Questo è un articolo apparso sul Sette del 20 novembre:
Questo è il mio mondo, e delle tredicenni
Le ore di palestra, le magliette con l'ombelico fuori, illucidalabbra viola, i vestiti griffati, la musica di Britney. La protagonista del film di Virzì «Caterina va in città)} si lascia fotografare per {{Sette)} e apre le porte della sua cameretta. E all' accusa di far parte di una generazione un po' troppo consumista risponde: «Colpa dei genitori)).
di MIRELLA SERRI.
Dawson? Ma per favore! Non me lo nomini nemmeno, il protagonista di Dawson's Creek è uno così improbabile». Improbabile? E Leonardo DiCaprio, ti piace? «Fa schifo. Però Titanic mi ha fatto piangere, e in certi momenti quasi svenire per l'emozione, ma lui, come attore, uno zero». Allora chi c'è nella lista delle tue preferenze? «Brad Pitt, ma è così banale riconoscere che mi piace". Insomma, Alice dagli occhi azzurri, devi a tutti i costi andare controcorrente? A guardare la cameretta piena di peluche colorati di Alice Teghil, attrice in erba che ha interpretato Caterina va in città, l'ultimo film di Paolo VIrZì, la quattordicenne esordiente sembra proprio unaragazzina come tutte le altre.
«Non voglio essere diversa, ma io sono una che ha i suoi gusti. E quando prendo una decisione non ci ripenso. Non sono come Caterina, la protagonista del film, che èun'incapace totale. Lei è incerta. Su tutto. Sulle amiche. Sull'amore. Sulla politica. E indecisa tra destra e sinistra. lo mica sono come lei, io sono di sinistra».
Altro che sproweduta o impacciata, Alice: lei legge Stephen King, adora l'horror, il pulp e le storie fantasy. ha consumato ore e ore di cartoon Manga e pure di Walt Disney (e il papà, che insegna chimica all'università della Basilicata,
glieli ha ordinati alla perfezione su"" gli scaffali), sprofonda nelle pagine rosa di Sophie Kinsella ma intanto non si è persa una puntata di BuffY the Vampire Slayers. Però non le piace Clark Kent di Smallville, per cui le sue amiche vanno in deliquio. La Caterina di Virzì, invece, è una tredicenne che quando arriva a Roma vi si trova come Alice nel paese delle meraviglie e nella metropoli è contesa tra due gruppi di amiche teenager assolutamente trendy e condizionate dalla moda. E tu come ti vesti? «Sono tutta Onyx», guardi, dice Alice mostrando la maglietta con occhi e baffi di gatto e alzando i lucidi scarponcini marrone. Solo i Levi's fanno eccezione. Ma lo sai che oggi questa della griffe sta diventando una vera e propria mania, una specie di ossessione, più per le ragazzine che per i coetanei maschi? Che in America addirittura le hanno dato pure un nome, girl culture, per sottolineare che è un vero e proprio fenomeno di massa? «Non ne so niente. Però è vero che succede anche qui da noi. Siamo pazze per la moda, per le marche. A volte in maniera esagerata. Ci ho pensato spesso e la conclusione è che tutto è un po' deprimente».
La tua prima griffe? «Mamma mi comprava i vestiti Benetton. Li sceglieva lei. Per me, andavano bene. Poi, un giorno, avevo undicidodici anni, ho avuto la rivelazione, mi sono accorta che non ero alla moda. Ho visto una gonna lunga, grigia, stupenda. Da allora vesto Onyx». Non ti sembra di avere cominciato un po' presto? «Be', con la fissa delle marche si comincia ancora prima». Quando? «Ero piccola e andavo al supermercato: volevo le merendine di cui avevo visto la pubblicità in televisione. Nessun problema. Mamma me le ha comprate sempre: E poi quelle di marca non sono le migliori? Poi c'è stato lo zainetto. Obbligatoriamente Invicta e poi Eastpak, e poi i vestiti. Tutto ruota intorno a questo». Ti convince? «No. Penso che sia sbagliato ma pure io sto al gioco: se vedo uno che non è vestito come si deve, non lo prendo nemmeno in considerazione. Però devo confessare una cosa». Cosa? «Quelli che delle marche se ne infischiano, li ammiro. Però, personalmente, non ce la faccio. Qualche volta mi capita di essere coraggiosa, di fregarmene. Se mi viene in mente di provare a uscire vestita çome mi pare, 1'esperimento dura poco. Me ne pento. Se qualcuno ci riesce a non tenere cOnto della moda, sono felice per lui. Nemmeno le mie amiche ce la fanno a essere originali e diverse. Spendiamo perché abbiamo paura degli altri, dei coetanei, di non essere accettate».
