Mancano ormai poche settimane all’annuale appuntamento con l’E3, ed anche quest’anno vedremo Microsoft presentarsi ai nastri di partenza come uno dei candidati al ruolo di attore protagonista della manifestazione. La prossima edizione della fiera californiana è di fondamentale importanza per la casa statunitense, e a Redmond lo sanno benissimo: non è un caso che la conferenza Xbox sia stata fissata alle 23 (ora italiana) di domenica 11 giugno invece che alle 18 del successivo lunedì. In terra yankee hanno saputo fare di necessità virtù, giocando d’anticipo e cercando di bruciare sul tempo la concorrenza. Microsoft prenderà parte alla kermesse da “terzo incomodo”, pronta con Xbox Scorpio a mettere i bastoni fra le ruote al dominio commerciale di Sony e a rovinare la festa a Nintendo, forte del clamoroso exploit di Switch. Vista la situazione, non si può non pensare all’E3 2005, quando da outsider della manifestazione il colosso statunitense mostrò al mondo l’Xbox 360, una macchina che da lì a pochi mesi avrebbe dato il via a una generazione di home console particolarmente fortunata per Microsoft, attesa quest’anno da un’impresa ardua: provare a ripetere anche solo in parte quel piccolo grande miracolo, lasciando intendere la propria volontà di confermarsi come uno dei maggiori punti di riferimento nell’industria. Sarà in grado di riuscirci, lasciando al palo le sue principali rivali?
Pur non rappresentando un punto d’arrivo, l’E3 2017 va comunque considerato come un passaggio intermedio essenziale di una lunghissima rincorsa cominciata oltre tre anni fa, nel momento in cui Phil Spencer sostituì Don Mattrick al timone del team Xbox. Per nulla intenzionati a mollare l’osso e a lasciare campo libero a Sony e a Nintendo, in Microsoft hanno continuato a lavorare a piccoli passi ad un ecosistema PC-console diventato ormai rodatissimo e ricco di funzioni interconnesse e di possibilità, al contempo rimettendo il gaming al centro dell’esperienza una volta per tutte. Questo cambio di politica, fortemente voluto e promosso dallo stesso Spencer, è stato attuato tramite alcune mosse particolarmente intelligenti e soprattutto utili a modificare in positivo l’opinione degli utenti, fra cui il progressivo abbandono, forse un filo tardivo, del Kinect. Nel corso del tempo Xbox One si è trasformata in una console che serve innanzitutto per videogiocare, e dunque non stupisce affatto che con la sua diretta evoluzione Microsoft voglia muoversi principalmente in tal senso, senza operare stravolgimenti e al contempo richiamando a sé molti fan dispersi nel passaggio alla nuova generazione, attratti dal maggior focus sul gaming duro e puro proposto da Sony e ora anche da Nintendo, oltre che dal maggior numero di esclusive presenti sulle console rivali negli ultimi anni. L’annuncio di Project Scorpio, arrivato già nel corso della passata edizione dell’E3, permette di capire quanto la strategia di Microsoft sia ormai radicata nel tempo e attentamente pianificata. La scheda tecnica e la sua certosina ottimizzazione in rapporto al software di sistema non lasciano spazio a grossi dubbi: nei prossimi anni, Scorpio intende proporsi come il nuovo punto di riferimento per quanto riguarda i videogiochi multipiattaforma. Sul piano della potenza bruta, la console americana metterà in seria difficoltà PlayStation 4 Pro, che a quel punto si troverebbe piuttosto indietro nella gran parte dei titoli presenti sul mercato.
