Di questi tempi ormai, trovare delle avventure grafiche davvero
degne di essere giocate se ne trovano molto poche. Chi è cresciu-
to, videoludisticamente parlando, con questo tipo di giochi è sem-
pre in preda a deliranti e malinconici ricordi, rimembrando i giochi
che ne sono stati i capostipiti del genere. Molto spesso orami ca-
pita (parlo per esperienza personale), che per non rimanere a
secco, si reinstalli sul pc questi vecchi giochi, pensando che a dis-
tanza di tempo si possa ricatturare lo stesso spirito di meraviglia e
di divertimento, come se fosse la prima volta...
Per fortuna, ogni tanto le sorprese saltano fuori, e ci permettono
di passare il tempo con enigmi degni di essere giocati!
L'avventura che salta fuori dalla Pendulo Studios spagnola segna
un ritorno alle origini per queto genere di giochi.
Runaway non sfrutta motori grafici dell'ultima generazione; non ci
pone enigmi semplici come chiavi da trovare o passaggi segreti da
scoprire; Runaway non ha nulla da spartire con le scelte di produ-
zione recenti , ma ripesca dal periodo d'oro tutti i punti essenziali
che fecero grandi i giochi di avventura.
Provandolo, difatti, si ha un'enorme senso di deja-vu; tutto il
gioco segue strade già battute in precedenza, enigmi pensati e
costruiti allo stesso modo di altri e situazioni che vanno a crearsi
coerenti con ciò che un giocatore si aspetti. Attenzione però,
questo, al contrario, è sicuramente una manna dal cielo per tutti
gli avventurieri grafici!
Vediamo la trama: il protagonista che andiamo a impersonare è
un giovane studente che parte da casa sua, New York, per rag-
giungere l'università di medicina dall'altra parte degli USA, a Ber-
kley in California. Appena partito con la sua macchina per il lungo
tragitto che l'aspetta, la sorte gli è decisamente contraria: mentre
passa dalla città per ritirare un libro x il viaggio, sotto le sue ruote
ci finisce Gina, un'avvente ragazza, cantante in un locale privè; la
giovane disperata stava scappando da qualcosa, e incurante della
strada, si lancia, finendo investita proprio dall'auto del nostro alterego,
Brian. Portandola all'ospedale, il nostro scopre il perchè della sua
fuga: degli scaniozzi mafiosi la vogliono uccidere, siccome è stata
testimone della morte del suo presunto padre. Questi, prima di
essere fatto fuori dai sicari, consegna a Gina un crocefisso di
enorme importanza, di cui però neppure lei sà il perchè.
Gina per questo oggetto stà rischiando la vita, e Brian non se la
sente di tirarsi indietro e lasciarla al suo destino; decide quindi di
proteggerla, finchè le cose si saranno calmate.
Inutile dire che è prorpio da qui che la nostra avventura ha inizio!
Il modo di interagire con l'ambiente è tra i più classici: per analiz-
zare zone di gioco, oggetti e quant'altro, bisognerà fare affidamen-
to al cursore del mouse, che cambierà cliccando i tasti destro e
sinistro, in modo che si possa capire in che modo operare (pren-
dere, guardare, parlare, muoversi); i dialoghi con gli altri perso-
naggi giocanti sono indirizzati da frasi guida, in cui si possono
scegliere diverse linee di discorso da affrontare.
Svelato e risolto un enigma, si verrà premiati con una animazione
che ci illustra i progressi svolti, e i cambiamenti che questi ne pos-
sono portare.
Un capiente inventario poi ci permette di prendere e portare con
noi molti oggetti, e quando è possibile, si può provare ad unirli
insieme per creare qualcosa di utile ai nostri scopi.
I vari capitoli sono narrati come se fossero dei Flashback di Brian,
il protagonista, e sono legati l'uno all'altro da lunghe sequenze
animate, come se fosse l'intero gioco un vero e proprio film a car-
toni animati (6 capitoli in tutto, più un lungo resoconto finale).
