Fire Emblem: Awakening – Recensione

La serie di Fire Emblem trova in Awakening il suo appuntamento più ispirato. La recensione di Gamesvillage.it mette in luce tutto il fascino di un tattico vecchia maniera.

Ci sono un paio di cavalieri, un Lord, un arciere, una maga, un prete e un pegaso. Il territorio presenta rilievi montuosi invalicabili da tutti tranne che dal pegaso, inoltre ci sono delle strettoie, come un ponticello e un passo montano. Le truppe nemiche sono divise in tre schieramenti, pronti ad avanzare al minimo segno di minaccia. Infine, ci sono quattro fortini sulla mappa che, a ritmo costante, vomiteranno rinforzi ostili. È una situazione classica per Fire Emblem, una saga tattico-fantasy che viene da lontano, sviluppata negli anni da Intelligent Systems e migliorata ogni volta di più, fino a questa incarnazione per Nintendo 3DS. Awakening è l’ultimo di una serie blasonata ed è anche il capitolo più bello e completo che sia stato concepito sinora.

Chi avesse già sperimentato un Fire Emblem a caso saprebbe due cose per certo. Anzitutto, che si tratta di esperienze spietate, durissime da padroneggiare; e poi, che la minima disattenzione si paga con la perdita (permanente!) dell’unità caduta in battaglia. È stata da sempre la tradizione dei tattici di Intelligent Systems: punire un errore con l’eliminazione di un personaggio. Terribile. Tutto questo è ora nel passato, perché la tradizione va bene, ma non si può chiedere a un giocatore qualsiasi di buttare 45 minuti di scenario solo perché truppe fresche arrivate all’ultimo secondo hanno eliminato il nostro unico maghetto. Quindi ecco che, prima di calcare i campi di battaglia di Awakening, è possibile selezionare una modalità Principiante (Niubbo-Mode). Per coloro che non hanno la pazienza di condurre l’esercito in maniera perfetta e senza sbavature, c’è l’opzione giusta per riavere le truppe cadute ancora vive alla fine di ogni scenario. Ma che uomini sareste, dai! Non avete un briciolo di orgoglio e di amor proprio?

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Vi sembrerà forse che sia troppo duro con quei giocatori che da un tattico vorrebbero solo godersi la storia… e muovere a casaccio le truppe sulla scacchiera, con la pacata consapevolezza di andare sempre sul sicuro. Sono duro sì, perché hanno sbagliato gioco. Lasciate la roba “casual” ai pusillanimi e selezionate la Modalità Classica, fatta per generali con gli attributi. E dopo aver operato l’unica scelta accettabile, selezionate pure la difficoltà, lasciando quella “Normale” a coloro che sono destinati a scoraggiarsi lungo la strada. Per tutti gli altri, quelli che scendono in campo per combattere, soffrire e trionfare, consiglio per lo meno una difficoltà Difficile. Ed è solo così che ci si ritrova catapultati nello spirito cattivo di un Fire Emblem, dove l’errore di calcolo e la sbadataggine non sono contemplati.

Dunque Awakening è il paradiso per gli amanti della tattica e per chi gongola quando viene messo a dura prova con i canonici problemi di un esercito da guidare in battaglia, rigorosamente a turni. Ma non è tanto la difficoltà che si cerca in un Fire Emblem, quanto invece lo spessore, l’ampio spettro di capacità, poteri, magie, equipaggiamenti. Ed Awakening offre una varietà fuori del comune, mai fine a se stessa e funzionale ai molteplici scenari che ci si parano dinanzi. Anche se gli obiettivi sono limitati all’annientare un esercito o il solo leader, varianti e complicazioni si sprecano, garantendo sempre un elevato mordente e una soddisfazione assicurata al termine della battaglia. Può capitare di dover difendere un personaggio, di eliminare un comandante mentre fiumi di lava limitano progressivamente gli spazi di manovra, di reclutare un personaggio che si trova dall’altra parte della mappa, di visitare templi e villaggi prima che i banditi li mettano a ferro e fuoco, di aprire forzieri e scassinare porte anticipando l’arrivo di rinforzi, di combattere antichi eroi risorti, di spezzare un assedio… insomma, avete capito. E, per riuscire in queste (e tante altre) imprese, è necessario padroneggiare il sistema e intessere una fitta rete di relazioni tra i singoli eroi dell’esercito.

