[E3 2012] Dead Space 3 – Anteprima

Primo incontro dal vivo col terrore spaziale di Visceral Games. Nella nostra succosa anteprima, le nostre prime impressioni davanti a Dead Space 3.

Nessuno aveva dubbi al riguardo, ma è sempre bello ottenere conferme: Visceral Games sta lavorando su Dead Space 3, è già a buon punto e non mira a sedersi sugli allori con un seguito fotocopia. Anzi, sta provando in tutti i modi ad ampliare e arricchire la formula, senza per questo smarrirne i punti essenziali. Certo, qualcuno inorridirà all’idea di alcuni fra i cambiamenti che sto per raccontarvi, ma insomma, un po’ di fiducia direi che i ragazzi californiani se la sono guadagnata sul campo. Comunque, andiamo per gradi.

SURGELATI SUL PIANETA PERDUTO
Come si apra Dead Space 3 non è dato saperlo, ma è lecito pensare che al centro della scena vi sia un disastro stellare, se consideriamo che la dimostrazione cui ho assistito negli uffici di Visceral Games si avviava con un Isaac Clarke intento a tirarsi fuori dal relitto di un’astronave. L’astronave in questione si è schiantata su Tau Volantis, pianeta dal clima ostile che ospita una colonia di esseri umani, un Marchio e abbondanti mandrie di necromorfi, e Isaac si trova impegnato ancora una volta nel tentativo di salvare la pelle sua e di qualche conoscente. Fin da subito viene messa in evidenza la cura con cui Visceral ha lavorato sull’ambientazione, che assale violentemente il protagonista con una tormenta di neve capace di affaticarne vista e movimenti, oltre che di massacrare le orecchie del giocatore con i suoi assordanti rumori. Ma nel corso della presentazione si è visto quanto la scelta di un ambiente vasto come un intero pianeta fornisca agli sviluppatori i mezzi per donare al gioco varietà e cambi di ritmo ed atmosfera come mai si era visto in precedenza.

I momenti in puro stile Dead Space, con Isaac impegnato ad arrancare fra corridoi oscuri circondato dalle forze del male, non mancheranno e, pare, rappresenteranno ancora il centro nevralgico dell’azione. A loro, però, si accompagnerà un gran frullato di situazioni e ambientazioni diverse. Il lavoro sugli ambienti, ma anche sull’accompagnamento musicale, denuncia il desiderio di raccontare una fantascienza più variegata, che peschi a piene mani dalle suggestioni cinematografiche più disparate e sappia regalare coi suoi scorci non solo panico e inquietudine, ma anche senso di scala e meraviglia, gusto per il fantastico e per l’esplorazione. E, a proposito di esplorazione, fra le novità in termini di gioco troveremo anche delle missioni facoltative, dette “Beta Mission”, che amplieranno le possibilità offerte al giocatore. Intendiamoci, non bisogna aspettarsi una specie di Skyrim horror nello spazio: Dead Space 3 rimarrà un’esperienza piuttosto lineare, ma si tratta comunque di elementi in più che dovrebbero regalare maggiore profondità e, magari, rigiocabilità.

Nel momento in cui si buttano gli umani nel mucchio, diventa importante anche avere un’intelligenza artificiale dei nemici che li renda credibili. Non possono mica comportarsi come stupidi necromorfi…

IN DUE CONTRO L’ORRORE
A proposito di rigiocabilità, parliamo della pietra dello scandalo che è scivolata fra le maglie della sicurezza EA la scorsa settimana e ha gettato tutti nel panico, in maniera tutto sommato ingiustificata: la modalità cooperativa di Dead Space 3. Su questo aspetto, il panico è ingiustificato perché la co-op è una modalità alternativa, che non va a influenzare in alcun modo l’avventura in solitario. Giocando da soli, non avremo insomma costantemente al nostro fianco un personaggio controllato dalla CPU e vivremo invece l’avventura nei panni del solito e solitario Isaac Clarke. La co-op si inserisce nella campagna in singolo attraverso un’opzione di “quasi drop in/drop out”, permettendo a due giocatori di collegarsi in qualsiasi momento, ma limitando lo “switch” vero e proprio ai checkpoint. Questo perché la campagna cambia sensibilmente, a seconda che si giochi in singolo o con un compagno, e non solo per l’improvvisa presenza di un secondo personaggio. John Carver, il co-protagonista di Dead Space 3, è presente anche nel gioco in singolo, ma appare solo all’interno di sequenze narrative specifiche, così come accadeva coi personaggi secondari dei primi due episodi. Se si affronta l’avventura in due, al contrario, è sempre presente, si inserisce in maniera armoniosa nelle cutscene e gode addirittura di filmati e missioni extra cui è possibile accedere solo in co-op.