A proposito di spese, dei tuoi guadagni come attrice, che ne hai fatto? «Mamma me li ha lasciati, giustamente. Li ho avuti quest'estate. Non ho speso ancora tutto/ma buona parte». In cosa? «Vestiti, trucchi, cd». Caspita: la tua è una generazione un po' troppo consumista, non ti pare? Di chi la responsabilità, dei genitori? «Anche. Ci sono dei genitori che per pigrizia o disinteresse non parlano abbastanza con i figli. lo con i miei ho sempre dialogato. Però sono abbastanza severi. Per esempio, se io la mattina non ho voglia di andare a scuola loro mi costringono ad andare lo stesso. Altri amici se ne stanno a letto». I tuoi genitori, come li consideri, trendy? «Ma per niente. Quanto alla moda, sono proprio sfigatÌ». E per il resto? Da te cosa si aspettano? Che diventi una grande attrice?
«Questo piacerebbe a me. Non sempre vado d'accordo con i miei, con mamma non riesco a stare più di dieci minuti senza litigare. Ma sono fortunata. Da me papà e mamma non si aspettano niente di speciale. Solo che sia una brava persona, che non infranga la legge, che paghi le tasse».
Le ragazzine, nel film di Virzì, sono delle lolitine con i dentini acuminati, alquanto aggressive con i più deboli maschietti. Ti è sembrato realistico? «Molto. È vero che, oggi, siamo noi ragazze a prendere spesso !'iniziativa. Se una mia coetanea vede uno e pensa che sia un "bono pazzesco" non ci pensa due 'volte». A far cosa? «A "imboccarè": sta per il vecchio pomiciare. Magari lo fa tanto per fare. E poi dopo ci rimane male perché magari quello nemmeno le pìace poi tanto. Ma le interessava più che altro fare bella figura con le amiche. Poterlo raccontare». E i ragazzi, come la prendono? «Alcuni si lasciano trascinare con grande entusiasmo, altri mi sembrano impauriti».
Che effetto ti fa essere un'attrice, ti senti diversa dalle tue coetanee? «Pensavo che le mie amiche sarebbeI"o state più invidiose e più aggressive, mi aspettavo peggio. Invece non ho sentito intorno a me un'atmosfera diversa da quando ero una delle tante. Dei miei professori, alcuni non hanno visto il film, altri lo hanno visto e hanno detto che è bello. Ma ho notato una cosa strana: nessuno mi ha fatto i complimenti e sottolineato che sono brava».
Secondo te, qual è la caratteristica della tua generazione? «So che siamo molto diversi. Soprattutto dalla generazione di mio padre e di mia madre». In che modo? «Loro volevano molte cose e facevano di tutto per averle. Noi, invece, in sostanza non desideriamo proprio niente. lo, per esempio, abito a Tivoli e mi trovo bene. Ma sono sicura che non ci resterò per sempre. Me ne andrò». Dove? «Non lo so, da qualche parte, in America, in Giappone, in Inghilterra. Forse solo a Roma. Non è importante. Ma qui non ci resterò. Però sono solo io a essere così. I miei amici invece pensano a fare solo quello che fanno. A comprarsi i vestiti, ad andare alle feste. Forse sono superficiali, non so. Ma non desiderare niente a quest'età mi sembra tremendo».
Mirella Seni
Il mio commento è:
Quanti di voi sono d'accordo? e invece quanti di voi pensano (come me) che questa sia una sfigata che se la tira in uan maniera spaventosa?
A voi la parola