Super Mario Run e le accuse di sessismo: io non ci sto

peach piange

Questa storia del politically correct ci sta sfuggendo di mano. Clint Eastwood, leggendario regista e attore, lo aveva detto qualche mese fa, a modo suo: “Ci troviamo in una generazione di kiss-ass. Camminiamo sulle uova, con persone che accusano altri di essere razzisti e via dicendo. Ma quando ero giovane, nulla di tutto questo sarebbe stato considerato razzista. Segretamente, tutti noi siamo stanchi del politicamente corretto”. Lo so che cosa state per dire: che quelle parole furono spese per Donald Trump da un repubblicano convinto, ma vi prego di lasciare fuori la politica, che qui su GamesVillage non c’entra nulla e che, soprattutto, non ha niente a che fare con il mio discorso. Un discorso che riguarda i videogiochi.

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La goccia che ha fatto traboccare il vaso è l’ultimissima polemica su Super Mario Run, accusato da diversi giornalisti statunitensi di essere un gioco sessista. Il motivo? Siamo ancora in presenza di una donna, la Principessa Peach, da salvare e che, per giunta, prepara torte per una festa. Come dire che Mario inneggia al più becero: “Donna schiava, zitta e lava”. O qualcosa del genere. Ma sì, andiamo per luoghi comuni. Il solito italiano retrogrado e maschilista, idraulico panzone, baffuto e magari meridionale. Potrebbero quasi metterci sotto accusa come Paese, partendo da questo tremendo scandalo che risponde al nome di Super Mario Run, gioco tra l’altro favoloso che noi abbiamo recensito qui, tessendone le lodi.

[quotesx] Come dire che Mario inneggia al più becero: “Donna schiava, zitta e lava”.[/quotesx]Leggo dall’ANSA che “il sessismo viene ravvisato all’inizio del gioco, quando Peach invita Mario, l’idraulico protagonista, a una festa al castello, per la quale sfornerà una torta”. Detta così non sembra troppo grave, vero? E invece sì che lo è. Sentite qua cosa dice il sito Recode: “È il 2016, quindi perché Super Mario sta ancora salvando una principessa che sforna torte?”. Kate Sommers-Dawes, vice-caporedattrice di Mashable, rincara la dose su Twitter: “Quindi Super Mario Run è divertente e tutto quanto… ma perché Peach deve sfornare per la festa? Non poteva fare la DJ o qualcosa del genere?”. Come dire che il DJ è dignitoso mentre il fornaio no. Che cosa dovrebbe dire il nostro redattore Andrea Lai (sì, quello del TG Game), che di mestiere fa proprio il fornaio?!? Ci aspettiamo che sfili in protesta di fronte alla redazione insieme alla Principessa, destatasi dal torpore che non le faceva notare la sua degradante condizione di femmina sottomessa. Ma non è finita qui. Ci si mette anche Chris Suellentrop, collaboratore di una testata da niente come il New York Times: “Le politiche di genere retrograde di Super Mario Run sono deludenti”, twitta il giornalista.

tweet peach

Sinceramente, tutto ciò mi fa rimanere basito. Veramente stiamo parlando di questo? Dobbiamo sul serio confutare la teoria secondo la quale la propensione della Principessa Peach a cucinare torte e farsi rapire sarebbe un grave atto di sessismo e un segno di arretratezza politica e socio-culturale? Non sarà piuttosto che certa stampa, anche nel settore dei videogiochi, cerca solo qualche facile momento di visibilità e qualche proficuo flame a buon mercato? Di esempi simili a quest’ultimo ne avrei fin troppi (lascio a voi il divertimento di ricordarli), ma preferisco, almeno per ora, chiudere qui, ponendovi una semplice domanda: ma non siete arcistufi di questo politically correct? Non credete che stia rischiando di compromettere la libertà artistica degli autori di videogiochi, quella d’azione dei publisher e infine quella di critica di noi della stampa specializzata? Nel mio piccolo, qualche timore lo nutro.

E non vorrei trovarmi a giocare, per forza, a Super Vegan Bros.

Metalmark, giornalista, scrittore e docente universitario, si dedica al culto delle avventure Infocom, di X-COM e dell'Intellivision. Come hobby, dirige VIGAMUS, il Museo del Videogioco di Roma, e i corsi di VIGAMUS Academy. La sua prima rivista da caporedattore? CUBE. Poi tante altre, tra cui PSW, Xbox World, PC Games World, Game Pro (EDGE Italia) e Game Republic.