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Conosciamo la storia. Negli anni 80 la realtà virtuale era il futuro promesso dalla cybercultura; con Oculus Rift alle porte potrebbe diventare il nostro presente.
La periferica raggiungerà per primi i piccoli/medi sviluppatori, i giocatori entusiasti della tecnologia, gli smanettoni del middleware. Saranno loro a raccogliere la sfida, a rilanciare il sogno dell'immersione interattiva.
Citando un articolo di Edge: "can indie developers save virtual reality?"
Credo che assisteremo a una invasione di idee (riuscite e meno riuscite, presumo) sui giochi in prima persona, che sembrano inequivocabilmente i protagonisti principali.
Quali sviluppi vi aspettate?
Un rilancio dei simulatori e dei first person adventure?
Un dato è certo: i fattori "immersività" e "simulazione" inizieranno ad assumere un ruolo di rilievo nel design, possiamo constatarlo in progetti recenti come Proteus e Dear Esther, dove la pura esplorazione diventa il core gameplay e il piacere della presenza nello scenario si sostituisce agli aspetti competitivi/risolutivi (mettendo in crisi le definizioni e gli strumenti teorici della critica). Oppure in Mirror's Edge e Portal che, oltre a rielaborare paradigmi ludici in una prospettiva inedita, ridefiniscono la fisicità della visuale.
Sono convinto che Oculus incoraggerà lo sviluppatore a cercare nuove soluzioni nel first person gaming, ponendo l'accento sulla centralità dell'immersione. Agency, Presence, Immersion and Transformation, per chi bazzica nei game studies.
Forse i precursori di una nuova era per i first person games:
Spoiler: