovremmo far fronte alla costanza del destino, ciòè che ogni uomo è predestinato a far ciò..in verità si può dire, ogni azione è frutto di azioni visibili e non...possiamo certamente dire che la nostra vita è un continuo concause di eventi, ma possiamo definire ciò col termine "destino"?
Non è che questi eventi sono creati da noi stessi medesimi con le nostre azioni frutti di un pensiero???
Ma la mente è libera?
A voi sentenziare!