Il CryEngine 3 torna a splendere, ma in questo caso non è Crytek a guidare lo sviluppo del gioco. Quello che abbiamo provato in anteprima, difatti, è Sniper Ghost Warrior 2 di City Interactive.
Qualsiasi giocatore con un po’ di anni di “attività” alle spalle ricorderà con piacere l’evoluzione dei motori grafici: l’attesa spasmodica con si attendevano nuove informazioni sul lavoro dei vari Carmack e Sweeney, le litigate e trollate sui forum su quale engine era il migliore, e via dicendo. Per anni, soprattutto nel mercato PC, la scelta di un motore piuttosto che un altro era dovuta non solo a motivi squisitamente tecnici, ma anche a questioni di marketing: strillare sulla confezione di uno sparatutto che si basava sull’incarnazione più recente del Quake Engine o Unreal Engine, poteva dare una spinta alle vendite. Pian pianino, l’attenzione dei giocatori si è spostata su altri parametri, al punto che non tutti sanno che probabilmente i loro giochi preferiti sono animati dall’Unreal Engine, il motore grafico più utilizzato negli ultimi anni. I ragazzi di Crytek stanno però cercando di cambiare un po’ le cose, tanto che hanno iniziato a offrire in licenza ad altri sviluppatori il loro spettacolare CryEngine 3. City Interactive è fra i primi licenziatari, e il loro primo titolo a farne uso è Sniper Ghost Warrior 2.
Come intuibile dal nome, il protagonista dell’avventura è un cecchino e, di conseguenza, lo schema di gioco si distingue nettamente dai soliti sparatutto particolarmente frenetici. Pur non mancando qualche situazione particolarmente esplosiva, infatti, l’obiettivo è quello di muoversi di soppiatto, cercando di infiltrarsi fra le linee nemiche senza farsi scovare, limitandosi spesso a girare attorno ai nemici o a stordirli in maniera silenziosa per poter raggiungere la posizione di tiro ideale.
Per le strade di Sarajevo non è certo difficile rischiare la vita per colpa di una pallottola.
Al contrario del recente Sniper Elite V2, Sniper Ghost Warrior 2 è ambientato in tempi moderni, e di conseguenza l’arsenale sarà ben più intrigante rispetto allo sparatutto di Rebellion: potremo attivare il visore notturno così come la visione a infrarossi, e usare fucili ben più precisi di quelli disponibili ai tempi del nazismo. Le differenze più evidenti fra i due titoli però sono relative al gameplay: se il cecchino di Rebellion ha una certa libertà di movimento, nel caso di Sniper Ghost Warrior 2 l’azione è molto più guidata e si hanno molte meno opportunità di tentare vie alternative. Si può comunque scegliere tra approcci differenti: per quanto il ruolo da cecchino spinga verso lo stealth, nulla ci proibisce di sparare all’impazzata non preoccupandosi troppo del rumore. Ovviamente, in questo caso tutto risulterà molto più difficile e – probabilmente – anche meno divertente. La soddisfazione in questo tipo di giochi è quella di arrivare vicino al bersaglio non visti, e dilettarsi nel riuscire a eliminare l’obiettivo con un preciso colpo da qualche centinaio di metri, per poi godersi uno spettacolare replay con la telecamera posizionata dietro al proiettile.
Da quanto ho potuto evincere dalla prova sul campo, l’ideale in Sniper Ghost Warrior 2 è di attivare sempre tutte le funzioni relative al realismo, in modo da dover tener conto dell’influenza del vento e della forza di gravità sulla traiettoria: in caso contrario, pare fin troppo facile riuscire nell’intento. Interessante l’idea di non implementare la ricarica automatica dell’energia: se rimarremo feriti, non basterà stare in copertura per qualche istante per rigenerare la linfa vitale, ma dovremo trovare uno dei tanti medikit sparsi per i livelli, come negli sparatutto più classici.
Quale migliore postazione per un cecchino professionista?
Dal quanto visto, la campagna non sembrerebbe particolarmente complicata da portare a termine, tanto più che gli avversari non mostravano una spiccata intelligenza: va però detto che il codice era ancora piuttosto acerbo e di tempo da qui alla data di lancio (21 Agosto) ce n’è ancora a bizzeffe. Sono rimasto tuttavia un po’ perplesso dalla scelta di ridurre l’esplorazione ai minimi termini: un motore come il CryEngine offre il meglio del suo potenziale in mondi aperti e liberamente esplorabili, e limitare il giocatore alle sole strade concepite dagli sviluppatori non rende giustizia al motore di Crytek. A ogni modo, non ci si può lamentare, soprattutto rispetto al recente Sniper Elite V2, titolo divertente da giocare ma poco convincente sotto il profilo tecnico.