Strano il destino di Captain Toad: Treasure Tracker, pubblicato a brevissimo negli Stati Uniti d’America, ma da noi previsto la prima settimana del prossimo anno, come se Nintendo stesse attendendo di avere una base installata maggiore nel Vecchio Continente prima di dare il via alle danze. Al netto delle scelte commerciali discutibili della casa giapponese, va detto subito che siamo di fronte a un gran bel gioco, come d’altronde sanno coloro che hanno spolpato a dovere Super Mario 3D World, visto che Captain Toad: Treasure Tracker non fa altro che riproporre su grande scala l’idea dei livelli aggiuntivi del titolo appena citato e che vedevano come protagonista il fungo antropomorfo più celebre della storia dei videogiochi.
Affrancato da dinamiche tipicamente platform (niente salto a disposizione!), Captain Toad: Treasure Tracker è a tutti gli effetti un puzzle game tridimensionale, dove i livelli sono circoscritti in uno spazio di piccole e medie dimensioni ben definito. I protagonisti del gioco sono Toad e Toadette, che devono essere condotti lungo mille e più pericoli, seguendo uno schema dell’alternanza che li porterà a separarsi all’inizio dell’avventura, salvo poi ricongiungersi e dividersi altre volte, fino al felice epilogo finale. Toad e Toadette, come detto, non possono saltare, ma possono camminare in giro per gli stage azionando leve, muovendo piattaforme, schiacciando pulsanti, lanciando rape e, all’occorrenza, utilizzando un Super Piccone per distruggere blocchi di pietra e aprirsi la strada. Ogni livello pullula di zone segrete più o meno nascoste e prevede la raccolta facoltativa di tre diamanti, prima di raggiungere la classica Stella che conclude le ostilità e ci permette di proseguire oltre. Il fatto che i diamanti siano facoltativi è in realtà una mezza bugia, visto che il loro accumulo è necessario per sbloccare di tanto in tanto l’accesso a nuovi livelli e quindi per proseguire l’avventura, suddivisa in quattro episodi composti da 18 zone ciascuno.
[quotedx]Molti stage sono paragonabili a una scatola cinese[/quotedx]Molti stage di Captain Toad: Treasure Tracker sono paragonabili a una scatola cinese. L’uso delle meningi è spesso necessario non tanto per raggiungere l’agognata Stella, ma soprattutto per raccogliere tutti i diamanti presenti e – perché no! – fare incetta di monete e bonus nascosti. A metterci i bastoni tra le ruote troviamo tutto il bestiario “marioso” cui siamo abituati, che in parte deve essere evitato grazie a tattiche di aggiramento, ma talvolta anche eliminato con l’astuzia, sfruttando gli elementi dello scenario che abbiamo a disposizione. Di tanto in tanto l’azione svolta in prima persona, tipicamente quando Toad o Toadette si spostano su qualche estemporaneo mezzo di trasporto come, ad esempio, un vagoncino minerario; in questi frangenti tocca usare lo schermo del GamePad come mirino, muovendolo nello spazio per lanciare rape come se non ci fosse un domani e colpire tutto quello che ci viaggia attorno. Allo stesso modo, col prosieguo dell’avventura non mancano momenti in cui possiamo prendere il possesso di alcune torrette fisse e agire sullo scenario per fare man bassa di kill e aprirci la strada verso la salvezza.
Come detto, Captain Toad: Treasure Tracker propone livelli estremamente compatti e per lo più composti da incastri di piattaforme, tunnel e passaggi angusti. In questo scenario la telecamera fatica davvero parecchio ad assecondare le esigenze del videogiocatore, e a poco serve la possibilità di zoomare sul protagonista nei passaggi più delicati o di ruotare la posizione grazie alla levetta analogica destra. Durante tutta l’avventura sono morto almeno la metà delle volte perché non avevo una precisa percezione dello spazio attorno a me e non per colpa di un mio comportamento scorretto: questo è a tutti gli effetti l’unico, gravissimo difetto di Captain Toad: Treasure Tracker, ogni tanto sinceramente troppo foriero di frustrazione per non essere segnalato con forza in sede di giudizio. La situazione peggiora quando ci si accorge che il giroscopio del GamePad muove anch’esso la telecamera e non può essere disattivato in alcun modo, costringendoci a rimanere ben fermi con le mani se vogliamo usare il solo stick per gestire la visuale.
[quotesx]L’ingestibilità della telecamera è l’unico grave difetto del gioco[/quotesx]Per completare tutti i livelli presenti in Captain Toad: Treasure Tracker ci ho messo circa sette ore, lasciandomi alle spalle circa un quarto dei diamanti ancora da raccogliere. Ogni stage può (e anzi… deve!) essere rigiocato per ottenere il timbro che ne sancisce il completamento definitivo, che non solo deve passare per la raccolta di tutte le gemme, ma anche soddisfacendo una richiesta particolare e che varia di volta in volta, secondo occasione. Per dire, potrebbe venirci chiesto di trovare un Fungo Dorato particolarmente nascosto, oppure di arrivare alla Stella utilizzando un numero massimo di interruttori, o ancora di raccogliere un minimo quantitativo di monete. Fortunatamente, una volta raccolti i diamanti non dovremo più preoccuparcene e potremo quindi concentrarci solo sulla mini-quest secondaria, il che permette di recuperare in serenità l’agognato timbro anche nei livelli che abbiamo trovato inizialmente più ostici.