La serie Cities ha avuto, sin dalla nascita nel 2009, una vita complicata: prima un cambio di nome, da Unlimited a XL, poi l’arrivo sul mercato con l’idea di rivoluzionare il mondo dei city builder grazie a un universo online fatto di città di giocatori. Purtroppo, però, gli sviluppatori di quell’episodio, ovvero i ragazzi di Monte Cristo, sbagliano a fare i conti con un modello economico difficilmente sostenibile dai fan del genere, tra l’altro abbastanza restii a giocare online, soprattutto a un titolo viziato da enormi problemi di equilibrio e gestione. I server diventano spogli e poco popolati in un battito di ciglia e il franchise sembra spacciato, così come Monte Cristo, che dichiara bancarotta in seguito ai disastrosi risultati di Cities XL.
A questo punto della storia entra in gioco Focus Home Interactive, casa francese che ha prodotto gioiellini come Trackmania e Blood Bowl, la quale acquisisce il franchise e prova a risollevarlo dalle ceneri. Il risultato sono tre edizioni rivedute e corrette dell’originale, ovvero 2011, 2012 e Platinum. La conversione da gioco multiplayer a single player non è semplice, soprattutto in tema di bilanciamento delle attività di commercio, ma edizione dopo edizione i ragazzi di Focus riescono a migliorare il sistema di gioco, ampliandolo a dismisura con migliaia di contenuti aggiuntivi. Cities XL, nella sua forma finale, diventa probabilmente il city builder più grande e ambizioso presente sul mercato, seppur viziato da problemi originari che ne limitano la profondità.
Tutta questa manfrina pseudostorica per dirvi che Focus ci riprova con Cities XXL, una nuova versione della sua idea di city builder, finalmente scardinata dalle basi poco solide delle precedenti edizioni. Un avvertimento però, prima che, come in molti, gridiate allo scandalo e alla disonestà del publisher: possiamo discutere sul prezzo e sulle modalità di marketing leggermente ambigue, ma Focus ha sempre parlato di nuova versione di Cities XL, vendendo la nuova X al 50% per i precedenti possessori. Un po’ furbi e un po’ ruffiani, questi francesi!
A STRANGE DÉJÀ VU
Come cantavano i Dream Theater nel 1999, è impossibile non provare una stranissima sensazione durante il tutorial di Cities XXL: stesse schermate, stesse facce (orribili, per giunta) a guidarci attraverso le caratteristiche del gioco con terribili scenette tra vecchio sindaco e collaboratori e, in generale, uno strano senso di riciclo che mal si confà anche al concetto tanto in voga di remastered. Insomma, l’impatto con la nuova versione del gioco di Focus è davvero tremendo, di quelli che effettivamente ti fan pensare che sui forum non abbiano tutti i torti a gridare allo scandalo. Tra l’altro, il revamp dell’interfaccia, sicuramente più minimale, è abbastanza rozzo e poco aggraziato, per cui diciamo che la prima ora di gioco mette quasi a disagio.
[quotesx]il primo impatto con cities xxl è davvero tremendo[/quotesx]Provo a cercare conforto nel comparto tecnico, evidentemente rimaneggiato, ma ancora troppo legato a standard di qualità un po’ vecchiotti, che archiviano l’aspetto estetico di Cities XXL come sufficiente e a tratti carino, ma anche molto poco ottimizzato: nonostante il motore di gioco sfrutti finalmente i processori multi core in maniera adeguata, sono presenti ancora diversi bug grafici abbastanza marcati, soprattutto nei pressi di pendii e dislivelli, con texture che impazziscono e invadono corpi, e una resa delle altezze deformante e innaturale, soprattutto se zoomiamo. Se, però, generalmente il dettaglio delle texture e degli edifici è migliorato sensibilmente, il character design e i modelli delle vetture son rimasti ampiamente disomogenei e rivedibili. Insomma, non basta una selezione di brani indie piacevoli a rendere le cose migliori e, sinceramente, seppur riveduto e corretto, l’aspetto di Cities XXL non riesce a togliere al titolo una generale impressione di frettolosità realizzativa, o semplicemente un look grezzo e poco attuale. Depresso ma non domo, contino a cercare di capire il perché della realizzazione di questa versione, provando a testare la cosa che, al di là di tutto, il titolo promette di saper fare come nessun altro: costruire città senza limite alcuno.
PIANI REGOLATORI
L’impostazione di gioco è rimasta la stessa: ci sono 25 condizioni diverse proposte in un numero leggermente più alto di mappe disposte su una versione alternativa del nostro globo terrestre. Scelto lo scenario, intelligentemente indicato da un gruppetto di statistiche che ne indica difficoltà e rapporti tra le risorse disponibili sul territorio, è tempo di calarsi nei panni di padre fondatore, costruttore e sindaco e cominciare l’avventura.
