Daryl F. Gates' Police Quest: SWAT (1995)
Okay, in realtà non ho mai finito questo piccolo capolavoro, ma un po' ci ho giochicchiato. Tecnicamente si tratta del quarto capitolo della serie Police Quest, classico Sierra con tutte le caratteristiche classiche Sierra, ergo non si capisce mai che cazzo bisogna fare.
Il "gioco" è un simulatore di SWAT travestito da avventura grafica, le quattro missioni sono sostanzialmente dei grossi puzzle e l'idea è di trovare l'approccio corretto (e per corretto non intendo che funziona, intendo proprio "corretto secondo il protocollo", o è comunque un fallimento) usando un'interfaccia che chiamare infernale è riduttivo. Ecco, il motivo per cui non l'ho mai finito (oltre che per il fatto che non ha una fine, eventualmente le missioni si ripetono) è che non ho minimamente capito come funziona, c'è da imparare i codici per i vari ordini, e io so solo cliccare a caso. L'impostazione didattica (il tutorial è più vasto della campagna effettiva) ricorda un po' quella di Essentials con il suo documentario, anche se qua poi c'è da mettere in pratica quello che impariamo. Lo sviluppo è stato supervisionato, come da titolo, dal capitano Gates del LAPD, quindi non dovrebbero esserci troppe cazzate.
E boh, messa così sembra che non lo consigli, ma bisogna ricordare che questa è l'era degli FMV, quindi anche se il gioco fa cagare c'è sempre del gran divertimento da trovare nel farsi urlare addosso dal sergente per aver aperto il fuoco sui compagni al poligono di tiro.
@ 90s.
Police Quest: SWAT 2 (1998)
La cosa bella di SWAT 2 (che è ancora Daryl F. Gates', anche se non è nel titolo) è che non c'entra una sega né coi Police Quest né coi SWAT. Si tratta di un RTT con visuale isometrica alla Commandos, con una selezione della squadra che fa molto R6 (ogni membro ha la propria specializzazione, non c'è un vero leader e possiamo creare fino a quattro sottoteam). Sembrano esserci fin troppi agenti per solo quindici missioni, ma il costo dell'equipaggiamento viene scalato dal budget del dipartimento ed è possibile addestrare tot uomini tra un'uscita e l'altra, quindi ha senso concentrarsi su un team ristretto. Le missioni sono per la maggior parte ispirate a storie vere e prive di hollywoodismi vari (non avremo mai a che fare con una trentina di terroristi con il presidente in ostaggio, per dire - spesso non dovremo neanche sparare un colpo), e la varietà è allucinante, si risolvono tutte in modo diverso. Il problema è che in genere c'è *una* tattica corretta e si tratta più che altro di trovarla, anche se nulla impedisce di ripiegare occasionalmente su metodi un po' più grezzi (il sistema di penalità è tipo quello di SWAT 4, esagerare porta a un game over). Non che trovare la tattica in questione sia banale, dato che l'interfaccia è oscura come poche (è uno di quei giochi in cui leggere il manuale è fondamentale) e la quantità di azioni possibili decisamente impressionante (possiamo interagire con ogni oggetto dello scenario, negoziare coi terroristi, usare uno dei trecento gadget a nostra disposizione, andare all'attacco con il mastino del dipartimento...). La campagna è vagamente dinamica, nel senso che il modo in cui (non) risolviamo la missione viene approcciato nei debriefing. Un piccolo avviso - esplorate bene gli scenari, perché senza aver raccolto tutte le "prove" avremo un game over al posto dei titoli di coda (sapendo cosa fare ci vuole poco più di un'ora a ricominciare da capo, che è quello che ho fatto io, ma tant'è).
Ora, tutto questo è molto figo, ma siamo sinceri: c'è un solo motivo per cui la gente si ricorda di SWAT 2, ed è la campagna nei panni dei terroristi. È tanto controverso quanto sembra: ogni sbirro morto è un aumento di stipendio, possiamo sfruttare la sindrome di Stoccolma per reclutare ostaggi tra le nostre file (una missione richiede di occupare una *scuola* a tale scopo) e in generale non ho idea di come abbiano fatto a metterlo in commercio senza scandali internazionali. Oddio, alla fine c'è il messaggio che il crimine non paga, ma fa ridere perché il protagonista ne prende atto su un volo privato per le Bahamas.
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