Parliamo del Re dei mostri. Non è semplice riassumere una filmografia composta da 32 film di produzione giapponese e 4 di produzione americana. E' un viaggio indicibilmente lungo, ma spero non altrettanto noioso. Una passeggiata di salute. La cosa migliore è procedere a puntate. Comincerò parlando del primo blocco di 15 film, quelli del periodo Showa. Quelli che allo spettatore moderno narcotizzato da effetti visivi digitali ed azione non stop possono sembrare ridicoli, stupidi, trash, inguardabili (e si, indiscutibilmente alcuni di loro lo sono) ma che racchiudono la vera essenza di Godzilla: uomini in tutoni da mostro che si muovono goffamente, miniature, distruzione, edifici che crollano sotto il peso dei combattimenti tra Godzilla e il rivale di turno, evacuazione dei civili, l'impotenza dell'esercito che nulla può per poter frenare un'autentica forza della natura risvegliata dall'arroganza dell'uomo che crede di poter manipolare a suo piacimento la natura stessa, e ora, giustamente, se lo piglia nel posteriore. Non puoi fermare Godzilla con i carri armati, le bombe, i cannoni e le mitragliatrici, esattamente come non puoi fermare un uragano, un terremoto, un incendio o una pandemia con questi mezzi. Ed è per questo che il film di Emmerich, del 1998, la prima trasposizione americana, è del tutto sbagliato: a prescindere dal fatto che possa essere più o meno un film intrattenente, a prescindere dal fatto che quel dinosauro sotto steroidi non assomiglia minimamente a Godzilla, a prescindere dal fatto che sia assente l'iconico respiro atomico, Godzilla non può morire sotto il fuoco di banali elicotteri dell'esercito americano. Vuol dire che non hai capito nulla della filosofia di Godzilla. Vuol dire che sei un quaquaraquà. E infatti non a caso, i giapponesi se la sono giustamente presa. Hanno ritenuto offensivo che un mostro per loro così iconico e importante, facente parte della loro cultura, venisse preso, masticato e sputato sotto un'altra forma dagli americani, che nella loro eterna presunzione e auto-proclamato eccezionalismo, si ritengono in grado di uccidere il re dei mostri. No, quello non può essere Godzilla. Al massimo può essere Zilla, non è degno del God. Ma nessuna paura, i giapponesi hanno risolto tutto, rendendo canonica nei loro film la creatura di Emmerich: prima se ne fa cenno in "Godzilla, Mothra and King Ghidorah: Giant Monsters All-Out Attack" (2001): nel 1998, un mostro ha attaccato New York, gli americani lo hanno ucciso, pensando fosse Godzilla, ma quello che non sapevano, è che si sono sbagliati di grosso, quello non era Godzilla, era Zilla. Dialogo veramente presente nel film. Zilla ricompare poi in "Godzilla: Final Wars" (2004), la royal rumble dei mostri, in cui intraprende un breve scontro con Godzilla. Inutile dire come va a finire. Vedere lo spoiler.
Non ho nemmeno cominciato e sto già divagando
Ma se interessa sul serio, non ho problemi a prendermi il tempo necessario per scriverne, una volta ogni tanto, di questa immensa filmografia. Per ora vi lascio con questa introduzione
PS: il film di Emmerich, somiglia più a un remake del classico in bianco e nero "The beast from 20000 fathoms" (in italiano, il risveglio del dinosauro), del 1953, con i grandissimi effetti speciali del maestro dello stop-motion Ray Harryhausen. In spoiler una clip, magari vi viene voglia di visionarlo, è un classico degli anni '50 imperdibile. Se il film di Emmerich non fosse stato pubblicizzato come Godzilla, solo per fare più soldi, ma trattato come un remake di uno dei tanti film con mostri e creature giganti che andavano di moda negli anni '50, sarebbe pure un film guardabile, magari divertente. Ma se lo spacci per qualcosa che non è, allora è una merda e basta.