Insomniac si dà ai giochi su facebook. Scoprite nella nostra anteprima perché Outernauts potrebbe essere interessante anche per il videogiocatore hardcore.
Tipicamente, quando ti ritrovi alla presentazione del primo esperimento in ambito social e free to play da parte di un team tradizionalmente legato al videogioco “hardcore”, hai l’impressione che si tratti di un progetto in cui non vogliono mettercela tutta. Certo, ci provano, con convinzione, perché alla fine potrebbe sempre rivelarsi una macchina per far soldi, ma non hai mai quell’idea di essere di fronte a qualcosa in cui credono. Ecco, invece, Outernauts quell’idea me l’ha data. Questo non significa necessariamente che verrà fuori un capolavoro, per carità. Però l’impressione è comunque buona, quando alla presentazione del gioco per Facebook di Insomniac ti rendi conto che Ted Price in persona si è preso il disturbo di venire a mostrartelo, e che non sta parlando sulla base di un comunicato stampa preparato dai suoi uomini-PR, ma che conosce davvero le meccaniche, sa rispondere alle tue domande, te ne mostra il funzionamento. Funzionamento sul quale, a proposito, non posso esprimermi troppo in profondità, o comunque non posso darvi le mie impressioni di prima mano, perché al riguardo c’è un accordo che mi cuce la bocca fino al 24 giugno. Cosa che menziono perché questo mi fa presumere che attorno a quella data, se non proprio quel giorno, sarà avviata la open beta (adesso il gioco è in closed beta). Del resto l’uscita è prevista per quest’estate…
Ma cos’è Outernauts? Ted Price ce l’ha raccontato come un tentativo di realizzare un gioco per Facebook, sicuramente dal taglio “social” e dall’approccio amichevole, ma capace di regalare un’esperienza dalla profondità paragonabile a quella dei giochi tradizionali per console. Poi, certo, queste sono affermazioni da reparto marketing: tuttavia, l’impressione, comunque, è che ci credano davvero e che Insomniac ci stia lavorando con convinzione, parallelamente ai suoi altri progetti più “normali” (qualcuno ha detto Overstrike?). Addirittura, Outernauts viene spacciato come il titolo più “vasto” mai creato dal team. E può anche essere vero, per quanto poi questo genere di considerazioni siano sempre un po’ relative al tipo di gioco. Nel caso specifico, si tratta di una sorta di GdR piuttosto semplice, con delle meccaniche che potrebbero ricordare quelle di Pokémon, o in generale dei card game. Seguendo una storia all’apparenza piuttosto articolata, anche se dai toni leggeri e dalla comicità che potrebbe ricordare lo stile di Ratchet & Clank, ci si trova ad esplorare una galassia dalla mappa piuttosto ricca (si parla di una cinquantina di pianeti, perlomeno al lancio), cercando di accumulare più creature possibile da allenare (da un totale nell’ordine delle centinaia), far crescere di esperienza e livello, e da utilizzare poi in combattimento.
Sono previste microtransazioni per l’acquisto di merci nel gioco, che si potranno comunque ottenere anche tramite il solo gameplay. Quanto peserà la cosa sul possibile divertimento?
La struttura delle singole situazioni vede impegnati a esplorare un pianeta, la sua superficie e i suoi sotterranei, con una visualizzazione bidimensionale un po’ in stile Dofus, mentre si risolvono quest e sottoquest di vario tipo. Durante la presentazione mi hanno mostrato una serie di semplici puzzle ambientali (che richiedono per esempio di scovare la via d’accesso a un interruttore tramite cui aprire un passaggio bloccato) e gli incontri coi vari personaggi, che ovviamente si dividono fra le conversazioni con le creature “amichevoli” (che portano avanti la trama e garantiscono nuove quest) e gli scontri con gli esseri ostili, a cominciare dai pirati spaziali. Il sistema di combattimento è a turni e prevede che si selezioni in partenza quale creatura (o quali: ci sono scontri che coinvolgono più bestiacce) utilizzare e le si metta in campo decidendone il tipo di attacco, il potere utilizzato ecc… Da lì in poi, il combattimento sfugge al controllo del giocatore e viene organizzato attraverso un sistema a turni, che gestisce il tutto confrontando statistiche e poteri delle creature per determinare iniziativa ed esito delle battaglie. Questo sistema, chiaramente, è pensato anche per poter garantire il genere di multiplayer asincrono tipico dei giochi su Facebook: Outernauts prevede sia il PVP, sia la possibilità di affrontare dungeon in cooperativa, e concede la possibilità di farlo anche senza dover per forza agire in contemporanea, proprio grazie a questo sistema di combattimento. Basta decidere cosa fare e attendere che l’esito sia poi calcolato quando anche l’amico di turno avrà fatto la sua mossa.
Outernauts punterà chiaramente molto sulla partecipazione dei giocatori e sulla competizione, tant’è che sono previsti diversi sistemi di ranking e classifiche. Da quel che è stato mostrato, lo stile visivo non è male e si percepisce lo sforzo di dare all’esperienza una profondità e una personalità non necessariamente comuni nelle produzioni social. Probabilmente non sarà il gioco in grado di accalappiare definitivamente i fanatici dei GdR tradizionali, ma sembra essere un buon passo verso quella convergenza – che piacerebbe tanto ai publisher – fra giocatori hardcore e casual. Di sicuro, sembra esserci una buona quantità di cose da fare e di elementi da esplorare. Le attività extra non mancano ed è prevista tutta una sezione dedicata al crafting e alla ricerca di materiali in giro per gli ambienti (giù a sudare scavando con la pala!). Per avere un parere più concreto, però, tocca aspettare che Outernauts si apra al pubblico, perlomeno nella fase di open beta.