La cosa bella dei titoli scaricabili è che gli sviluppatori e i publisher si divertono a utilizzarli per sperimentare. E le sperimentazioni non sono mai, in linea di principio, una brutta cosa: sia…
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La versione Xbox 360 di LCatGoL è disponibile già da un mesetto: abbiamo deciso di pubblicare solo oggi la recensione, insieme a quella per PC e PS3 (uscite un paio di giorni fa), perché fino all’ultimo abbiamo sperato nel rilascio della lungamente attesa patch per il co-op online, che invece è slittata ancora una volta. Crystal Dynamics stessa ha detto fin dal giorno del suo annuncio che che il gioco nasceva pensando alla modalità cooperativa, ed era nostro desiderio provarlo quando fosse stato realmente completo. Così non è stato, e non è quindi più possibile rimandare la recensione di un titolo che comunque, ancorché privo di un elemento così importante, è davvero ben fatto.
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La storia, meramente funzionale a dare un contesto al cui interno muoversi e giocare, parla di una statua, tal Totec, che Lara risveglia, e che a sua volta richiama in vita un altro guerriero di pietra, Xolotl: i due sono in conflitto da secoli, ed è ovviamente giunto il momento della resa dei conti. Del resto, quando in una cut-scene vediamo il cattivo che dall’alto di una rovina ci intima: “Farò il bagno nel tuo sangue!“, è evidente che la trama non serve a molto altro. Giocando da soli controlleremo Lara, dotata di un uncino in grado di aggrapparsi a pratici anelli sparsi per i livelli, e che le permettono di raggiungere luoghi altrimenti inaccessibili; a sua disposizione anche una lancia, buona per inforcare i nemici ma anche da conficcare nelle pareti in sostituzione del doppio salto, invero poco realistico anche per una donna agile come lei; affrontando l’avventura in due (ma solo in locale, come dicevamo), il secondo giocatore controlla il muscoloso Totec, e la lancia sarà nelle sue mani, insieme a uno scudo. In questo caso sarà necessario collaborare al meglio, sia negli scontri – dove ci sono molti più nemici, sia per superare crepacci, macchinari macina-tutto, ponti che crollano e trappole di vario genere.
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Anche affrontato da soli Lara Croft and the Guardian of Light è un titolo molto riuscito: le mappe sono grandi, ben strutturate ancorché lineari, da esplorare dall’inizio alla fine, e nonostante la telecamera sia fissa in posizione isometrica non si ha mai la sensazione di perdersi qualche pezzo per strada o di non riuscire a capire cosa stia succedendo. I puzzle e gli enigmi sono abbastanza semplici ma non banali, soprattutto andando avanti, e sfruttano bene la fisica realistica: in un livello occorre per esempio riuscire a portare sette enormi bocce di pietra davanti a un portale, così da attivare tutti gli interruttori a pressione e aprirlo. Quel che appare come una sfida mortalmente noiosa viene vivacizzata dalla presenza di piattaforme mobili stile Labyrinth per iPhone e condotti di pietra in cui far scorrere le “biglie”.
Di quando in quando si incontrano alcune “piramidi sfida”, stanze al cui interno si trovano “loot” particolarmente ricchi ma ben celati o difficili da raggiungere, e a cui riusciremo ad arrivare solo spremendoci per benino le meningi. Si tratta di mini-quest completamente slegate dalla storia principale (e che possono pertanto essere evitate in toto), divertenti e in grado di aggiungere un elemento ulteriore all’esperienza di gioco. Gli “over-achiever“, manco a dirlo, troveranno pane per i loro denti!
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La parte forse più debole di tutto l’impianto è quella dei combattimenti: il sistema di mira semi-automatico e gli scontri “telefonati” ogni volta che si arriva in uno spiazzo sufficientemente ampio da accogliere più di due persone non rappresentano mai una sfida particolarmente impegnativa. Anche le armi, per quanto numerose, non aggiungono particolari sfumature tattiche, e si sente la mancanza di materiale offensivo corpo-a-corpo, qualcosa che consenta di allontanare nemici che si fanno troppo vicini, o che attaccano troppo numerosi. L’impostazione sfacciatamente arcade, in questo caso, si nota più che nel resto.
L’avventura, anche affrontando le piramidi sfida, dura dalle sei alle otto ore, a seconda anche del livello di difficoltà scelto per i combattimenti; non pochissimo, considerato il prezzo (una quindicina di euro su Steam e PSN e 1200 MS Points per Xbox, che poi è la stessa cosa) e la durata media di altri prodotti ben più costosi. La presenza delle varie sfide (punteggi, raccolta di oggetti, tempo ecc.) in ogni livello aggiunge non poco al fattore di rigiocabilità.
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Tecnicamente abbiamo a che fare con un prodotto davvero curato: che sia lontana o vicina, la visuale è sempre nitida, il mondo di gioco estremamente dettagliato, così come il sistema di illuminazione e le animazioni dei personaggi. Che i titoli scaricabili stiano migliorando sempre più anche da questo punto di vista è cosa che andiamo dicendo da qualche tempo, e il nuovo Lara Croft non fa altro che confermare questa tendenza. Adeguata la colonna sonora, che non fa venir voglia di abbassare il volume e tanto basta, così come il doppiaggio (anche dell’audio) in italiano. Il problema sono semmai i dialoghi e la loro inutile superficialità, ma qui si torna a quanto detto all’inizio sul significato della trama in un gioco come questo ^____^
Ottimo il sistema di controllo, con comandi intuitivi e ben implementati: va detto che chi decidesse di giocarci sotto piattaforma Windows dovrebbe seriamente valutare l’utilizzo di un joypad, decisamente più comodo rispetto alla combinazione mouse/tastiera. Per finire, dobbiamo segnalare che la versione PC è andata in crash in due o tre occasioni, problema che speriamo di veder presto risolto con una patch.