Impiegheremmo probabilmente giorni, se non addirittura settimane, per raccontarvi di quanto abbiamo parlato di Destiny 2. Di quanto lo abbiamo atteso ed immaginato in tutte le salse possibili, continuando anche negli ultimi mesi a giocare imperterriti il primo capitolo mentre lo vedevamo lentamente morire, con la community che pian piano ne svuotava i server in attesa del chiacchieratissimo sequel. Nel quasi imperscrutabile percorso di avvicinamento al prossimo 6 settembre, Bungie ci ha concesso due antipasti: il gameplay reveal dello scorso 18 maggio e la beta ufficiale del gioco, arrivata anch’essa come tre anni fa in estate e accessibile in questi giorni. L’utenza console potrà divertirsi fino al 23 luglio, mentre chi possiede un PC si unirà alla festa nel mese di agosto, in data ancora da stabilire.
Chi ha già avuto modo di mettere le mani sulla beta di Destiny 2 avrà notato la sua netta povertà di contenuti rispetto all’antenata di tre anni fa, in cui si poteva esplorare interamente l’antica Russia, la zona sulla Terra, fino ad arrivare alla prima missione sulla Luna. Come al solito Bungie sta facendo la misteriosa, tenendo coperte tutte le sue carte fino al rilascio del gioco, eppure lasciando comunque intuire da subito molte fra le novità che la community aveva bisogno di sapere, a cominciare dalla storia. E non è un caso se una volta scelto il vostro personaggio fra i soliti Titano, Cacciatore e Stregone (al momento non personalizzabili) non vi venga data la possibilità di andare subito in orbita, per scoprire tutte le attività disponibili. Al contrario, vi “tocca” fare due missioni, talmente collegate l’una all’altra da sembrare quasi un’unica quest divisa in due parti. Si tratta dello stesso spezzone della storia che abbiamo già visto a maggio, che si conclude con la conquista della Torre e l’imprigionamento del Viaggiatore da parte dei Cabal e ci permette di fare la conoscenza del cattivone di turno, l’imperatore Dominus Ghaul. L’obbligo di giocare questa parte nella beta rende, se possibile, ancor più palese la volontà di dare maggior risalto alla storia, questa volta narrata più attivamente e in maniera meno goffa rispetto al passato. E dunque si viene giocoforza fermati sulla porta che a settembre condurrà poi agli assalti, al crogiolo, alle incursioni, al “bottino, per tutti” promesso dal buon Cayde-6, anche per ricordare a chi è partito guardando già lontano che Destiny non è soltanto trionfi, loot e gloria, ma anche conoscenza e soprattutto divertimento, meglio ancora se condiviso. Messa così la questione, diventa molto più semplice godersi qualche momento cinematografico in compagnia di Zavala, Ikora Rey e compagnia cantante prima di tuffarsi a capofitto nelle altre attività, per capire se anche queste fanno la loro figura.
Come detto in apertura, l’impatto restituito dal menu principale non è dei migliori, con soltanto tre attività disponibili. È possibile provare un assalto, La Spirale Invertita, peraltro già visto e ricco di meccaniche ben rodate e già ampiamente conosciute, che diverte e strappa qualche “oooh” di meraviglia alla vista degli splendidi panorami di Nessus, ma al contempo non introduce grosse novità nel comparto PvE del gioco, per il quale il giudizio è rimandato a Settembre (parole decisamente appropriate). La sensazione è che ci sia tanto altro da vedere e che questo assalto, utile al solo scopo di comprendere a grandi linee cosa ci troveremo davanti, rappresenti solamente il coperchio di un contenitore più grande. Se il PvE appare una certezza, a spaventare molti fra gli utenti del primo Destiny è sempre stato il PvP, ai tempi vero e proprio cavallo imbizzarrito mai del tutto domato da Bungie, che pure, a suon di aggiornamenti, aveva indotto più di qualcuno a credere che prima o poi si sarebbe potuto giocare un match in totale tranquillità, senza il caos più totale a dominare le partite. Per questo, invece di ripartire dalle basi costruite in questi anni come per il multiplayer cooperativo, lo studio ha deciso di apportare cambiamenti ben più radicali, a cominciare dalla totale sparizione degli scontri 6vs6 in favore di un inedito 4vs4. L’abbassamento del numero di giocatori, in un curioso mix fra il crogiolo del primo Destiny e le Prove di Osiride, ha dato i suoi frutti: le battaglie sono ora caratterizzate da un gioco di squadra molto più spinto, in cui si riescono ad avere ben chiari in ogni momento gli obiettivi da seguire e soprattutto si possono monitorare con più attenzione i movimenti dei compagni, dando ordini quando necessario, senza il rischio di perdere partite abbordabili per colpa di due o tre “cani sciolti”. Il bilanciamento, almeno per ora, risente piuttosto positivamente delle lievi ma significative modifiche apportate al gameplay. A cominciare dal gunplay, che ritroviamo esattamente al suo posto, tentacolare ed ipnotico, eppure reso più pulito tramite piccole modifiche alle hitbox e alle collisioni, un filo più precise. Anche la fisica, leggermente appesantita, fa il suo: le lievi modifiche ai movimenti rendono ogni salto più accurato e puntuale, a netto vantaggio della godibilità della componente platform.