Insomma, nulla di più vicino alle vecchie e classiche avventure
punta&clicca!
La cosa che salta subito all'occhio, cmq, è l'enorme somiglianza a
molti dei giochi del genere da cui Runaway ha sicuramente attinto;
due su tutti possono essere identificati: Monkey Island 3 e Broken
Sword (serie). I disegni fatti a mano degli sfondi, molto deformati
e colorati, quasi al limite della giusta proporzione, ma molto spet-
tacolari, sembrano tutti usciti dal terzo capitolo della LucasArts,
come pure il segno caricaturiale degli altri personaggi giocanti;
la qualità degli enigmi e dei dialoghi, come la leziosità e l'antipa-
tia che si può nutrire a volte verso Brian, sono le stesse avute in
precedenza con George Stobbart nel suo BrokenSword.
Ma bisogna stare attenti pure qui: non si tratta di copiature forza-
te, o di veri e propri plagi, ma tutt'altro! Runaway riporta alla luce
ciò che tanto ha fatto divertire chi gioca, abolendo l'innovazione
tecnologica, ma ricreando gli ambienti da soprire semplici ma im-
pegnativi, ripristinando i vecchi dialoghi da interpretare, e diver-
tirsi nel conversare con personaggi molto ben animati e dalle
movenze simpatiche.
Gli enigmi poi non sono mai scontati o troppo semplici, ma anzi vi
è un crescendo nella difficoltà da livello a livello, in base anche
al numero di locazioni che andremo a visitare nello stesso livello.
Ben poca illogicità cmq, ma anzi ogni mistero si deve risolvere
usando tantissimo la testa, e pensando in che modo si possano
utilizzare al meglio gli oggetti che abbiamo raccolto; spesso si può
rimane bloccati, non perchè si arriva ad un punto cieco e non si
sà più cosa fare per andare avanti, ma perchè magari manca un
semplice oggetto per portare a termine un'operazione.
Gli sviluppatori pare che infatti abbiano voluto molto puntare su
questo aspetto di difficoltà, nel gioco di Runawy: ricreando am-
bienti disegnati a mano, che permettono una forte qualità di det-
taglio, la ricerca degli oggetti utili si dimostra piuttosto intricata,
costringendoci a spulciare minuziosamente con il mouse ogni angolo della schermata.
Le risoluzione di gioco, poi, è pure molto alta, e certo non aiuta a
capire bene quale oggetto può essere preso o spostato o quale
non possa essere di nessuna utilità. Tutto questo è cmq a bene-
ficio del gioco stesso!
Tirando le somme...bhè che dire! Chi è un vero amante delle av-
venture grafiche non si può e non deve perdere questo gioco,
soprattutto per cimentarsi in una nuova sfida che da ormai
pareccho tempo non si provava. Per chi invece non si è mai avvi-
cinato al genere, consiglio vivamente di farlo tramite proprio
Runaway, per capire che cosa si è perso in tutti questi anni! Da
sfruttare soprattutto il fatto che si può trovare (finalmente) in
tutte le edicole e nei negozi specializzati ad un prezzo decisamen-
te basso per gli standard attuali (19,95 euro). Tutto di guadagnato!
Se poi ci si rende conto che l'intero gioco è stato tradotto nella
nostra lingua, dai dialoghi parlati a quelli scritti, la cosa diventa
assai più prelibata!
Come valutazione assegno:
8 alla Grafica- molto bella e colorata, ben definita e molto fluida,
adatta per i giochi di questo genere.
8 alla Giocabilità- sicuramente semplice e immediato.
7 alla Longevità- dopotutto si parla sempre di avventura grafica,
e quando si è finito, il divertimento non è più lo stesso rigiocandolo.
7 alla Musica- che purtroppo non è un granchè coinvolgente.
Globale cmq gli dò 8...un'avventura così avvincente da tenermi fermo
davati al monitor per una settimana, non mi capitava più di incon-
trarla da diverso tempo! (nel senso che per una settimana ho ac-
ceso solo il pc per giocarci!!!)