Il mondo del motocross in ambito videoludico è stato quasi sempre considerato un genere da approcciare in maniera squisitamente arcade, vuoi per la natura molto più spettacolare della disciplina rispetto al classico motociclismo da strada e vuoi perché, forse, gli sviluppatori non credevano che l’aspetto simulativo della stessa potesse interessare il target d’utenza previsto. In un simile contesto entra in scena la Milestone, casa di software meneghina con esperienza ormai ventennale nel settore inaugurata con lo storico Screamer del 1995, frenetico gioco di corse per MS-DOS che ricalcava le orme di Ridge Racing e poteva vantare una strabiliante resa visiva, apprezzabile soprattutto da quanti, prima della diffusione globale delle schede grafiche, potevano contare sulla potenza di calcolo di un Pentium per valorizzare la modalità SVGA.
Dopo aver rivolto i propri sforzi su una serie di titoli dedicati al MotoGP e alla Superbike, nel 2012 la Milestone affonda le ruote sui circuiti sterrati con MUD FIM Motocross World Championship, anch’esso catalogabile come arcade ma dotato di licenza ufficiale per team, tracciati e sponsor della precedente annata di campionati MX1, MX2 e MXoN. Tuttavia, per quanto MUD fosse ben confezionato, divertente ed accessibile, fu subito chiaro che i diritti legati alle reali competizioni crossistiche avrebbe meritato un titolo ben più profondo, che catturasse alla perfezione tutte le sfumature di questa branca del motociclismo senza limitarlo ad una semplice sequela di rimbalzi ad alta velocità su una serie di whoops. Due anni dopo è quindi il turno di MXGP, che si prefissa proprio tale obiettivo: sacrificare in parte l’immediatezza del modello di guida a favore di una simulazione accurata, con l’accento posto sulla trasposizione minuziosa dei molteplici fattori che regolano l’efficacia della motocicletta e la bravura di chi la pilota.
Il risultato fu discreto, coronato dalla gestione della fisica che costituisce, a ragion veduta, il principale motivo di vanto dei giochi Milestone, e tenuto a freno solo dalla relativa carenza di modalità disponibili. Facendo tesoro di quanto maturato con la precedente esperienza, gli sviluppatori si sono messi al lavoro su questa seconda edizione con lo scopo di arricchirla a dovere e perfezionare ulteriormente il motore grafico, nella speranza di consegnare agli appassionati una riproduzione quanto più fedele possibile dell’arte del motocross.
Il cancelletto è pronto a scattare, MXGP 2 stringe il freno e tiene il gas aperto a metà, andiamo a scoprire se saprà mettere a segno un bell’holeshot ma, soprattutto, se riuscirà a mantenere la testa del gruppo fino al termine della gara.
OGNI PROFESSIONISTA E’ STATO UN PRINCIPIANTE
La nostra prova è stata effettuata sulla versione PC grazie a due postazioni ASUS top di gamma, un desktop ROG G20 con monitor Swift PG da 27 pollici e 4K di risoluzione e un portatile ROG 752, che ci hanno permesso di giocare con il massimo dei dettagli possibili con un framerate mai ballerino. Abbiamo avuto modo inoltre di testare anche la versione PlayStation 4 che si difende comunque decisamente bene, con un ottimo lavoro di porting e dettagli oltre i medi dell’edizione PC.
Il gioco ci dà subito il benvenuto proponendoci di editare logo, nome e personale della squadra per la quale scenderemo in pista, aspetto e livrea del nostro alter ego virtuale (rigorosamente casco-munito alla stregua di un novello The Stig a due ruote) e caratteristiche delle moto a disposizione: MXGP 2 presenta una corposa modalità carriera, che ci consente di muovere i primi passi nel ruolo di pilota esordiente nel Campionato Mondiale di Motocross di due categorie, MXGP e MX2, che si estende per diverse stagioni e numerosi tracciati replicati con dovizia di particolari dalle loro controparti reali come Assen a Drenthe (nei Paesi Bassi), Neuquén in Argentina o il nostrano Maggiora, in provincia di Novara, per un totale di oltre 20 piste, un notevole passo avanti rispetto alle 14 del predecessore. La componente gestionale si traduce in una serie di obiettivi da raggiungere durante le gare, ad esempio il conseguimento di un certo quantitativo di punti durante le due gare che compongono ciascuna prova o il piazzamento in classifica davanti un determinato avversario, che attireranno l’attenzione di sponsor sempre più prestigiosi in grado di ricompensare con una maggiore quantità di crediti le nostre prestazioni: questi ultimi rappresentano la valuta del gioco, mediante la quale saremo in grado di acquistare accessori e componenti di marchi noti del panorama motociclistico che, oltre a variare l’estetica di mezzo e pilota, in molti casi andranno ad influenzare il rendimento in gara migliorando l’evacuazione degli impianti di scarico, la reattività dei freni, la manovrabilità e così via, tutte caratteristiche da soppesare prima di dare inizio alla bagarre. Al termine di ogni stagione, qualora avessimo ottenuto un numero di successi tale da renderci appetibili per le altre scuderie, potremmo anche ricevere offerte sostanziose da queste ultime ed abbandonare la carriera da wild card per inseguire orizzonti più remunerativi.