Bungie, è evidente, ha pubblicato questa beta senza concentrarsi troppo sui contenuti, ma piuttosto volendo palesare subito le intelligenti modifiche apportate al sistema di gioco, che rendono il PvP più piacevole da giocare. I cambiamenti riguardano anche le abilità e il modo in cui l’equipaggiamento influenza il comportamento dei Guardiani durante le partite. Cambiano i buff concessi dalle armature: non più Forza, Disciplina e Intelletto, che andavano a toccare forse troppi aspetti e in maniera eccessivamente disordinata, ma i ben più intuitivi Resilienza, Mobilità e Recupero, espressi in valori da uno a dieci. Sparisce l’alterazione del tempo di ricarica delle Super, uno dei più grossi problemi di bilanciamento di cui il primo Destiny soffriva terribilmente. Ora la velocità di riempimento della relativa barra è legata unicamente alla propria abilità, alle uccisioni messe a segno e agli obiettivi raggiunti per la squadra. Anche il sistema di gestione delle armi è stato rivisto: i classici slot primari, speciali e pesanti sono stati divisi non più per tipo di arma, ma per tipo di danno, rispettivamente cinetico, elementale e distruttivo, con i fucili di precisione, a pompa e a fusione trasferiti insieme a lanciagranate e lanciarazzi. Ogni bocca da fuoco con ugual nome può contare su perk fissi e non più casuali, a tutto vantaggio della quantità di modifiche. Torneremo sicuramente su questo punto, anche perché attualmente il drop è parecchio limitato e le armi ed armature presenti sono poche e solamente leggendarie o esotiche, cosa non ci ha impedito di giocare un gran numero di partite, senza grossi problemi di lag.
Per concludere l’analisi dei contenuti presenti nella beta vanno spese due parole sulle modalità a disposizione nel crogiolo, Controllo e Detonazione, giocabili rispettivamente sulle mappe Valle Infinita e Centro Città. Trattandosi di una tipologia di partita già nota, nel primo caso le sorprese sono state poche, malgrado la relativa mappa sia davvero ben congegnata, con pochi angoli ciechi ed una battaglia diretta e dal ritmo veloce. Anche Detonazione ci ha lasciati con sensazioni globalmente positive, ma resta da capire se il design degli altri scenari ad essa collegati sarà all’altezza. Il PvP, in ogni caso, ci ha convinto soprattutto per altri motivi, legati al miglior bilanciamento e al ritmo degli scontri: per i contenuti presenti, non ci resta che rimandarvi alla futura recensione del gioco. E non è finita qui: la beta lascia intuire parecchi altri aspetti che con ogni probabilità verranno implementati o approfonditi fra poco più di un mese, ad esempio per quanto riguarda le possibilità di personalizzazione, su cui Bungie si è davvero sbizzarrita. Il sistema di infusione è ora applicabile a qualsiasi oggetto del proprio equipaggiamento si desideri potenziare, e qualsiasi elemento del proprio inventario potrà essere personalizzato tramite gli shader, che sono stati finalmente estesi (ed in maniera importante) anche alle armi, agli spettri, agli astori, alle navi e via dicendo, eliminando gli inutili reskin visti nel primo capitolo. Le considerazioni sui miglioramenti visivi apportati al proprio equipaggiamento, peraltro, forniscono la palla al balzo per cambiare scala d’osservazione e parlare più in generale del comparto grafico. In Destiny il gusto estetico è sempre riuscito a mettere in secondo piano tutto il resto, ma nel sequel il motore di gioco beneficia in maniera importante del definitivo trasferimento su console di attuale generazione e su PC. Ogni aspetto tecnico è stato notevolmente migliorato, ed il titolo arricchito di particellari che sono una vera e propria gioia per gli occhi, mantenendo al contempo stabili i 30fps, sia su PS4 standard che su Pro, così come su Xbox One.
Destiny 2 potrebbe essere una stella luminosa o una cocente delusione per mancanza di contenuti, come fu il predecessore al lancio. Se non altro, però, con questa beta Bungie ha fatto centro nel far comprendere le sue intenzioni, affiancando ai dovuti affinamenti nel gameplay alcune scelte intraprese con decisione e portate avanti con coraggio, soprattutto per quanto riguarda il multiplayer competitivo. Lo studio di Bellevue ha avuto tre anni per migliorare e migliorarsi ed ora sembra avere le idee chiarissime sul futuro del franchise, virando verso un PvE cinematografico, spettacolare ed impegnativo come sempre e un PvP ancor più tecnico e competitivo. Malgrado ciò, è ancora presto (anzi, prestissimo) per pronunciarsi in via definitiva, e per questo motivo non possiamo che invitarvi a tornare sulle nostre pagine nel mese di Settembre. Se il buongiorno si vede dal mattino, però, Destiny 2 potrebbe rappresentare un serissimo incentivo, per molti giocatori, a tornare a ripopolare i server di gioco per centinaia e centinaia di ore.