Visceral Games garantisce comunque che gli elementi aggiuntivi della co-op, per quanto interessanti, non conterranno nulla di fondamentale per la comprensione della trama, cosa che dovrebbe rendere questa modalità interessante, ma non necessaria e quindi evitabile per chi dovesse volersi limitare al Dead Space classico. E per quanto riguarda il funzionamento della modalità cooperativa? Beh, si manifesta come è lecito attendersi: ci si può dare una mano nell’utilizzo dei poteri per risolvere gli enigmi e soprattutto in combattimento, dove è chiaro che si inseriscono dinamiche inedite. Banalmente, mentre uno mette i bastoni fra le ruote ai necromorfi con stasi e telecinesi, l’altro fa fuoco senza tregua. E a proposito di fare fuoco…

GUERRA SANTA
L’altra grande novità di Dead Space 3, quella rimasta tutto sommato abbastanza nascosta fino adesso e che può davvero far storcere il naso, è la rinnovata presenza umana nel gioco. Una presenza umana che ha assolutamente senso nell’economia dell’universo narrativo tratteggiato fino a oggi da Visceral Games, ma che, se non calibrata con grande attenzione, rischia di stravolgere irrimediabilmente l’atmosfera. Vi ricordate quella parte di Dead Space 2 in cui ci si ritrovava a scappare da soldati umani? Ecco, questa volta potremo rispondere al fuoco. I seguaci della chiesa di Unitology sono armati pesantemente e pronti a farci a pezzi o, eventualmente, ad essere fatti a pezzi da noi. Nel gioco, insomma, si affronteranno anche nemici umani, armati di tutto punto, in sequenze che sembrano uscite più da un Gears of War che da un Dead Space.

Anche perché, comprensibilmente, visto il diverso tipo di combattimento, è stato introdotto un abbozzato sistema di coperture, che vede Isaac (e John) chinarsi leggermente e sfruttare gli elementi del fondale quando vi si avvicina a sufficienza. La copertura non è di quelle che “incollano” il personaggio al muro, e infatti non si devono premere tasti e ci si continua a muovere senza soluzione di continuità, ma l’impatto è comunque quello di uno sparatutto.

La storia svelerà molti segreti e porterà avanti gli eventi del secondo episodio, ma in Visceral non vedono Dead Space 3 come la conclusione di una trilogia. È solo un altro capitolo di un universo in continua espansione.

Se nel contesto narrativo, come detto, si tratta di combattimenti che hanno un senso (e sul piano dell’atmosfera tocca sp
erare che si tratti di sezioni comunque marginali), va detto che, dal punto di vista del gameplay, Visceral sembra aver fatto il solito ottimo lavoro. Nella maggior parte delle occasioni, avremo tre forze in campo: noi, gli umani di Unitology e i necromorfi. Questo significa che gli scontri potranno evolversi in maniera “emergente” e non sapremo mai cosa aspettarci. Chi attaccare per primi, fra le due fazioni che vogliono farci a pezzi e anche massacrarsi fra di loro? Come difendersi dall’infezione necromorfa, che può colpire in qualsiasi momento i nostri avversari umani e mettere in campo ulteriori mostri schifosi? E come uccidere gli stessi umani? Il sistema di smembramento tipico della serie funziona anche con loro, ma lasciare per terra un cadavere senza gambe o senza braccia potrebbe generare in seguito un necromorfo ancora più mostruoso. Insomma, le potenzialità, nel sistema di gioco, non mancano.

QUALCHE DUBBIO, MA GRANDE FIDUCIA
Il problema di fondo è che Visceral Games ha voluto, comprensibilmente, mostrare soprattutto gli elementi inediti. Ed è un problema nel momento in cui tutti si concentreranno sulle novità e inizieranno a gridare allo scandalo, temendo un Dead Space 3 che stravolga in tutto e per tutto il fascino della serie. È chiaro che non possiamo sapere, al momento, quanto e come gli equilibri fra le varie parti sapranno amalgamarsi, ma Visceral Games è granitica nel sostenere che non hanno intenzione di tradire la saga e i propri fan, che tutto sarà integrato a dovere e che l’idea è semplicemente di aggiungere contenuti coerenti attorno a un immutato cuore del gioco, per ampliare e variare maggiormente l’esperienza. Sarà realmente così? Speriamo… anche perché comunque, al di là di queste considerazioni, quel che è stato mostrato sembra francamente di ottima qualità e gran potenziale. Per quanto riguarda il resto, i rappresentanti del team di sviluppo hanno garantito che alle prossime apparizioni il gioco tornerà a mettere in mostra gli elementi classici che tutti si attendono da un Dead Space. L’uscita è prevista per febbraio 2013, di tempo ce n’è.