[quotedx]Oltre 20 piste, un notevole passo avanti rispetto alle 14 del predecessore[/quotedx]
Ma, una volta iniziata la competizione, scopriremo ben presto che non sarà sufficiente essere a cavallo della migliore quattro tempi del momento, poiché gli avversari mostrano una notevole combattività anche ai livelli più bassi e non perdonano neanche un singolo errore, costringendoci a lottare duramente per la conquista del podio. Per fortuna, siamo comunque in grado di alterare la fisica della moto con tre impostazioni differenti che ne facilitano (o peggiorano, nel senso realistico del termine) il controllo ed ottenere così un grado di sfida adatto ai nostri gusti o alla pratica svolta in pista: dovremo infatti entrare nella giusta mentalità per affrontare le curve, i salti e le gincane di ciascuna sfida, bilanciando con precisione il controllo della moto ed il peso del pilota per limare al meglio i tempi ed evitare atterraggi rovinosi. Tutti i mezzi coinvolti nella gara lasciano inoltre un segno tangibile al loro passaggio, e non in senso metaforico: grazie sempre al lavoro di ottimizzazione applicato al motore di gioco, le ruote delle motociclette ora scavano dei solchi nel terreno capaci di ostacolare le performance in maniera più o meno significativa a seconda delle suddette impostazioni relative alla fisica, incidendo in maniera realistica durante le fasi avanzate delle gare proprio come avviene nella realtà. Era questa una mancanza cospicua del primo MXGP che qui contribuisce ad esaltare le sensazioni di guida, costringendo il giocatore a prestare attenzione non solo al comportamento degli avversari e alla conformazione della pista, ma anche alle asperità che prendono forma man mano su quest’ultima, e che se sfruttate a dovere potrebbero concederci un vantaggio sostanziale per tagliare le curve o i punti più impegnativi.
QUANDO SEI IN DUBBIO, DAI GAS
Oltre ad una modalità carriera rinnovata e le classiche opzioni per affrontare una gara singola, un campionato personalizzato o una sfida a tempo sui circuiti di nostra preferenza, MXGP 2 presenta altre tre succose alternative per il single player: la prima, il Monster Energy FIM Motocross of Nations, richiede la scelta di una nazione i cui colori saremo chiamati a difendere in tre gare relative ad altrettante categorie (MXGP, MX2 e Open), da svolgersi su uno fra sei tracciati a disposizione. Una volta completate le dispute offroad, i piloti con il maggior numero di punti decreteranno il trionfo del loro paese, dunque sarà necessario conoscere bene le caratteristiche di cavalcature e cavalieri per avere la meglio sugli altri gentiluomini coinvolti nella medesima tenzone. Di fatto, si tratta di una variante un po’ più vincolata della gara secca, ma se non altro è un modo per ammirare il tortuoso e spettacolare percorso di Ernée in Francia, appositamente realizzato per l’evento. Più interessanti sono le Stadium Series, che sopperiscono ad un’altra mancanza dell’originale MXGP offrendo quattro tracciati al coperto che, solo in questo caso, non riproducono complessi sportivi esistenti ma sono fortemente ispirati a strutture reali. Ciliegina sulla torta, infine, sono gli Eventi Reali, ossia scenari predeterminati in cui partiremo da situazioni accadute davvero in alcune competizioni ufficiali e saremo chiamati a replicare quanto accaduto nella realtà (come Herlings della KTM che in due giri riesce a guadagnare ben sei posizioni) o a migliorare il risultato finale (ad esempio, vincendo nei panni di Philippaerts che, a Maggiora nel 2015, ha dovuto cedere la prima posizione a Febvre): tale modalità non reinventa la formula del gioco, ma rappresenta un ottimo diversivo che, si spera, verrà arricchito ulteriormente in futuro con DLC tematici. La Milestone ha invero pianificato una serie di contenuti scaricabili a supporto del loro nuovo titolo, i cui dettagli verranno resi noti nel corso dei prossimi mesi.
Presente anche il gioco online contro avversari umani in gare singole o campionati custom, che richiede la creazione di un apposito account per rafforzare le misure di sicurezza, ma che tuttavia in questa fase non era ancora disponibile per un test. Ci riserviamo di aggiornare l’articolo non appena sarà possibile effettuare una prova approfondita.
[quotesx]La resa visiva accompagna in maniera eccellente la cura riposta nel realismo della simulazione[/quotesx]
Libero dai vincoli della trascorsa generazione di console, il comparto grafico di MXGP 2 può sfruttare meglio le potenzialità di Xbox One e PlayStation 4, sfoggiando modelli poligonali migliori, texture riccamente dettagliate e circuiti molto ben modellati, oltre ai succitati effetti dinamici che rielaborano il terreno al passaggio delle moto. Le animazioni, un po’ legnose nell’originale, sono state ritoccate in modo da risultare più fluide. Anche i dettagli a corredo, come gli spettatori ed i mezzi a bordo pista, sono più ricchi e definiti rispetto al passato, ed una menzione d’onore lo merita il garage nel quale svolgeremo la manutenzione necessaria per il nostro bolide. Nel complesso, la resa visiva non fa gridare al miracolo ma si attesta su livelli più che buoni, accompagnando in maniera eccellente la cura riposta nel realismo della simulazione. Naturalmente, la versione PC spicca fra le tre disponibili in termini di risoluzione ed effetti personalizzabili, riuscendo a girare senza problemi anche su macchine prive di schede video da 4GB, come quelle che compaiono fra i requisiti di sistema consigliati. Parlando di aspetti migliorabili, dobbiamo citare le collisioni con i mezzi avversari, che a volte si traducono in conseguenze inaspettate con il pilota che morde lo sterrato dopo un leggero contatto oppure che prosegue indomito la sua corsa nonostante uno scontro diretto, ed il sonoro che, alla lunga, può risultare ripetitivo, essendo il rombo scoppiettante delle moto l’unico rumore ascoltabile durante la competizione. Una leggera musica di sottofondo, sullo stile degli ottimi beat che caratterizzano la navigazione fra i menu, non avrebbe guastato.