The Book of Unwritten Tales 2 – Recensione

The Book of Unwritten Tales 2

Ah, le avventure grafiche punta e clicca! Quel genere sempre dato per morto troppo presto, e capace sempre di rialzare la testa con la dignità di chi sa che c’è sempre qualcuno pronto a dargli ancora credito. The Book of Unwritten Tales 2 è la dimostrazione che c’è ancora modo di produrre qualcosa che guardi al passato nella struttura e che si rivolga agli appassionati del genere, senza scendere a compromessi e senza volersi votare a tutti i costi alla modernità, solo per catturare l’attenzione di qualche acquirente in più. Che questo sia un bene o un male lo lascio decidere a voi: ciò che conta è che stiamo andando a parlare di un prodotto assai valido e che non fa mistero di poggiare le sue basi su un modo tipicamente old-school di pensare le avventure grafiche, ma che non per questo deve essere visto come un titolo fuori tempo massimo. Anzi.

CLICCA CHE TI PASSA

The Book of Unwritten Tales 2 è il seguito di un videogioco uscito ormai più di un lustro fa, a opera di KING Art. Aver vissuto le vicende del primo capitolo non è una condizione necessaria per comprendere il plot narrativo di questo secondo episodio, anche se i riferimenti si sprecano copiosi, giacché i protagonisti sono sostanzialmente i medesimi. Durante le nostre peregrinazioni nel mondo di Aventasia controlliamo alternativamente ora la bella principessa elfica Ivo (che, pronti via, scopre di essere incinta senza aver mai consumato), il piccolo gnomo Wilbur, assunto a tempo indeterminato con tutele crescenti alla scuola di magia di Seastone, e infine l’avventuriero Nate, accompagnato dall’inseparabile amico taciturno Critter.

La struttura è quella tipica delle avventure punta e clicca, con scenari fantasy che più fantasy non si può a fare da sfondo agli accadimenti, nonché caratterizzati da numerose zone sensibili ove interagire coi personaggi o con gli oggetti dell’inventario al fine di far succedere cose. In basso a destra è sempre presente l’icona di uno zaino, che dà accesso agli oggetti che raccogliamo e che possono essere utilizzati nei punti attivi delle locazioni o anche su altri pezzi presenti nell’inventario stesso, per la più classica delle combinazioni.

The Book of Unwritten Tales 2[quotesx]La struttura è quella tipica delle avventure punta e clicca[/quotesx]Spesso i protagonisti si trovano a dialogare con altri NPC. In quel caso si attiva il tipico sistema a dialoghi multipli, in cui possiamo tentare ad libitum tutte le diramazioni possibili, fino a pescare quella che ci permette di ottenere informazioni utili o di attivare un trigger della storia che ci consenta di proseguire oltre. A tal proposito, ho giocato su Steam la versione inglese, che richiede una discreta conoscenza della lingua di Albione: sappiate, però, che il prossimo 24 aprile sarà messa in commercio su Zodiac Store (ma anche nei negozi) anche una versione coi sottotitoli in Italiano.

DIPINTI FANTASY

The Book of Unwritten Tales 2 è quindi un’avventura classica a tutto tondo. Gli enigmi sono in genere sviluppati in modo assai logico, anche se non sempre intelligibili in prima battuta. Questo, principalmente, perché alcuni passaggi richiedono non solo intelligenza e spirito di osservazione da parte del giocatore, ma anche un po’ di fortuna. Ogni locazione pullula letteralmente di possibilità, e non è detto che un punto attivo dello scenario già utilizzato in precedenza non torni utile in futuro, magari cliccandoci sopra più volte prima che sortisca l’effetto desiderato.

Ciò non significa che The Book of Unwritten Tales 2 sfoci spesso nella frustrazione del “prova tutto su tutto”, perché la logicità è sempre di casa e si riesce a operare in fretta una scrematura di cosa non abbia senso fare in una determinata situazione. È solo che il titolo di KING Art non è un prodotto per tutti e richiede abnegazione, memoria sopraffina e attenzione continua ai dettagli, altrimenti si rischia di rimanere impelagati in qualche intoppo di troppo. Fortunatamente, in molti casi le linee di sviluppo sono almeno due o tre, il che consente di abbandonare momentaneamente un enigma a favore di un altro se non si accende nella nostra testa la giusta lampadina, fermo restando che nei passaggi obbligati della trama tutti i nodi devono essere venuti al pettine, prima di proseguire oltre.

The Book of Unwritten Tales 2[quotedx]I personaggi sono tutti dipinti con maestria[/quotedx]Quello che comunque stupisce di The Book of Unwritten Tales 2 è la direzione artistica, sempre in perfetto equilibrio tra tensione narrativa e sobria goliardia. I personaggi sono tutti dipinti con maestria e ci vuole davvero poco a sviluppare con loro una completa empatia. Allo stesso modo, gli scenari sono talmente ricchi di dettagli che spesso ci si sofferma a osservarli con stupore solo per il gusto di farlo, al di là delle necessità di gameplay. Peraltro, quei simpaticoni di KING Art hanno disseminato The Book of Unwritten Tales 2 di citazioni da ogni dove (non solo dal mondo dei videogiochi, ma anche da musica, cinema e letteratura), tanto che coglierle tutte diventa presto un vero “gioco nel gioco”. A condire il tutto interviene una colonna sonora mai invasiva e perfetta non solo nel sottolineare ogni passaggio topico, ma che tiene una morbida compagnia anche durante la semplice esplorazione.

Accessibility Toolbar