Messe in chiaro le cose dal punto di vista dell’hardware, terreno sul quale Spencer e soci sembrano piuttosto sicuri di sé, non si può non fare qualche considerazione sul punto chiave sul quale dovrà essere costruito, passo dopo passo, il successo della nuova console, ovvero i videogiochi che accompagneranno Xbox Scorpio al momento del suo arrivo sul mercato. Avere un vantaggio nei multipiattaforma può bastare fino ad un certo punto, superato il quale le esclusive diventano necessarie, per non dire fondamentali. Giochi come Crackdown 3, State of Decay 2 e Sea of Thieves, per quanto attesi in maniera particolare da una nutrita porzione della community Xbox, non rappresentano nomi di primissimo piano né probabilmente saranno in grado di trainare le vendite di Scorpio, e conseguentemente di Xbox One, durante la stagione natalizia. Il grande pubblico, siamo onesti, pretende ben altro da una killer app. Titoli come quelli sopracitati possono andar bene a chi è già un videogiocatore navigato (e magari sa apprezzare anche un team storico come Rare, nel caso di Sea of Thieves), ma difficilmente piaceranno alle masse. Considerata anche l’assenza dei “soliti” colossi Halo e Gears of War, che mancheranno l’appuntamento con il 2017, a Microsoft non basterà affidare al solo Forza Motorsport 7 (sempre ammesso che Turn10 ci stia lavorando) il difficilissimo compito di fare da system seller durante il periodo più caldo dell’anno in termini di uscite. Come se non bastasse, la situazione peggiora ulteriormente se pensiamo alla cancellazione di Scalebound (che, nonostante il recente rinnovo del marchio, sembra confermata), una ferita ancora aperta, dopo molti mesi, per molti fan di Hideki Kamiya e dei Platinum Games. È inutile continuare a girarci intorno: per risollevarsi definitivamente e tornare a giocarsela ad armi pari sotto tutti i fronti, a Microsoft servono nuove IP. Almeno un paio, forti, di sicuro impatto. Insomma, giochi cazzuti, in grado di affiancarsi da subito ai migliori esponenti della propria scuderia. Nel contesto attuale non importa nemmeno sapere quando verranno pubblicate, l’importante è che si metta in chiaro da subito e con forza la loro esistenza, a costo di annunciarne lo sviluppo con un po’ di anticipo e di necessaria malizia. In fondo, questo è esattamente quel che ha fatto Sony nelle due edizioni passate dell’E3, raccogliendo consensi pressoché unanimi grazie all’effetto nostalgia di titoli come Final Fantasy VII Remake, Shenmue III e Crash Bandicoot N. Sane Trilogy, all’acquisizione di un nome di primo piano come quello dei Kojima Productions, presi sotto la propria ala per lavorare a Death Stranding, e all’avvio di progetti importanti nei propri studi first party, The Last of Us II e God of War su tutti. Guardando in casa Microsoft Studios, invece, è difficile poter dire con certezza chi sta lavorando a cosa. L’unico (o quasi) segnale da questo punto di vista è arrivato da Playground Games, studio responsabile della serie Forza Horizon e recentemente espanso per lavorare ad un titolo open world, o almeno così si mormora. Davvero troppo poco.
Il passo che Microsoft deve necessariamente compiere già in occasione del prossimo E3, insomma, è porre una maggiore enfasi sulle esclusive che possano accompagnare le console della famiglia Xbox in prospettiva futura. Nella prima metà del 2017, Xbox One può dirsi una console in grado di offrire un’esperienza utente più completa delle sue rivali, con funzioni di sistema sviluppate in maniera estremamente stratificata, attenta e coerente con l’intero ecosistema, oltre ad un servizio online che non teme confronti, ma per molte persone questo non basta. Al momento, la strada intrapresa è quella giusta per una buona metà. Molto dipenderà, però, da come verrà gestito il lancio di Xbox Scorpio: immettere sul mercato una nuova console da sola, per quanto ottima possa essere, non è una mossa nemmeno lontanamente sufficiente ad ingolosire da subito una larga fetta di utenza. Ed è per questo motivo che l’E3 2017 diventa così importante: fra meno di un mese avremo un’idea molto più chiara di quel che sarà il futuro di Microsoft nell’industria, a medio e anche a lungo termine. Uno spartiacque, insomma, un appuntamento importante che la casa di Redmond non deve assolutamente fallire. Non può più permetterselo, se vuole continuare a navigare in acque tranquille nei prossimi anni.