SPOILER ALERT: la recensione che state per leggere contiene numerosi riferimenti alla trama principale di The Evil Within e al primo DLC, The Assignment. Se non ci avete mai giocato o siete ancora alle prese con le turbe mentali di Mikami, forse è il caso che passiate oltre, almeno per il momento.
Avevamo lasciato la bella Juli Kidman in un terribile pastrocchio mentale a opera tanto di Ruvik quanto dei suoi datori di lavoro, la misteriosa organizzazione nota come Mobius. Per tutto il primo DLC, The Assignment, un’inquietante figura autoritaria, l’Amministratore (no, non quello di condominio), ci ha seguiti come un’ombra, e non solo per modo di dire. Il comportamento della nostra agente speciale infatti non è piaciuto un granché a costui, che l’aveva spedita dentro lo STEM per recuperare l’albino autistico Leslie, prima di perderlo definitivamente fra le pieghe della follia che sembrano animare ogni anfratto di The Evil Within. Del resto uno degli obiettivi di questo contenuto aggiuntivo era proprio quello di grattare via un po’ di ruggine della fin troppo cervellotica trama scritta dal buon Mikami, trascinando il giocatore in un nuovo incubo, parallelo a quello vissuto dal povero Sebastian Castellanos.
È NATO UN FANTASMA
Nonostante le premesse armaiole, anche questo secondo DLC punta quasi esclusivamente a un approccio survival, anzi, per certi versi ancor più del primo. In una fase addirittura perderemo la nostra utilissima torcia elettrica, cosa che ci costringerà a muoverci nel buio utilizzando solo ed esclusivamente delle cosiddette luci chimiche, praticamente i classici bastoncini luminosi usa e getta (per fortuna disponibili in quantità illimitata).[quotedx]a questo giro non mancano un paio di momenti un po’ più action[/quotedx]Rimane quindi assolutamente prioritario evitare ogni scontro diretto, dato che i nemici sono tranquillamente in grado di ucciderci con un singolo colpo, al massimo con due. Elementi di distrazione, come le sacrosante bottiglie e la nostra bella vocina, rappresenteranno gli unici metodi per evitare una brutta fine, sebbene a questo giro non manchino un paio di momenti un po’ più action. In questi frangenti la nostra Juli potrà contare solo sulla sua mira e una manciata di proiettili per aver ragione di un buon numero di Spiritati. Si tratta comunque di sequenze piuttosto brevi, nelle quali però capita di morire sovente, data la penuria di munizioni e la lentezza cronica della protagonista nel ricaricare le sue armi.
Pochi, quasi inesistenti, gli enigmi ambientali, mentre continuano ad assillarci un discreto numero di casseforti, la cui combinazione andrà individuata di volta in volta. Solo aprendole tutte potremo ricomporre una misteriosa lettera e quindi leggerne il contenuto. Altri segreti, decisamente meno eccitanti, riguardano invece lo sblocco dei modelli 3D e dei brani che compongono la colonna sonora. Il tutto per circa due ore e mezza di gioco: tante infatti ne servono per completare The Consequence, che di fatto si è dimostrato in linea con il suo predecessore in quanto a longevità. Visto che ora sono usciti entrambi, possiamo tranquillamente farci due conti e tirare le somme, per quello che a tutti gli effetti si è rivelato un buon DLC.
Ciò nonostante abbiamo trovato un po’ troppo forzata l’idea di spezzare in due un contenuto del genere, che avrebbe potuto godere di un’unica release senza troppi problemi. Come sempre però i publisher hanno il vizio di spremere eccessivamente i propri titoli, cercando di ottenere costantemente il massimo profitto. Per fortuna, almeno in questo caso, ci troviamo al cospetto di un prodotto decisamente ben costruito e in grado di ampliare davvero l’esperienza originale, un particolare tutt’altro che scontato. Ora non ci resta che attendere il terzo e ultimo DLC, che dovrebbe vederci nei panni di uno dei nemici più feroci di The Evil Within, il Custode.