[quotedx]le aree edificabili sono enormi ed è possibile tirar su vere e proprie metropoli[/quotedx]Gli strumenti che Cities XXL mette a disposizione del giocatore sono tantissimi, così come vari sono gli approcci di costruzione della città: da un lato c’è l’organizzazione a zone, con la possibilità di edificare aree residenziali, industriali e commerciali di densità diversa e dedicate a classi sociali differenti; dall’altra c’è la microgestione, caratterizzata da interventi singoli e mirati sul territorio per dotare la nostra città di servizi specifici, ma anche di tipologie di strutture particolari. Ovviamente i due approcci sono paralleli ed è possibile, anzi, consigliabile se non doveroso, utilizzarli entrambi alla bisogna per creare la città perfetta. Ad arricchire l’offerta ci sono anche un migliaio di strutture tematiche geocaratterizzate, che permettono di dare un look unico alla città, come borghi medievali o strutture su palafitte. Insomma, dal punto di vista della macro e micro gestione della parte edile, Cities XXL è effettivamente profondo, versatile e soddisfacente. Ma d’altronde, lo era anche il suo genitore. Se non altro, grazie anche al supporto di Steam Workshop, la possibilità di scegliere esattamente come vogliamo che sia la nostra città è il primo aspetto totalmente positivo del gioco, che storicamente, però, ha sempre presentato problemi nella gestione sul medio-lungo periodo, quando diventa fondamentale avere ragione sul traffico, sull’inquinamento e, soprattutto, sul commercio, che, nella transizione da multi a single, aveva per lungo tempo reso ingiocabile il predecessore, a meno di non far diventare la nostra città un’enclave autarchica. Per fortuna, però, in Cities XXL le cose sono cambiate profondamente e, seppur con qualche patema d’animo, è possibile creare una rete di città che riescono a sostenersi a vicenda.
MICRO E MACRO
Il valzer tra micro e macro gestione in Cities XXL è finalmente convincente lungo l’intero workflow, a patto di comprendere il ritmo delle dinamiche del bilancio cittadino, come sempre risultante dal differenziale tra la copertura dei costi di edificazione e mantenimento delle strutture e l’incasso dato da tasse e commercio. Proprio il sistema economico è stato profondamente rivisto, grazie a una razionalizzazione delle spese pubbliche e una rete commerciale non punitiva quando si tratta di sfruttare la Omnicorp, ideale multinazionale con cui è possibile intrattenere accordi più o meno favorevoli per rimpinguare le nostre casse. In alternativa, mutuando la scelta di costruzione corale fatta anche da SimCity, si possono amministrare diverse città e collegarle attraverso una rete commerciale e portandole avanti in contemporanea. A differenza del nuovo capitolo della saga di EA, però, le aree edificabili in Cities XXL restano enormi ed è possibile tirar su vere e proprie metropoli. Anzi, in un certo senso, l’anima green del titolo Focus, costringe a separare in maniera molto marcata le industrie inquinanti dai centri abitati e dalle zone agrarie, pena un inasprimento delle condizioni ambientali che rende davvero difficile la vita in città.
[quotesx]il sistema economico è stato profondamente rivisto[/quotesx]Quest’enormità di spazi, però, è ben supportata da una pletora di strumenti decisamente efficaci che permettono di verificare, grazie a grafici e mappe stratificate, tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno. A dire il vero, complice anche un’interfaccia non sempre comodissima, ho trovato l’abbondanza di dati a volte quasi eccessiva rispetto a una curva di sviluppo che, se controllata con pazienza, rigore e raziocinio, non presenta una difficoltà eccessiva, a patto di evitare di farsi prendere la mano. L’amministrazione delle metropoli di Cities XXL è proprio questo: un’alternanza continua di piccoli e grandi interventi volti a uno sviluppo demografico coerente, sostenibile ed equilibrato. Qualsiasi eccesso, dalle grandi opere architettoniche all’accelerazione scriteriata di qualsiasi genere di produzione, viene pagato con un effetto domino difficilmente arrestabile. Da questo punto di vista, forse il gioco diventa ben presto prevedibile e piatto, ma la profondità della personalizzazione e l’eterogeneità di mappe rende la sfida sempre interessante, a patto di amare un ritmo di gioco non particolarmente forsennato. Certo, restano ancora macchinosi alcuni aspetti un po’ critici relativi alla costruzione di opere stradali importanti come ponti e gallerie e, in generale, seppur migliorata in maniera esponenziale, la questione trasporti è ancora un po’ spinosa. In definitiva, però, nonostante le perplessità relative al comparto tecnico e alla presentazione del titolo, il restyling di Cities XL può considerarsi abbastanza riuscito e, complessivamente, l’esperienza di gioco è finalmente godibile appieno.
Forse è troppo tardi per consacrarsi come city builder definitivo, ma il titolo Focus resta indiscutibilmente la scelta migliore per chiunque voglia dedicarsi a costruire la sua città con pazienza e curando ogni dettaglio, senza nessun limite costruttivo e con uno spirito che ricorda da vicino la vecchia essenza di SimCity.