“Ricorda: durante il gioco presta sempre attenzione all’ambiente che ti circonda“. Un messaggio, quello che potete leggere nella schermata iniziale di Pokémon GO, che suona quasi come un monito, come un avvertimento che va ben oltre il “giocate responsabilmente”. Shayla Wiggins, una diciannovenne ragazza americana, ora questo lo ha imparato bene e a sue spese, visto che non immaginava assolutamente che durante una sessione di gioco col titolo ha fatto una scoperta realmente raccapricciante. Dopo aver scavalcato una recinzione vicino al Big Wind River, sulle tracce virtuali (se così si può dire) dell’ennesimo Pokémon da catturare, la ragazza ha invece fatto una scoperta decisamente meno piacevole: un cadavere galleggiante proprio lì, vicino alla riva del fiume. Non quello che ci si aspetterebbe di catturare con una Pokéball in un’assolata mattina d’estate.
La giovane Shayla ha quindi chiamato il 911, in lacrime e urlante dopo la macabra scoperta, che non dimenticherà tanto in fretta. Ed è tutto vero, potete assolutamente giurarci. Situazioni al limite del grottesco, quindi, per questa applicazione nata dalla collaborazione tra Nintendo e Niantic, che fa il verso all’altrettanto celebre Ingress e capace, nel giro di pochissimi giorni (e senza neppure essere stata ufficialmente rilasciata sul mercato italiano, visto che il titolo esce de facto il prossimo 15 luglio), di dare il via ad un’ondata di isteria collettiva che non si vedeva forse dai tempi del primo Tamagotchi originale: social network invasi dalle foto più assurde, alcune al limite della parodia, gente per strada e nei ristoranti a caccia di quanti più Pocket Monsters possibili. Senza freni e senza soluzione di continuità.
Non quello che ci si aspetterebbe di catturare con una Pokéball in un’assolata mattina d’estate
C’è un limite a tutto questo? Un confine da non superare? Diciamo che il buon senso dovrebbe spesso e volentieri porre un freno all’euforia estrema, che spesso può degenerare tranquillamente nella stupidità. Basti pensare all’imbarazzante monito della polizia della stazione di polizia di Darwin, in Australia, dopo aver visto apparire Sandshrew dentro al proprio edificio, col conseguente timore di vedersi invadere il luogo da allenatori assuefatti dagli schermi dei propri telefoni cellulari. I poliziotti si sono quindi visti costretti a pubblicare su Facebook un comunicato di avvertimento tanto ironico quanto autoritario (per la serie, se entrate, vi arrestiamo senza pensarci due volte). Davvero a qualcuno sarebbe venuto in mente di irrompere in una stazione di polizia come se nulla fosse, per catturare un Pokémon sul cellulare? La risposta è chiaramente si. E non sorprendetevi se il fenomeno sta diventando di massa: solo qui in Italia il download dell’applicazione ha frantumato ogni record, roba da fare accapponare la pelle a Rovio, Gameloft e compagnia bella.
O ancora, notizia di poche ore fa: un certo Jonathan Theriot, ha raccontato su Reddit di essersi trovato in sala parto per assistere la moglie durante un travaglio quando, smanettando con il suo smartphone, ha visto comparire Pidgey. Cosa è accaduto dopo potete immaginarlo da soli (augurandoci inoltre che il nome scelto per il bambino non sia Pikachu). E non fate finta di essere sorpresi, anche perché molti di voi avrebbero fatto esattamente la stessa cosa pur di catturare il volatile. Per ultimo, ci tengo a ricordare che non è la prima volta che Google Maps e Pokémon si alleano per il nostro intrallazzo: ricordate infatti quando, il primo aprile del 2014, si diede il via alla caccia di mostriciattoli sul celebre portale di ricerca? Gente racconta di averne recuperati oltre 100, su 150 complessivi. Quantomeno, senza trovare alcun cadavere per strada. Forse.