La recensione del gioco di rally per console e PC dell’italianissima Milestone.
Arriva l’autunno, cadono le foglie ed escono i giochi di guida.
Non abbiamo ancora fatto in tempo a completare una carriera con F1 2011 che dobbiamo già rimontare il volante sulla postazione di guida. Milestone, infatti, ha appena lanciato sul mercato il seguito di WRC, il gioco ufficiale del campionato mondiale di rally. Un titolo di cui abbiamo già parlato di recente, e del quale abbiamo potuto seguire per bene lo sviluppo e lo stato dei lavori fase per fase, godendoci i vari progressi dalle prime acerbe alpha alle versioni più vicine alla build finale, per poi arrivare – finalmente – al prodotto finito.
WRC 2 permette ai giocatori di improvvisarsi dei piloti esordienti nel difficile mondo del rally. Piloti che devono sudarsi ogni piazzamento, convincere gli sponsor a supportarli e reggere allo stress di lunghe sessioni di corsa solitarie nelle condizioni più avverse. Eppure, anche impostando il realismo e la bravura dell’intelligenza artificiale al massimo livello, sembra che tutto sia troppo facile: le auto sembrano incollate all’asfalto, così come alla neve e al fango, tanto che la maggior parte dei primi tracciati possono essere fatti praticamente a occhi chiusi. Anche commettendo errori pacchiani, è fin troppo facile balzare in testa al campionato. Esattamente il contrario di quanto accade nel recente F1 2011, dove all’inizio carriera anche solo sorpassare una misera Virgin può costare parecchia fatica. Forse alcuni giocatori saranno felici di non dover penare troppo per imparare a dominare le vetture, ma dal mio punto di vista un gioco non dovrebbe essere così tanto concessivo all’inizio, fosse solo per il fatto che si rischia di annoiare i giocatori.
Tuttavia, dopo essere salito di categoria ho iniziato ad apprezzare WRC 2: quando si iniziano a guidare le auto di Loeb e Ogier, o anche solo le potentissime vetture del Rally Gruppo B (i mostri del rally degli anni ’80, come la Renault 5 Turbo), la musica cambia ritmo, e – finalmente – ci si ritrova a sfruttare comandi precedentemente inutilizzati, come per esempio il freno. In queste categorie, i piloti controllati dall’intelligenza artificiale iniziano a girare su tempi piuttosto bassi, obbligando i giocatori a impegnarsi per piazzarsi in posizioni dignitose. Se con le auto meno spinte sarà facile concludere ogni tappa, quasi senza mollare il gas, quando si usano le recenti Ford e Citroen con 500 e più cavalli sotto il cofano ci si diverte a controsterzare e a trovare il ritmo giusto per affrontare i tornanti. E poi, si fa anche molta attenzione ai suggerimenti del navigatore, che di colpo diventano fondamentali per impostare le traiettorie.
Chiariamoci: WRC 2 è smaccatamente arcade, e per quanto siano presenti un’infinità di opzioni relative al realismo del motore fisico, così come una marea di variabili per adattare l’assetto delle vetture al proprio stile, non si avrà mai la sensazione di controllare veramente un’auto da rally. Ma è proprio quest’anima arcade a rendere piacevole WRC 2 e che permette di passare sopra ai difetti. Sebbene le macchine si comportino in maniera peculiare, il design dei tracciati è veramente notevole, tanto che ci si diverte parecchio a imparare i circuiti, a trovare la traiettoria ideale per guadagnare qualche decimo su una serie di maledette curve e a prendere i salti nella maniera migliore possibile. Se si parte subito con le auto “da veri uomini”, insomma, WRC 2 è un degno seguito del suo predecessore, e consente di passare parecchie ore di svago, a patto di accettare una serie di compromessi.
Il primo di questi è evidente anche dalle immagini che vedete in alto nella gallery: la grafica. Sappiamo bene che non ci si doveva aspettare troppo, come testimoniava anche il primo WRC e in generale tutta la produzione Milestone, ma dopo aver giocato a DiRT 3, è difficile accettare delle texture tanto approssimative e un uso tanto banale degli shader. È vero che Milestone ha migliorato nettamente il sistema di illuminazione, ma tutto il resto rimane sotto la media, dalle texture dell’asfalto ai cruscotti, compresi i modelli 3D delle auto, non certo curati come si vorrebbe. Superato l’impatto della grafica, ci si diverte molto a guidare, sempre a patto che si passi direttamente alla classe WRC, saltando le prime auto, incapaci di offrire emozioni. Per quanto ci si esalti, però, avrei apprezzato una maggior differenziazione fra le varie superfici su cui si corre: in WRC 2, si sentono poco le diversità di terreno, tanto che passare dalla ghiaia all’asfalto e poi al fango non rappresenta in genere alcuni problema. Alcune differenze si notano su ghiaccio e neve, ma anche in questo caso l’impressione è che il grip sia un po’ esagerato.
L’ultimo “peccato” di Milestone è il non aver saputo rendere intrigante come meritava la modalità Carriera, che non offre la varietà di un DiRT, né le emozioni di un F1 2011. Molto meglio, a mio avviso, limitarsi a correre rally per rally, tralasciando la “crescita” virtuale del proprio pilota.
WRC 2, in definitiva, è piuttosto divertente, ma le poche differenze rispetto al primo capitolo e un certo livellamento verso l’utente meno esperto lo rendono un filo meno esaltante del predecessore. Bisogna però ammettere che il design di alcuni tracciati è veramente notevole.