«Annan determinato, forte impegno per l'Iraq»
Berlusconi all'Onu: incontro incoraggiante. Nuovo governo entro il mese, a giugno la risoluzione
NEW YORK -Un colloquio «proficuo, incoraggiante», perché «dopo averlo visto molto perplesso in altre occasioni, stavolta ho constatato la determinazione di Kofi Annan e la sua certezza che non esistono altre strade che non un impegno dell’Onu, della comunità internazionale» per dare «una democrazia all’Iraq». Soddisfatto, Silvio Berlusconi commenta così il suo colloquio di mezz’ora con il segretario generale dell’Onu, alla vigilia della visita che farà oggi a Washington a George Bush.
Soddisfatto dimostra di esserlo il premier perché le parole che aveva anticipato arrivando in aereo a New York - «Vogliamo una svolta netta con un reale passaggio di poteri a un governo nominato da Brahimi» e «siamo sicuri che la svolta arriverà grazie a una nuova risoluzione dell’Onu» - gli paiono confermate dall’atteggiamento di Annan. Che non solo ha dato il suo «apprezzamento esplicito» alla nostra attività sul campo, al «comportamento delle nostre truppe», al «sacrificio» dei nostri uomini, non solo ha fatto gli auguri perché si risolva la vicenda degli ostaggi, ma in privato ha fatto anche capire, spiega il portavoce del premier Paolo Bonaiuti, che la nostra presenza sul terreno è indispensabile proprio per assicurare quella «garanzia di sicurezza» che permetterà all’Onu di intervenire in Iraq.
«L’Onu ci ringrazia perché siamo lì, dice che è importante la nostra presenza proprio per permettere la loro presenza, e la
sinistra chiede il ritiro...», si sfoga con i suoi il premier, contento per lo scadenzario che proprio il segretario generale gli avrebbe fatto nel colloquio e che prevede un’accelerazione nelle tappe previste per la nascita del nuovo governo provvisorio iracheno e per una nuova risoluzione. «Addirittura - spiega Berlusconi - si pensa che il nuovo governo possa essere costituito entro la fine del mese» per essere poi operativo entro il 30 giugno, data entro la quale «sono sicuro» che sarà votata una nuova risoluzione che allarghi il numero dei Paesi partecipanti alla forza multinazionale e che preveda «un nuovo rapporto tra il governo nominato da Brahimi e la forza internazionale».
Poi certo, Berlusconi non dice né può dire se la risoluzione prevederà un comando diverso da quello americano per la forza multinazionale: «Di questo si sta ancora discutendo...». Né dice cosa farà l’Italia dopo il 30 giugno, anche se è chiaro che abbandonare l’Iraq non si può, sarebbe «irresponsabile e immorale». Ma la comunità internazionale, secondo Berlusconi, ormai pare muoversi di concerto e in nuova armonia se è vero che, dopo un colloquio che ha avuto nel pomeriggio con Tony Blair, Berlusconi spiega che l’allargamento della forza multinazionale in Iraq potrebbe avvenire o, come vorrebbe Putin, grazie «a una conferenza internazionale da tenersi a giugno», oppure come pensa il premier inglese «anche prima del G8 dell’8 giugno, con un incontro all’Onu del primo ministro iracheno nominato da Brahimi, con i rappresentanti dei Paesi in Iraq, con i membri del Consiglio di sicurezza e con i Paesi già presenti sul terreno».
Di questo parlerà domani Berlusconi al dibattito parlamentare, su questo ragionerà con Bush oggi alla Casa Bianca. Ma al presidente americano, assicura, chiederà anche di più: che contro i colpevoli delle torture «siano fatti processi pubblici e siano comminate punizioni esemplari».
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L' America "prepotente" chiede aiuto all'Europa delle "parole" nel cercare la svolta decisiva da attuare in territorio Irakeno.
Andarsene adesso sarebbe una pazzia.