Come in passato, anche in quest’ultimo Fire Emblem vige la legge del “carta, forbice e sasso”, che qui si traduce con “la lancia batte la spada che batte l’ascia che, a sua volta, batte la lancia”. Semplice da capire, ma la situazione si complica all’istante quando intervengono altri fattori, come le frecce, la magia e le truppe alate (pegasi, grifoni e viverne). L’Intelligenza Artificiale non brilla per furbizia, ma state sicuri che se un pegaso si espone un passo di troppo, tutti gli arcieri nella zona convergono apposta per abbatterlo. Il “trucco” è sempre quello di muovere le truppe alleate formando un fronte organizzato, senza isolare nessuno e approfittando della sintonia tra le unità.

Il tema di Awakening è proprio quello delle relazioni. Battaglia dopo battaglia, tutte le unità che combattono vicine sviluppano una certa sintonia, che si traduce prima in gustosi siparietti e in dialoghi frizzanti e spiritosi, e poi in azioni di mutuo soccorso sul campo. Se il Principe Chrom e il nostro Avatar, giusto per citare i due protagonisti, hanno raggiunto un’intesa abbastanza elevata, combatteranno con un affiatamento eccezionale. In soldoni, basta tenerli adiacenti perché si difendano dall’assalto di un nemico o attacchino all’unisono, sbaragliando qualsiasi avversario. Inoltre, è possibile piazzare due personaggi sullo stesso quadrante, creando una super unità per sommarne i pregi e attenuarne i difetti. In questo caso, solo un partecipante è attivo, mentre l’altro funge da supporto e interviene nel caso esista una buona sintonia. Tale manovra, comunque, serve per elaborare strategie ancora più sofisticate, approfittando di un maggior raggio d’azione o di una truppa particolarmente coriacea.

A ogni modo, Awakening si spinge persino più in là con questa faccenda delle relazioni. Due eroi di sesso opposto che raggiungono la massima sintonia, infatti, finiscono addirittura per sposarsi! Lasciate che ve lo dica: veder combattere insieme due personaggi con la massima intesa è pura poesia, una sinfonia di colpi, ritirate e assalti micidiali. Non resta che domandarsi come potrebbe essere la stirpe, nata da due eroi di tal fatta. Il team di sviluppo ha pensato di rispondere nel migliore dei modi, aprendo scenari opzionali dove la seconda generazione diventa reclutabile… roba da matti proprio!

Immaginate ora di avere a disposizione ol
tre quaranta classi differenti e decine di eroi, tutti caratterizzati ad arte, tanto nell’aspetto quanto nella personalità: capite bene che l’elaborazione di una valida tattica è a totale discrezione di ciascun giocatore. Ed è qui che Awakening mostra la sua grandezza, offrendo una valanga di strumenti per gestire un esercito nei minimi particolari. I fan dei tattici non possono che ringraziare, potendo equipaggiare ogni singolo eroe con armi e oggetti magici, sviluppare intese, unire pegasi a fanti pesanti, sbloccare abilità specifiche di ciascuna classe e mescolare professioni fino al raggiungimento dell’unità “perfetta”. Il livello di raffinatezza è tale che non si avrà mai un esercito identico all’altro, dimostrando che le strade per arrivare alla vittoria sono tante e tutte da inventare.

Grazie alla funzione StreetPass è poi possibile reclutare le truppe di un giocatore incrociato per caso, pagando monete d’oro sonanti, o avere l’onore di sfidarle in battaglia. Infine, a intervalli regolari potremo scaricare scenari aggiuntivi dall’eShop per sfide ulteriori in compagnia degli eroi dei vecchi Fire Emblem. Anche solo raggiungere il finale della storia principale ci vogliono 50 o 60 ore di gioco come niente, ma il pacchetto completo offre molto di più, per un’esperienza da oltre 100 ore, sempre trascinanti e piene di sorprese.

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