Per Darwinismo sociale, almeno nell'accezione moderna, si intende un'applicazione all'ambito sociale/politico della legge darwiniana della sopravvivenza delle specie. In base a tale legge a sopravvivere in natura è l'individuo (o, nel caso specifico del darwinismo sociale, il gruppo umano) più adatto (survival of the fittest), da non confondere, semplicisticamente con il più forte, se non in senso lato. Tale "forza" non è infatti, nella società umana, di tipo fisico, ma essenzialmente di 3 tipi:
-economica (derivante dal controllo di beni)
-politica (derivante dalla facoltà all'uso del potere coercitivo)
-ideologica (basata su presupposti ideologici)
Di queste, nella società moderna, dopo il tramonto delle grandi ideologia, l'ultima ha perso larga parte del proprio significato, a vantaggio delle due precedenti, intrinsecamente correlate.
A livello di politica estera il darwinismo sociale implica che le nazioni più ricche (che, sulla base della corrispondenza intrinseca denaro=armi=potere, detengono una posizione di forza) competano con le altri, più deboli, nel controllo delle risorse economiche (tutti quei beni disponibili in misura qulaitativamente o quantitativamente inferiore rispetto al fabbisogno). Chiaramente, questa posizione di forza delle prime si traduce nell'accaparrarsi un quantitativo quantitativamente e qualitativamente superiore di tali risorse.
Tutto ciò si riflette nella presente situazione , che vede i paesi ricchi detenere il 90% delle risorse disponibili, a fronte del 10% detenuto dai paesi poveri, mentre il divario, in termini di benessere e aspettativa di vita tra il paese più ricco ed il paese più povero si è incommensurabilmente ampliato.
Il Darwinismo sociale nega categoricamente che un ribaltamento sia possibile, così come che una ridistribuzione delle risorse sia possibile. Nel fare tale constatazione oggettiva si rifà all'algoritmo di Malthus, secondo il quale a fronte di risorse stazionarie, o che crescono lentamente, si ha una crescita esponenziale della popolazione nel lungo periodo. Il risultato: le risorse sono insufficienti a sopperire ai fabbisogni dell'intera popolazione mondiale (come di qualsiasi società, nello specifico), pertanto sono gli stati più ricchi e più forti ad imporsi in tale lotta, secondo un processo che ha avuto origine sino dai primordi della vita sulla terra e che ha dominato l'intero corso della storia umana.
Cosa ne pensate? Condividete o meno il darwinismo sociale e le ragioni che ne sono alla base?
(per favore, no flame e niente accuse gratuite di nazismo e altro)